nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 29 novembre 2014

Erede

«Berlusconi vuole governare con lucidità, e la parola lucidità qui la dico e qui la nego, una fase di transizione del Paese d’intesa con il Pd: poi, se al termine di questo percorso lui ce la facesse a vincere ancora, allora sarà Napoleone...». 
E non ce la facesse? 
«Gestirà la sconfitta con il suo vero erede». 
E chi sarebbe? 
«Renzi, è chiaro! Perché è Renzi il capo della nuova generazione che si riconosce nel trasversalismo inventato da Berlusconi medesimo. Staffetta perfetta». 
(…)
«Il cosiddetto Patto del Nazareno è la legittimazione della legislatura, e non per ragioni puramente aritmetiche. Vogliamo rinfrescarci la memoria? Dopo le elezioni del 2013, Berlusconi disse: voglio un governo di larghe intese e voglio che Napolitano resti presidente. Ricorderai che Bersani non lo ascoltò e provò a fare il governo del cambiamento con Grillo, andando subito a sbattere. Così spuntò fuori Letta, che pensò di farsi un governo in accordo con Alfano. Ma durò un battito d’ali. A quel punto chi arriva?».
Renzi.
«Bravo, arriva Renzi. E che fa? Riceve subito Berlusconi al Nazareno, nella sede del Pd, e lì gli spiega che accetterà entrambe le sue richieste, su governo e Quirinale. Tutto qui. Semplice semplice. Per questo il Patto tiene. E vi sarei grato se voi del Corriere riusciste a spiegarlo anche a quei due premi Nobel di Fitto e di Brunetta...». 

da un'intervista di Fabrizio Roncone a Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio (Corriere della Sera del 27/11/2014) 

Canzone del giorno:  Winter's Heir (2009) - Sea Wolf
Clicca e ascoltaWinter....

giovedì 27 novembre 2014

L'ultimo


Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
ci accorgeremo che non si potrà mangiare il denaro.

da una citazione dei Pellerossa americani 





Canzone del giorno:  The Last Three Minutes (2003) - Chris Botti
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lunedì 24 novembre 2014

Grigia miopia

A proposito di giustizia (e d’ingiustizie)... Anzi, a proposito di "Grigia miopia dell'ingiustizia", il Corriere della Sera, pochi giorni fa (10/11/2014), ospitava un sintetico ma efficace intervento del famoso giurista Sabino Cassese.
L'argomento trattato ha proprio a che fare sui ritardi della nostra giustizia, che rappresenta un serio campanello d'allarme generando il moltiplicarsi della sfiducia e un nefasto adattamento all'illegalità: "La durata media dei processi è tra le più alte in Europa. In media, nelle corti americane, è necessario non più di un anno per esaurire tutti e tre i gradi di giudizio. In Italia ne servono otto. Per questo, l’Italia è continuamente sanzionata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la fiducia degli italiani nell’affidabilità del ricorso alla giustizia è nettamente inferiore alla media europea, la maggioranza degli italiani è convinta che i giudici non siano imparziali, molte multinazionali americane sono restie a investire in Italia.
Questa situazione ha conseguenze sull’intero sistema istituzionale e sui rapporti tra Stato e cittadino. Infatti, le norme diventano realtà con l’intervento dei giudici, che sono l’anello che chiude la catena del sistema giuridico. Sono le corti che debbono assicurare, in ultima istanza, il rispetto del diritto. Ma giustizia ritardata è giustizia negata. Dal che conseguono l’impunità, la fuga dalla giustizia e l’adattamento all’illegalità (il condominio rinuncia a portare in giudizio il condomino moroso, se sa che occorreranno anni per ottenere giustizia). Insomma, l’insufficienza grave dell’intera macchina giudiziaria produce effetti che si ripercuotono sull’intero vivere civile, impediscono o rallentano gli investimenti, disabituano a quel severo minimo di governo che è necessario in ogni società, inducono a comportamenti illegali".


