nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 30 marzo 2017

Regole

La questione delle regole, poi, è ancora più complicata. È sbagliato violarle in modo sistematico ma è anche impossibile rispettarle sempre. A volte si lascia andare qualcuno che si dovrebbe arrestare. A volte si forza la mano su qualcun altro e lo si rinchiude anche se mancherebbero i presupposti. Non ci si muove nel mondo di sotto se non si gestisce il rapporto con le regole in maniera elastica. Le regole ci sono, e di regola vanno rispettate, ma bisogna essere disposti a metterle da parte, almeno ogni tanto. Altrimenti meglio lasciar perdere certi lavori. Il bianco e nero sono concetti astratti. C'è un ampio territorio grigio nel quale bisogna muoversi con circospezione, perché le mappe sono imprecise.


                                                    Gianrico Carofiglio, L'estate fredda (ed.Einaudi)


Canzone del giorno: Breaking The Rules  (1981) - AC/DC
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martedì 28 marzo 2017

Cinema


È una cosa che proprio fa bene alla natura il cinema, uno dovrebbe andare in farmacia e prendere 5 milligrammi di “8 e mezzo”, 2 bustine de "La dolce vita", 15 gocce de "Il Gattopardo".

Roberto Benigni, in occasione della presentazione al Quirinale dei candidati ai Premi "David di Donatello" 2017


Canzone del giorno: Cinema  (1986) - Nazareth
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domenica 26 marzo 2017

Festa

Un Papa ottantenne che raduna le folle e un’Europa sessantenne che non riesce a celebrare se stessa.
Oggi le prime pagine dei giornali nostrani dedicano più spazio ed enfasi alla visita milanese di Papa Francesco che non alla ricorrenza dei Trattati di Roma che il 25 marzo del 1957 istituirono la Comunità economica europea.
I 27 leader europei firmano in Campidoglio una dichiarazione congiunta per rilanciare con forza la concezione di un’Europa unita. La maggior parte dei quotidiani, però, sottolinea come tale evento sia stato sotto tono rispetto al milione di fedeli che ascolta i messaggi solidali del pontefice.
Probabilmente azzardare confronti e relazioni fra i due avvenimenti non è del tutto corretto,  ma se addirittura anche L’Unità preferisce il titolo a tutta pagina sul Papa a Milano (“Un uomo fra la gente”)  e accantona un po’ in disparte la celebrazione romana (“L’Europa unita tenta il rilancio”), un motivo ci sarà. Le divisioni politiche dell’Unione sono così tante che un evento storico come quello romano passa in sordina e dinanzi ad  un’Europa in difficoltà di credibilità si preferisce riprendere con lo zoom un trascinatore di folle come Papa Bergoglio.

Canzone del giorno: E' festa  (1972) - PFM
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venerdì 24 marzo 2017

Lupi sfigati

Non piacerà l’espressione «lupi solitari», ma questi terroristi restano degli sfigati, dei folgorati che usano auto e coltello non tanto perché presenti nel «manuale della Jihad» (capirai) ma perché altro non saprebbero usare, soldi non ne hanno, armi neppure, una cintura al plastico non saprebbero costruirla: chiaro che poi l’Isis rivendica sempre, per quanto gli analisti concordano almeno su questo questi lupi-sfigati-terroristi sopravviveranno anche alla fine dello Stato Islamico. E mentre i nostri opinionisti si atteggiano a consiglieri Nato e sprecano improbabilissimi link mondialistici (la Brexit, Trump, i tablet vietati in aereo, l’immigrazione dalla Libia) una sola cosa accomuna davvero tutti gli attentati terroristici dal 2001 a oggi: la nostra reazione, il nostro riflesso soprattutto mediatico che ci fa scattare nello stesso modo per attentati realmente pianificati per mesi e da lontano (Madrid 2004 o Londra 2005, per dire) oppure per spontaneismi pazzotici (Nizza, Berlino) che sono semplicemente un’altra cosa, e andrebbe detto. In Israele gli attentati con auto e coltello sono all’ordine del giorno, ma autorità e media diversamente da noi tendono a dissimularli proprio perché l’allarme e la paura sono l’obiettivo dei terroristi addirittura più dei morti. Noi invece ammiriamo la flemma britannica («non ci facciamo intimorire, domani sarà un giorno come un altro») e subito dopo ci mettiamo a urlare. 

