nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 30 novembre 2017

Osa


Soltanto chi osa spingersi un po’ più in là scopre quanto può andare lontano.

Sergio Bambarén, scrittore




Canzone del giorno: Dare To Be Different  (1977) - Donovan
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martedì 28 novembre 2017

Fake News

Lo scrittore Paolo Di Stefano, sulle pagine del Corriere della Sera, interviene su un tema cardine dell’attuale scontro politico ossia la disinformazione attraverso l’uso delle cosiddette “fake news”. L’argomento viene affrontato dall’autore in maniera del tutto originale, “scomodando” (addirittura!) il sommo Poeta per ricordarci antichi “vizi” italici: Si parla di «fake news» e si potrebbe parlare più semplicemente di «notizie false» o di «bufale». Già Dante rimproverava agli italiani il vizio di rincorrere le lingue degli altri: a quel tempo il francese. Nel Convivio innalzò una delle sue invettive «a perpetuale infamia e depressione de li malvagi uomini d’Italia, che commendano lo volgare altrui e lo loro proprio dispregiano». Ciò accadeva, secondo l’Alighieri, per cinque «abominevoli cagioni». 1. La «cechità di discrezione», ovvero l’incapacità di distinguere; 2. la «maliziata escusatione» di chi si ritiene maestro e aggira la propria ignoranza adducendo scuse ingannevoli; 3. la «cupidità di vanagloria» di coloro che, sapendo parlare la lingua straniera, la lodano per essere più ammirati; 4. l’«argomento di invidia» di quelli che, essendo incapaci di usare il proprio volgare, lo disprezzano per infangare chi lo possiede; 5. la «pusillanimità», ovvero la viltà d’animo di quelli che snobbano le cose domestiche per esaltare quelle degli altri. Lascio al lettore il giudizio su quante di queste «abominevoli cagioni» siano ancora ben vive nell’antropologia italiana anche al di là della questione linguistica. Ma insomma, Renzi e Di Maio preferiscono parlare di «fake news» e raramente di «bufala», parola italianissima, efficacemente utilizzata nell’accezione metaforica della panzana: «menata per il naso come una bufala», come mostra il linguista Massimo Arcangeli, compare già in una commedia secentesca. Dante avverte che se qualcosa di vile ha la lingua italiana è il dover risuonare sulla «bocca meretrice» degli «adulteri» che la odiano. Mica male. Tornando al punto 1., l’Alighieri vide ben prima di noi non solo le «fake news» ma il conformismo e la mancanza di spirito critico di tanti ciechi privi del «lume de la discrezione»: sono coloro che si lasciano attrarre dal primo «gridatore» di passaggio, non importa se cieco a sua volta o «mentitore». Il quale urlando raccoglierà eserciti di «pecore». Perché, aggiunge Dante, «questi sono da chiamare pecore, e non uomini; ché, se una pecora si gittasse da una ripa di mille passi, tutte l’altre l’andrebbero dietro…». E se una pecora salta, le altre saltano pur in assenza di ostacoli da saltare: «E io ne vidi già molte in uno pozzo saltare per una che dentro vi saltò». Ne sappiamo qualcosa. Passati sette secoli, siamo sempre lì”.

Canzone del giorno: Fake  (2003) - Simply Red
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domenica 26 novembre 2017

