nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 31 dicembre 2016

Playlist Dicembre 2016


1.      Pink ft. Nate Ruess, Just Give Me A Reason – (Truth About Love – 2012) –  Spartiacque
2.      Marillon, Out Of  This World – (Afraid of Sunlight – 1995) –  Molo Favaloro
3.      Trey Songz, Yes No Maybe – (Trigga – 2014) – Si No
4.      Tre allegri ragazzi morti, L’attacco – (Inumani – 2016) –  Under 35
5.      Yes, It Can Happen – (90125 – 1983) –  Trump
6.      Tears for Fears, Everybody Wants To Rule the World(Songs from the Big Chair – 1985) –  Nevrosi
7.      Ludovico Einaudi, Fly – (Divenire – 2006) –  Sully
8.      Richard Thompson, Stumble On – (Dream Attic – 2010) –  Inciampi
9.      Rheostatics, The Idiot – (The Blue Hysteria - 1996) –  Idiota
10.  Elton John, Religion – (Too Low for Zero – 1983) –  Non c’è più religione
11.  The Chieftains feat. Jacsone Browne, The Rebel Jesus – (The Bells of Dublino – 1991) –  Nemici
12.  Tiromancino feat Fabri Fibra, L’inquietudine di esistere – (L’essenziale – 2010) –  Almeno
13.  Joni Mitchell, Number One – (Chalk Mark in a Rain Storm – 1988) –  Pisacane

venerdì 30 dicembre 2016

Pisacane

The Guardian, il famoso quotidiano inglese, ha deciso di assegnare il premio come “Calciatore dell’anno” a Fabio Pisacane, difensore trentenne del Cagliari che quest'anno ha fatto il suo esordio in serie A.
Per gli appassionati di calcio è facile intuire il motivo della scelta del giornale britannico. 
Per gli altri bisogna premettere che non si tratta di un premio al più forte calciatore dell'anno, ma di un riconoscimento a un giovane che è riuscito nella sua vita a superare le avversità con coraggio e a rappresentare, nello stesso tempo, un bel esempio di onestà.
Dopo essere stato tesserato dal Genoa, all'età di 14 anni una rara malattia gli procura la paralisi totale del corpo in meno di 24 ore e un ricovero in ospedale lungo tre mesi e mezzo, con venti giorni passati in stato di coma. Aiutato dalla sua famiglia riesce a vincere la sfida contro la malattia e diventa un calciatore che gioca nelle seconde serie. Nel 2011 il direttore sportivo di una squadra avversaria gli offre 50 mila euro per truccare una partita. Rifiuta e denuncia il corruttore. Oggi i giudici del Guardian lo premiano "per la sua perseveranza nelle avversità e per la sua integrità".

Canzone del giorno: Number One  (1988) - Joni Mitchell
Clicca e ascolta: Number....

mercoledì 28 dicembre 2016

Almeno

Almeno

Vabbè che Gentiloni ha uno stile diverso da Renzi, 
ma almeno ci faccia sapere che esiste.

Jena, La Stampa (28/12/2016)


Canzone del giorno: L'inquietudine di esistere (2010) -  Tiromancino ft. Fabri Fibra
Clicca e ascolta: L'inquietudine....

domenica 25 dicembre 2016

Nemici

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Dal Vangelo secondo Luca 6, 27-35

Canzone del giorno: The Rebel Jesus  (1991) - The Chieftains feat. Jacksone Browne
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giovedì 22 dicembre 2016

