nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 29 giugno 2016

Yulin


"Ogni anno accade a Yulin in Cina, questa cosa orribile: in base a una tradizione, peraltro contestata dal Quotidiano del popolo (“mangiare carne di cane non è mai stata una tradizione popolare”) si svolge lo Yulin dog meat festival, e diecimila cani vengono barbaramente uccisi e mangiati. Poi accade ogni anno un’altra cosa, se non orribile, al- meno bizzarra: il resto del mondo si scatena contro il festival canivoro, le star fanno video-appelli, la Human Society consegna 11 milioni di firme alla Cina per chiederne l’abolizione. E pour cause: nel resto del mondo il cane è il miglior amico dell’uomo, è tabù culturale cibarsene. Del resto, nel resto del mondo sta diventando tabù mangiare ogni  animale. Il blog saporedicina.com (mi segnala Eugenio Cau) ha fatto un articolo in materia per provare a distinguere il grano dal loglio. Ma l’ha fatto precedere da un disclaimer: “E’ un articolo d’opinione basato su dati con- trastanti ed esperienze personali... ci riserviamo la possibilità di cancellare i commen ti espressamente offensivi”. Prudenza, con gli animali. Io dei cani ho così tanta paura, persino dei bassotti del mio amico Giuliano, che avrei paura pure a mangiarli, tabù a par- te. Ma quando vedo milioni di occidentali, che solitamente difendono il diritto di diversità culturale dei musulmani a mettere le donne sotto un burqa, e se ne fottono dei bambini schiavi in Cina e delle bambine abortite in Asia in nome del multiculturalismo, ma per i cani dichiarerebbero guerra a Yulin, beh, mi fanno più paura dei cani".

 Maurizio Crippa (Il Foglio del 22 giugno 2016)

Canzone del giorno:  Lontano da qui (2013) - Elisa
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lunedì 27 giugno 2016

Destino

"L’Europa è troppo grande per essere unita. 
Ma è troppo piccola per essere divisa. 
Il suo doppio destino è tutto qui".


Daniel Faucher, geografo francese (1882 - 1970)



Canzone del giorno:  Destiny (1996) - Gloria Estefan
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sabato 25 giugno 2016

Brexit

Chi potrà (e come si potrà) salvare l'Unione Europea?
Il voto referendario britannico scuote il mondo intero. 
La Brexit può avere ripercussioni sino a pochi giorni fa inaspettate.
Per il momento fa crollare le Borse europee. Le società quotate in Piazza Affari registrano in un giorno una perdita complessiva di 63 miliardi.
Il quotidiano Milano Finanza si pone l'interrogativo se tale crollo ha un senso. Nel suo editoriale Paolo Panerai ci ricorda che: "Il cittadino dell'Europa continentale che andava in Gran Bretagna si sentiva estraneo per almeno due fattori: doveva tirare fuori il passaporto e cambiare in sterline i suoi euro. Vale a dire che Schengen e l'euro, i due risultati più simbolici dell'Unione europea (e forse gli unici, dal lato dei cittadini), erano stati volutamente rifiutati dalla Gran Bretagna. Se un governo e un popolo rifiutano anche i simboli di un'unione, a maggior ragione se portatori anche di aspetti pratici, voleva dire appunto che il paese di Albione (come già gli antichi greci chiamavano l'isola più grande del continente) o meglio la Perfida Albione, pur se nominalmente nell'Europa unita, di fatto ne era mezza fuori. La matematica dice che cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia, anche se i fattori non sono numeri ma due magiche parole come fuori e dentro. La geografia ha sempre considerato la Gran Bretagna parte del Vecchio continente, anche quando GB non era nell'Unione; ha continuato a considerarla dentro a maggior ragione quando è entrata nell'Unione; continuerà a considerarla dentro ora che i cittadini, in un referendum consultivo, hanno chiesto di uscire".
Secondo Panerai non sempre simili "shock" sono negativi e non bisogna sottovalutare il fatto che la stragrande maggioranza dei giovani britannici e paesi come la Scozie e l'Irlanda del Nord si sono espressi a favore dell'Europa: "chi non ha la nostalgia dell'impero e ha toccato con mano la possibilità di vivere l'Erasmus e poter circolare liberamente in tutto il Vecchio continente, sa che il mondo è globale e sa che far parte di un continente, prima realtà economica del mondo, è un vantaggio e non uno svantaggio".
Non bisogna dimenticare, infatti, che l'abbandono inglese ha a che fare non soltanto con problemi economici: "Occorre quindi ripensare a che cosa deve essere l'Unione europea. Occorre capire che prima di tutto deve avanzare la politica e il Parlamento deve avere i poteri che i parlamenti hanno in tutti gli Stati. Le leggi devono nascere in Parlamento e non essere direttive per lo più decise dai superburocrati di Bruxelles. Dal voto di uscita della Gran Bretagna i governi, i parlamenti e i partiti degli Stati devono cogliere quel messaggio che viene dai giovani e dalle zone meno ricche. Ma se anche shock non è, la reazione deve essere fulminea. E realistica. Fissando obiettivi politici realistici, per guidare e controllare democraticamente le istituzioni finanziarie, monetarie ed economiche che non possono sostituire quelle politiche, delle quali il popolo è il designatore".
     