Roma


Roma 7 novembre 1786 

Sono qui da sette giorni e lentamente si va formando nella mia mente il concetto generale di questa città. Non faccio altro che andare in giro senza riposo; studio la topografia della Roma antica e della moderna, guardo le ruine e i palazzi, visito una villa e l'altra e le cose più meravigliose mi cominciano a diventar familiari; apro solamente gli occhi, guardo, vado e ritorno, poiché solo in Roma è possibile prepararsi a godere Roma.
Confessiamolo pure, è un'impresa ardua e dolorosa, cavar fuori la vecchia Roma dalla nuova; ma si deve fare e sperare in una soddisfazione finale inapprezzabile. Si incontrano da per tutto tracce di una magnificenza e di uno sfacelo che sorpassano ogni nostra immaginazione. Quello che hanno lasciato i barbari è stato devastato dagli architetti della nuova Roma.
Se si pensa che questa città vive da più di duemila anni, a traverso mutamenti così svariati e profondi, e che è ancora la stessa terra, gli stessi monti e spesso le stesse colonne e gli stessi muri, e nel popolo ancora le tracce dell'antico carattere, allora si diventa complici dei grandi decreti del destino e riesce difficile in principio all'osservatore di notare come Roma segue a Roma e non solo la nuova e la vecchia, ma anche le diverse epoche della vecchia e della nuova. Io cerco ora perfino i punti seminascosti, trovando molto giovamento dagli studi precedenti, poiché dal secolo XV in poi sono stati artisti e dotti in gran numero che hanno dedicata tutta la loro vita a questa impresa.
Questa sconfinata profondità opera in noi silenziosamente» quando ci aggiriamo per le vie di Roma in cerca di cose da ammirare. Altrove bisogna cercare attentamente per iscoprire cose che abbiano significato, qui invece ne siamo circondati e riempiti Dovunque si vada o si stia si è sicuri d'aver davanti agli occhi un quadro vario e complesso. Palazzi e ruine, giardini e deserti, vastità ed angustia, cupole e stalle, archi di trionfo e colonne spezzate, e spesso tutte queste cose così vicine le une a le altre che si potrebbero disegnare in un solo foglio. Ma ci vorrebbero migliaia di bulini per esprimere quello che vorrebbe dire una sola penna! E poi la sera si torna a casa stanchi ed esausti per l'ammirazione e per la meraviglia...
                                                   Wolfang Goethe, Viaggio in Italia (Italienische Reise - 1813)

Canzone del giorno: On an Evening in Roma (Sott'er celo de Roma) (2016) - Michael Bublé
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venerdì 24 novembre 2017

Meditazione

Viaggiare richiede tempo, e questo è il bello. Tempo da passare in modo diverso e lontano dai luoghi quotidiani: questa è l'attrattiva di ogni spostamento. Con in più l'opportunità di vedere le cose a distanza. Un viaggio riuscito è una forma di meditazione attiva. Per giorni interi si considera se stessi e le cose con occhio diverso e senza alcuno sforzo.

Jean-Louis Servan-Schreiber, L'arte del tempo, 1983

Canzone del giorno: Si viaggiare  (1977) - Lucio Battisti
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martedì 21 novembre 2017

Post Scriptum Film

The Place

REGIA: Paolo Genovese
INTERPRETI: Valerio Mastrandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvia D'Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini, Silvio Muccino
SCENEGGIATURA: Paolo Genovese, Isabella Aguilar
DURATA: 105'
USCITA: 9

Salvezza e dannazione. Si può essere disposti a tutto pur di risolvere un problema personale? Si può portare a termine un compito infausto per realizzare un proprio desiderio? 
The Place, il nuovo film di Paolo Genovese,  fa riaffiorare interrogativi che hanno a che fare con la parte più oscura e indecifrabile degli esseri umani.
Sul tavolo di una caffetteria alcune persone incontrano, di volta in volta, un uomo misterioso (il sempre convincente Valerio Mastrandrea) che è in grado di esaudire le loro pretese ma soltanto se il richiedente sarà in grado di portare a termine un compito assegnato che, il più delle volte, è immoralmente deprecabile.
Vale la pena accettare il "patto" proposto? 
Adattamento cinematografico di "The Booth At The End", serie televisiva statunitense di qualche anno fa, il film ha la teatralità e la coralità tipica dei film di Paolo Genovese.
Per quasi due ore si assiste ai dialoghi serrati fra un uomo impassibile, sempre seduto nello stesso posto in un bar/tavola calda senza tempo e senza luogo, e i suoi avventori.
Poche inquadrature, montaggio essenziale e una sceneggiatura attenta a raccontare tante storie che si miscelano e intersecano fra loro in un suggestivo caleidoscopio.
Responsabilità individuali e intrecci del destino che spiazzano lo spettatore ma che, nello stesso tempo, lo coinvolgono se egli riesce ad entrare, anche per un solo attimo, nei panni di ogni singolo personaggio.
Cinismo, follia, determinazione, innocenza, disperazione, i vari attori riescono tutti quanti ad entrare nella loro parte di semplici "dannati" che provano a scommettere su una loro salvezza che può realizzarsi solo quando il pentimento dell'anima diviene sincero.
Un film coraggioso che suggerisce mille riflessioni.

Canzone del giorno: Show Me The Place (2012) - Leonard Cohen
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sabato 18 novembre 2017

Breve

"Mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve".  