Post scriptum film

Non c'è più religione 

REGIA: Luca Miniero
INTERPRETI: Claudio Bisio, Anna Finocchiaro, Alessandro Gassmans, Giovanni Cacioppo, Roberto Herlitzka
SCENEGGIATURA: Luca Miniero, Sandro Petraglia
DURATA: 90'
USCITA: 07/
Fin troppo garbato con una sceneggiatura che vorrebbe approfondire importanti tematiche contemporanee ma che, invece, non riesce a sostenere l'intero impianto.
In "Non c’è più religione”, l’ultimo film di Luca Miniero, l'idea iniziale di mettere al centro della storia le diversità fra comunità italo-meridionale e comunità magrebina, è buona ma la commedia non riesce mai a decollare e anche nelle parti più interessanti (introspettive o divertenti che siano) c’è sempre qualcosa che sembra ingarbugliare il tutto.
Il regista, come già avvenuto in Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, si affida alla collaudata coppia composta da Claudio Bisio e Angela Finocchiaro, ma mentre l’attrice entra simpaticamente nella parte di una suora bisbetica che gestisce una pizzeria, l’attore milanese non sempre cattura lo spettatore nel suo ruolo di neo sindaco di un piccolo comune adagiato su una splendida isoletta mediterranea.
Lo scopo degli abitanti del luogo è uno soltanto: realizzare ancora una volta il presepe vivente per la notte di Natale e far di tutto affinché il prodotto finale sia di alta qualità in modo da far convogliare nell’isola più turisti possibili.
Il primo cittadino Bisio fa di tutto per rendere l’evento memorabile ma è il sindaco di una comunità fatta di anziani e, quindi, con natalità zero. Non si prolifera nel paesino e nessun è in grado di destinare alla causa comune un pargolo a cui fare “interpretare” Gesù bambino adagiato sulla mangiatoia di Betlemme.
Un bel guaio per tutti.  L'imbranato ma decisionista Sindaco cerca di risolvere il problema chiedendo in “prestito” un neonato alla comunità araba (non soggetta al crollo del tasso di natilità) che vive nella stessa isola e che ha come punto di riferimento Bilal, ossia Marietto (Alessandro Gassman) che per amore si è convertito all’Islam.
Fra pregiudizi, luoghi comuni, gag simpatiche e compromessi, il film cerca di mostrare illogicità e ignoranza che, spesso, contraddistinguono la difficoltà d’integrazione fra le nostre comunità e gli immigrati musulmani. Il regista cerca, attraverso il rito del presepe, di confezionare  un film sincero che, però, non riesce a trovare il giusto equilibrio fra le varie scene allegoriche e le problematiche sociali che contraddistinguono l’integrazione fra etnie, culture e religioni differenti. Non basta un lama al posto del bue, l’omaggio a Lucio Dalla, l’amicizia ritrovata fra i tre protagonisti o  un vescovo stralunato (il bravo Roberto Herlitzka) a dare  adeguato vigore alla pellicola.

Canzone del giorno: Religion  (1983) - Elton John
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lunedì 19 dicembre 2016

Idiota


Mai discutere con un idiota.
Ti trascina sl suo livello e ti batte con l'esperienza.

               Oscar Wilde (1854 - 1900)




Canzone del giorno: The Idiot (1996) - Rheostatics
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sabato 17 dicembre 2016

Inciampi

Si arriva all’oggi. Con il Movimento che si ritrova il macigno Roma sulle spalle proprio mentre incassa la vittoria del No al referendum e corre in solitudine verso il governo nazionale. Ieri dal blog di Grillo il M5S aveva definito una bufala le perquisizioni in Campidoglio (sono acquisizioni di atti, ha precisato) e aveva avvertito: «Il Movimento è sotto attacco e presto, mano a mano che ci avvicineremo alle politiche, sarà molto peggio». Probabilmente è vero. Ma allo stesso modo è vero che l’affaire romano è stato affrontato tardi e male. Troppi inciampi, troppi tentennamenti, troppe valutazioni di opportunità politica che chi fa dello slogan “onestà onestà onestà” la sua bandiera dovrebbe fare meno degli altri. Adesso Grillo e Casaleggio sono davanti a un bivio. Possono togliere il simbolo a quel che resta della giunta Raggi, facendo pubblica ammenda e imparando la lezione: al timone di una città, come del Paese, bisogna andare preparati, con una classe dirigente realmente all’altezza capace di realizzare il programma. Oppure possono continuare a difendere la sindaca senza spostarsi dalla linea dettata stamattina - scaricare Marra ovvero liquidarlo come un semplice tecnico - e limitandosi a “commissariarla” con nuove strutture simil-direttorio. Ma rischiando il voltafaccia dei cittadini. Per i Cinque Stelle questo è in ogni caso il primo vero bagno di realtà. Molto più delle firme false.