Canzone del giorno:  In The Gray (2001) - Hot Water Music
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sabato 22 novembre 2014

Debolezza

Per quasi un secolo l'eternit è stato usato come materiale edile. A Casale Monferrato, migliaia di morti in questi anni, per colpa del cemento-amianto.
Mercoledì scorso la Corte di Cas­sa­zione ha annullato, sulla base della prescrizione dei reati, le precedenti condanne del processo Eternit. Annullati i risarcimenti a favore dei familiari delle tantissime vittime.
Tutto ciò genera un palese senso di frustrazione e smarrimento. Giustizia non è stata fatta, anzi, come scrive sul Corriere della Sera, Beppe Severgnini, non si tratta di ingiustizia, ma di assenza di giustizia: "Dopo ThyssenKrupp, Eternit. Una coincidenza che sa di beffa e provoca frustrazione. Nessuno chiede colpevoli per forza; ma neppure innocenti per debolezza. Debolezza delle norme, delle procedure, di chi deve applicarle. Umiliante: non c’è altro aggettivo per descrivere quant’è accaduto. Un’umiliazione che non tocca solo le 983 parti civili (parenti ed enti locali), ma tutti gli italiani. È umiliante sentire dire dal sostituto procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, che l’imputato è «responsabile di tutte le condotte a lui ascritte». E poi concludere: «Reato prescritto». «Per reati come le morti da amianto che hanno latenza di decenni serve un intervento legislativo?». Si faccia, allora. Oppure taccia, la politica. Non si tratta di ingiustizia; ma di assenza di giustizia, e non è meno grave. Molto è stato detto e scritto sui meccanismi difettosi della prescrizione, sul bizantinismo delle procedure, sulla grottesca lunghezza dei processi che ci ha reso colpevoli (e ridicoli) in Europa. Nelle ore che seguono la decisione della Cassazione basti ricordare che ci sono 3.000 morti. Il tumore ai polmoni non si prescrive. Le prigioni italiane sono piene di criminali comuni. I grandi responsabili dei grandi disastri (dalla salute all’ambiente, dalla finanza al fisco) difficilmente pagano con il carcere. Non accade altrove. Da noi i condannati di questo tipo di reati sono 156 (avete letto bene: centocinquantasei). Rappresentano lo 0,4% dei detenuti. Nell’Unione Europea sono dieci volte di più. In Germania — una democrazia impeccabile, non un’oscura satrapia — 55 volte di più. L’impunità sta diventando il sigillo della società italiana. Alle malefatte senza conseguenze dei «colletti bianchi» si aggiungono le ipocrisie della politica, incapace di introdurre novità sostanziali nel diritto penale; le autoassoluzioni della pubblica amministrazione, a tutti i livelli; le difese e le chiusure corporative che la vicenda di Stefano Cucchi, morto di percosse, ha evidenziato. Troppo spesso chi, in Italia, si scaglia contro «il giustizialismo» detesta, molto semplicemente, la giustizia. C’è un fastidio antico nell’immaginare una persona in carcere: un’inconfessabile solidarietà contro la guardia, e per il ladro, che deriva da secoli di dominazioni straniere. Storicamente spiegabile, ma socialmente disastroso. La diffusa antipatia per il diritto, che i professionisti del diritto contribuiscono spesso ad alimentare, crea il fondamento psicologico per le assoluzioni collettive. Il sogno dei farabutti di ogni epoca. Prima pagina venti notizie / ventuno ingiustizie e lo Stato che fa? / Si costerna, s’indigna, s’impegna / poi getta la spugna con gran dignità! / Venticinque anni fa, Fabrizio De André aveva già capito tutto".



Canzone del giorno:  Don Raffaè (1990) - Fabrizio De Andrè
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mercoledì 19 novembre 2014