Blaise Pascal, intorno al 1656, apriva così una tra le più note delle sue Lettres Provinciales

Canzone del giorno: Write Away  (1986) - Paul McCartney
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giovedì 16 novembre 2017

Rovescio epocale

Per la prima volta non trovo le parole. Ne ho scritte tante in giro con il calcio, ma non ricordo una delusione così massiccia e un’Italia peggiore, così inadeguata e piena di peccati da divorarsi da sola. Ma sarebbe sciocco pensare che tutto sia cominciato stasera. La fiamma si è spenta nel 2006, cinque minuti dopo l’istante in cui abbiamo vinto il Mondiale. Avevamo Del Piero, Totti, Cannavaro, Toni, Pirlo e decine di altri giocatori fuori del normale. Poi siamo usciti al primo turno nel 2010 e di nuovo al primo turno nel 2014. Ci ha illuso la Juventus ma la Juve è un altro movimento, un’altra realtà. Quella italiana è leggera ed egoista, gonfiata per convenienza comune ma senza più una base tecnica. Ventura ha allargato il problema, ma lui se ne andrà e sarà punito dall’evidenza della sua inadeguatezza. Ha giocato l’ultima carta con una formazione sbagliata, senza Insigne, con un centravanti doppio che colpiva i piedi dell’altro, con centrocampisti senza qualità e la stessa difesa dei cicli precedenti. Ha reso dannoso il suo passaggio, ma il problema non è mai stato lui. Un c.t. si sostituisce e la vita ricomincia. Il problema è che non siamo più in grado di trovare un solo giocatore di classe da vent’anni, da quando Pirlo, Totti e Del Piero ne avevano già venti. È un problema grande che riguarda il modo di giocare a calcio, il dove, l’effetto delle televisioni (tutto è cominciato allora) e perfino l’ingerenza di una nuova classe dirigente, quella dei genitori dei piccoli calciatori. Troppe cose per discuterne ora, andrà fatto con calma. Ma non siamo davanti a un temporale, siamo davanti a un vero rovesciamento di situazioni sociali. È tempo di rivedere tutto perché è già tardi. Questa è la prima epoca in cui tutti i ragazzi devono pagare per giocare a calcio e pagando devono giocare tutti. Dov’è la selezione? Davvero il socialismo poteva riemergere dal calcio? Resta questa delusione immensa che spero aprirà finalmente una discussione. Perché siamo scomparsi? Ventura se ne andrà, ma resteremo noi e cosa ci diremo? Daremo la colpa agli stranieri che hanno pure gli spagnoli e gli inglesi? E dove sono gli italiani bravi? Nemmeno in serie B. Pensiamoci per una volta senza bandiere.
                                                                   Mario Sconcerti, Corriere della Sera (14/11/2017) 

Canzone del giorno: Vuoto a perdere (2011) - Noemi
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lunedì 13 novembre 2017

Sicily

L’economista Lucrezia Reichlin, sul Corriere della Sera di venerdì scorso, analizza il voto siciliano dal punto di vista delle strategie che dovrebbero urgentemente adottarsi per tentare di arrestare il progressivo impoverimento di una regione che, come avvenuto in tutto il Mezzogiorno, ha visto una problematica emigrazione (più del 50% giovani, di cui circa il 20% laureati): “Emigrano i residenti con una maggiore propensione al rischio, i più ambiziosi e i più qualificati. Molti di questi sono siciliani. In Sicilia questo si accompagna ad un drammatico calo degli occupati nell’industria. Dal 2000 al 2016 questi ultimi sono diminuiti del 21.5%, contro un dato italiano dell’11% e, nel periodo 2015-2016, del 3.8% contro il 0.3% nazionale.  Si vede, invece, un aumento dell’occupazione nei servizi a basso contenuto di specializzazione e quindi un calo di produttività del lavoro che, nel periodo 2000-2016, è stato del ben 9.6% (quasi il doppio del dato italiano, pertanto anch’esso allarmante)”.
È necessario investire sul capitale umano concentrando gli sforzi sulla qualità della formazione scolastica e sul tipo di competenze che è necessario acquisire per approcciarsi allo sviluppo contemporaneo e, sul lato della domanda “è cruciale la presenza sul territorio di settori ad alto valore aggiunto che possano beneficiare di personale qualificato e che abbiano interesse a fare della formazione aziendale un perno del loro sviluppo e competitività. Per questo preoccupano non solo i dati sull’abbandono scolastico, la percentuale di coloro che decidono di proseguire dalle secondarie all’università (in calo vertiginoso dal 2003 al 2013), l’emigrazione dei laureati — cioè l’offerta — , ma anche i dati della domanda, che vedono una regione concentrata sempre più su settori a basso valore aggiunto, bassa produttività e basse retribuzioni”. Lucrezia Reichlin evidenzia la necessità di lanciare un efficace progetto: "che agisca su tutti gli
elementi elencati, sia quelli che hanno effetto sulla domanda, che quelli che impattano l’offerta. La dote settennale dell’ultimo ciclo di fondi europei è di 17,6 miliardi di euro. Un’occasione da non perdere. Ma, attenzione. Occorre evitare la dispersione e concentrare i fondi in pochi progetti strategici. Ci vuole un ripensamento totale del come i fondi sono distribuiti ed amministrati. Non sono la prima a dirlo, ma facciamolo. Non sarebbe questo un modo per riportare un po’ di contenuto nella discussione politica post-elettorale?".