Filippo Facci, Libero (24/3/2017)

Canzone del giorno: Sea Of Sorrow  (1992) - Alice In Chains
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martedì 21 marzo 2017

Prisoner

Voce asciutta e malinconica quella di Ryan Adams. Il mese scorso è uscito Prisonier, sedicesimo album della carriera del songwriter del North Carolina.
Ancora una volta viene fuori l'efficacia melodica dell'artista e la consistenza dei suoi testi in grado di descrivere la sua esperienza di vita, spesso tormentata. 
Se in passato ha confessato la sua dipendenza dalla droga, oggi è la separazione dalla moglie, dopo sei anni di matrimonio, ad avere influenzato testi e arrangiamenti. 
Ancora una volta la creatività artistica strettamente connessa a disagi emotivi individuali. 
Il risultato complessivo è buono e all'insegna di una regolarità artistica che fa di Ryan Adams un convincente compositore in grado di rielaborare e aggiornare ai nostri giorni la grande tradizione della musica d'autore statunitense. 
I brani di Prisoner hanno un'adeguata ispirazione fra country e indie-folk. 
Dolenti ballate (Doomsday, Haunted House), composizioni rabbiose (Shiver and Shake), raffinate melodie rock (Do You Still A Love Me?), eccelsi arpeggi di chitarra acustica (Breakdown, Outbound Train). 
Ispirato e accattivante.


Canzone del giorno: Do You Still A Love Me?  (2017) - Ryan Adams
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domenica 19 marzo 2017

Paternità


Quando arriva il momento in cui un uomo si rende conto che forse suo padre aveva ragione, di solito ha un figlio che pensa che lui stia sbagliando.

Charles Wadsworth, cit. su The Rotarian, 1990




Canzone del giorno: Hurt  (2006) - Christina Aguilera
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venerdì 17 marzo 2017

Robolawyer

Inevitabile: dopo il robot operaio e quello chirurgo, TurboTax che ti fa la dichiarazione dei redditi al posto del fiscalista e i giornali Usa che cominciano a far scrivere gli articoli meno complessi a una macchina, arriva anche «robolawyer», l’avvocato-robot. Mentre Trump continua a suonare la grancassa del rilancio dell’occupazione ingiungendo alle industrie che hanno costruito fabbriche all’estero di riportarle negli Usa senza preoccuparsi se i vecchi impianti da duemila operai vengono rimpiazzati da nuove fabbriche automatiche con un centinaio di addetti, l’onda lunga dell’impatto della tecnologia sul mercato del lavoro raggiunge anche i suoi professionisti preferiti: gli avvocati. Sono loro i personaggi di cui il miliardario diventato presidente ama circondarsi: ora come prima, quando da imprenditore li usava per blindare i suoi accordi d’affari o minimizzare le tasse da pagare al Fisco. Sono in molti a gioire per i bollettini di vittoria della Casa Bianca: elenchi di aziende che accettano di tornare a produrre negli Usa. Ma Trump (e con lui gran parte della classe politica, negli Usa e in Europa) preferisce ignorare il nodo angoscioso del numero crescente di lavori in cui le macchine possono sostituire l’uomo senza perdite di qualità e a basso costo.
Progressi che, liberando dalla fatica, sono di certo un’opportunità, ma che, non gestiti, diventano problemi assai seri. Soluzioni facili non ce ne sono: il reddito di cittadinanza che le sinistre europee vorrebbero dare a chi perde il lavoro è un tampone costosissimo e provvisorio. Ma non si può nemmeno accantonare il problema nell’attesa che nascano nuovi mestieri, come avvenuto più volte in passato: l’attesa dura da almeno 15 anni mentre i progressi dell’intelligenza artificiale accelerano la diffusione dell’automazione.
Si temono rivolte in un mondo senza più tassisti né camionisti, ma, benché meno visibile, è ben più profondo l’impatto delle tecnologie che invadono le professioni intellettuali: i computer che già leggono ecografie e risonanze magnetiche, «Watson» di Ibm che diagnostica un cancro meglio dell’oncologo. E, ora, «Ross», il computer già «assunto» da grandi studi legali Usa che svolge le ricerche necessarie per preparare un caso. E LexMachina un software basato sul linguaggio naturale e sui casi simili già discussi da tutti i tribunali, che formula gli argomenti da sostenere nel dibattito davanti alla corte.

