nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 6 aprile 2023

Album

Poi all’improvviso tutto cambiò. I dischi singoli divennero più piccoli, con un grande foro al centro e una velocità di 45 giri al minuto. Gli album divennero dei dischi leggeri e indistruttibili che facevano 33 giri al minuto e si chiamavano LP (long-playing). Il suono dei dischi era nettamente migliore, duravano 20 minuti per lato ed erano avvolti in meravigliose copertine con foto e commenti che si potevano studiare durante l’ascolto. Benny Goodman At The Carnegie Hall, My Fair Lady e Errol Garner’s Concert By the Sea furono i primi LP a farsi strada nella mia giovane anima. All’inizio, gli LP di musica pop non erano altro che raccolte di singoli di successo, ma i musicisti di jazz e rock’n’roll iniziano ad apprezzare le possibilità offerte dalla lunghezza dei dischi e dal loro suono ad “alta fedeltà”. Proprio come i compositori avevano un tempo elaborato musica articolata in forma di sonate, suite o sinfonie, essi cominciarono a usare gli LP per esprimere dei manifesti musicali personali. In The Wee Small Hours (1955) di Frank Sinatra e Genius Hits The Road (1960) di Ray Charles sono i primi esempi di quelli che saranno in seguito definiti “concept album“. (…) Di tanto in tanto, quando un LP non bastava, gli artisti pubblicavano un doppio album: alcuni erano delle pompose mostruosità, altri dei capolavori come Blonde Blonde di Dylan o Tommy degli Who. Normali o doppi, i 33 giri hanno dettato le regole per trent’anni, abbastanza lungo da testimoniare la nascita di generi come il rock progressivo, il punk, la disco music il rap. Poi, nel 1985 arrivo nuovo formato rivoluzionario, il compact disc. I CD potevano contenere più di un’ora di musica, producevano un suono limpido senza imperfezioni e non si consumavano mai.  Ma avevano due difetti: innanzitutto essendo più piccoli degli LP, le loro copertine avevano meno impatto grafico, e in secondo luogo i veri audofili preferivano il suono caldo degli LP analogici a quello più freddo di CD che, convertendo il suono in codici informatici,  ne alterano anche alcuni parametri.  I nostalgici del vinile si lamentarono invano. I CD, in rapido miglioramento qualitativo, iniziarono a superare gli LP nelle vendite nel 1988 e a metà degli anni Novanta i vinili erano praticamente scomparsi dal mercato, mentre moltissime opere venivano riedite nel nuovo formato.  Gli amanti della musica di tutto il mondo convennero sul fatto che il CD rappresentasse il nuovo album, un mezzo ugualmente adatto a esprimere importanti dichiarazioni musicali. (…)  I dischi si rivelano a poco a poco come i libri o i film; ogni brano (corrispondente a un capitolo o a una scena) ci porta più avanti in un territorio sconosciuto, facendoci passare attraverso vette emozionanti o piatte distese tranquille. Nel corso delle settimane e mesi esploriamo l’album, percependo nuove meraviglie a ogni ascolto. Questa forse è la principale differenza tra libri, film e dischi; anche se adoriamo un romanzo o un film, difficilmente arriviamo a “consumalo” più di una o due volte. I dischi ci fanno compagnia per mesi, spesso anni. Li ascoltiamo centinaia, se non  migliaia di volte, anche se non sempre con attenzione: assorbiamo la loro musica per osmosi finché non ci ritroviamo a canticchiare le canzoni, magari solo nella nostra testa. L’amore che proviamo per i nostri preziosi vinili e per le nostre pile di CD è in se stesso una prova evidente che gli album sono delle vere opere d’arte.

Michael Lydon, fondatore della rivista Rolling Stones

Canzone del giorno: Whan Is This Thing Calle Love (1955) - Frank Sinatra
Clicca e ascoltaWhan Is....