nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 29 agosto 2014

Selfie

Nel 1971 esce l'album "Mina". Sulla copertina del 33 giri è ritratto un cucciolo di
scimpanzé e non, come era accaduto sin allora, il volto della famosa cantante.
La Tigre di Cremona è all'apice della sua carriera e il successo del vinile é immediato. Basti pensare che la prima canzone del disco è "E penso a te", per poi proseguire con "Grande, Grande, Grande" e "Amor mio"
Più di quarant'anni dopo un macaco sovrasta la copertina di "Selfie", l'ultimo lavoro discografico di Mina.
Questa volta, però, il titolo e la foto dell'album hanno a che fare con le abitudini (e le contraddizioni) del nostro tempo. Il "selfie", oltre che rappresentare un autoscatto da caricare in un social network, mostra un profondo cambiamento nell'attuale modo di comunicare: le immagini che mettono da parte le parole e gli scritti.
Mina con il suo album d’inediti sembra voler accompagnare l'ascoltatore verso riflessioni che vanno oltre la mera apparenza. Possiamo scimmiottare quanto vogliamo, fra un "selfie" e una risatina, ma è necessario non dimenticare mai la forza delle parole e il privilegio di ascoltare della buona musica.
I testi e le note di una canzone possono aprire speciali orizzonti, a maggior ragione se interpretate da una voce dall'impareggiabile stile come quella di Mina.
Canzoni melodiche e sofisticate ("La sola ballerina che tu avrai", "Alla fermata"), elegantemente jazz ("Questa donna insopportabile"), vibranti nel ritmo ("Il giocattolo", "Il pelo nell'uovo") e incisive nei testi come avviene in “Aspettando l’alba”:
“E mischio nel mio cuore il tuo cuore invadente
Che muore d'amore, ma poi se ne va
Lasciando dei vuoti struggenti,
Che sono i deserti di questa città”.
Le canzoni di Mina catturano e rendono piacevolmente rarefatta l'atmosfera.
Si può pescare a caso fra i brani del nuovo disco e anche quando appaiono meno audaci (o magari fin troppo classici) restano pur sempre degli "autoscatti" di gran qualità.

Canzone del giorno:  Aspettando l'alba (2014) - Mina
Clicca e ascolta: Aspettando....

giovedì 28 agosto 2014

Sbaglia



"Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre".

Dal film "Mine vaganti" (2010) di Ferzan Ozpetek








Canzone del giorno:  Same Mistake  (2007) -  James Blunt
Clicca e ascolta: Same....

lunedì 25 agosto 2014

Melodie

Nadia Ferrigo su La Stampa dedica un articolo alle conclusioni di una ricerca scientifica che spiega del perché le canzoni più belle, per ognuno di noi, siano quelle ascoltate e amate durante il periodo adolescenziale: "Più si invecchia, più le melodie della gioventù riescono a trascinarci indietro nel tempo. Nostalgia musicale? Non proprio: più che il romanticismo, c’entra la chimica".
I ricercatori di un Istituto neurologico canadese hanno verificato scientificamente che "le canzoni preferite stimolano le zone del cervello responsabili della produzione di dopamina, serotonina e ossitocina, neurotrasmettitori che riescono a regalarci una sensazione di piacere e rilassamento. Insomma, più una canzone piace, più ascoltarla ci fa sentire bene. Ma anche se i gusti cambiano e si fanno sofisticati, le hit legate ai ricordi dell’adolescenza, belli o brutti, restano quelle che ascoltiamo più volentieri: se per caso passano in radio fanno subito venire voglia di alzare il volume. E sono le stesse che ci troviamo a canticchiare soprappensiero".
Ed ecco la novità: il nostro cervello ha un maggiore sviluppo tra i dodici e i ventidue anni e, proprio per questo motivo, la musica che ascoltiamo in quel periodo della nostra vita rimane per sempre incollata al nostro sistema nervoso: "e così la musica preferita si lega agli anni in cui si forma la nostra personalità. Triste pensare che non apprezzeremo mai più nulla come negli anni dell’adolescenza? Può darsi, ma anche se nessun bacio avrà mai più il sapore del primo, nessuna vacanza sarà così speciale come ai tempi dell’università, la musica resta una scorciatoia per tornare non adolescenti impacciati, ma per sentirsi se stessi".

