nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 30 dicembre 2023

Playlist Dicembre 2023

     1.      Megadeth, Symphony of Destruction – (Countdown to Extinction – 1992) – Dicembre a Gaza

2.      Michael Jackson, Thriller – (Thriller –1982) – Sonnambuli

3.      The Monkees, I’m a Believer – 1966) – Risolutezza 

4.      The Beatles, All You Need Is Love – (1967) – Orientamento

5.      Francesco Guccini, Eskimo – (Amerigo – 1978) – Eskimo

6.      Paul Weller, Out of the Sinking – (Stanley Road – 1995) – Comandante

7.      Giorgia, Tolto e dato – (Oronero – 2016) – Cose leggere

8.      Kenny Wayne Shepherd, Round and Round – (How I Go – 2011) – Scoraggiamento

9.      Santana, Black Magic Woman – (Abraxas – 1970) – Gelosino

10.   Bobby Womack, So Many Sides of You – (The Poet – 1981) – Beneficienza

11.   Vasco Rossi, Hai ragione tu – (Gli spari sopra – 1993) – Aver ragione

12.   Mannarino, Deija – (Al monte – 2014) – Deija

13.   James Cullum, Sad, Sad World – (Momentum – 2013) – Investimenti

14.   Skillet, Dominion – (Dominion – 2022) – Invasioni barbariche

Invasioni barbariche

"I libri dei sociologi, dei moralisti, dei critici della civiltà contemporanea occupano da alcuni anni a questa parte un posto di rilievo nelle letture di noi tutti, e il vocabolario con cui interpretiamo la nostra vita quotidiana si è arricchito di espressioni divenute presto familiari come alienazione, industria culturale, persuasori occulti, uomini dell'organizzazione, folla solitaria e così via. Il quadro che ne salta fuori non è roseo. Io che sono ostinatamente ottimista, penso che la civiltà umana ne ha passate di peggio, e per rassicurarmi cerco dei paralleli storici che facciano al nostro caso. Di veramente calzante, ho trovato solo questo, e non so se varrà a consolarvi: stiamo vivendo al tempo delle invasioni barbariche. E' inutile che vi guardiate intorno cercando di identificare i barbari in qualche categoria di persone. I barbari questa volta non sono persone, sono cose. Sono gli oggetti che abbiamo creduto di  possedere e che ci possiedono; sono lo sviluppo produttivo che doveva essere al nostro servizio e di cui stiamo diventando schiavi; sono i mezzi di diffusione del nostro pensiero che cercano di impedirci di continuare a pensare; sono l'abbondanza dei beni che non ci dà l'agio del benessere ma l'ansia del consumo forzato; sono la febbre dell'edilizia che sta imponendo un volto mostruoso a tutti i luoghi che ci erano cari; sono la finta pienezza delle nostre giornate in cui amicizie affetti amori appassiscono come piante senz'aria e in cui si spegne sul nascere ogni colloquio, con gli altri e con noi stessi. Ed è chiaro che l'elenco delle cose barbare e assoggettatrici non può culminare che con l'evocazione di quella che tutte le comprende, le simboleggia e le vanifica, la cosa barbara e assoggettatrice per eccellenza, la bomba che può porre fine alla storia umana".

Italo Calvino, da una conferenza del 1962 riportata con il titolo I beatniks e il "sistema" in Una pietra sopra (2003 - Ed.Mondadori)

Canzone del giorno: Dominion (2022) - Skillet
Clicca e ascoltaDominion....

