nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 29 giugno 2013

Lupi

Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma  dentro son lupi rapaci! 
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?

Matteo (7, 15-16), Vangelo - Bibbia CEI




Canzone del giorno: Wild Wolves (2009) - Athlete
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Probabilmente

Jean-Pierre Luminet, Le Trou Noir
"Eviteremmo molte sciocchezze, e la società avrebbe vantaggi significativi se le idee di base della teoria della probabilità e della statistica fossero insegnate in maniera approfondita a scuola: in forma semplice nelle scuole elementari, in modo articolato nelle scuole medie e superiori. Ragionamenti di tipo probabilistico e statistico sono uno strumento della ragione potente e affilato. Non disporne ci lascia indifesi. Non avere chiarezza su nozioni come media, varianza, fluttuazioni e correlazioni, come purtroppo molti di noi non abbiamo, è un po’ come non sapere usare la moltiplicazione o la divisione.
La poca familiarità con la statistica porta a confondere la probabilità con l’imprecisione. Al contrario, probabilità e statistica sono strumenti precisi, che ci permettono di rispondere in modo attendibile a domande precise. Senza di esse non avremmo l’efficacia della medicina moderna, la meccanica quantistica, le previsioni del tempo, la sociologia… Anzi, non avremmo l’intera scienza sperimentale, dalla chimica all’astronomia. Senza la statistica avremmo idee molto più vaghe su come funzionano gli atomi, le nostre società e le galassie. È stata la statistica, solo per fare un esempio, a permetterci di comprendere che fumare fa male e l’amianto uccide. (...)
Noi viviamo in un universo di ignoranza. Sappiamo tante cose, ma sono di più quelle che non sappiamo. Non sappiamo chi incontreremo domani per strada, non conosciamo le cause di molte malattie, non conosciamo le leggi fisiche ultime dell’universo, non sappiamo chi vincerà le prossime elezioni, non sappiamo cosa ci faccia davvero bene e cosa ci faccia male. Non sappiamo se domani ci sarà un terremoto. In questo mondo incerto, chiedere certezze assolute è una sciocchezza. Chi esibisce risposte certe è di solito il meno affidabile. Ma non per questo siamo nel buio. Fra certezza e totale incertezza vi è un prezioso spazio intermedio, ed è in questo spazio intermedio che si svolge la nostra vita e il nostro pensiero. Gestire queste conoscenze parziali è più facile se abbiamo idee chiare su probabilità e statistica".

Carlo Rovelli, fisico (Il Sole 24 Ore del 20/1/2013)

Canzone del giorno: Probably (2004) - Lisa Loeb
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mercoledì 26 giugno 2013

Aria


Le organizzazioni mondiali che si occupano (e si preoccupano) della nostra salute, fino a qualche anno fa erano più martellanti e incisive nell'affrontare la loro crociata contro i condizionatori d'aria che danneggiano il nostro globo.
È vero che sono tantissime le persone, principalmente anziani e bambini, che rischiano esponendosi a temperature climatiche troppo elevate. Un occhio più attento all'ambiente, però, non fa male se si pensa alla quantità di energia e all'emissione di gas a effetto serra, prodotta dagli impianti di climatizzazione.
Un uso più responsabile dei condizionatori è necessario per smorzare un doppio inquinamento: quello derivante da un maggiore uso della corrente elettrica e quello che è prodotto dal gas dei motori di raffreddamento.
Bruno Gambarotta su La Stampa racconta, con dovizia di particolari, le estati di tanti decenni fa in quelle "case antiche, con spesse mura, progettate per trattenere il calore d’inverno e impedirgli di penetrare d’estate. I grandi aprivano sapienti spiragli nelle finestre e nelle porte che si aprivano su pareti in ombra e le bloccavano con zeppe di legno perché non sbattessero".
Un'atmosfera difficile da carpire ai nostri giorni, che allora coinvolgeva giovani e adulti in un ritmo impossibile da rivivere: "Per noi ragazzi era un tempo dilatato, non scorreva mai; si poteva solo leggere o ascoltare alla radio le cronache del Giro d’Italia o del Tour de France. Dalla cucina arrivava il rumore del ghiaccio avvolto in un asciugamano e frantumato con il batticarne, il segnale che fra poco sarebbero arrivate le granatine con la menta o il succo di limone e zucchero".