Canzone del giorno: Sicily  (2006) - Youth Group
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sabato 11 novembre 2017

Intelligenze

Alvy (Woody Allen): Ecco, voi voi, sembrate una coppia molto felice, e e, lo siete?

Coppia di passaggio: Si!

Alvy: E e e questo a cosa lo attribuite?

Ragazza della coppia: Oh io sono superficiale e vuota e non ho mai un'idea e... non ho niente di interessante da dire.

Ragazzo della coppia: Io sono esattamente lo stesso.

Alvy: Ah, ho capito avete unito le vostre intelligenze.. così da due almeno uno...

                                                        dal film:  "Io e Annie" di Woody Allen (1977) 

Canzone del giorno:
 
Stupido  (2010) - Marracash
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giovedì 9 novembre 2017

Voto disgiunto

...la performance del M5S. Cancelleri ha ottenuto il 34,7% dei voti mentre le sue liste si sono fermate al 26,7%. Uno scarto di otto punti non è una cosa da poco. Perché? La domanda investe direttamente la questione del voto disgiunto, consentito dalla legge elettorale siciliana (e negato - sia detto per inciso - dal Rosatellum bis). Una quota significativa di elettori ha scelto di votare il candidato del Movimento ma non la lista. La questione è rilevante perché incide sulla valutazione della sua reale consistenza. Quale è il vero valore del M5S in termini elettorali: il 34,7 % o il 26,7%?
La risposta è da cercare in due possibili spiegazioni. Una privilegia il passaggio di voti da sinistra al M5S. Apparentemente i dati sembrano confermare questa ipotesi. Micari, candidato del Pd, ha preso il 18,7% dei voti contro il 25,4% delle liste che lo appoggiavano. Praticamente lo stesso scarto relativo al M5S. Secondo questa ipotesi molti elettori avrebbero preferito votare Cancelleri pur non essendo simpatizzanti del Movimento. In questo caso la sua forza reale sarebbe il 26,7 e non il 34,7. Ma in Sicilia le cose non sono mai come sembrano essere. 
L’ altra ipotesi è più “sicula”. Chi ha votato Cancelleri e non la lista lo ha fatto perché conta sì l’espressione della rabbia e della protesta (da qui il voto al candidato), ma conta anche “la famiglia”, vale a dire l’appartenenza a quelle reti clientelari che sono il tessuto della politica siciliana (da qui il voto ad una lista diversa da quella di Cancelleri). In questo caso la vera forza del Movimento sarebbe il 34,7 e non il 26,7. Solo l’analisi dei flussi elettorali potrà dirci quale di queste due ipotesi è più fondata. La questione ha una sua rilevanza molto concreta. Se nel resto del Sud, che è diventata la sua vera roccaforte, il M5S dovesse superare il 30% riuscirebbe a conquistare molti seggi uninominali rendendo certa l’impossibilità di una maggioranza del Pd o del centro-destra.


                                                         Roberto D'Alimonte, Il Sole 24 Ore (8/11/2017)

Canzone del giorno: What's Changed  (2002) - Craig David
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martedì 7 novembre 2017

Imprevisti

Solo perché qualcosa non va come avevi previsto, non vuol dire che è inutile. 


