nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 29 aprile 2023

Vanità

Poi, siccome la vanità è una brutta bestia, non resiste alla tentazione di sentirsi anche un magnate, un Medici, uno Steve Jobs, un innovatore illuminato. E così si dilunga sul fascino della creazione che stupisce e spiazza. Riconosce agli altri un talento, un genio, a patto che lui ne sia in qualche modo il coltivatore, il finanziatore, il nobile ispiratore, il mecenate. Lo stuolo di servi di cui si circonda, gli autisti, i piloti di elicottero, i manager, la bella Cristina da concorso di bellezza, non sono che ovvi tributi alla sua potenza.

Alessandro Robecchi, Di Rabbia e di vento - 2016 (Ed.Sellerio)



Canzone del giorno: Vanity (2010) - Christina Aguilera
Clicca e ascoltaVanity....

mercoledì 26 aprile 2023

La Resistenza

Noi italiani siamo stati non solo fascisti, ma inventori del fascismo, da cui poi derivò il nazismo. Siamo stati i maestri del Male. Il fascismo fu un movimento, un pensiero, una pratica che imponeva con la forza la propria volontà: se si governa contando le teste o tagliandole, come diceva Benedetto Croce, allora dobbiamo concludere che la democrazia le conta, mentre il fascismo le taglia. Tagliare le teste degli avversari è un’operazione che ha diversi gradi: prima della mannaia puoi usare il bastone o l’olio di ricino, e il fascismo fece un uso abbondante sia delle bastonate che delle purghe. Le bastonate: i bastonatori fascisti correvano per le strade in camion, urlando a squarciagola, tiravano fuori dalle case gli avversari politici, li picchiavano sulla testa, sulla schiena e sulle spalle con i bastoni, e poi li abbandonavano per terra con le ossa rotte, incapaci di muoversi. Le mogli correvano a tirar su i mariti e portarli dentro casa. Rompere le teste era il modo fascista di mostrare di aver ragione. Nei cinema, tra un tempo e l’altro, si proiettavano notiziari fascisti, e se qualche spettatore fischiava alla vista del duce, le luci si accendevano di colpo, saltavano fuori i manganellatori fascisti, ed eran bòtte alla cieca, a tutti. Per salvarsi, mio padre si tuffava sotto le sedie. L’altro modo di imporsi del fascismo era l’uso dell’olio di ricino. L’olio di ricino è un potente lassativo, i fascisti giravano con bottiglie di olio di ricino, aprivano la bocca agli avversari e gli versavano l’olio in gola. Poi gli avversari, per tutto il giorno, dovevano star seduti sul water. Dappertutto nel mondo, dove arrivò, il fascismo esercitò la sopraffazione. Il ritorno alla democrazia fu lento, lungo, faticoso. Per noi italiani fu necessaria la sconfitta in guerra. La Liberazione ce l’han data gli alleati. Ma noi li abbiamo aiutati con la Resistenza. Qualcuno dice che la Resistenza non fu potentissima, non fece imprese grandiose, però obbligò il nemico occupante a stare sulla difensiva, gli rese difficile governare le città, spostarsi per le strade, passare i fiumi e i ponti, e diede una speranza al popolo occupato: la Resistenza meritò al popolo occupato la libertà. Sicché dobbiamo ammettere che abbiamo inventato il fascismo, purtroppo, ma per fortuna possiamo aggiungere che abbiamo fatto la Resistenza.

Ferdinando Camon, L’Avvenire (26/4/2023)

Canzone del giorno: The Partisan (1969) - Leonard Cohen
Clicca e ascoltaThe Partisan....

lunedì 24 aprile 2023

Pensiero superfluo


Se pensi come la maggioranza, il tuo pensiero diventa superfluo.

Paul Valéry, Cattivi pensieri, 1942


Canzone del giorno: Wishful Thinking (1993) - Carole King
Clicca e ascoltaWishful....