Canzone del giorno: Aria (2002) - Gianna Nannini
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lunedì 24 giugno 2013

Povero

"Il povero Miccoli, star del Palermo calcio che per fare il simpatico con un suo amico boss parla di Falcone come ne parlano i mafiosi (lo chiama «quel fango di Falcone») è l’ennesima dimostrazione di quanto poco valgono i soldi e il successo senza un minimo, almeno un minimo di cultura.
Almeno quel tanto che basta a orientare il giudizio, a munire le parole, a evitare che tutto accada al di fuori del nostro controllo e spesso anche delle nostre intenzioni (non credo proprio che Miccoli sia mafioso: ma proprio per questo, perché parlare come un mafioso?). Per scongiurare l’idea che sia un’osservazione di ordine “morale”, a farci considerare quello di Miccoli soprattutto un problema culturale, basterebbe convincere i Miccoli d’Italia, che sono parecchi, che la cultura non è una necessità etica; ma un vantaggio sociale. Per dirla come la si direbbe a bordo del Suv sul quale è avvenuta la misera conversazione tra Miccoli e il suo amico: la cultura fa diventare molto più fichi. Dà un peso differente a quello che si dice, lo rende meno ovvio e risaputo, e può capitare addirittura che aiuti a rendersi interessanti con le femmine. Proprio la malavita, con rarissime eccezioni, è la conferma più eclatante che nemmeno le montagne di quattrini bastano a conquistare la dignità sociale quella vera: quella fondata sul rispetto degli altri e non sul terrore o sul ricatto. Carichi di miliardi ma inchiodati alla croce della loro ignoranza, questo sono la gran parte dei boss conosciuti, uditi parlare un italiano stentato, snidati da ville burine dove conducono vite burine pur avendo un reddito che gli permetterebbe il Bello: ma il Bello non lo conoscono, non lo riconoscono. Il tipo di musica e di svago e di festose celebrazioni — ancorché sotto l’egida di Santi Patroni e relative sagre — prediletti dalla malavita sono, e non per caso, fonte di diffusa ilarità tra gli umani di altro ceto; e di autentico culto per gli amanti del kitsch, che poi sarebbe, tradotto per i Suv, il cattivo gusto. Soprattutto di cattivo gusto, anzi di pessimo gusto, è sfrecciare per Palermo in compagnia di un boss ghignando su Falcone. Il Suv può essere condonato. Il resto no. In una casa operaia con quattro libri alle pareti c’è più dignità che nella più sontuosa reggia del narcotraffico. Miccoli cerchi di leggere un paio di libri e visitare un paio di mostre. Vedrà che cambierà amicizie".

Michele Serra, La Repubblica del 23/06/2013

Canzone del giorno: Poor Man (2003) - Plus One
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sabato 22 giugno 2013

Condizionata

Caldo torrido.
E ci credo! Dopo una primavera poco-primaverile, anzi fredda, era più che probabile che l'inizio della stagione estiva riservasse una fulminea ondata di afa.
A metà settimana, gli studenti in prossimità di maturità, si sono ritrovati fra i banchi scolastici e la già alta temperatura generata dall'ansia da risultato, è divenuta ancora più incandescente a causa dell'improvvisa esplosione estiva.
Molti studenti, addirittura, hanno ritenuto la sopportazione delle alte temperature come la prova più difficile da superare. Una ragazza ha dichiarato che "stare seduti per sei ore e con questo caldo, é stata davvero una prova di forza!". Agitazione d'esame a parte ci si rende conto che la nostra sconquassata società occidentale, in questi ultimi lustri, ha prodotto, dal punto di vista della concentrazione, una situazione imbarazzante per i nostri giovani per due ordini di ragioni:
1) gli adolescenti hanno difficoltà insormontabili a stare con il culetto immobile per più di qualche minuto, salvo che non si tratti di rimanere in stato d’ipnosi dinanzi allo schermo di un computer o immobilizzati dal ritmo della play  station;
2) i giovani (e non soltanto loro) non riescono a fare a meno delle moderne tecniche di climatizzazione. Per la maggior parte di loro è preistorico doversi adattare alle mutazioni climatiche. Se qualcuno prova a contrastare la smania da condizionatore-obbligatorio-in-ogni-dove e magari a suggerire che più che la temperatura sarebbe importante ridurre l'umidità di un ambiente, è etichettato come personaggio retrogrado che tenta d'incarcerare la voglia di benessere "ghiacciato". 