Canzone del giorno:  Exit (1987) - U2
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giovedì 23 giugno 2016

Sindache

Virginia Raggi e Chiara Appendino. 
Roma e Torino. 
Nella capitale italiana odierna, nei sui quasi tremila anni di storia, è la prima volta che comanderà una donna.
Torino, prima capitale dello Stato unitario, sarà guidata da una trentaduenne neo-mamma.
In ogni caso, come ci ricorda Vittorio Feltri su Libero, "Vincere le elezioni è difficile, ma governare lo è ancora di più. Conviene lo sappiano le due brillanti grilline che hanno conquistato la poltrona di sindaco: la Raggi a Roma e la Appendino a Torino. Le quali ora dovranno sostenere la prova del fuoco: saranno capaci o no di amministrare città tanto importanti? Auguriamo loro di essere all’altezza del compito ingrato che le attende. Chi le ha votate l’ha fatto, in molti casi, per disperazione, non fidandosi più dei cosiddetti partiti tradizionali".
Ai posteri l'ardua sentenza?: "il futuro dei pentastellati è legato alle prestazioni politiche e amministrative che la Raggi potrà assicurare a Roma. Sarà un’impresa accontentare i cittadini. Se però la signora non deluderà, i grillini marceranno trionfalmente verso l’occupazione di Palazzo Chigi, allorché si tratterà di votare per il rinnovo del Parlamento nel 2018, salvo imprevisti che comportino l’anticipo della consultazione. Se, viceversa, il sindaco fallisse come coloro che l’hanno preceduta, il Movimento fondato da Beppe Grillo rischierebbe un forte ridimensionamento, tale da emarginarlo irrimediabilmente. È il momento della verità: i grillini sono diversi e migliori dei loro avversari oppure la cattiva politica minaccia di contagiare anche loro? La risposta giungerà al massimo fra un paio d’anni. Lo stesso discorso, ovviamente, vale per la Appendino, donna quadrata, seria, apparentemente affidabile, chiamata a subentrare a Fassino che ha gestito egregiamente Torino e lascia, quindi, una eredità che sarebbe un peccato sciupare. Anche qui si pone il medesimo quesito: come agirà la neoeletta?" (...) "Per i grillini il bello o il brutto viene adesso. Gli italiani li guardano e aspettano qualche segnale per decidere se questi «marziani» meritano o no la loro fiducia. Essi sono l’ultima spiaggia per parecchi elettori schifati dalla politica, tentati dall’astensionismo o dal desiderio di sparigliare, curiosi di verificare se esista ancora l’opportunità di consegnarsi a rappresentanti che promettono mari e monti. La nostra personale opinione è che non si debba mai escludere l’esistenza del bene".

Canzone del giorno:  Only Women Bleed (1975) - Alice Cooper
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lunedì 20 giugno 2016

Forestali

"Quando brucia un bosco, è difficile sapere chi è stato. I maligni sospettano di qualcuno dei 32 forestali licenziati perché condannati per incendio doloso (sono in Sicilia si poteva affidare ai piromani il compito di spegnere i fuochi). Io non voglio credere alle malignità, però finora la Sicilia ha combattuto gli incendi moltiplicando le assunzioni.
E infatti ha 23 mila uomini che sorvegliano i boschi (quasi sei volte più dei 4200 Rangers del Canada, un Paese la cui superficie boschiva è 1600 volte quella dell'isola). Ma se i risultati sono questi - più forestali vengono assunti, più aumentano gli incendi - uno viene assalito dal sospetto che forse bisognava fare l'esatto contrario. E gli viene il dubbio che se per una sola estate mandassimo in ferie questo esercito (capace solo di accumulare sconfitte) in Sicilia ci sarebbero, improvvisamente, meno incendi che in tutto il Canada".