Post Scriptum Film

Andiamo a quel paese
REGIA: Salvatore Ficarra Valentino Picone
INTERPRETI: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Fatima Trotta, Tiziana Lodano
DURATA: 90'
USCITA:
Gli italiani che vivono-sopravvivono grazie alle pensioni di parenti e conoscenti sono di più di quanto s'immagini.
La pensione dei più anziani, anche quando non é un granché, rappresenta un toccasana per tanta famiglie impelagate nella morsa della crisi.
La ditta Ficarra & Picone parte da questa trista situazione, tipica dei nostri tempi, per impiantare la storia del loro ultimo film.
Andiamo a quel paese gioca su equivoci e problematiche di una coppia (e del loro amico) che, colpita dalla disoccupazione, si trasferisce nel paesello d'origine per sopravvivere alla crisi e beneficiare degli emolumenti da pensione dell’anziana suocera di Salvo Ficarra.
Il tema è caldo e gli anziani-pensionati divengono protagonisti di uno scenario nel quale acquisiscono un forte potere contrattuale nei confronti dei giovani adulti, tutto basato sull'erogazione monetaria dell’Inps.
Idea simpatica, attori anziani affabili e nonostante una sceneggiatura non sempre ben strutturata, i due comici siciliani riescono a catturare le risate del numeroso pubblico che riempie le sale in questi giorni.
Successo al botteghino di un film che poteva meglio impiegare i vari bravi attori chiamati nei ruoli secondari (Nino Frassica, Francesco Paolantoni, Mariano Rigillo) e sfruttare con più efficacia alcune tematiche intrinseche nella tristezza di questi anni amari e difficili per molte famiglie.
Se una commedia che si rispetti deve avere qualcosa di cinico non ci si può soltanto concentrare su degli anziani che muoiono perché tentano di accaparrarsi la cioccolata nascosta sopra un armadio e di cui sono stati privati.
La copia, però, è super-collaudata e appaino dense di simpatie le progressive gag che offrono allo spettatore.
Nella parte finale la più brava a riempire la scena è l’attrice Lily Tirinnanzi nella parte della zia Lisa, promessa sposa di Valentino. Per il resto quel sano divertimento che non guasta, comprese le nonnine che, per sfruttare la loro condizione “agiata” intuiscono che è il momento di una nuova giovinezza (leggi assegno mensile Inps), fra serenate, ancheggi e fresche pettinature.

Canzone del giorno:  You Took Advantage Of Me  (1956) - Ella Fitzgerald
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lunedì 17 novembre 2014

Strada buia

Dice Renzi dall'Australia: «I Grandi paesi del mondo condividono l'idea di fondo: l'austerità non basta. Servono investimenti e riforme. L'Europa deve cambiare gioco e puntare di più su crescita e occupazione: dobbiamo cambiare strategia come eurozona, come ci hanno suggerito Barack Obama e David Cameron stamattina. (…) Stiamo facendo molte riforme, lavoro, fisco, giustizia civile, Pubblica Amministrazione, riforma costituzionale, corruzione ed evasione. E la più importante di tutte, la scuola. Ma l'Europa deve cambiare gioco e puntare di più su crescita e occupazione».
Dicono gli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, sul Corriere della Sera, che la legge di Stabilità del governo Renzi è poco incisiva: «una legge partita con buone intenzioni si è trasformata in una manovra irrilevante per la crescita. Perché? Il problema è che l’impegno di Renzi è durato lo spazio di un mattino. Approvata la legge, e difesala a Bruxelles, il premier, anziché seguirla passo passo, se ne è disinteressato e si è occupato d’altro: di legge elettorale e di riforme istituzionali. Riformare lo Stato non è tempo perso: serve a governare meglio, anche l’economia. Ma nell’emergenza in cui ci troviamo non possiamo permettercelo: il tempo stringe, tutte le forze vanno destinate a far riprendere la crescita, altrimenti avremo un Paese magari con istituzioni migliori, ma dissanguato».
Difficile più che mai trovare il bandolo della matassa, l’elemento appropriato che permetta di chiarire la situazione e, soprattutto, di risolvere il problema. 
Un sistema che continua a trovarsi impelagato in una strada buia.

Canzone del giorno:  Dark Road (2007) - Annie Lennox
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sabato 15 novembre 2014