Difficile rinunciare all'ora d'aria (condizionata!).


Canzone del giorno: Air Conditioning (2012) - DIIV
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mercoledì 19 giugno 2013

Tha Next Day

Quando all'inizio dell'anno, si era diffusa la notizia che David Bowie, dopo dieci anni di assoluto silenzio, avesse deciso di presentare al pubblico un nuovo disco d’inediti, alcuni hanno storto il muso ("ritorno poco originale e un po' nostalgico"), altri si sono lasciati travolgere, con entusiasmo, dall’immutata creatività (musicale e artistica) del Duca Bianco.
L'approccio all'album attraverso il video ufficiale di The Stars (Are Out Tonight), permette all'ascoltatore-spettatore di percepire, sin da subito, la freschezza inaspettata di un'artista che riesce ancora a stupire nonostante il trascorrere degli anni.
Sono molti i brani nei quali passato e presente si miscelano.
L’atmosfera generata, in alcuni casi, può apparire cupa e a tratti asfissiante, ma il tratto caratteristico e l’originalità artistica di Bowie è sempre vigorosamente presente.  Da Love is Lost a Boss of Me, dalla nostalgica e ipnotica Where Are We Now?  sino ad arrivare a How Does The Grass Grow  (“Io fisso sconfitto/Le stelle nella notte/La luce nella mia vita è andata a fuoco”), ogni canzone evoca sensazioni temporali distinte e vorticose visioni.
Un senso di avvolgente e inquietante malinconia caratterizza l'album, i cui ritmi variegati permettono, ascolto dopo ascolto, di apprezzare il lavoro portato a termine.
The Next Day é un lavoro passionale, spesso travolgente e denso di energia.
Fra echi dance e sonorità funky, la voce originale e camaleontica di Bowie riesce, ancora una volta, ad ammaliare e catturare l'ascoltatore.



Canzone del giorno: The Stars (are Out Tonight) (2013) - David Bowie
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lunedì 17 giugno 2013

Re nudo

«Da qualche giorno abbiamo finalmente scoperto che il Re è nudo.
Contrariamente alla nota favola di Andersen, questa volta non è il bambino a gridarlo, ma è lo stesso Re, cioè il Fondo monetario internazionale e con lui l'intera troika, completata dalla Commissione e dalla Banca centrale europea. Nel rapporto pubblicato il 5 giugno sul Wall Street Journal, l'Fmi ammette di aver gravemente sottovalutato i danni provocati

dall'austerità collegata al piano di aiuti alla Grecia e diventata poi il credo di tutta la politica imposta non solo a Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro, ma anche a Spagna e Italia, dal 2010. I tagli di bilancio imposti dall'autorità, accompagnati da un aumento delle tasse, hanno creato in modo particolare anche in Italia una gravissima situazione di disoccupazione, miseria, blocco delle imprese e sfiducia nell'azione politica di governi, peraltro eterodiretti. Ne è derivato un grave deterioramento delle istituzioni democratiche e la creazione di una continua atmosfera di paura che giustificava ogni stato d'eccezione, perché il rischio del debito eccessivo di Irlanda, Spagna, Portogallo e Italia costringeva al pagamento di alti interessi sul debito, col rischio di fallimento dello Stato. (...)
Ora, tuttavia, che il re è nudo, è forse tempo di comprendere che la soluzione ai nostri problemi non viene tanto dall'austerità, ma da una politica di welfare, in modo tale che banche, imprese e lavoratori riprendano nella crescita le loro corrette funzioni. Governo, istituzioni e burocrazia dovrebbero finalmente realizzare che la giustizia sociale non è data da una politica repressiva, che porta a disoccupazione, povertà, miseria, carceri, abbandono della cultura e dell'istruzione e di tutti gli altri diritti costituzionalmente garantiti, ma ad una ripresa del secondo principio di differenza della Teoria della giustizia di John Rawls, secondo il quale "la disuguaglianza delle aspettative è ammissibile solo se una sua diminuzione non farebbe star peggio la condizione della classe operaia"».