                                             Sebastiano Messina, Repubblica (16/6/2016)


Canzone del giorno:  A Forest (1980) - The Cure
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sabato 18 giugno 2016

Fuoco

In Sicilia quando qualcuno grida "aiuto... al fuoco, al fuoco" non si tratta sicuramente di uno scherzo come accadeva nella favola di Esopo per colpa del pastorello annoiato che gridava "al lupo....al lupo". 
Nella fiaba il lupo all'inizio non c'è ma poi, alla fine, appare. Nella realtà sicula il fuoco degli incendi estivi si presenta sempre, con la sua carica distruttiva, al primo vento di scirocco.
Autocombustione nei territori di più provincie? Nessuno è disposto a crederci.
Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, ricorda in TV che fra i bastardi che appiccano il fuoco c'è anche chi utilizza i gatti come piromani. Cospargono il corpo dei felini di alcool e una volta dato loro fuoco diventano delle torce incendiarie in mezzo ai cespugli.
I dati (sconfortanti) parlano chiaro: 500 incendi appiccati in meno di 24 ore.
Le immagini riprese dagli elicotteri della polizia richiamano i roghi divampati. Un vero e proprio piano criminale. 
L'incuria e l'inefficacia delle risposte per contrastare questa tragedia hanno fatto il resto.
Un inferno di fuoco.


Canzone del giorno: The Razors Edge (2009) - AC/DC
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giovedì 16 giugno 2016

Ferocia

"Ancora una volta corpi di ragazzi insanguinati trasportati su lettighe improvvisate. Corse, grida di aiuto, macchine della polizia, pistole che passano di mano in mano, mitragliatrici in agguato, studenti che sfilano con le braccia alzate. Sembra proprio una guerra. Ma una guerra che da frontale si sta trasformando in qualcosa di liquido, imprevedibile. Una guerra che non trova i nemici di fronte, ma dentro le proprie città, nascosti dentro le case. La nuova guerra mondiale degli intolleranti contro chiunque si prenda delle libertà: libertà civili, libertà amorose, libertà religiose, libertà sessuali, libertà di studio. Con tutta l’euforia e l’orgoglio di chi per una volta prende il diritto di giudicare il mondo, per punirlo. Non perché abbia commesso qualche colpa, ma per lo stesso fatto di esistere. Un principio squisitamente hitleriano. La colpa è ontologica e non si discute. Mettere paura, fare chinare la testa, sembra essere il massimo del godimento per questi giovani esaltati, quasi un’esplosione trionfale di narcisismo maschile. Le ideologie, la religione, la giustizia, perfino la vendetta non c’entrano affatto. Basta leggere l’interessantissimo libro che il Corriere ha pubblicato di recente «Jinan Schiava dell’Isis», per capire di cosa è fatta questa intolleranza che vuole punire il mondo in nome di una morale astratta e inconsistente: povere ragazze yazide che vengono rapite, trattate come schiave, sottoposte a stupri di gruppo, costrette a recitare il Corano a furia di botte, utilizzate per pulire, cucinare,lavare e stirare le loro camicie nere. E quando disobbediscono, prese a pugni, a frustate, lasciate senza acqua per giorni e poi costrette a bere dentro un bacile in cui galleggiano topi morti. Il sadismo tronfio di chi sa di potere disporre a suo capriccio dell’altro, proprio come nei campi di sterminio. Giustificato idealmente da un Dio feroce che lo aspetta in un paradiso con tanti capretti arrostiti e vergini da stuprare. Il paradosso: più vogliono fermare la storia con modi e costumi di quasi 2000 anni fa, più mitizzano la tecnologia: armi sofisticate, giri internazionali di denaro, mezzi di comunicazione modernissimi. Non credo che abbiano un futuro, ma non vorrei che con il loro potere di incantare i giovani maschi frustrati, ci si debba mettere anni per pacificarli, come è successo con Hitler. Sarebbe un disastro per tutti. Hanno già abbastanza avvelenato le nostre vite col sospetto, la paura, l’irrigidimento politico". 