venerdì 21 aprile 2023

Un boss piccolo piccolo

In questo ultimo effluvio di retorica mediatica che rischia di negare a Matteo Messina Denaro l'unica condivisibile identità, cioè quella di uomo senza qualità e contenitore vuoto incapace di nutrire sentimenti, abbiamo assistito ad una vera e propria gara (carta stampata e tv) di esaltazione del nulla. I libri, le letture varie di Matteo, le donne, le capacità attrattive di un criminale che, alla fine, si consegna al pubblico come un predatore seriale di donne prigioniere del loro piccolo mondo e speranzose di un riscatto che non può non passare che per la «forza» di un uomo ricco di soldi e basta. Tutti questi argomenti, scientemente organizzati da investigatori e magistrati, centellinati e dati in pasto ai cronisti, hanno finito per sovrastare gli aspetti più seri della vicenda, per dar vita ad un insopportabile gossip che non serve a nulla. Ovvero servirebbe a meglio delineare la personalità patologica di un capomafia che non è diventato capo supremo, visto anche il pedigree di cui dispone, forse proprio per questa sua ossessione erotica che lo ha sempre accompagnato. Matteo non ama le donne, la sua anaffettività glielo impedisce. Matteo le donne le possiede, le sfrutta, le cattura insieme con tutto il fardello familiare che le circonda. E loro, le donne, lo adulano (cosa che a Matteo piace tanto), gli riconoscono una supremazia («di fronte a te ogni altro uomo scompare»). A pensarci, è lo stesso meccanismo mentale che ha consentito ad un'intera comunità, quella di Campobello, di «lasciar vivere», per almeno 15 anni, una tranquilla latitanza, […] Ma il «paesello» non è soltanto fatto di vecchi con la coppola. È lecito chiedersi perché anche la cosiddetta società civile, gli imprenditori, i professionisti, polizia, carabinieri, vigili, avvocati, insomma persone un po' più accorte, soffrissero della stessa distrazione dimostrata dal «paese vecchio»? Ma questi argomenti non sembrano essere all'ordine del giorno del materiale investigativo rimasto coperto dalla «panna montata» prodotta dalle donne di Matteo. […] Secondo la legge di Cosa nostra, dunque, Matteo avrebbe dovuto essere ucciso per aver «approfittato» della moglie di un uomo d'onore detenuto. Ma le regole, si sa, valgono solo per i deboli e così Laura Bonafede diviene «proprietà» di Matteo. Il quale, però, non disdegna altre frequentazioni femminili […] Adesso a Matteo stanno cucendo addosso l'abito del Casanova. Ma il paragone non regge per un personaggio così inadeguato. […] L'erotomane Matteo, semmai, fa pensare ad un personaggio che i meno giovani dovrebbero ricordare. Era il protagonista di un fotoromanzo popolare che si chiamava «Supersex», un antenato del porno a venire. Supersex era un accumulatore seriale di donne che «catturava» con una formula magica che paralizzava le prede. […] Prima o poi si placherà questa corsa alla ricerca del gossip e allora sarebbe auspicabile che le indagini (e le inchieste giornalistiche) affrontassero i temi cruciali di cosa ha significato per la Sicilia occidentale la presenza di famiglie come i Messina Denaro. […] Un groviglio di mafia e potere che si liberava dei servitori dello Stato fedeli (Giangiacomo Ciaccio Montalto, Alberto Giacomelli) e aggrediva ferocemente i più recalcitranti (Carlo Palermo e Rino Germanà). Questo cancro ha poco a che fare con le gesta di un Casanova di paese.


Francesco La Licata, La Stampa (21/4/2021) 


Canzone del giorno: King Nothing (1996) - Metallica
Clicca e ascoltaKing Nothing....

martedì 18 aprile 2023

Poveri di figli

Ad ogni modo, nel 2021, delle 197 milioni di famiglie residenti nell’Unione europea, solo un quarto (il 24%) aveva dei figli in casa. Di quelle con figli a carico, invece, il caso del figlio unico era di gran lunga il più comune, nel 49% dei casi. Il 39% aveva due figli e solo il 12% ne aveva tre o più. Sempre nel 2021 l’Ue ha registrato (rispetto al 2009) un aumento del 14,5% tra le famiglie del tutto senza prole e, in generale, un calo del 3,4% per le famiglie con figli. A livello nazionale, la maggior parte dei paesi (23 dei 26 presi in considerazione) ha riscontrato (sempre nel periodo 2009-2021) un marcato incremento del numero di famiglie senza figli. Gli aumenti maggiori dei senza prole si sono registrati a Malta (+65,7%), Lussemburgo (+41,8%), Cipro (+39,4%) e Svezia (+35,8%). Solo in Slovacchia (-1,6%), Bulgaria (-1,9%) e Grecia (-7,4%) si è registrato un numero minore di famiglie senza figli rispetto al 2009. Per dare una spiegazione completa del fenomeno, sarebbe necessario poter leggere nella mente della gente, ma un elemento emerge con chiarezza: è ovunque parecchio costoso allevare un figlio dalla nascita fino alla maggior età. Secondo vari studi (non sempre direttamente confrontabili) negli Stati Uniti costerebbe, mediamente, 155 mila 300 dollari (circa 140 mila euro) allevare un figlio fino alla maturità, senza tenere conto degli eventuali costi universitari. Nel Regno Unito si stima che ogni figlio costi 160 mila sterline (180 mila euro), e in Australia attorno a 160 mila dollari australiani (circa 100 mila euro). Tutto questo mentre l’aver partorito tenderebbe ad abbassare il reddito delle neo-mamme di un valore che oscilla tra il 3,6% e il 3,8%. Senza tirare in ballo le molte altre difficoltà associate all’essere genitori, in queste circostanze parrebbe già quasi un miracolo che la gente, almeno una parte, continui a procreare, anche se la tendenza in senso contrario è più che evidente nei paesi più sviluppati. Non è però il caso di allarmarsi troppo: possiamo sempre contare sull’incoscienza e sull’ottimismo per la sopravvivenza della popolazione terrestre. Intanto, dato il talento particolare con il quale gli anglosassoni esprimono i temi più complessi attraverso un semplice slogan (forse idiota, ma conciso) hanno dato un nome anche al nuovo boom delle famiglie con un solo figlio: «One-and-done», «uno ed è fatto», basta così…