Guido Rossi, Il Sole 24 Ore (9/6/2013)


Canzone del giorno: Palace Of The King (1971) - Freddie King
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sabato 15 giugno 2013

Propensione

Si potrebbe partire dal "Teorema di Stiglitz".
I recenti studi del premio Nobel Joseph Stiglitz parlano di diseguaglianza che uccide la crescita. Se la ricchezza si concentra in pochi soggetti, la crisi diventa ancora più drammatica.
È un problema di " propensione al consumo": i consumi si deprimono maggiormente quando la distribuzione del reddito favorisce i ricchi, poiché questi hanno una propensione a spendere minore rispetto al ceto medio.
L'aumento del reddito nazionale a vantaggio dei più ricchi è stato, in questi ultimi anni, rilevante e tale polarizzazione del reddito ostacola la crescita e frena il Pil.
Stiglitz non è il solo economista a mettere in crisi il "dogma" dell'austerity. Sono in tanti gli studiosi che ritengono inadeguate le teorie del controllo del debito per evitare la recessione. Se nei nostri paesi i poveri si ritrovano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, se prevalgono rendite e monopoli, il sistema manifesta tutta la sua inefficienza, i consumi crollano a picco e il benessere va a farsi benedire.
Si potrebbe ri-partire dal Teorema di Stiglit?



Canzone del giorno: Mi consumi (2002) - Syiria
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giovedì 13 giugno 2013

Usato

Usato sicuro?
Si potrebbe fare un elenco smisurato dei vari motivi per cui, negli ultimi anni, la macchina amministrativa locale non ha funzionato. Dinanzi ai molti sfracelli della crisi e alle innumerevoli inadempienze delle giunte comunali, il popolo d’iscritti ai collegi elettorali ha reagito in modo differente alla chiamata alle urne per l'elezione del sindaco.
Un numero considerevole di persone ha deciso di disertare le urne e l’astensionismo è arrivato ai massimi livelli!
Coloro che hanno, invece, deciso di esprimere il proprio voto, si sono affidati, in moltissimi casi, alla "tranquillità" psicologica di orientare la scelta verso lidi partitici più sicuri e, com’è accaduto in Sicilia, si rimettono alla prova nomi che hanno già provato l'esperienza (tanto ambita) di sedere sulla poltrona riservata al primo cittadino.
Come ci ricorda Marcello Sorgi su La Stampa di ieri, il ricorso all’usato sicuro era già accaduto lo scorso anno con l’elezione a Palermo di Leoluca Orlando. Si ripropone oggi con la rielezione a Catania di Enzo Bianco: «sono due i sindaci richiamati in servizio dopo 20 anni, alla guida delle due maggiori città dell’Isola. Sessantenni, con due storie politiche diverse alle spalle, Bianco e Orlando hanno in comune il fatto di aver attraversato indenni la Prima e la Seconda Repubblica, e adesso di collocarsi in posti di tutto rispetto anche nella Terza. (…) Si dirà che la Sicilia è un mondo a parte. Ed è vero. Un’isola che nel giro di dieci anni passa dal famoso 61 a zero di Berlusconi contro la sinistra, a cancellare dalla guida delle sue città tutti i primi cittadini di centrodestra, o che a ottobre accoglie a braccia aperte Grillo che attraversa a nuoto lo stretto di Messina, riempie per lui le sue piazze più belle e nove mesi dopo gli volta le spalle, una regione che mette insieme - con Crocetta e i due redivivi di Catania e Palermo - il massimo del nuovo e l’usato collaudato, non è affatto facile da interpretare. Eppure in questa specialità siciliana c’è una traccia, un segnale, l’indizio di qualcosa che domani, chissà, o forse dopodomani, potrebbe farsi strada anche nel resto del Paese, afflitto dalla disillusione e dal pessimismo. L’idea, cioè, che dopo esserci disgustati del vecchio, e dopo aver sperimentato invano il nuovo per vent’anni, stia arrivando il momento di tornare sui nostri passi. “Megghiu ’u tintu canusciutu ru bonu a canosciri” (“Meglio un «cattivo» conosciuto piuttosto che un «buono» da conoscere”), dice appunto un vecchio proverbio siciliano». 