Dacia Maraini, Il Corriere della Sera (14/6/2016)

Canzone del giorno:  All That Matters (2004) - Mark Knopfler
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martedì 14 giugno 2016

Viltà

"L’orrore, lo sgomento, la pietà, l’incredulità di fronte alla strage – l’ennesima strage di innocenti – commessa a Orlando, Florida per mano di un "lupo solitario" (sempre che si confermi tale) di nome Omar Mateen non ci esula da due considerazioni. La prima: nel solo 2015 negli Stati Uniti ci sono state 373 stragi con un bilancio complessivo di 475 morti e 1.870 feriti. Stragi, non omicidi, visto che si considera strage un episodio violento in cui sono coinvolte almeno quattro persone. Perché se dovessimo contare il numero di americani morti per ferite da arma da fuoco, il bilancio del 2015 salirebbe a poco meno di 13mila. (...) Per compiere una strage come quella di Orlando non è sufficiente un fucile a tappi, occorrono armi da guerra, revolver, pistole, di cui in Stati come la Florida la vendita è libera, senza licenza, senza alcuna registrazione.  (...) In molti sostengono che questa sia ormai una guerra civile fra il fondamentalismo islamico e la modernità, dominata da un odio per la diversità di cui il Daesh ha fatto una bandiera, incitando a una violenza incondizionata, nichilista, distruttiva nei confronti del kafir, il miscredente, l’infedele. Una violenza che non risparmia nessuno e che si scaglia sui bersagli più inermi ma più rappresentativi della civiltà della convivenza: i giovani, le donne, i gay, i teatri, le arene rock, gli stadi e su un piano di odio specifico le chiese cristiane, le sinagoghe, le moschee 'non allineate' al verbo fondamentalista e le scuole dove s’impara il rispetto e la libertà. Una viltà spregevole, quella del Califfato, mai disposto a battersi ad armi pari, sempre pronto a decapitare statue, abbattere croci, templi, icone, simboli. (...) Probabilmente è vero che è in corso una guerra civile. Una guerra che dobbiamo combattere, non solo in America, ma dovunque vi sia spazio per la libertà di pensare, di vivere, di muoversi, di allestire la propria vita come si crede con civile responsabilità. E non bisogna aver paura delle parole per dirlo".

Giorgio Ferrari, Avvenire - 14/6/2016

Canzone del giorno:  Strange Days (1967) - Doors
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domenica 12 giugno 2016

Tutto

Tutto
Una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.


                                     Wislawa Szymborska (1923 - 2012)


Canzone del giorno:  Everything (2007) - Michael Bublé
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giovedì 9 giugno 2016

Panico


"L'importante nel panico, è non farsi prendere dal panico". 

Lloyd Bridg, dal film "L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo", 1982 



Canzone del giorno:  Panic Station (2013) - Muse
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lunedì 6 giugno 2016

Sindaci

E via verso i ballottaggi. 
Nelle grandi città la partita si è chiusa soltanto a Cagliari con la rielezione a sindaco di Massimo Zedda.
Negli altri 6 capoluoghi di Regione e nei 18 capoluogo di provincia dove si è votato, le urne si riapriranno fra due settimane e si vedrà chi riuscirà ad avere la meglio.
E poi ci sono i tanti piccoli e grandi comuni che hanno eletto o eleggeranno al ballottaggio il loro sindaco.
Più di 1.300 sindaci e assessori si ritroveranno ad affrontare (e a tentare di risolvere) nuovi e vecchi problemi ma, per dirla con Filippo Facci (Libero di sabato scorso), ben si sa che "... le casse comunali sono vuote, e ogni neo-sindaco passerà da propositi rivoluzionari all' impresa ben più ardua di pagare gli stipendi ai dipendenti, e garantire l' esistente come dei mezzi pubblici decenti, non troppe buche per strada, montagne di rifiuti che non oltrepassino le palazzine, e una percezione della microcriminalità (si dice così) che viaggi su binari diversi da quelli su cui giungono sempre nuovi immigrati.
Questo da una parte. Dall' altra ci sarà da smantellare (sostituire) qualche sacca clientelare negli assessorati e negli uffici tecnici, fare buon viso a qualche scandaletto bustarellaro che emergerà nel frattempo, naturalmente difendersi dalle accuse sempre più personali e insultanti delle opposizioni. Eccola qui la grande guerra per le Amministrative: nella migliore delle ipotesi si tradurrà nella conquista di un potere trascurabile (perché mancano i soldi) utile a piazzare un po' di gente o a portare a casa qualche affare,possibilmente lecito".
Difficile dargli torto.