Massimo Gaggi, Il Corriere della Sera (17/3/2017)

Canzone del giorno: Go Robot  (2016) - Red Hot Chili Peppers
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martedì 14 marzo 2017

Sconnessione

Sempre più connessi e con le "competenze" digitali in progressivo aumento. Sicuramente c'è un indubbio lato positivo di un mondo sempre più super-tecnologico. Poi ci sono tante incongruenze e pericolose deviazioni che hanno a che fare con l'universo digitale e che meritano attenzione.
Paola Dimalio, su il Fatto quotidiano di ieri, dedica un articolo-inchiesta a quella che viene definita "schiavitù digitale". Una vera e propria patologia contemporanea della quale si continua a parlare e che ha a che fare con i rischi sulla salute (soprattutto psichica) legati all'uso/abuso di internet.
La giornalista ci ricorda che la società americana Dscount's ha calcolato in 5 ore (dicasi cinque ore!) la media di tempo trascorso sullo smartphone e il 10% della popolazione si collega al cellulare anche in piena notte.
Per non parlare poi delle morti per incidente stradale che, nell'80% dei casi, sono dovuti all'uso del telefono mentre si guida. Poi ci sono quei ragazzi per il quale l'uso spasmodico di internet si traduce in una dipendenza "tossica": "Non basta contare le ore online, l’abuso non si misura col cronometro. La prova è la solitudine. Se rifiutano compa- gnia e dicono ‘con amici e ragazze riesco a parlare solo online’, allora hanno passato il segno. Tecnicamente, si chiama ritiro sociale, quando i ragazzi si chiudono in casa. A quel punto, si possono solo curare le ferite, con un percorso lungo e doloroso".
Dimalio raccoglie anche il parere di Federico Tonioni, psichiatra che dirige il centro terapeutico per le dipendenze da Internet al Gemelli di Roma, che sottolinea la difficoltà di molti giovani di affrontare le emozioni: "i giovani in cura sono così abituati ai monitor da non riuscire a guardarsi negli occhi. Quando parlano in web-cam, invece, nemmeno arrossiscono. I ragazzi non reggono l’attesa e la solitudine”. 
Non si può che essere d'accordo con le conclusioni della giornalista: "Nel tempo vuoto esplorano Facebook invece del loro mondo interiore; la concentrazione dura l'intervallo tra una notifica e l’altra. Al trillo dello smartphone, se non possiamo controllare, scatta l’ossessione: “Chissà cosa mi sto perdendo?”. Non è una richiesta di amicizia. Secondo alcuni, stiamo smarrendo emozioni e pensiero profondo. Cosa resta dell’essere umano?".



Canzone del giorno: Psychedelic Shack  (1970) - The Temptations
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lunedì 13 marzo 2017

Chiarezza


Poiché la lingua è lo specchio del pensiero, indagare il preciso significato delle parole è mettere chiarezza nelle proprie idee.