mercoledì 27 dicembre 2023

Investimenti

Negli ultimi dieci anni le spese militari dei paesi dell’Unione europea che aderiscono alla Nato sono aumentate del 46 per cento: da 145 miliardi di euro nel 2014 a 215 miliardi nel 2023. È una cifra equivalente al pil della Grecia. Ma un simile aumento, nota un recente rapporto di Greenpeace, “è in contrasto con la stagnazione delle economie europee”. Nei paesi presi in considerazione, tra il 2013 e il 2023 il pil reale è aumentato di poco più dell’1 per cento in media all’anno e l’occupazione del 9 per cento. Anche gli investimenti in altri settori sono stati inferiori a quelli negli armamenti: la spesa nell’istruzione è aumentata del 12 per cento, nella protezione ambientale del 10 e nella sanità del 34. In Italia nel 2023 ogni cittadino pagherà 436 euro di spese militari, una cifra cresciuta del 30 per cento in dieci anni. Quali sono gli effetti di questi investimenti per l’economia? In Germania una spesa di un miliardo di euro in armamenti porta a un aumento della produzione interna di 1,2 miliardi di euro, in Italia solo di 741 milioni di euro, perché una parte della spesa è per le importazioni. L’effetto sull’occupazione è di seimila posti di lavoro aggiuntivi in Germania e tremila in Italia. Ma che succede se il miliardo si spende per l’istruzione, la salute o l’ambiente? La produzione aumenta molto: in Italia arriva a 1,9 miliardi di euro nel caso di investimenti per l’ambiente, a 1,5 miliardi nella sanità e a 1,2 miliardi nell’istruzione. E cresce anche il numero di nuovi posti di lavoro: 14mila nell’istruzione, 12mila nella sanità, diecimila nell’ambiente. Le spese militari sono un problema da ogni punto di vista. Anche volendo mettere da parte questioni etiche e morali, è difficile affermare che una maggiore militarizzazione risolva i conflitti. Anzi, c’è il rischio che li aggravi o ne faccia esplodere di nuovi. E pure in termini economici è un cattivo affare: gli stessi soldi investiti per l’ambiente, l’istruzione e la salute avrebbero migliori effetti sulla crescita e sull’occupazione e porterebbero grandi benefici alla qualità della vita e dell’ambiente.

Giovanni De Mauro, Internazionale (1/12/2023)

Canzone del giorno: Sad, Sad World (2013) - James Cullum
Clicca e ascoltaSad....

lunedì 25 dicembre 2023

Deija

Il terzo Dio fu solo di passaggio, che delusione
Per il quarto si bruciarono le donne
E restammo solo maschi sulla terra
Con un unico passatempo, la guerra

Per il quinto contro il sesto, ma il settimo Dio
È apparso alle baracche stamattina
E c'è speranza nuova fra la gente
Stavolta è quello giusto veramente
Si sa ancora poco, ma il nome suona bene e non vuol dire niente

Oooh Deija
Viene a vivere in città
E c'è già
Chi ride di lacrime

Oooh Deija
Mi profuma l'anima
Guarda qua
C'è un marmocchio che scalpita

nostro signore Deija
(Oooh Deija) Deija è grande
(Oooh Deija) Deija è giusto, perché tanto odio

perché tanto dolore se siamo fratelli?

Mannarino, Deija (Al monte - 2014)


Canzone del giorno: Deija (2014) - Mannarino
Clicca e ascoltaDeija....

domenica 24 dicembre 2023

Aver ragione

Nessuno è più insopportabile di chi non ha mai torto, se non colui che crede sempre di aver ragione.

Edme-Pierre Chauvot de Beauchêne (1749 - 1824), Massime, riflessioni e pensieri diversi, 1817


Canzone del giorno: Hai ragione tu (1993) - Vasco Rossi
Clicca e ascoltaHai ragione tu....