Canzone del giorno:  I Remember Yesterday (1977) - Donna Summer
Clicca e ascolta: I Remember....

domenica 24 agosto 2014

Er letto

"Oh bbenedetto chi ha inventato er letto! 
Ar Monno nun ze dà ppiú bbella cosa.
Eppoi, ditelo voi che sséte sposa.
Sia mille e mmille vorte bbenedetto!"

Giuseppe Gioacchino Belli
Tratto dal sonetto "Er letto" (Roma, 18 febbraio 1833)


Canzone del giorno:  Il tuo cuore è il mio letto (2003) - Irene Grandi
Clicca e ascolta: Il tuo....


giovedì 21 agosto 2014

Materassi

È una vecchia storia quella dei materassi tedeschi.
La Germania sarà brava in tutto ma, ogni tanto, qualche magagna casalinga vien fuori.
Il famoso giornale Der Spiegel, già due anni fa, l'aveva denominata "la battaglia dei letti". 
Roberto Giardina, su Italia Oggi, riprende la vecchia questione alla luce delle novità su quella che il giornalista definisce "la mafia dei materassi": "Ora si viene a sapere che, dopo aver svelato la mafia dei fabbricanti di birra e quella dei fabbricanti di würstel, il Bundeskartellamt, l’ente federale per il controllo dei monopoli, pretende di aver scoperto l’accordo segreto dei materassai per stabilire il prezzo dei loro prodotti. A danno dei clienti, ovviamente. I rivenditori che non si attengono all’accordo, rischiano di non ricevere più materassi dalle fabbriche. In altre parole, sono vietati sconti oltre ai perenni apparenti sconti proclamati di comune accordo".
Prezzi da cartello, assenza di concorrenza e consequenziale elevazione del margine di profitto.
Scrive Giardina: "La bestia nera della presunta mafia è Adam Szpytm, 43 anni, fondatore di Bett1.de, portale per la vendita di materassi online: «La Germania», denuncia, «grande nazione industriale, dorme sul ciarpame». I materassi sono cari, e in genere di qualità scadente. Ogni anno il fatturato del settore si aggira sugli 800 milioni di euro, spartito tra una quarantina di fabbricanti, cioè ogni tedesco investe 10 euro a testa sui suoi sonni. Ogni anno si vendono 8 milioni di materassi, e secondo i sondaggi i tedeschi ne comprano uno nuovo in media ogni dodici anni. I venditori, rivela Der Spiegel, preferiscono vendere due materassi che una camera da letto al completo: se un materasso viene fornito dal produttore per 100 euro, di norma viene rivenduto al cliente per 300. E il genere, ovviamente, non deperisce, né è influenzato dalla moda. È una legge non scritta osservata da tutti, rivela un venditore che preferisce restare anonimo. Ne sono esclusi i discount, che però non offrono materassi di qualità superiore. I produttori incrementano gli affari con buoni premio, sul 3 o 4 per cento del venduto, che vengono spediti non al negozio ma all’indirizzo privato del titolare".

Canzone del giorno:  If Only Tonight We Could Sleep (1987) - The Cure
Clicca e ascolta: If....

martedì 19 agosto 2014

Il vento


"I sapienti sanno il vento che soffierà di lì a due giorni".

Pindaro (518 - 438 a.C.) - Nemea




Canzone del giorno:  The Wind (2012) - The Fray
Clicca e ascolta: The Wind....

domenica 17 agosto 2014

Così

“La parola chiave è l’avverbio “così”. Quando appare in un titolo col verbo “cambiare” coniugato al futuro, conviene indossare le mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della fregatura. La new wave dei giornali di anticipare epocali riforme inesistenti o solo annunciate o appena appena pensate, per compiacere i governi (spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti, dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi. Nell’Era Montiana le avanguardie dattilografe erano tutte un frisson per l’Eldorado prossimo venturo. Breve antologia dal Corriere. “Fornero: ‘Così cambierà il lavoro’” (18-12-2011). “Fisco, casa, pensioni: così si cambia” (23-12). “Catricalà: ‘Così può cambiare la Rai’” (10-1-2012). “Famiglie e professioni, la vita cambia così” (21-1). “Monti a Obama: ‘Cambiare il nostro stile di vita’” (10-2). “Così cambiano le professioni” (4-8). “Così cambiano i tribunali” (11-8). Poi non cambiò una mazza, né “così” né altrimenti, a parte una serie di rapine ai ceti meno abbienti e di regali alle banche”.

Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano del 01/07/2014


Canzone del giorno:  So, I'ts Like That (2002) - Joe Bonamassa
Clicca e ascolta: So....

giovedì 14 agosto 2014

Relax

Giornali e riviste non smettono, in questi giorni, di ricordarci che l’unico rimedio
contro lo stress accumulato è di concedersi un vero relax.
Il sovraccarico d’impegni, l’abbuffata quotidiana di mail e telefonate, la connessione continua via internet, la spasmodica gestione dei social network, non permette un vero e proprio rilassamento cerebrale.
L’effettiva panacea, per studiosi e commentatori vari, è rappresentata dal relax e, quindi, nell’attuale periodo, le ferie possono divenire un immediato toccasana.
È necessario “staccare la spina”, dicono.
In buona sostanza “niente di nuovo sotto il sole”, anzi sembra proprio la classica scoperta dell’acqua calda che, in piena calura estiva, è quasi una trovata forviante.
La parola d’ordine è relax (naturalmente, per chi se lo può permettere!) e le regole consigliate sono sempre, più o meno, le stesse da parecchi anni a questa parte.
Spegnere il computer, mettere nel cassetto lo smartphone, dormire in modo indisturbato, ascoltare buona musica, pisolino pomeridiano energizzante, ridere di gusto e, naturalmente, non dimenticare di fare un po’ di movimento quotidiano….
Il psicologo e neuroscienziato Daniel J. Levitin scrive sul New York Times che Diversi studi hanno dimostrato che un sonnellino, anche solo di 10 minuti, migliora la funzionalità cognitiva e il vigore e riduce la sonnolenza e l'affaticamento. Se riuscissimo a fare in modo di prenderci vacanze regolari — vacanze vere, senza lavoro — e riservare del tempo per sonnellini e contemplazione, saremmo in una posizione molto migliore per cominciare a risolvere alcuni dei grandi problemi del pianeta. E per farlo più contenti e ben riposati”.
Più che altro, la scoperta dell'acqua calda a ferragosto.

Canzone del giorno:  Hot Water (1984) - Level 42
Clicca e ascolta: Hot....

martedì 12 agosto 2014

Ode al giorno felice

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.
Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.
Pablo Neruda (1904-1973) - Ode al giorno felice (da Todo el amor)

Canzone del giorno:  Someimes I'm Happy (2004) - Joni Mitchell
Clicca e ascolta: Sometimes....

domenica 10 agosto 2014

Ironia

- Tu però continui a indossare l’ironia come se fosse una corazza.
- Ti sbagli. Io pratico sopra tutto l’autoironia; che è l’esatto contrario di una corazza. E’ mettersi davvero a nudo.
- Sei tu che sbagli: hai sempre usato l’autoironia come una picca per tentare di scardinare le armature altrui. Ma non sempre ci riuscivi.
dal libro "Blues di mezz'autunno" di Santo Piazzese (ed.Sellerio - 2013)
Canzone del giorno: Apple Of My Irony (2011) - Maritime
Clicca e ascolta: Apple....

sabato 9 agosto 2014

Meno


"Minime oscillazioni dei grafici economici mandano in fibrillazione prima le borse e poi la politica, con cocenti accuse di inettitudine a governanti insediati un mese fa, che a loro volta le rivolgeranno ai governanti che si insedieranno al posto loro tra un paio di mesi. In questo galoppo da fermi, nervosissimo e impotente, stupisce che non si siano ancora fatti conoscere, in politica, un partito o un leader che dicano, con calma e coraggio: guardate che non è una crisi come le altre, da questa non se ne esce, è una crisi di sistema, strutturale, saremo tutti costretti a cambiare vita e ambizioni, a fare meglio ma con meno. Al di là dell’ormai vecchio (però sempre interessante) dibattito sulla decrescita felice, la parola “meno” si impone come la star del futuro non perché ci affascini o ci seduca; ma perché così vanno le cose, scema il lavoro, cala la produzione, deperiscono certi mercati (quello della “seconda casa”, per esempio) e forse alcuni dei bisogni che hanno fatto da volano all’economia sono saturi. Quello che preoccupa davvero di Renzi e della sua giovane classe dirigente è che di questo saggio e inevitabile cambio di paradigma nei loro pensieri non c’è traccia. Ci credano davvero oppure lo facciano solo per farsi benvolere, continuano a parlare di ripresa e di prossimi indici con il segno “più”, come tutti i governi di ieri, di oggi e speriamo non di domani".