Canzone del giorno: Security (2004) - Joss Stone
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lunedì 10 giugno 2013

Sboom

1963. Cinquant’anni fa.
Dall’Italia del miracolo economico a quella di oggi, incastrata nella morsa della crisi.
Dal Boom allo Sboom!
Un’inchiesta di Giorgio Boatti, su Il Venerdì di Repubblica, compie un ritorno a quel “futuro” del 1963, cercando di spiegare il perché non siamo più come allora, per qual motivo noi italiano non riusciamo a piacerci più: “Braccia, braccia e ancora braccia: nell’Italia del 1963, quella del miracolo economico, le fabbriche crescono e la manodopera non basta mai. Le imprese vanno a caccia di competenze: per i migliori,il posto di lavoro è assicurato già alla vigilia del diploma. (…) Nei primi anni Sessanta l’Italia è un Paese dove tutto cambia, tutto cresce e si rinnova. Sono in movimento le gerarchie sociali e bisogna dare una spolverata alle vecchie regole del galateo. Innanzi tutto via la parola padrone: «offende l’orecchio dell’interessato e degli eventuali presenti. Si dirà titolare, principale…», consiglia il manuale di Graziana di Tralles Come farsi una perfetta educazione pubblicato nel 1961. Gli operai sono diventati tanti vanno trattati con riguardo”.
Un Paese pieno di grande energia e ricco di sfumature.
I profitti salgono e, con essi, i salari e i consumi. Un periodo di trasformazione epocale: “Sono numeri da record quelli che sintetizzano il miracolo italiano e stupiscono il mondo: il ritmo di crescita di questi anni faceva dell’Italia, l’equivalente del terzetto formato da Brasile, India e Cina che detta i ritmi dell’espansione globale. Alla lira nel 1960 va l’Oscar della valuta più stabile. In quel periodo il Pil cresce al ritmo del 7 per cento annuo, i consumi dell’8 per cento, mentre investimenti industriali e esportazioni fanno del made in Italy una delle economie più competitive del mondo. In dieci anni, tra il ’57 e il ’67, l’Italia decuplica la produzione di frigoriferi imponendosi dietro a Stati Uniti e Giappone”.
Gli anni del Boom sembrano così lontani che appare veramente difficile far intuire ai giovani di oggi che sono veramente esistiti.


Canzone del giorno: Miracle (2008) - Tom Baxter
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domenica 9 giugno 2013

Proposte

“Dall’opposizione si è levato un coro di critiche quando ho proposto propostatamente di affidare a mia figlia il posto di primario di cardiochirurgia all’ospedale… lo scoop di questi infamoni sarebbe che mia figlia non è laureata… (ma a che serve la laurea) dovreste vedere che mani di fata ha mia figlia…dovreste vederla come taglia i delfini che gli pesco la domenica mattina, a che serve la laurea?  Sarebbe a dire che mia moglie non potrebbe fare l’ingegnere in comune perché ha solo la terza media.
Ma che cosa avete inta a capu 4 kili di nduja, aviti?”.

Cetto Laqualunque (Antonio Albanese)


Canzone del giorno: Offer (2002) - Alanis Morissette
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giovedì 6 giugno 2013

Solidarietà

«Una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è 'solidarietà'». Papa Francesco lo ha sottolineato a chiare lettere durante l’omelia per la celebrazione del Corpus Domini, esortando a «saper mettere  a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto. Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!».
Siamo tutti un po’ mondani (cattolici e non) e, quindi, non sarebbe male riflettere sul significato di un termine che produce sensazioni contrapposte.
Per molti la solidarietà rappresenta un vera e propria virtù che lega ogni essere umano al contesto di appartenenza.
Per altri, invece, è soltanto una buona intenzione da sbandierare nelle occasioni opportune.
Accade così che quella che dovrebbe essere un’azione solidale si tramuti in un gesto che assume, spesso, le sembianze di qualcosa che ha a che fare più con una bieca elemosina ovvero con un momento di elargizione (di denaro, di promessa o di favore) che è condizionato dall’attesa di un contraccambio.
Nel primo caso si tratta di quei pochi spiccioli che, quasi distrattamente, vengono dati al mendicante.
Nel secondo caso l’atteggiamento del pseudo-filantropo di turno nasconde un atteggiamento che alla fine si trasforma in una futura (eventuale?) possibilità di proprio tornaconto. Non un gesto gratuito e, quindi, d’amore per il prossimo, ma una condizione per salvaguardare future evenienze a proprio favore.
Oggi do una cosa a te e, in un domani prossimo (anche elettorale, ad esempio), tu darai una cosa a me (il tuo voto, ad esempio).

Canzone del giorno: Solidarity (1989) - Jefferson Airplane
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mercoledì 5 giugno 2013

Scrittura


“La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto”.