Manuele Perrone, Il Sole 24 Ore (16/12/2016)

Canzone del giorno: Stumble On  (2010) - Richard Thompson
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mercoledì 14 dicembre 2016

Post Scriptum Film

Sully

REGIA: Clint Eastwood
INTERPRETI: Tom Hamks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn, Mike O'Malley
SCENEGGIATURA: Todd Komarnicki
FOTOGRAFIA: Tom Stern
DURATA: 96'
USCITA: 01
Per raccontare il famoso ammaraggio sul fiume Hudson dell'aereo appena decollato da New York, Clint Eastwood si concentra più che sulla straordinarietà dell'evento, sulla razionalità del capitano Chesley Sullenberger, detto Sully, il pilota che riuscì nell'impresa di salvare i passeggeri a bordo.
L'ottantaseienne imponente regista, per "Sully", suo trentacinquesimo film, ha scelto Tom Hanks per interpretare il comandante del velivolo che il 15 gennaio 2009 fu colpito da uno stormo di oche. 
L'attore ben incarna e impreziosisce il ruolo del pilota, facendo emergere la semplicità e la concretezza di un uomo che, nello spazio di 208 secondi, riuscì a compiere, mentre l'aereo perdeva sempre più quota, quel l'atterraggio in acqua che salvò 155 persone.
Clint Eastwood decide di non parlare della vita che il capitano Sully conduceva prima di quel giorno. Per il regista è, invece, prioritario mostrare il senso di responsabilità e la passione di un uomo che, divenuto immediatamente un eroe per i passeggeri salvati e per milioni di americani, rischia di essere travolto dalla scrupolosa inchiesta dell'autorità aeronautica che vorrebbe far apparire la sua scelta di tentare l'atterraggio come qualcosa di azzardato e sconsiderato.
Una storia volutamente raccontata in modo lineare. Anche la scena  drammatica dell'impatto è proposta non calcando la mano sugli effetti speciali. Le vicende legali che coinvolgono il capitano s'intersecano volutamente con i suoi umani dubbi. 
Forse il film in certe momenti assume un taglio che ne rallenta il pathos e anche i flashback inseriti non arricchiscono concretamente la pellicola, ma Clint Eastwood, come sempre, ha quel tocco in più che gli permette di affrontare temi e storie di ogni genere con grande maestria ed efficacia.

Canzone del giorno: Fly  (2006) - Ludovico Einaudi
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lunedì 12 dicembre 2016

Nevrosi

Tutti a inseguire di nuovo la mitologia della legge elettorale che risolve magicamente tutti i problemi, la ricerca della regola perfetta che potrebbe compensare l’oramai cronica debolezza delle leadership. Guardiamo questa convulsa fine più o meno prolungata della legislatura: ci sono quattro leadership dimezzate. Quella di Matteo Renzi, fortemente intaccata dalla disfatta referendaria. Quella di Beppe Grillo, carismatica ma istituzionalmente nulla. Come quella di Silvio Berlusconi, che cerca il riscatto miracoloso dalla Corte di Strasburgo, ma è indebolita dalle condizioni fisiche che lo stesso entourage berlusconiano ritiene problematiche. E quella di Matteo Salvini, forte sul piano identitario, ma senza speranze come aspirazione al governo del Paese. Ecco allora la frenetica caccia alla pietra filosofale, l’attesa spasmodica della sentenza della Corte costituzionale. L’idea un po’ miracolistica che una legge elettorale possa essere una buona garanzia di stabilità, maggioranze coese, governabilità. Una nevrosi. Così divorante da non accorgersi che ci stiamo accapigliando sull’ennesima legge elettorale, stavolta nemmeno sperimentata sul campo. Una voglia compulsiva di indossare abiti sempre nuovi sperando di cancellare un corpo sempre più deperito. (...) Vuol dire che la ricerca di una nuova legge elettorale è inutile? Certamente no, anzi. Ma senza dimenticare che una buona legge elettorale è uno strumento, non un fine. Una regola che a questo punto va cambiata in fretta, non un surrogato di politiche deboli e poco credibili. E senza dimenticare nemmeno che le leggi elettorali producono esiti molti diversi tra loro. Perciò la speranza è che si risolva al più presto l’enigma della nuova legge elettorale e che in un sussulto di serietà le forze politiche, nessuna esclusa, si mettano a lavorare per varare quella che realisticamente è la regola migliore per assicurare una prospettiva certa per la prossima legislatura. Si può cominciare subito, senza restare immobili fino al 24 gennaio, il giorno del responso della Consulta. Senza perdere altro tempo con veti e ostruzionismi. Come è accaduto troppo spesso.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera (11/12/2016)

