nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 30 luglio 2016

Il tuo sorriso

Dura è la mia lotta e torno 
con gli occhi stanchi, 
a volte, d'aver visto 
la terra che non cambia, 
ma entrando il tuo sorriso 
sale al cielo cercandomi 
ed apre per me tutte 
le porte della vita. 


Pablo Neruda (dalla poesia "Il tuo sorriso")

Canzone del giorno:  Si tù no vuelves(2007) - Miguel Bosé feat. Shakira
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venerdì 29 luglio 2016

Narciso

In Germania gli psicologi dicono che i genitori dovrebbero chiedere il permesso ai figli prima di metterli su Facebook. 

«Mamme e padri cominciano in assoluta buona fede, entusiasti, orgogliosi del nuovo arrivato. Mettono le sue prime smorfie in Rete, anzi cominciano addirittura con le ecografie. Lo vogliono mostrare fieri al mondo. Fanno un po’ come una volta quando si incontravano gli amici e si tirava fuori dal portafoglio la foto dei figli per far vedere come erano diventati grandi. Ma ora è tutto diverso, e i figli rischiano di farsi del male».

Bambini a rischio per quelle immagini?

«Questa forma di esibizionismo dei genitori, che giorno dopo giorno intasano Facebook delle immagini dei figli, può provocare danni alla personalità del bambino che quando si vede continuamente esposto, senza possibilità di decisione, può sentirsi a disagio a causa dei commenti negativi o, all’opposto, superiore ai coetanei per un apprezzamento in più. Il bambino finisce per crearsi l’immagine interna che ha di se stesso attraverso quelle immagini e le reazioni che provocano. Rischia di diventare già un piccolo Narciso, un ammiratore di se stesso». 

Tilde Giani Gallino, psicologa (da un'intervista a Repubblica)


Canzone del giorno: Parole di burro (2000) - Carmen Consoli
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martedì 26 luglio 2016

Turchia

I dati parlano da soli. Quelli riguardanti gli arrestati sono stati diramati dallo stesso Erdogan. Fra i 13.000 e passa "oppositori" del governo turco finiti dietro le sbarre ce ne sono quasi seimila ai quali è stato convalidato il fermo. 
All'indomani del golpe fallito, con estrema facilità la "vendetta" di Erdogan si è manifestata appieno. Oltre ai tantissimi militari la scure di Erdogan si è abbattuta su 2101 magistrati, 1.485 poliziotti, 52 autorità amministrative, 689 civili. In un battibaleno sono stati sospesi oltre 21mila docenti di scuole pubbliche e la licenza di insegnamento è stata revocata a migliaia di professori di scuole private. Tutti colpevoli, secondo il governo, di avere favorito o appoggiato il tentativo di colpo di stato. Le autorità hanno chiuso quasi mille scuole, 15 università, messo al bando alcuni sindacati e centinaia di associazioni. I giornalisti sono stati messi a tacere e per 42 di loro è stato spiccato mandato di arresto.
Incriminazioni, arresti, passaporti ritirati, licenziamenti in blocco. Nella legislazione penale potrebbe anche essere integrata la pena di morte.
Erdogan sta facendo piazza pulita incriminando non sola tanto i suoi diretti nemici ma anche tanti democratici oppositori.
Amnesty International rileva che ci sono prove attendibili su torture, stupri compresi, inflitte alle persone arrestate.
Bruttissima situazione.

Canzone del giorno:  Telephone Call From Istanbul (1987) - Tom Waits
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lunedì 25 luglio 2016

Rispetto

Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare.


                   Norberto Bobbio (1909 - 2004)


Canzone del giorno:  Rispetto (1986) - Zucchero
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sabato 23 luglio 2016

Ostaggi


"Ostaggi in un mondo che si chiude" è il titolo dell'editoriale con il quale Elena Loewenthal, su La Stampa di oggi, parla delle angosce di tutti all'indomani della strage di Monaco e di fronte al progressivo stillicidio di follia che invade l'attuale periodo storico: "Dopo Parigi, Bruxelles, Istanbul, Dacca e Nizza ora è la volta di Monaco di Baviera. Terrore, morti, sangue e orrore aggrediscono la nostra vita quotidiana trasformando questa estate in una sorta di roulette russa per chiunque voglia uscire di casa, andare ad un caffè o in vacanza. O abbia dei figli in viaggio. È soprattutto il timore per i nostri cari, lontani anche solo per pochi giorni, che si avventa su di noi". Timori. Preoccupazioni. Paure. La libertà di tutti soffocata ancor di più in questi tristi giorni estivi: "Abbiamo insegnato ai nostri figli che il mondo è aperto, libero, che è più piccolo di una volta perché le distanze si accorciano. Abbiamo abbattuto i confini del nostro mondo, abbiamo visto il loro sorriso quasi incredulo quando indicavamo col dito i posti di confine alle frontiere, raccontando che un tempo ci voleva il documento per passare. E l’abbiamo fatto per loro, in fondo: reso il mondo più piccolo perché i nostri figli avessero una vita più piena, più libera, più carica di speranze e opportunità". Più carica di speranze e opportunità e non una vita insidiata da violenza gratuita, nichilista, assurda. Il rischio è quello di cadere in una sorta di paralisi, di costrizione che riduce sempre più, giorno dopo giorno, la libertà di ognuno di noi.