                Francis Bacon (1561 – 1626)



Canzone del giorno: Write To Me (2011) - The Coronas
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domenica 2 giugno 2013

Fiato

Il rapporto fra giornalisti e politici non è mai stato idilliaco. Se poi il giornalista fa parte
del servizio pubblico Rai, il tutto (da sempre) è ancora più complicato.
Beppe Grillo dichiara che «molti giornalisti della Rai dovranno in futuro rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi». Il leader del Movimento 5 Stelle prosegue la sua crociata contro la stampa in un clima da “resa dei conti” cui non è gradevole assistere.
La settimana scorsa sono stati tanti i giornalisti della carta stampata che hanno commentato il voto amministrativo alla luce del “ridimensionamento” elettorale (calo fisiologico?) del M5S.  In quell’occasione Grillo li ha criticati definendoli “maestrini della penna rossa”, anche quando (ed è accaduto nella maggior parte dei casi) viene riconosciuto al suo movimento il grande ruolo di “pungolo”, in un sistema politico ingessato e, spesso, corrotto.
Su La Stampa, Federico Geramicca, ad esempio, riflette se il flop elettorale del M5S rappresenti uno scampato pericolo per l’attuale asse governativo che permette, ai partiti tradizionali, di riprendere fiato: «Nulla di nuovo: chi vince irride all’avversario, chi perde si lecca le ferite. Ma dietro le reazioni sarcastiche, sembra trapelare - stavolta - un di più di eccitazione, quasi un’euforia, che pare spiegarsi - in alcuni casi - con un sentimento che va oltre la soddisfazione per la semplice sconfitta dell’avversario politico: l’idea, insomma, che per Grillo e il suo movimento sia cominciata la parabola discendente (il che, per altro, è possibile), che i «duri e puri» dello scontrino abbiano i mesi contati e che tra non molto - insomma - si potrà tornare a suonare la musica di prima». 
L’editorialista tende a differenziare il momento del precedente successo “grillino” da un uso che di tale consenso il movimento ne ha fatto e, in ogni caso, «sarebbe illusorio immaginare che le ragioni alla base del consenso ottenuto solo tre mesi fa, si siano eclissate, superate da un positivo evolvere della situazione. La crisi del M5S, insomma, non cancella e non toglie drammaticità ai motivi che avevano dato forza al movimento: in particolare non toglie dal campo l’urgenza di una profonda riforma del sistema politico, del suo modo di funzionare e della modalità e quantità di risorse pubbliche che vi vengono destinate».
Geremicca evidenzia la positiva azione pressante del M5S e, proprio per questo, è importante per l’attuale Governo andare avanti sulle riforme e non pensare di «averla scampata, tirare un sospiro di sollievo perché "quei rompiscatole hanno perso e sono finiti", e tornare all’andazzo di prima. Sarebbe un errore imperdonabile: un po’ come quel malato che continua ad avere la febbre ma butta via il termometro in modo che, non potendo misurarla, può illudersi di non averla più».

Canzone del giorno: Take a Breath (2006) - David Gilmour
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sabato 1 giugno 2013

Playlist Maggio 2013


1.      Rush, Working Man – (Rush 1974) – Dignità
2.      Peggy Lee, Alone Together – (Things Are Swingin’ - 1959) – Insieme
3.      Vince Neil, Living Is a Luxury – (Exposed - 1993) – Opulenza
4.      Velvet Underground, Sunday Morning – (The Velvet Underground & Nico - 1967) – Copertine
5.      Rino Gaetano, Io scriverò – (Resta vile maschio, dove vai? - 1978) – Libro
6.      The Kooks, Sway – (Konk - 2008) – Inossidabile
7.      Otis Redding, Direct Me – (Love Men - 1969) – Dirigenza
8.      Nina Simone, I Want a Little Sugar in My Bowl – (Sings the Blues - 1967) – Zucchero
9.      Adriano Celentano, Aria….non sei più tu – (Dormi amore, la situazione non è buona - 2007) – Aria
10.  Jethro Tull, Sleeping With The Dog – (Catfish Rising - 1991) – Cane
11.  Radiohead, Fake Plastic Trees  – (The Bends - 1995) – Stoviglie
12.  Maverick Sabre, I Need – (Lonely Are the Brave - 2012) – Bisognerà
13.  Sondre Lerche, Stupid Memory – (Two Way Monologue - 2004) – Babbei
14.  Franco Battiato, Un’altra vita – (Orizzonti perduti - 1983) – Inconciliabilità