venerdì 22 dicembre 2023

Beneficenza

Si dice da sempre che a “Natale” siamo tutti più buoni, anche prima che ci fossero piattaforme dove mostrare quanto effettivamente si faccia per il prossimo. Oggi, lo scandalo Ferragni ha scoperchiato il vaso di pandora dando vita a una serie di riflessioni sulla figura degli influencer e sulla funzione che stanno assumendo i social. "L'errore di comunicazione" dell'imprenditrice digitale si erge a simbolo della mentalità che ormai governa storie e post su Instagram e TikTok: l'apparire. Ma il semplice mostrarsi (rigorosamente felici e festanti) non basta più, oggi il "filtro" non fotografico più in trend è quello che ci fa sembrare persone migliori. Una tendenza che lo street artist TVBOY ha rappresentato al meglio nel suo murale polemico proprio ai danni di Ferragni: l'influencer è ritratta mentre dona soldi a un senza tetto. Con una mano Chiara porge la banconota al clochard, mentre con l'altra riprende la scena in modo da poterla poi condividere con i suoi follower. L'attacco a Ferragni si potrebbe leggere come una critica più ampia a una mentalità sempre più social-oriented: beneficenza e atti di gentilezza non son più guidati dalla semplice idea di fare del bene, quanto più dal mostrarsi come persone migliori. Mai come oggi un plauso va a chi la beneficenza la fa in silenzio e in maniera anonima, perché, purtroppo, l’anonimato è ormai l’unico certificato di un atto senza secondi fini.

Francesco Lommi, Il Giorno (21/12/2023)

Canzone del giorno: So Many Sides of You (1981) - Bobby Womack
Clicca e ascoltaSo Many....

mercoledì 20 dicembre 2023

Gelosino

Ricevetti il Gelosino come regalo di compleanno da parte di un mio zio, che si presentò a casa mia a mangiare la torta con quel dono tecnologico. Mi aiutò a spacchettarlo, lo mise in funzione, mi spiego come usarlo e poi mi disse: “ecco, adesso parla dentro questo microfono, di’ una poesia che sai a memoria…“. Ora non ricordo quale poesia recitai, ma ricordo perfettamente cosa successe quando tornai indietro veloce con il nastro che si riavvolgeva sulla bobina, e la magia davanti a tutti di premere “play“ e sentire la mia voce. Quella di un bambino che recitava una poesia.

Quella prima volta mi sono vergognato. Ero a disagio e sono scappato nella camera dei miei genitori, e con una reazione che non ho mai avuto altre volte nella mia vita mi sono nascosto sotto il letto, perché non volevo farmi trovare da tutti i miei parenti e soprattutto non volevo più ascoltare la mia voce che usciva da quella scatola di plastica.

Gerry Scotti, da Che cosa vi siete persi (2023 - Ed.Rizzoli)

Canzone del giorno: Black Magic Woman (1970) - Santana
Clicca e ascoltaBlack Magic....

lunedì 18 dicembre 2023

Scoraggiamento

Osservare il mondo può indurre allo scoraggiamento. Come mai da tante parti si sceglie la via sbagliata, invece di quella giusta? Come mai tanti Stati si mettono nei guai? Alcuni esempi. I russi dovrebbero odiare Vladimir Putin per due ragioni. La prima è che egli si è trasformato in un dittatore oppressivo, e forse sanguinario. La seconda e imperdonabile, è aver trascinato la Russia in una guerra inutile e moralmente indifendibile, che è già costata la vita a decine (qualcuno dice centinaia) di migliaia di uomini e che non si sa quando e come finirà. Secondo esempio. Sempre che Trump sia eletto, e sempre che coltivi i progetti di governo di cui si parla, come possono gli Stati Uniti abbandonare l'Ucraina e l'Europa proprio nel momento in cui sono nel massimo pericolo? O lui crede che l'incendio non arriverà mai all'America? Se tutti (perfino Putin) hanno considerato quella d'Ucraina la guerra dell'Occidente contro la Russia, come possono gli Usa disertare il campo dell'Occidente? Terzo ed ultimo esempio, da disperazione: l'Europa occidentale. Che non riesce ad unificarsi, che non riesce ad esplicare un'azione seria in favore dell'Ucraina, che non riesce a darsi né un esercito né una politica estera comune. Chi crede che la difenderà, non se, quando sarà in pericolo? La spiegazione brillante l'ha data uno scrittore del secolo scorso quando ha sentenziato che un milione di sardine non è molto più intelligente di una sola sardina. Dunque i popoli possono fare delle sciocchezze non diversamente da come può farle un singolo individuo. Non bastasse, lo studio della storia ci prova che anche i grandi avvenimenti e le grandi decisioni viaggiano sulle gambe degli uomini. Infine, un principio che amava citare Montanelli: «Sono il loro capo e dunque li seguo». Insomma i Capi, quando non sono stupidi in proprio, spesso seguono la balordaggine del popolo.