James Hansen, Italia Oggi (15/4/2023)


Canzone del giorno: Sono un figlio (2022) - Ron
Clicca e ascoltaSono un figlio....

domenica 16 aprile 2023

Due volte

 


Potersi sentire soddisfatto della propria vita significa vivere due volte.

Marco Valerio Marziale (41 - 104)


Canzone del giorno: Satisfied (1987) - Joe Cocker
Clicca e ascoltaSatisfied....

giovedì 13 aprile 2023

Nel mezzo

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura» è la prima, ovvia, citazione che viene in mente pensando alla fantomatica «mezza età». Un po’ impegnativa, specie riflettendo sul fatto che Dante forse aveva in mente più o meno 35 anni. L’aspettativa di vita si è allungata da allora e volendo si può approdare a Marcello Marchesi, che, nel 1963, interpretando il suo «Uomo di mezz’età» cantava: «Che bella età la mezza età: tranquillità, serenità, l’età più bella del cammin di nostra vita, che tutta rosa sarà». E il suo aspetto sembrava ben più agé rispetto a quanto intendeva Dante. Si potrebbe arrivare ai nostri giorni trovando qualche altra pietra miliare dell’avanzamento delle mitica età di mezzo, ma servirebbe a poco, perché si tratta di un concetto in rapida evoluzione, sia per le mutate condizioni di partenza (alimentazione, cure mediche eccetera), con i loro correlati biologici, sia per il diverso percepito psicologico. Al contrario di quanto sosteneva Marcello Marchesi oggi sentirsi di mezza età potrebbe essere imbarazzante. Apprendere che le condizioni di efficienza fisica e mentale che le vengono fatte corrispondere ormai si collochino oltre i 60 anni può consolare poco. Chi oggi ha scavallato il terzo «anta» ha vissuto in prima persona la rivoluzione giovanilistica del secondo mezzo secolo passato, facendo sentire «vecchi» i propri genitori. Ma quella cesura è nulla rispetto a quella che oggi impone la social-società con la sua evoluzione rapidissima, asintotica, in cui anche un ventenne può avvertirsi sorpassato. Le lancette che segnano il tempo non fanno più tic-tac ma Tik Tok. Allora a che giova sapere che la mezza età «si è fatta più in là»? Dipende. Può consolare poco se si pensa di calcolare il proprio valore contando i like, molto se serve invece a confermare la propria validità e il proprio valore distaccandosi dalla sudditanza psicologica del consenso superficiale. In fondo la mezza età può essere semplicemente fatta coincidere alla fase della vita in cui si può anche smettere di essere prigionieri del piacere a qualcuno, per lasciare spazio alla consapevolezza del servire a qualcuno. E da questo, più che da forza o aspetto, trarre rispetto per sé stessi.

Luigi Ripamonti, Corriere della Sera (9/4/2023)


Canzone del giorno: Changing All The Time (1994) - Peter Frampton
Clicca e ascoltaChanging....

martedì 11 aprile 2023

Film al Cinema

Netflix e gli altri streamer come stanno cambiando il cinema?