Canzone del giorno:  I Will Wait (2012) - Mumford & Sons
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mercoledì 20 luglio 2016

Parametri

Perché facciamo così fatica a capire quel che sta accadendo? Forse perché i fatti di queste settimane, dalla Brexit alla Turchia fino al terrore di Nizza e a quello, recentissimo, in Germania, così diversi tra loro, nella portata, negli effetti e nelle cause, hanno un punto in comune: “i fatti” di queste settimane non sono più quelli di una volta. L’idea stessa di “fatto” o di avvenimento è tale perché riusciamo ad inserirla in una cornice di pensiero più o meno consolidata.
Ora quella cornice che ha retto la seconda parte del Novecento non c’è più. L’Inghilterra che ha salvato l’Europa decide di lasciarla, possiamo assistere in Turchia a quello che è stato un golpe democratico contro una democrazia autoritaria, possiamo vedere dei terroristi che non hanno più un rapporto forte con un’ideologia, folle e totalitaria, ma la prendono a prestito, in leasing, per poche settimane, mettendo in gioco il loro corpo, la loro vita. (...) 
Brexit, Nizza e Turchia sono le tre onde d’urto che, a distanza di qualche giorno, vanno sconquassando il paesaggio storico e mentale che abbiamo a lungo percepito come nostro. (...)
Ce n’è abbastanza per dire che un intero universo concettuale sta andando in pezzi. Nessuno dei parametri validi fino al secondo Novecento funziona più nella globalizzazione e nella politica della vita e della morte. Dove i corpi umani sono usati come bombe esplosive e il web appare l’unico spazio praticabile del confronto pubblico. Tutto ciò non può non allarmare. Ma, se vogliamo rispondere efficacemente alla sfida in atto, dobbiamo attrezzarci a modificare rapidamente il modo di rapportarci al nostro tempo — di affrontare le sue minacce e di adoperare le sue risorse. 

Roberto Esposito, professore di Filosofia teoretica alla Scuola Normale Superiore di Pisa (La Repubblica del 20/7/2016)

Canzone del giorno:  Miles Away (2008) - Madonna
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sabato 16 luglio 2016

Orrore

Dopo il massacro di Nizza ci si continua a porre sempre la medesima domanda. Che fare?
Subito dopo ci si chiede anche se l'ennesima strage rappresenti una vera e propria dichiarazione di guerra dichiarata dallo Stato islamico al mondo occidentale.
Siamo in guerra? Dobbiamo abituarci a questo stato di guerra?
Lo sterminio provocato dalla corsa omicida del camion, guidato dall'attentatore di origini tunisine, lascia tutti sotto choc. Continuiamo a non capire, a non sapere quale situazione si potrebbe adottare per porre fine a tanta crudeltà.
Lungo la Promenade des Anglais sono morte più di 80 persone, i feriti ricoverati in ospedale sono più di 200. La furia del Tir ha travolto decine di bambini. Anche i minori sono considerati degli "infedeli" dall'Isis. Anche i bambini meritano di essere uccisi con ogni mezzo. 
Una guerra santa che non ha niente di "santo". 
Soltanto orrore. Sangue e orrore.


Canzone del giorno: War  (1970) - Edwin Starr
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giovedì 14 luglio 2016