Gianni Pardo, Italia Oggi (14/12/2023)

Canzone del giorno: Round  and Round (2011) - Kenny Wayne Shepherd
Clicca e ascoltaRound....

sabato 16 dicembre 2023

Cose leggere

Per vivere, proprio come per nuotare, va meglio chi è più privo di pesi, perché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare.

Apuleio (125 d.C. - 180 d.C.)


Canzone del giorno: Tolto e dato (2016) - Giorgia
Clicca e ascoltaTolto e dato....

mercoledì 13 dicembre 2023

Post Scriptum Film

Comandante

REGIA: Edoardo De Angelis
INTERPRETI: Pierfrancesco Favino, Massimiliano Rossi, Silvia D'Amico, Giorgio Cantarini, Johan Heldenbergh, Giuseppe Brunetti
SCENEGGIATURA: Sandro Veronesi, Edoardo De Angelis
FOTOGRAFIA: Ferran Paredes
MONTAGGIO: Lorenzo Peluso
DURATA: 120'

USCITA: 31/10

Comandante, per la regia di Roberto De Angelis, è senz’altro un film di per sé complesso.
Uscire nelle sale in un periodo storico contornato da guerre che riguardano da vicino il nostro mondo occidentale, lo rende ancora più articolato e spinoso.
La pellicola ha a che fare con il cosiddetto “cinema di guerra” ma, nello stesso tempo, si discosta in maniera intelligente dagli stereotipi di tale genere cinematografico.
Ricostruisce una battaglia navale durante la Seconda Guerra Mondiale ma fa di tutto per concentrare l’attenzione dello spettatore sulle complicate dinamiche, realmente accadute, che coinvolsero Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina.
La sceneggiatura del film risale all’estate del 2018. Quando il regista, insieme allo scrittore Sandro Veronesi, inizia a scriverla l’argomento principale dei Tg non era l’invasione Russa in Ucraina o gli attuali stermini in medio-oriente bensì il numero crescente di sbarchi di migranti nelle nostre coste. Venuti a conoscenza della vicenda di Salvatore Todaro hanno deciso di prendere la palla in balzo per ricordare che esistono le leggi della guerra ma esistono anche le leggi del mare. 
In mezzo al caos della guerra, Todaro e i suoi marinai si ritrovano ingabbiati all’interno del loro sottomarino. In uno scontro in mare con un mercantile di nazionalità belga riescono ad affondarlo e avere la meglio. L’estrema conseguenza è che 26 marinai belgi si ritrovano in acqua senza nessuna speranza di salvarsi. Probabilmente la ciurma della Marina fascista gioierebbe nel vedere i “nemici” annegare, in quello che è il moto di insensibilità e vendetta che contraddistingue i militari nel momento della battaglia. Todaro, però, non ci pensa più di tanto e ordina ai suoi di salvare i naufraghi seppur nemici.
Il coraggio di un uomo di andare contro le regole ferree militaristiche in nome della compassione. 
Se poi il ruolo del Comandante si affida alle straordinarie capacità interpretative di Pierfrancesco Favino, il film riesce facilmente a decollare sia nella prima parte quando, all’interno dell’oscurità inquietante del sottomarino, si mostra la crudeltà della guerra attraverso tanti poveri cristi che formano la ciurma, che nel finale, caratterizzato dall’atto coraggioso di Todaro.
Un film con un esplicito sguardo al presente per ricordarci che la nostra civiltà occidentale non può chiudere gli occhi innanzi alle tragedie degli sbarchi dei migranti.