Cometa

La superficie della cometa fotografata da una
delle microcamere
"Quell’affarino metallico si è posato sulla cometa dopo un viaggio di dieci anni. Sono tanti dieci anni, quante vite sono passate, è morta tanta gente e quell’affarino ha viaggiato per un pezzo di vita. E per cinque milioni di chilometri.
Dieci anni, cinque milioni di chilometri: cifre che mi spaventano, che ci sorprendono, eppure non sono un bel niente, sì, sono una nullità in quello spazio infinito. Dal lato emotivo questa roba mi fa vibrare il cuore.
Vorrei vedere com’è fatta la cometa, che dev’essere come quella che mettiamo ogni anno in punta all’albero di Natale. Dal lato fisico, carnale, mi viene da domandare, ma ne vale la pena? Quanti soldi questo viaggio e tutto quanto. La ricerca è nobile, è un dovere, ma dobbiamo fare i conti con noi stessi. Quanti sono i problemi che dobbiamo affrontare quaggiù, sulla nostra Terra. Il dovere della ricerca per sconfiggere le malattie, vedercela con gli interessi dei grandi colossi farmaceutici: medicine, ricerca.
Retorica? Ma sì, però è anche la realtà. Parliamo di fame del mondo, di quanti
bambini muoiono per fame e sete, malattie. Sempre realtà, poi chiamiamola pure retorica. Eccoli i conti da fare insieme.
Avventuroso e fantastico quel viaggio mi esalta, m’intenerisce anche. Ma in quei dieci anni di volo nel silenzio dello spazio qua c’erano le esplosioni della guerra, le urla dei morti, la gente che soffriva e i bambini che svanivano. Sono spaccato, lacerato in queste due visioni. Quaggiù c’è da fare così tanto, migliorarci noi uomini e migliorare la Terra. Già, proprio qui. O forse sarebbe meglio, opportuno ecco, che ci lanciassero anche noi sulla cometa, uno alla volta. Sparati lassù.

Mi affascina davvero. Se mi dicessero che sono alla fine, un malato terminale, monterei su uno di quegli aggeggi lì e andrei a vedere lassù, che cosa c’è al di là. Mi farei cinque milioni di chilometri, che non sono neanche una capocchia di spillo rispetto agli spazi dell’universo. Sarei testimone di quello che so, che non siamo niente".

                     Mauro Corona, Come vorrei essere anch'io sulla cometa (La Stampa 14/11/2014)


Canzone del giorno:  I'm On Fire (1985) - Bruce Springsteen
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venerdì 14 novembre 2014

Praesentibus

"Le belve fuggono di fronte al pericolo e, quando si sono salvate, si sentono al sicuro: noi ci tormentiamo e per il futuro e per il passato. Molte nostre prerogative ci nuocciono; il ricordo rinnova l'angoscia della paura, il prevedere il futuro ce l'anticipa; nessuno è infelice solo per i mali presenti". 

...nemo tantum praesentibus miser est.


                                 Seneca, Epistulae Morales Ad Lucilium – Libro I, V, 9


Canzone del giorno: What About Today (1969) - Barbra Streisand 
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mercoledì 12 novembre 2014

Crepuscolo

Vittorio Zucconi su Repubblica ha dedicato un articolo al “triste declino” del Presidente degli Stati Uniti: “Il crepuscolo dell’uomo che prometteva troppo era già scritto nello splendore di una promessa che nessuno avrebbe potuto mantenere: quella di cambiare in meglio l’America, e magari il mondo, in qualche anno”.
Troppe aspettative? Ansie da risultato? Deficienza di leadership?: “Dopo averlo immaginato troppo grande sei anni or sono, gli avversari sono riusciti a farlo apparire troppo piccolo, nelle opposte caricature della retorica politica. Insieme abbagliati, o terrorizzati, dalla sua diversità”.
Il titolo dello scritto è senza sottintesi: “Troppe speranze per un uomo solo”.
L’ineluttabilità di quanto accaduto appare chiara all’editorialista: “Poiché le delusioni sono sempre proporzionali alle illusioni, specialmente per la “sinistra” e i “progressisti” facili all’ubriacarsi delle proprie parole, la parabola discendente di colui che aveva promesso di “Change”, cambiare, ed è invece stato cambiato dalla realtà, era inevitabile”.
Probabilmente troppo impietoso il giudizio finale: “Obama era, ed è, un uomo normale proiettato in un ruolo forse troppo grande per lui. Ma molto meno catastrofico di come ora appaia dopo la rivincita – o la vendetta – di un elettorato che lo ha voluto frustare per la sua sfacciataggine e per i suoi tentativi,  falliti,  di rimettere in azione il motore dell’American Dream per la classe media”.