                      Thomas Alva Edison (1847 - 1931) 



Canzone del giorno: Coming Back Again  (2013) - Kings of Leon
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sabato 4 novembre 2017

Elezioni siciliane

Sulle elezioni siciliane di domani si sta concentrando un’attenzione mai vista prima. Se ne occupano, non solo i media nazionali, ma anche giornali, siti e tv straniere, a dimostrazione che l’appuntamento del 5 novembre è considerato decisivo, non solo dai leader che battono le piazze delle maggiori città, e non soltanto per i destini dell’isola, ma dell’Italia e perfino dell’Europa. L’ipotesi, non del tutto fuori dalla realtà, che i 5 Stelle possano conquistare la Regione - ipotecando un’eventuale vittoria anche nel prossimo voto delle politiche e rompendo la rete di sicurezza che ha fin qui impedito ai principali Paesi europei di finire nelle mani dei populisti -, sta creando un’ansia simile a quella vissuta quest’anno alla vigilia delle consultazioni in Francia, Olanda, Germania e Austria, per non dire del pasticcio della Catalogna.   
Naturalmente non è affatto detto che succeda per davvero, e conviene prendere con le pinze i sondaggi che vedono testa a testa il candidato del centrodestra Musumeci, favorito fino a un mese fa con oltre 10 punti di vantaggio e ora in affanno, e quello M5S Cancelleri, che negli ultimi giorni lo ha agganciato.  
                                               Marcello Sorgi, La Stampa (4/11/2017)

Non si scaldano neanche le città dei candidati in questa strana campagna elettorale che mobilita i leader nazionali ma lascia indifferente la gente comune. (…) Comunione e Liberazione ha elaborato un documento pieno di dati drammatici, che hanno rischiato di rimanere sotto traccia in questa campagna tutta “nazionale”: il 23,5 per cento di giovani che lascia gli studi senza nemmeno terminare le superiori; il 39,9 per cento della popolazione siciliana a rischio povertà; una percentuale di giovani che nemmeno cercano un lavoro (Neet) oltre il 40 per cento.
                                            Angelo Picariello, Avvenire (4/11/2014)

Lei ha proposto di abolire lo Statuto siciliano. La Lombardia e il Veneto lo agognano….
«Indipendentismi, autonomismi e secessionismi sono privilegi dei popoli ricchi. Le risulta che la Sicilia sia ricca?».
Domenica lei che farà?
«Sarò coerente con la mia battaglia politica -culturale. In questi mesi ho fatto una campagna “lettorale”, non ho portato nelle città un candidato ma un libro. Non mi sono appoggiato alle sezioni ma alle librerie. E quello che ho cercato di dire a me e ai siciliani è la necessità di avere coscienza della situazione e di non ubriacarsi della peggiore delle illusioni: credere, cioè, che un cambiamento passi attraverso un nuovo parlamento, un nuovo presidente. Senza un trauma forte e definitivo la Sicilia non si risveglierà».
                      Pietrangelo Buttafuoco (Il Tempo, intervista di Antonio Rapisarda – 3/11/2017)
Canzone del giorno: In and Out  of the Shadows  (1975) - Dion
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venerdì 3 novembre 2017

Plebiscito

Altan, da google.it





Canzone del giorno: You Win Again (1987) - Bee Gees
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mercoledì 1 novembre 2017

Playlist Ottobre 2017

1.      The Walker Brothers, Nite Flights – (Nite Flights  – 1978) –  Supereconomici
2.      Swallow The Sun, Falling World  – (New Moon – 2009) –  Massacro
3.      Gunses N’ Roses, Welcome To The Jungle  – (Appetite for Distruction – 1987) –  Indipendenti
4.      Jefferson Airplane, Good Shepherd  – (Volunteers – 1969) –  Buon pastore
5.      Stevie Wonder, Cash in Your Face – (Hotter than July  – 1980) – Jonathan Ive
6.      Fleetwood Mac, Dreams – (Rumours  – 1977) – Jonathan Ive
7.      Niccolò Fabi, Costruire – (Novo Mesto  – 2006) – Costruire
8.      Van Morrison, Trasformation – (Roll With the Punches  – 2017) – Roll With the Puches
9.      Afterhours, Il mio ruolo – (Quello che non c’è  – 2002) – Fedele
10.  Pink Floyd, The Final Cut – (The Final Cut  – 1983) – Nove decimi
11.  Alice, Il contatto – (Exite  – 1998) – Contatto
12.  London Grammar, Everyone Else – (Truth Is a Beautiful Thing  – 2017) – Autoproclamazione
13.  Ed Sheeran, This  – (+ – 2011) –  Tre cose