Canzone del giorno: Out of the Sinking (1995) - Paul Weller
Clicca e ascoltaOut of....

lunedì 11 dicembre 2023

Eskimo

Spesso i suoi personaggi sono eroi solitari, destinati a una nobile sconfitta: don Chisciotte, Cyrano, Che Guevara...
«Deve essere un fatto generazionale. Vale anche per De André, che canta i vinti e le donne di malaffare. Lui ascoltava Brassens, io Dylan; ma io ammiravo François Villon, il poeta maledetto del Quattrocento, graziato dal re, di cui non si sa che fine abbia fatto».
De André è il cantautore che le assomiglia di più?
«Forse sì, per il tardo romanticismo che ci affascinava entrambi. Anche se lui veniva da un’importante famiglia di Genova. Io vengo da Pavana».
De André era terrorizzato dal pubblico; lei ha fatto centinaia di concerti.
«Ma avevo una paura folle ogni volta. Salivo sul palco con lo stesso terrore con cui affrontavo gli esami all’università».
Chi altri ammira?
«Gino Paoli. La canzone d’autore comincia con Il cielo in una stanza. Una svolta: senza rima, senza ritornello. Ho ammirato anche Sergio Endrigo, che però si era rotto i timpani durante un’immersione e non riusciva più a intonarsi, ricordo un concerto in cui soffriva moltissimo».
Nelle sue canzoni lei canta spesso la fine di un amore. Altrui, come la meravigliosa «Scirocco», o suo. Quale donna si nasconde dietro Eskimo?
«Roberta, la mia prima moglie».

Aldo Cazzullo intervista Francesco Guccini, Corriere della Sera (10/12/2023)

Canzone del giorno: Eskimo (1978) - Francesco Guccini
Clicca e ascoltaEskimo....

giovedì 7 dicembre 2023

Orientamento

«All You Need is Love», «Tutto ciò di cui hai bisogno è l’amore», cantavano i Beatles affermando il primato dell’amore nell’esistenza umana. Dicevano bene ma non del tutto a mio avviso, perché in realtà ciò di cui tutti noi abbiamo veramente bisogno è l’orientamento. «All You Need is Orientation»: la vita è un viaggio in regioni sconosciute e richiede costantemente una bussola. L’amore naturalmente lo è, è una forma di orientamento tra le più forti ed efficaci perché concerne sia la mente sia il cuore, sia la ragione sia i sentimenti, ma lo è veramente quando è “vero”. Altrimenti può essere una trappola, persino una dannazione, come quotidianamente insegnano i numerosi femminicidi e suicidi e tragedie di ogni tipo a esso connesse. Per questo la più preziosa risorsa per un essere umano è l’orientamento, e una società è tanto più forte quanto più ha e conferisce orientamento. Proprio l’orientamento però è ciò che manca alla nostra società quale viene fotografata dal nuovo rapporto del Censis. L’assenza di orientamento si palesa nel modo più clamoroso laddove la società esprime la sua natura più sincera, cioè nei giovani. I giovani, infatti, sono la cartina di tornasole di quell’esperimento chimico che si svolge in continuazione nella storia e che chiamiamo società, in quanto manifestano nel modo più chiaro gli effettivi valori della società degli adulti. [...] Il Censis continua parlando di «sonnambulismo» della nostra società, lamentando il fatto che essa è «precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante». A me pare, in realtà, che i calcoli siano l’unica cosa che nella nostra società veramente viene esercitata: tutti li fanno, dalle famiglie per arrivare alla fine del mese, alle aziende per raggiungere il budget. Numeri e ancora numeri, solo numeri: non mancano per nulla i calcoli in quest’epoca nella quale tutto mira a essere digitale, vocabolo che etimologicamente significa esattamente questo, “numerico” (dall’inglese “digit”, “cifra”, probabilmente perché per calcolare si contava sulle dita, che in questo caso l’inglese deriva dal plurale latino “digita”). Oggi non mancano i calcoli, mancano gli ideali. Ma sono solo gli ideali che motivano e orientano. [...] Si ha educazione infatti quando si pone la coscienza al cospetto delle tre domande che secondo Kant riassumono il compito dell’esistenza: «Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare?» (Critica della ragion pura, 833 B). Ovvero: dimensione intellettuale + dimensione etica + dimensione spirituale. Un essere umano ben educato è chi ha attivato in sé queste tre dimensioni, a prescindere poi da come singolarmente risponda. Io penso che ci possiamo salvare dalla triste decadenza verso cui stiamo precipitando solo tornando a educare. Lo devono fare le famiglie, le aziende, la scuola. Occorre che soprattutto la scuola torni a dare ai nostri giovani orientamento. Non solo cioè istruzione (prima domanda kantiana), ma anche motivazione e gioia di vivere (seconda e terza domanda kantiana). Togliamo un po’ di denaro a tutti i plurimilionari del mondo del divertimento e diamolo agli insegnanti e a tutti gli educatori. C’è bisogno di un Robin Hood dell’educazione. È intollerabile la sperequazione tra chi fa divertire e chi lavora per educare, e uno Stato degno di questo nome non può assistere a questa morte della speranza nei propri giovani, descritti dal Censis come «esuli in fuga», senza fare nulla. In che modo attuare tutto questo non lo so, non sono un politico né un economista, ma so che è urgente investire a piene mani nell’impresa educativa, perché «All You Need is Orientation».