«Di positivo c’è il fatto che la sorte di un film non è segnata dal risultato del primo weekend: il pubblico ha reagito molto timidamente a White  Noise ma il film ha avuto una propria vita su Netflix. Tuttavia questo fattore di sicurezza riduce anche la competitività, e la sfida con se stessi di ognuno di noi: ad esempio sono orgoglioso che i miei film abbiano debuttato bene anche dal punto di vista commerciale. Poi c’è l’elemento linguistico: è inutile prendersi in giro, i film visti in televisione non sono cinema, che è un’esperienza da vivere al buio con gente sconosciuta di fronte a uno schermo luminoso che proietta immagini molto più grandi di noi. Se vogliamo essere onesti sino in fondo dobbiamo dire però che anche molti film che vediamo nelle sale non sono cinema».


Quentin Tarantino, da un'intervista a  Antonio Monda, la Repubblica (8/4/2023)


Canzone del giorno: Cinema (2021) - Samuel ft. Francesca Michielin
Clicca e ascoltaCinema....

domenica 9 aprile 2023

La felicità comincia a casa

"La felicità comincia a casa. Non su Internet ma a contatto con altre persone. La felicità sta anche nel litigare con gli altri, non solo nello scambiarsi baci: nelle discussioni, nel cercare un accordo, nel provare a capire le ragioni dell’altro. È qui dove la felicità comincia".

«Tutta l’infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: non sapersene stare tranquilli in una stanza»: è uno dei Pensieri di Pascal più spesso evocati. Nel brano che abbiamo sopra proposto potremmo identificare un parallelo, sia pure con una variante sul tema. Il consiglio ci è offerto da un sociologo polacco molto stimato, Zygmunt Bauman, morto nel 2017 a 92 anni. Nel giugno dell’anno precedente la sua morte era ancora intervenuto a un convegno a Cagliari e il suo discorso era stato critico nei confronti di una comunicazione fredda, affidata al dialogo con lo specchio di un computer, come spesso accade con le chat, le «chiacchierate» online. Bauman, invece, ribadiva la necessità dell’incontro personale diretto, gli occhi negli occhi, della conversazione anche all’interno della propria casa. Certo, possono pure esplodere liti, discussioni, contrasti, ma i volti riescono a emettere un calore che può trasformarsi in rossore quando si esagera, evitano l’anonimato del nickname che copre vergognose volgarità o aggressioni squinternate. Ma, al di là di tutto questo, è importante l’esperienza del vivere insieme, tra le mura di una casa, nel grembo di una famiglia, come accadeva in passato. È ciò che si è perso ai nostri giorni ove gli appartamenti sono solo stazioni di transito o di sosta notturna, oppure luoghi di fast food. E così si perde l’autenticità dell’incontro e dell’affetto, del ritorno e dell’abbraccio.

Gianfranco Ravasi, Il Sole 24 Ore (19/3/2023)

Canzone del giorno: Family Table (1975) - Bill Withers
Clicca e ascoltaFamily....