Canzone del giorno:  Doesn't Mean Anithing (2009 - Alicia Keys
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sabato 4 giugno 2016

Gommone


Canzone del giorno:  Pronti a salpare (2015) - Edoardo Bennato
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giovedì 2 giugno 2016

Repubblica

Edizione del Corriere della Sera del 6  giugno 1946. Mario Borsa, allora direttore del quotidiano, commenta il risultato del referendum istituzionale che istituì la repubblica nel nostro paese.
Auspici, esigenze, contraddizioni, sforzi di riconciliazione di un intero popolo all'indomani della fine della guerra.
Dopo 85 anni di monarchia, nasce la Repubblica Italiana. Sono trascorsi 70 anni da quel 2 giugno quando, per la prima volta in Italia, tutti i cittadini maggiorenni ebbero la possibilità di esprimersi con un voto.
Scriveva Mario Borsa: "La Repubblica ha vinto. Ha vinto con una maggioranza non grande, ma appunto perché non grande essa sta a dimostrare la tenace resistenza contro cui il popolo ha dovuto a suo onore lottare, i forti pregiudizi contro cui ha dovuto combattere, le diffuse paure che ha dovuto vincere e la coalizione di malintesi interessi e di torbide nostalgiche fermentazioni che è stato costretto ad affrontare. Forse non è male che la vittoria sia stata così tenacemente contrastata. Se alla Repubblica si fosse addivenuti subito dopo la liberazione, si sarebbe potuto credere a un moto irriflessivo del momento eccitato e passionale. Così, invece, la tregua istituzionale, voluta dagli alleati, avendo permesso una lunga, aperta, meditata discussione durante la quale tutti i pro e i contro dell'arduo problema sono stati messi sotto gli occhi del popolo italiano, ha dato alla decisione di domenica una consapevolezza e una serietà che non possono fare a meno di avvalorarne l'alto significato.
L'ostacolo maggiore da superare era in noi stessi, nel nostro istintivo conservatorismo, nella titubanza ad alterare una struttura nella quale, per una illusione allettatrice, ma falsa e insidiosa, credevamo di vedere l'ordine, la stabilità, la quiete e l'unità. Il popolo italiano ha superato anche questo ostacolo, creato più che altro da fattori psicologici e alimentato, ad arte, da troppo evidenti manovre. Ha preso il coraggio a due mani ed è entrato nella nuova strada ben sapendo ciò che gli spetta.
Perché, diciamolo subito, un compito grave gli spetta: la Repubblica è stata voluta e affermata, ma ora bisogna farla questa Repubblica e, soprattutto, bisogna fare questi repubblicani. Il nostro compito, ricordiamocelo, non è finito, ma è appena cominciato domenica".

Canzone del giorno:  Una notte in Italia (1986) - Ivano Fossati
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mercoledì 1 giugno 2016

Playlist Maggio 2016

1.      Ed Sheeran, Photograph(X – 2014) – Fotografie
2.      Kasabian, Bumblebee – (48 : 13 – 2014) – Laicester
3.      Depeche Mode, Corrupt – (Sounds of the Universe – 2009) – Corruzione
4.      Tony Bennett and Lady Gaga, Cheek to Cheek – (Cheek to Cheek – 2014) – Differenti
5.      Tom Petty and The Heartbreakers, Shadow People(Hypnotic Eye – 2014) – Textalyzer
6.      John Legend, Brooklyn – Ordinary People(Get Lifted – 2004) – Collettiivi
7.      Arcade Fire, Black Mirror – (Neon Bible – 2007) – Allevare
8.      Mina feat. Beppe Grillo, Dottore – (Cremona – 1996) – Allergie
9.      Buffalo Springfield, For What It’s Worth – (Buffalo Springfield – 1967) – Pannella
10.  Kate Havnevik, Disobey – (You – 2011) – Il Disobbidiente
11.  Florida Georgia Line, Confession – (Anything Goes – 2014) – Le confessioni
12.  Francesco Renga, Regina triste – (Un giorno bellissimo – 2010) – Paghetta
13.  Blur, Strange News From Another Star – (Blur – 1997) – Protestare