Canzone del giorno: Everybody Wants To Rule the World  (1985) - Tears for Fears
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venerdì 9 dicembre 2016

Tripudio

Se lo sono chiesti e se lo continueranno a chiedere in tanti nei prossimi giorni.
E adesso?  
A pochi giorni dal Referendum se è facile individuare chi ha perso è, invece, alquanto difficile stabilire chi ha vinto.
Di sicuro è stato da temerari chiamare alle urne gli italiani in tempi come gli attuali. Un referendum (per lo più costituzionale) in tempo di crisi non può che dare un vantaggio assoluto a chi non governa.
Pochi minuti dopo il primo exit poll, che sentenziava senza mezzi termini la sicura vittoria del fronte del “NO”, i tanti “pezzi” della fronda anti-renziana si sono avvicendati in TV per manifestare la “felicità del vincitore” in lungo e in largo.
Da un lato la presunzione del Presidente del Consiglio (e la controproducente personalizzazione dell’impegno referendario) che si trasforma in costernazione e singhiozzi. Dall’altro la prosopopea di una miriade di “vincitori”, pronti a gioire con il microfono in mano e interessati soltanto a imporsi come trionfatori. All’interno di questa ultima “compagnia” c’è sicuramente chi (soprattutto intellettuali, giornalisti e tanti cittadini) ha lottato con onestà e determinazione per non permettere la variazione della carta costituzionale.  
Nella maggior parte dei casi, però, si assiste a un balletto di tripudio nel tentativo di imporsi per raccogliere i futuri consensi elettorali. D’altronde come è stato osservato: “La Costituzione è salva. Ora possiamo tornare a ignorarla”.

Canzone del giorno: It Can Happen  (1983) - Yes
Clicca e ascoltaIt Can....

mercoledì 7 dicembre 2016

Under 35

Roberto Saviano per commentare l'esito del referendum di domenica scorsa, parte dai dati del Censis che continuano ad evidenziare il Sud del nostro paese in perenne difficoltà: "i dati del Censis spiegano meglio di tante analisi il voto di domenica. Il Censis ci dice che gli under 35 sono una generazione dannata, che gli under 35 stanno peggio dei loro genitori e peggio anche dei loro nonni. Ci dice che il lavoro nero domina la scena economica al Sud senza essere volano di un'economia in crescita, come accadeva negli anni Settanta, ma indice di arretratezza e di ingiustizie. Il lavoro nero è poco qualificato e mal retribuito, quindi è sfruttamento. (...) Non sottovaluto affatto le responsabilità del governo e di Renzi, ma credo debba essere chiaro che con il no non ha vinto un progetto, una visione, un programma. Il no è stato un modo, l'unico che gli italiani hanno avuto a disposizione negli ultimi anni, per dire "basta, non ci prendete in giro, per noi non state facendo niente". Dismettete quindi quei sorrisi da sciacalli nell'intestarvi la vittoria, asciugate le lacrime di commozione dopo aver avuto mille giorni per dimostrare di poter veramente cambiare corso e non lo avete fatto. Ricomponetevi, Signori del no, rianimatevi Signori del sì, e capite che il no è per tutti voi. Per voi che promettete rottamazioni, che suggerite sfanculamenti e poi siete sempre lì, immobili. A tutto questo gli italiani hanno detto no. Non ha vinto, quindi, il M5S, non ha vinto (per carità!) la Lega, non ha vinto Forza Italia, non ha vinto quella minoranza del Pd sempre pronta a tirare dardi per poi rinnegare la propria dissidenza. E vi prego di non far passare il no al referendum come una tendenza generale dell'Europa perché ci sono dati che dicono chiaramente come il nostro Paese stia attraversando un tunnel assai particolare. A votare no sono stati i più giovani: l'81% tra 18 e 34 anni, il 67% tra 35 e 54 anni. L'opposto è accaduto in Inghilterra per il voto sulla Brexit: lì i giovani erano a favore del remain. In Italia ha vinto il no, ma tutta la politica ha perso perché ha vinto il no di chi non vede futuro, di chi non può metter su famiglia, di chi non riesce a trovare un trampolino nemmeno per lasciare dignitosamente il Paese".