Sciagura

"In una sfolgorante mattina di luglio hanno ferito a morte l’Italia intera. Non l’Italia dell’Alta velocità, delle carrozze con le poltrone in pelle, sala cinema e prosecco ghiacciato. Ma l’Italia degli studenti, dei pendolari, dei pensionati, dei poliziotti. Non può consolare sapere che secondo le statistiche il sistema ferroviario italiano è considerato fra i più sicuri d’Europa. Né che una collisione del genere non si verificava da nove anni. E neppure che dei 59 morti per incidenti ferroviari nel 2015 (meno di un cinquantesimo rispetto alle vittime della strada) 57 sono stati travolti sui binari. Se la causa sia da ricercare nell’errore umano o degli strumenti, speriamo venga presto accertato. Ma un colpevole oggettivo lo conosciamo già: la sciagurata non politica del non trasporto pubblico. (...) Esistono ormai tecnologie tali da rendere il traffico ferroviario sicuro quasi al cento per cento, con sistemi capaci, in caso di pericolo, di bloccare automaticamente il convoglio. Che su quella linea della tragedia, peraltro ancora a binario unico nonostante un progetto di raddoppio partito addirittura nel 2007, non ci sono. Perché per averli bisogna investire: se i soldi non ci sono, o peggio ancora vengono sprecati come accadeva alle Ferrovie del Sud-Est nella stessa Puglia della tragedia del Barese, ecco che gli investimenti non si possono fare. Di conseguenza ci può andare di mezzo anche la sicurezza.(...) E se non esiste neppure un divario apprezzabile fra Nord e Sud (prova ne sia il fatto che dal 2010 sono state eliminate 15 linee in Piemonte, dove le tariffe sono salite del 47 per cento), di sicuro il Mezzogiorno è sempre più vicino all’Inferno. Adesso ascolteremo le promesse di rito. La cosa grave, temiamo, è che domani, dopo il dolore e i funerali, tutto tornerà come prima".

Sergio Rizzo, Corriere della Sera del 13/7/2016

Canzone del giorno:  Closer  To The Edge (2009) - 30 Seconds To Mars
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lunedì 11 luglio 2016

Riconciliazione


La riesplosione della questione razziale negli Stati Uniti ha generato un clima veramente preoccupante.
Il cecchino nero che uccide 5 poliziotti bianchi è la tragica e assurda risposta alle uccisioni di due neri, nei giorni scorsi, da parte delle forze dell'ordine.
La violenza contagia i vari Stati americani.
Nel corso del 2016 sono più di 500 le persone uccise dagli agenti di polizia. Molte delle vittime sono afro-americane e la loro morte ha innescato le forti tensioni razziali in corso.
Tutto il paese è attraversato da decine di manifestazioni. I dati diffusi confermano che la polizia usa la mano dura quando ha a che fare con i neri.
Dalla Carolina del Sud il reverendo Jesse Jackson, leader storico dei diritti civili degli afroamericani, sostiene che la riconciliazione e non gli attacchi violenti possono rappresentare una soluzione al problema: «Quello che è successo a Dallas è un attacco terroristico compiuto da un soldato addestrato che lo ha pianificato usando la piattaforma del movimento dei diritti civili per portare a termine i propri obiettivi personali. È un attacco terroristico ed è stato condannato da più parti. D’altra parte, il nostro Paese ha vissuto troppa violenza. In Texas puoi portare apertamente armi di tipo militare e non c’è difesa contro una cosa del genere. Io spero che da quello che è successo impareremo che bisogna cercare la riconciliazione anziché la vendetta». 

Canzone del giorno:  Country Darkness (2004) - Elvis Costello
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domenica 10 luglio 2016

Mosche

Mauro Biani, da www.maurobiani.it




















Canzone del giorno:  Black Flies (2011) - Ben Howard
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venerdì 8 luglio 2016

Scimmie

«Stupido è chi lo stupido fa», dice la mamma di Forrest Gump (gran donna). Vuol dire che a qualificarci non è la nostra condizione di nascita, ma quello che diciamo e quello che facciamo. Allo stesso identico modo, “scimmia è chi la scimmia fa”. Scimmia è chi grida scimmia a una donna africana e poi ammazza di botte l’uomo che la difende. Scimmia è il senatore (senatore!) che diede della scimmia alla ministra africana Kyenge. Scimmie sono gli ultras di calcio quando insultano e aggrediscono in branco (l’aggressione di branco è tipica delle scimmie). Scimmia è il razzismo, scimmia l’ignoranza, scimmia la paura fobica delle altre scimmie. Scimmie siamo tutti. È da lì che veniamo. La civilizzazione e la cultura sono la via, faticosissima, lungo la quale abbiamo cercato di progredire, e di emendarci dalla bestialità. Ci siamo dati regole (anche linguistiche), ci siamo dati metodi di convivenza per sopportarci meglio, tra scimmie. Ogni tanto qualcuno non ce la fa, e ridiventa scimmia. Bisogna dirglielo, con la dovuta pietà ma anche con la dovuta intransigenza, all’assassino di Fermo, così come a ogni razzista: guarda che la scimmia sei tu. E sei talmente scimmia che nemmeno sai di esserlo.