Aristide Gabelli, Pensieri, 1886




Canzone del giorno: Clarity  (2003) - John Mayer
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sabato 11 marzo 2017

Digitale

Francesca Sottilaro, su Italia Oggi, ha commentato i dati rilevati dalla comunità europea concernenti l'attività digitale di cittadini e aziende del vecchio continente. Il traffico internet è cresciuto del 20 per cento l'anno e di oltre il 40 per cento sulla reti mobili. Il 76% degli europei nel 2016 si è connesso almeno una volta alla settimana: "Nell’indice delle attività vince l’intrattenimento: il 78% degli utenti internet scarica musica, film, fotografie o giochi. Il 70% legge notizie online (erano il 64% nel 2013). Il 66% fa shopping via internet (contro il 61% di tre anni prima). Chi interagisce sui social network è passato nello stesso periodo dal 57 al 63% del campione, mentre è più costante il numero di utenti che fa ricorso al web per l’online banking: sono il 59% contro il 56% nel 2013. Il 39%, infine usa internet per fare chiamate vocali (era il 33% tre anni prima)". 
Si conferma il progressivo investimento delle grandi aziende nella tecnologia digitale, si rileva, invece, un ritardo per le piccole e medie imprese, nel comparto del «commercio elettronico».
Interessanti anche i dati relativi al processo formativo: "l’Unione europea cresce per numero di laureati in scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, ma quasi la metà degli europei continua a non avere competenze digitali minime. Il 44% dei cittadini, per esempio, non sa ancora utilizzare una casella di posta elettronica, usare un foglio di scrittura o installare nuovi dispositivi".

Canzone del giorno: Addicted To Love  (1986) - Robert Palmer
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mercoledì 8 marzo 2017

Post Scriptum Film

Beata ignoranza

REGIA: Massimiliano Bruno
INTERPRETI: Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli
SCENEGGIATURA: Massimiliano Bruno, Herbert Simone Paragnani, Gianni Corsi
MUSICHE: Maurizio Filardo 
DURATA: 102'
USCITA: 23/2/2017

Anni infarciti di tecnologia avanzata, social network e Internet a tutto spiano. 
Un universo digitale di cui si può fare a meno o dal quale non si può far altro che dipendere totalmente?
In “Beata ignoranza”, l’ultimo film di Massimiliano Bruno, si parte da questa (enigmatica?) domanda per tentare una riflessione (l’ennesima?) in chiave dolce-amara su un mondo nel quale regna incontrastata l’iperconnettività e i rapporti interpersonali risultano imprigionati fra chat, web, like, selfie, fallowers e via dicendo.
La sceneggiatura affida a Marco Giallini e Alessandro Gassman il ruolo di due amici  accomunati da fastidiosissime vicende giovanili e che il fato fa rincontrare dopo tanti anni, insegnanti liceali che si ritrovano a lavorare nello stesso istituto scolastico. Ma oltre a non sopportarsi i due coetanei hanno stili di vita e d’insegnamento completamente diversi. Ernesto (Giallini) è un professore d’italiano di vecchio stampo, per nulla attratto da computer e connessioni varie. Filippo (Gassman), insegnante di matematica, è sempre online con il suo smartphone e con la sua smania tecnologica riesce a cattura l’attenzione dei suoi alunni.
Lo scambio di ruoli fra i due,  causato da una ragazza ventenne a cui entrambi sono legati, stravolgerà le loro abitudini e mentre il primo sarà costretto a buttarsi nel mondo tecnologico, il secondo dovrà astenersi dall’adoperare ipad e internet.
Attraverso questo cambio obbligato di percorso dei due insegnanti, il regista cerca di lasciare aperte delle soluzioni d’incontro fra i due mondi e la coppia Gassman-Giallini  riesce, tra gag e riflessioni,a sostenere i risvolti della commedia.   
Ma nonostante la riuscita intesa della coppia di attori, gli affondi spesso non risultano efficacemente graffianti e quel sarcasmo in più che ci si aspetterebbe risulta smorzato dalla parte del film che cerca di trovare un’armonia nella situazione familiare e sentimentale che coinvolge i due. Probabilmente il regista lascia troppo spazio alla verve e simpatia dei due attori protagonisti, motivo per cui il racconto della storia si annacqua e, nonostante i vari espedienti narrativi (compresi i flashback con Carolina Crescentini) e la capacità indiscussa del duo,  manca la scintilla in più per far decollare il film. 