Canzone del giorno: L'attacco  (2016) - Tre allegri ragazzi morti
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domenica 4 dicembre 2016

Si No


Le due parole più brevi e più antiche, sì e no, sono quelle che richiedono maggior riflessione.

Pitagora, 570 - 495 a.C.



Canzone del giorno: Yes No Maybe  (2014) - Trey Songz
Clicca e ascoltaYes No....

sabato 3 dicembre 2016

Molo Favaloro


"Una scarpetta rossa sul molo Favaloro. 
Una scarpetta e poi tante altre disseminate come ciottoli in un percorso che non conduce da nessuna parte. Che si interrompe bruscamente come la speranza di arrivare in un mondo diverso. Sono nei miei incubi ricorrenti quelle scarpette, proprio come le catenine, le collane e e i braccialetti dei cornicioni che mi è toccato esaminare, uno per uno, senza tregua. Uno per uno tirati fuori da quegli orribili sacchi verdi.
Da bambini, a Lampedusa, io e i miei amici non indossavamo le scarpe. Le piante incallite dei piedi erano le nostre suole. A piedi scalzi andavamo a scuola, salivamo sulle barche per uscire a pescare, giocavamo per strada nella nostra isola troppo lontana da qualunque terra, scoglio in mezzo a un mare immenso. Lontanissima è bellissima".

                                                              Pietro Bartolo, Lacrime di sale (2106 - Mondadori)

Canzone del giorno: Out Of This World  (1995) - Marillon
Clicca e ascoltaOut....

venerdì 2 dicembre 2016

Spartiacque


"Il referendum è alle porte e mai come oggi, sta diventando uno spartiacque per dividere in due l’Italia: amici decennali che si sono tolti il saluto, profili Facebook bannati, genitori che diseredano i figli. Speriamo che arrivi presto domenica, va…" 

Pietro Vanessi, da www.unavignettadipv.it

Canzone del giorno: Just Give Me A Reason  (2009) - Pink ft. Nate Ruess
Clicca e ascoltaJust....

giovedì 1 dicembre 2016

Playlist Novembre 2016

1.      Radiohead, Morning Bell – (Kid A – 2000) – Faglia
2.      Judas Priest, You Don’t Have To Be Old To Be Wise – (British Steel – 1980) –  Saggio
3.      Tamar Braxton, Love and War – (Love and War – 2013) –  In Guerra per amore
4.      Susan Tedeschi, People – (Back to the River – 2008) –  Trump
5.      Afterhours,  Giù nei tuoi occhi – (Padania – 2012) –  Ehi, Barack
6.      Anastacia,  I Ask of You – (Not That Kind – 2000) –  Consultazioni
7.      Joe Pug,  The Measure – (Windfall – 2015) –  7  Minuti
8.      John Lee Hooker,  I’m So Excited – (I’m John Lee Hooker – 1960) –  Pancia
9.      Iron Maiden,  When Two Worlds Collide – (Virtual XI – 1998) –  Mediazione
10.  The Niro,  Ruggine – (1969 – 2014) –  Ruggine
11.  Ligabue, Cosa vuoi che sia – (Nome e cognome – 2005) –  Che vuoi che sia
12.  Nick Cave ft. Kykie Minogue,  Where The Wind…(Murder Ballads – 1996) –  Femminicidio
13.  Peter  Cincotti,  Palermo  – (Exit 105 – 2016) –  Palermo