                                                 Michele Serra, l'Amaca (la Repubblica del 8/7/2016)


Canzone del giorno:  Empty (1994) - The Cranberries
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martedì 5 luglio 2016

Imbuto

"Spingo i ricordi in un imbuto del vivere dove possano passare a un'altra a uno, in fila, senza toccarsi, come i granelli di una clessidra. Dove il tempo è un gioco incomprensibile di dita che non so contare, che mai ho saputo contare.
Poi scalciano, questi ricordi, non vogliono saperne di stare fermi.
Questa è una lettera, sì, di quelle che avresti voluto scrivere e consegnare in mano al destinatario magari guardandolo negli occhi, o pulendoti le lacrime. 
Lo sai meglio di me che un conto è narrare la propria vita per quanto  la memoria possa aiutarti, un conto è denudarsi e sperare che questo atto non venga frainteso.
Sai, mi sono domandato spesso se questo scrivermi sarebbe potuto essere condiviso da te, oppure rifiutato. Prima ho pensato che potesse essere la violazione di una intensità a cui sempre hai tenuto, in cui c'ero anche io, seppure in una maniera insostenibile; poi ho creduto che guardare faccia a faccia gli accadimenti fosse unico modo per ricevere un perdono. Non il perdono tu, o il perdono da esibire per far tacere la coscienza; ma il perdono come conciliazione con un passato preso di striscio, un passato che ancora attende una soluzione".


                              Cristiano De André, La versione di C. (Mondadori)


Canzone del giorno:  Dietro la porta (1993) - Cristiano De André
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sabato 2 luglio 2016

Dacca

Tre attentati negli ultimi giorni. Dopo Istanbul e Mogadiscio, ieri sera l'Isis ha direzionato la sua ferocia omicida a Dacca, la capitale del Bangladesh.
Morti, feriti, ostaggi...
Una catena di attentati che fanno capo all'Isis e alla sua follia che cerca, come è stato detto, di sviluppare un "franchising del terrore”, tenuto conto delle tante organizzazioni terroristiche che, sparse in tutto il mondo, rivendicano in suo nome questi vili massacri.
Stamani Franco Venturini, sul Corriere della Sera, parla di un Califfato che reagisce con il terrore di fronte a delle parziali sconfitte che sta subendo nel suo territorio di riferimento: "Tre giorni dopo la strage all’aeroporto di Istanbul (non ancora rivendicata ma attribuita all’Isis da tutti gli esperti internazionali), il sanguinoso attacco di Dacca conferma che il Califfato reagisce con il terrore alle sconfitte parziali che sta subendo in Iraq, in Siria, e anche in Libia, dove dovrebbe essere prossima una definitiva caduta del caposaldo di Sirte. La scelta del Bangladesh offre poi un’altra indicazione: che l’Isis sta allungando i suoi tentacoli anche in Paesi che prima della seconda metà del 2015 non figuravano tra i suoi territori di presenza e di azione. E’ il caso  appunto del Bangladesh ma è anche dell’Afghanistan dove esistono reparti di talebani con le bandiere nere del Califfo, ed è soprattutto il caso di varie zone dell’Africa dove l’Isis ha stretto alleanze con Al Qaeda (nel Sahel), con ribelli di vecchia data che difendono il «loro» territorio (nel Sinai egiziano), con i Shabab (in Somalia) e soprattutto con Boko Haram (in Nigeria). Oltre, beninteso, alla penetrazione in Libia che non cesserà con la caduta di Sirte.
Mantenendo l’Europa e in particolare la Turchia nel mirino, l’Isis attua così una nuova strategia per alzare il prezzo della pressione militare che subisce in Iraq e in Siria da parte della coalizione occidentale e della Russia. Un passaggio purtroppo obbligato, se si vuole battere sul campo il Califfato. Estirparne il criminale messaggio sarà poi impresa assai più ardua, almeno fino a quando esisterà un vittimismo storico dei sunniti. Anche a questa seconda e più difficile fase l’Occidente dovrebbe prepararsi".


Canzone del giorno:  When We Stand Together (2011) - Nickelback
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venerdì 1 luglio 2016

Playlist Giugno 2016

1.      Ivano Fossati, Una notte in Italia(700 giorni – 1986) – Repubblica
2.      Edoardo Bennato, Pronti a salpare – (Pronti a salpare – 2015) – Gommone
3.      Alicia Keys, Doesn’t Mean Anithing – (The Element of Freedom – 2009) – Sindaci
4.      Muse, Panic Station – (The 2nd Law – 2013) – Panico
5.      Michael Bublé, Everithing(Call Me Irresponsible – 2007) – Tutto
6.      Doors, Strange Days(Strange Days – 1967) – Viltà
7.      Mark Knopfler, All That Matters – (Shangri-La – 2004) – Ferocia
8.      AC/DC, The Razors Edge(The Razors Edge – 2009) – Fuoco
9.      The Cure, A Forest – (Seventeen Seconds – 1980) – Forestali
10.  Alice Cooper, Only Women Bleed – (Welcome to My Nightmare – 1975) – Sindache
11.  U2, Exit – (The Joshua Tree – 1987) – Brexit
12.  Gloria Estefan, Destiny(Destiny – 1996) – Destino
13.  Elisa, Lontano da qui – (L’anima vola – 2013) – Yulin