Canzone del giorno: Ignorance  (2009) - Paramore
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lunedì 6 marzo 2017

Grovigli


Tutti i nodi non sciolti negli anni del comando stanno soffocando Matteo Renzi oggi, nei mesi della sconfitta, e ciò che più conta rischiano di trascinare a fondo con lui l’intera parabola del Pd, tra scissioni, tesseramenti gonfiati, avvisi di garanzia. Sono nodi politici e giudiziari, riassumibili in un unico concetto: il groviglio del potere cresciuto intorno all’ex presidente del Consiglio, che lo ha coltivato o tollerato nell’illusione di proteggersi, fino a restarne imprigionato. (...) Ogni leader ha naturalmente il diritto di scegliersi gli uomini di fiducia, e può certo farlo rivolgendosi ai più vicini. Ma quando ha una responsabilità generale, perché non risponde soltanto di sé ma del governo del Paese e del destino di un partito, ha anche il dovere di scegliere le persone più brave d’Italia, non le più fedeli di Rignano. C’è certamente in Renzi una confusione tra Paese e paese. Ma c’è qualcosa di più, che si spiega in termini politici, non geografici o sociologici. È l’eterna sindrome minoritaria di leader che non riescono a liberarsene nemmeno quando conquistano la maggioranza, senza capire che la vera supremazia sta nell’egemonia e non nelle tessere, nella nuova cultura che si installa e non nelle correnti che si contano, alleandosi oggi per separarsi domani. Potremmo dunque dire, paradossalmente per un leader egocentrico, che il vero limite di Renzi è di ambizione: pensare eternamente a proteggersi dai colpi e a colpire invece che a convincere e conquistare.

Ezio Mauro, la Repubblica (5/3/2017)

Canzone del giorno: Grovigli (2012) - Malika Ayane
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sabato 4 marzo 2017

Separazione

Il timore della separazione.
È un interessante fenomeno psicologico.
Una volta, da sposato, dovetti partire per Washington.
E benché fossi io, che partivo, mi sentii male.
Invece, quando tornai diede di stomaco mia moglie.


Woody Allen, in Provaci ancora, Sam, 1972


Canzone del giorno: Grounds for Divorce  (2008) - Elbow
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giovedì 2 marzo 2017

Sinistra

Altan, L'Espresso


















Canzone del giorno: No Hope Left For Me  (2014) - Blues Pills
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mercoledì 1 marzo 2017

Playlist Febbraio 2017

1.      Scorpions, Humanity – (Humanity: Hour I – 2007) –  Umanità
2.      Angie Stone, Soul Insurance – (Mahogany Soul – 2001) –  Polizze
3.      Fabrizio De Andrè, Smisurata preghiera – (Anime salve – 1996) –  Tappo
4.      Rolling Stones, Blue & Lonesome – (Blue & Lonesome – 2016) –  Blue & Lovesome
5.      Betty Wright, Clean Up Woman – (Love The Way You Love – 1972) –  Hostess
6.      Human Fortress, Under Siege – (Raided Land – 2013) –  Assedio
7.      Depeche Mode, Useless – (Ultra – 1997) –  Rettamente
8.      Lenny Kravitz,  Destiny – (Baptism – 2004) –  Realizzare
9.      Franco Battiato, La stagione dell’amore – (Orizzonti perduti – 1983) –  La La Land
10.  John Frusciante, In Relief – (Shadows Collide with People – 2004) –  Arte
11.  Coldplay, A Sky Full Of  Stars – (Ghost Stories – 2004) –  Trappist-1
12.  Original Dixieland Jass Band, Livery Stable Blues (1917)  –  Jass
13.  Gianmaria Testa, Preferisco così – (Altre latitudini – 2003) –  Possibilità