Vito Mancuso, La Stampa (4/12/2023)

Canzone del giorno: All You Need Is Love (1967) - The Beatles
Clicca e ascoltaAll You....

martedì 5 dicembre 2023

Risolutezza

Quando avete bene afferrato un problema, affrontatelo con risolutezza, giacchè è questa la via dei cuori forti.

Kahlil Gibran (1883 - 1931), La voce del maestro- 1963 (postumo)


Canzone del giorno: I'm a Believer (1966) - The Monkees
Clicca e ascoltaI'm a Believer....

lunedì 4 dicembre 2023

Sonnambuli

L’immagine scelta quest’anno è quella dei sonnambuli, «persone apparentemente vigili incapaci di vedere i cambiamenti sociali, insipiente di fronte ai cupi presagi» e senza quel necessario «calcolo raziocinante» necessario per affrontare le complessità del periodo che stiamo vivendo. Gli italiani, insomma, sono ciechi di fronte ai presagi, che vanno dal calo demografico al rallentamento dell’economia nonostante la crescita del numero degli occupati. In più intrappolati all’interno dell’«ipertrofia emotiva» dominata dalla paura che li paralizza. La 57esima edizione del Rapporto Censis sulla condizione economica e sociale dell’Italia racconta di un Paese dove sono presenti «molte scie ma nessun sciame», con l’80% degli italiani che considera il Belpaese in declino, con il 69% per cui la globalizzazione ha creato più danni che benefici e adesso il 60% ha paura che scoppierà una guerra mondiale e secondo il 50% non saremo in grado di difenderci militarmente. Così, dinanzi a questo scenario, ci si ripiega sui «desideri minori» senza rincorrere l’agiatezza e i grandi traguardi del periodo dello sviluppo, ma alla ricerca di uno spicchio di benessere quotidiano. Per l’87,3% degli occupati, infatti, mettere il lavoro al centro della vita è un errore. «Non è il rifiuto del lavoro in sé, ma un suo declassamento nella gerarchia dei valori esistenziali», precisa il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii, aggiungendo che «non sorprende quindi che il 62,1% degli italiani avverta il desiderio quotidiano di momenti da dedicare a sé stessi o che un plebiscitario 94,7% rivaluti la felicità derivante dalle piccole cose di ogni giorno: il tempo libero, gli hobby, le passioni personali. Rispetto al passato, l’81,0% degli italiani dedica molta più attenzione alla gestione dello stress e alla cura delle relazioni, perni del benessere psicofisico individuale». Ecco perché, la sua conclusione, probabilmente secondo Valeri l’Italia ha bisogno di recuperare «un immaginario propulsivo fertile». Parallelamente comunque monta l’onda delle rivendicazioni dei diritti civili individuali e delle «nuove famiglie», con il 74% dei cittadini che è favorevole all’eutanasia il 70,3% che approva l’adozione di figli da parte dei single, il 65,6% che si schiera a favore del matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso, il 54,3% che è d’accordo con l’adozione di figli da parte di persone dello stesso sesso. Rimane invece minoritaria la quota di