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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 29 agosto 2016

Consigli

"Consigli inutili" li definisce Marco Travaglio. Si riferisce ai tanti fiumi di parole che inondano i giornali ogni qual volta il nostro paese è ferito dai terremoti, difficili sì da prevedere con esattezza ma che, senz'altro, si possono rendere meno violenti attraverso tantissime misure preventive per meglio difendersi quando la terra trema.
È necessario che il governo centrale e i governi locali assolvano con serietà i loro compiti: "chi governa trovi i soldi per fare il necessario, le opposizioni controllino che questo avvenga evitando di mettersi di traverso per sabotare le misure giuste, ma contrastando quelle che dovessero rivelarsi sbagliate. Le cose da fare non sono un mistero: sono note dalla notte dei tempi. Manca soltanto una classe dirigente all’altezza che non pensi alle elezioni di domani, ma alle generazioni del futuro".
È proprio così, l'elenco delle cose da fare per contrastare il più possibile la forza letale dei moltissimi territori a rischio sismico è, più o meno, sempre lo stesso. Si parte dalla necessità di recuperare tanti soldi per la prevenzione, magari evitando di investire soldi pubblici su tante grandi opere probabilmente inutili e destinando i quattrini su un grande Piano per la sicurezza urbana e la conservazione del patrimonio culturale che "rilancerebbe non solo l’edilizia, ma anche la crescita del Pil e soprattutto dei posti di lavoro: ne creano molti di più tante piccole opere che poche cattedrali nel deserto".
Il direttore de Il Fatto, inoltre, focalizza l'attenzione su due importanti punti. Il primo ha a che fare con il concetto di "scuola di prevenzione": "Siccome, nei terremoti come nelle alluvioni e nelle frane, un morto su due è dovuto a reazioni e comportamenti sbagliati durante l’evento, la prevenzione va insegnata nelle scuole, con esercitazioni periodiche aperte anche alle famiglie. In Giappone questa è la normalità: ciascuno sa cosa fare in caso di catastrofe. In Italia c’è chi muore perché non si mette al riparo di un muro portante, di uno stipite, di una scrivania, ma corre per le scale o scende in strada sotto la casa che crolla, o magari quando l’acqua sale si rifugia in cantina anziché sul tetto".
Il punto finale richiama la fondamentale importanza della repressione per tanti farabutti che sfruttano la ricostruzione per guadagnare illecitamente: "reati contro l’ambiente, puniti per finta con ridicole ammende, devono diventare gravi come quelli contro la persona, viste le stragi che provocano. Altrimenti, fra qualche mese, ascolteremo nella solita intercettazione il solito ladrone che sghignazza sul terremoto pregustando il solito appalto truccato. E non potremo farci niente. Ecco: se il governo è pronto a varare questo pacchetto di riforme, finalmente utili ai cittadini e non ai soliti noti, l’unità nazionale avrà un senso anche in politica. E opporsi sarà non solo sbagliato, ma criminale. Se invece arriveranno i soliti annunci seguiti dai soliti bruscolini, opporsi sarà giusto e doveroso".


Canzone del giorno:  You Learn (1995) - Alanis Morissette
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