giovedì 6 aprile 2023

Album

Poi all’improvviso tutto cambiò. I dischi singoli divennero più piccoli, con un grande foro al centro e una velocità di 45 giri al minuto. Gli album divennero dei dischi leggeri e indistruttibili che facevano 33 giri al minuto e si chiamavano LP (long-playing). Il suono dei dischi era nettamente migliore, duravano 20 minuti per lato ed erano avvolti in meravigliose copertine con foto e commenti che si potevano studiare durante l’ascolto. Benny Goodman At The Carnegie Hall, My Fair Lady e Errol Garner’s Concert By the Sea furono i primi LP a farsi strada nella mia giovane anima. All’inizio, gli LP di musica pop non erano altro che raccolte di singoli di successo, ma i musicisti di jazz e rock’n’roll iniziano ad apprezzare le possibilità offerte dalla lunghezza dei dischi e dal loro suono ad “alta fedeltà”. Proprio come i compositori avevano un tempo elaborato musica articolata in forma di sonate, suite o sinfonie, essi cominciarono a usare gli LP per esprimere dei manifesti musicali personali. In The Wee Small Hours (1955) di Frank Sinatra e Genius Hits The Road (1960) di Ray Charles sono i primi esempi di quelli che saranno in seguito definiti “concept album“. (…) Di tanto in tanto, quando un LP non bastava, gli artisti pubblicavano un doppio album: alcuni erano delle pompose mostruosità, altri dei capolavori come Blonde Blonde di Dylan o Tommy degli Who. Normali o doppi, i 33 giri hanno dettato le regole per trent’anni, abbastanza lungo da testimoniare la nascita di generi come il rock progressivo, il punk, la disco music il rap. Poi, nel 1985 arrivo nuovo formato rivoluzionario, il compact disc. I CD potevano contenere più di un’ora di musica, producevano un suono limpido senza imperfezioni e non si consumavano mai.  Ma avevano due difetti: innanzitutto essendo più piccoli degli LP, le loro copertine avevano meno impatto grafico, e in secondo luogo i veri audofili preferivano il suono caldo degli LP analogici a quello più freddo di CD che, convertendo il suono in codici informatici,  ne alterano anche alcuni parametri.  I nostalgici del vinile si lamentarono invano. I CD, in rapido miglioramento qualitativo, iniziarono a superare gli LP nelle vendite nel 1988 e a metà degli anni Novanta i vinili erano praticamente scomparsi dal mercato, mentre moltissime opere venivano riedite nel nuovo formato.  Gli amanti della musica di tutto il mondo convennero sul fatto che il CD rappresentasse il nuovo album, un mezzo ugualmente adatto a esprimere importanti dichiarazioni musicali. (…)  I dischi si rivelano a poco a poco come i libri o i film; ogni brano (corrispondente a un capitolo o a una scena) ci porta più avanti in un territorio sconosciuto, facendoci passare attraverso vette emozionanti o piatte distese tranquille. Nel corso delle settimane e mesi esploriamo l’album, percependo nuove meraviglie a ogni ascolto. Questa forse è la principale differenza tra libri, film e dischi; anche se adoriamo un romanzo o un film, difficilmente arriviamo a “consumalo” più di una o due volte. I dischi ci fanno compagnia per mesi, spesso anni. Li ascoltiamo centinaia, se non  migliaia di volte, anche se non sempre con attenzione: assorbiamo la loro musica per osmosi finché non ci ritroviamo a canticchiare le canzoni, magari solo nella nostra testa. L’amore che proviamo per i nostri preziosi vinili e per le nostre pile di CD è in se stesso una prova evidente che gli album sono delle vere opere d’arte.

Michael Lydon, fondatore della rivista Rolling Stones

Canzone del giorno: Whan Is This Thing Calle Love (1955) - Frank Sinatra
Clicca e ascoltaWhan Is....

martedì 4 aprile 2023

La virtù

"Considera, o Sancio, che se della virtù ti farai un modello e ti pregerai delle azioni eccellenti, non avrai invidia dei principi e dei signori: perché il sangue si eredita e la virtù si acquista; e questa basta da per sè sola, ciò che non può dirsi della nobiltà". 

Miguel de Cervantes (Alcalá de Henares 1547 - Madrid 1616), Don Chisciotte della Mancia 1605 -1615)


Canzone del giorno: Lights and Virtues (1989) - Jackson Browne
Clicca e ascolta: Lights....

domenica 2 aprile 2023

Imbecillità artificiale

Altan, da google.it

















Canzone del giorno: What Goes On (1969) - The Velvet Underground
Clicca e ascoltaWhat Goes On....

sabato 1 aprile 2023

Playlist Marzo 2023

  1. Alice in Chains, It Ain’t Like That  – (Facelift – 1990) – La catena di comando
  2. Lucio Dalla, 1983  – (1983 – 1983) – 1983
  3. Arcade Fire, Here Comes The Night Time  – (Reflector – 2013) – Naufragio
  4. Fiorella Mannoia, Combattente  – (Combattente – 2016) – Uno
  5. Sick Puppies, Too Many Words  – (Dressed Up as Life – 2007) – Parlerebbe di meno
  6. Rolling Stones, Out Of Control  – (Bridges To Babylon – 1997) – Gli Spiriti dell’Isola
  7. John Mellncamp, Save Some Time To Dream  – (No Better.. – 2010) – Il quieto vivere
  8. Josh Ritter, Empty Hearts  – (The Historical Conquests… – 2007) – Questione migratoria
  9. Band of Horses, How To Live  – (Mirage Rock – 2012) – Senza cultura
  10. PFM, Grazie Davvero  – (Storia di un minuto – 1972) – L’invidia e la gratitudine
  11. Beatles, Please Please Me  – (Please Please Me – 1963) – Please Please Me
  12. Mumford & Sons, Awake My Soul  – (Sigh No More – 2009) – Opere d’arte
  13. Malika Ayane ft. Pacifico, Sospesa  – (Malika Ayane – 2008) – Sospeso
  14. Bonnie Raitt, Real Man  – (Nick of Time – 1989) – La qualità dell’uomo