italiani (il 34,4%) che ammettono la gestazione per altri (Gpa). Infine, il 72,5% è favorevole all’introduzione dello ius soli, cioè la concessione della cittadinanza ai minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente presenti, e il 76,8% è favorevole allo ius culturae, ovvero la cittadinanza per gli stranieri nati in Italia o arrivati in Italia prima dei 12 anni che abbiano frequentato un percorso formativo nel nostro Paese. E nella «siderale incomunicabilità generazionale» va in scena il dissenso senza conflitto dei giovani, esuli in fuga, visto che sono più di 36mila gli emigranti di 18-34 anni solo nell’ultimo anno. «Siamo soffrendo alle radici, la parte meno visibile del Paese che fatica a reagire – sottolinea Giorgio De Rita, segretario generale del Censis -l’Italia è un Paese compromesso nelle sue radici, dove il modello di sviluppo è usurato e c’è la consapevolezza che senza crescita non c’è futuro. Dobbiamo imparare a convivere un modello di sviluppo diverso, dove dovranno aumentare stipendi e investimenti perché non possiamo accontentarci della resilienza degli italiani». Prova a vedere il bicchiere mezzo peno, il presidente del Cnel Renato Brunetta, per cui certo l’Italia è «un Paese meraviglioso ma arretrato, che ha comunque in sé molte potenzialità di crescita anche aiutate dal grande catalizzatore del Pnrr, per trasformare queste scie di cui il Censis ci ha parlato in sciami virtuosi».

Alessia Guerrieri, Avvenire (1/12/2023)

Canzone del giorno: Thriller (1982) - Michael Jackson
Clicca e ascoltaThriller....

sabato 2 dicembre 2023

Dicembre a Gaza

Natangelo, da google.it
















Canzone del giorno: Symphony of Destruction (1992) - Megadeth
Clicca e ascoltaSymphony....

venerdì 1 dicembre 2023

Playlist Novembre 2023

     

      1.      Ramones, Humankind – (Too Tough to Die – 1984) – Umani

2.      Emerson Lake & Palmer, Show Me The Way To Go Home – (Works Volume 2 – 1985) – Fuorisede

3.      Michael Burks, Everybody’s Got Their Hand Out – (Make It Rain – 2001) – Assuefazione

4.      Daniele Silvestri, A bocca chiusa – (Che nemmeno Mennea – 2013) – C’è ancora domani

5.      George Harrison, Wreck of the Hesperus – (Cloud Nine – 1987) – Sciocchezze

6.      Coldplay, Violet Hill – (Viva la Vida or Death and All His Friends – 2008) – Sacralizzazione

7.      Fleetwood Mac, Over & Over – (Tusk – 1979) – Over & Over

8.      Vinicio Capossela, Coi tasti che ci abbiamo – (Tredici canzoni urgenti – 2023) – Tredici canzoni urgenti

9.      Nada, Ballata triste – (L’amore devi seguirlo – 2016) – Estreme conseguenze

10.   Alannah Myles, Lies And Rumours – (Rockinghorse – 1992) – La malattia del maschio

11.   Irma Thomson, Soul Of A Man – (After The Rain – 2006) – La mobilitazione degli uomini

12.   Ryan Adams, Stop – (Cardinology – 2008) – Che sia maledetto

13.   Dinah Washington, What a Difference a Day Makes – (What a Difference a Day Makes! – 1959) – Evaporazioni