Michele Serra, L'amaca (La Repubblica - 7/8/2014)


Canzone del giorno:  Meno di zero (2009) - Alex Britti
Clicca e ascolta: Meno....

martedì 5 agosto 2014

La Verità

Sono così tante le contraddizioni che caratterizzano questi nostri strani tempi che si ha la sensazione che, nonostante ognuno di noi ritenga d'essere depositario di tante verità, alla resa dei conti il cittadino riesce a catturare e sapere veramente pochissimo di ciò che accade intorno a lui.
Eppure mai come oggi, una società ha avuto a sua disposizione così tanti mezzi d'informazione e così tanta possibilità di comunicare attraverso social network, tv eccetera eccetera.
Ricchezza dei mezzi d'informazione e povertà di comprensione?
L'umanoide italiano è così sicuro di sé (quantomeno nelle conversazioni) che quando si rapporta con gli altri utilizza spesso la seguente frase: "La verità è che...".
Addirittura c'è chi preferisce dire, in un attacco iperbolico di autostima, che "La verità vera è che..." e via con la giaculatoria che permette di affermare, con sicurezza (????), come bisogna necessariamente interpretare le cose.
Si parli di politica, di lavoro, di crisi o di quant’altro c'è sempre chi, a un certo punto della discussione, interverrà con un bel "La verità è che...".
Basta seguire un talk show e ci sarà sempre qualcuno in grado di stabilire che "la verità è che si sono persi certi valori", oppure che "la verità è che i politici....".
A ciascuno la sua "verità".
Troppa pseudo-sicurezza, troppa invasione di tuttologi, troppa inflazione di scontento.
Il troppo stroppa!
La verità vera è che ognuno di non prima di parlare dovrebbe fare un sincero esame di coscienza.
Ops.... Non c'era alcun dubbio.... Neanche il tempo di andare a capo e anche noi siamo inciampati nella nostra verità!


Canzone del giorno:  True (1983) - Spandau Ballet
Clicca e ascolta: True....

sabato 2 agosto 2014

Osare



"Solo chi non osa non sbaglia"

                          Henry Ford (1863 - 1947)




Canzone del giorno:  If You Dare (1990) - AC/DC
Clicca e ascolta: If....

venerdì 1 agosto 2014

Playlist Luglio 2014

1.      Subsonica, Abitudine – (Terrestre  – 2005) – Necessità
2.      Bush, Solutions – (Golden State – 2001) – Soluzioni
3.      Victory, You Run Away – (Hungry Hearts – 1987) – Fuga
4.      Rolling Stones, Mixed Emotions – (Steel Wheels– 1989) – Emozioni
5.      Antonello Venditti, Questa insostenibile leggerezza dell’essere(Venditti e segreti – 1986) – Insostenibile
6.      Bryan Adams, Depend On Me – (Waking Up the Neighbours – 1991) – Ciao
7.      George Harrison, Isn’t It a Pity – (All Things Must Puss – 1970) – Bambini
8.      Eric Burdon, Darkness Darkness – (Darkness Darkness – 1980) – Buio
9.      Rivers Cuomo, Chess – (The Home Recordings of Rivers Cuomo – 2007) – Scacchi
10.  Status Quo, Never Too Late – (Never Too Late – 1981) – Non è mai troppo tardi
11.  Francesco Guccini, Scirocco – (Signora Bovary – 1987) – Meteoropatie
12.  Otis Radding, Open The Door – (The Dock of the Bay – 1968) – Una porta
13.  Gilbert O’Sullivan, God Forbid – (Piano Foreplay – 2003) – Piombo e arsenico