Canzone del giorno:  Twilight Omens (2009) - Franz Ferdinand
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lunedì 10 novembre 2014

Declino

Sono molti gli errori commessi in questi anni da Barack Obama.
Le aspettative erano così alte che oggi, dinanzi a un suo declino e a quello del partito democratico che perde la maggioranza al Senato, la sua forza appare annebbiata e la sua America non all'altezza di fronteggiare i nuovi scenari nazionali e internazionali.
Un consenso in caduta libera. Un momento davvero difficile per un Presidente che (probabilmente) ha promesso troppo e che si ritrova con dei cittadini che, adesso, lo ritengono incerto, non più in grado di gestire e tutelare gli Stati Uniti, sopratutto in politica estera. L'avanzata dell'Isis e la sua carica distruttiva sono soltanto l'ultimo dei delicatissimi problemi che creano un carico di difficoltà gestionali.
In un primo tempo Barack Obama ha saputo adeguatamente rispondere, con efficacia e coerenza, alle aspettative del ruolo ricoperto di uomo più potente del mondo. L'ambiente interno e la stragrande maggioranza del mondo occidentale hanno manifestato approvazione e lodi nei suoi riguardi.
Adesso il Presidente si ritrova incastrato in un inestricabile labirinto. Attese deluse e conseguenze negative che non tardano ad arrivare in termini di consenso. La sua leadership appare debole e sono in tanti a sostenere che egli abbia fatto molto meno di quando ci si aspettasse.

Un declino non annunciato e non prevedibile.

Canzone del giorno:  Alone Tonight (1980) - Genesis
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domenica 9 novembre 2014

Leggiamo



"We read to know we are not alone".

"Leggiamo per apprendere di non essere soli".



Clive Staples Lewis (1898-1963)



Canzone del giorno:  Non siamo soli (2007) - Eros Ramazzotti ft. Richy Martin
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giovedì 6 novembre 2014

Scremare

Costanza Rizzacasa d’Orsogna ci aiuta a riflettere, attraverso un suo articolo sul
Corriere della Sera, sull'approccio contemporaneo alla lettura. La domanda che nell'era di Internet si si pone è sempre la stessa: "Ma è proprio vero che leggiamo meno?".
Una domanda complicata e piena d'insidie che racchiude più interrogativi che hanno a che fare con la soglia di attenzione dell'uomo internauta, con l'affermazione trionfale dei social network e con molti equivoco di fondo su come e quanto si legge. "Tutto questo ha un nome. Reading insecurity, l’insicurezza della lettura: l’ansia di non saper più leggere, di non assorbire, nell’era digitale, quanto un tempo. È dappertutto, e contagiosa". (...) La scienza acuisce il dubbio. Online non leggiamo ma scremiamo, dicono: i nostri occhi come scanner. «Leggiamo per informarci», come se valesse meno. Distratti da link, video e pop- up, ma anche email e social: un vortice di allettanti contenuti a portata di clic. Addirittura, a giugno, uno studio della Victoria University di Wellington, in Nuova Zelanda, suggeriva che Google ci rende stupidi. Atrofizzando la capacità di far domande e uccidendo la voglia di sapere. Mentre il fuoco di fila di stimoli estranei impedirebbe la costruzione della memoria a lungo termine".
La giornalista si chiede se tutto ciò sia vero. Se veramente tutto sia reso vago e effimero da Internet oppure stiamo idealizzando un mondo di grandi appassionati di lettura che non è mai esistito, anzi non si deve dimenticare che "Internet ha democratizzato la lettura: possiamo accedere quasi gratuitamente a infiniti documenti, un miliardo e più di siti. E con gli e-book portiamo con noi una biblioteca. Leggere più velocemente, poi, vuole dire poter leggere di più. Quanto impiegheremmo oggi per una ricerca se non ci fosse Internet? Non sarà, la nostra, mal riposta filosofia del sacrificio, che se non costa fatica poi non vale?"
Rispetto a tanti anni fa dedichiamo molte più ore all'interconnessione e tutto ciò significa, senza dubbio, minore tempo dedicato alla lettura dei libri. In realtà, però, ognuno di noi dedica più tempo alla lettura. Sembra una contraddizione ma la questione offre interessanti interrogativi.


Canzone del giorno: The Book I Read (1977) - Talking Heads
Clicca e ascoltaThe Book....

martedì 4 novembre 2014

Reincarnazione

Silvia Ziche, da google.it























Canzone del giorno:  Toccami (1994) - Ron
Clicca e ascoltaToccami....

lunedì 3 novembre 2014

Eleganza


"L’arroganza può portarci a umiliare un nostro simile. 
 L’eleganza ci insegna a camminare nella luce".

Paulo Coelho, Il manoscritto ritrovato ad Accra - 2012 ed.Bompiani 





Canzone del giorno: No Substitute For Arrogance (1981) - Joe Perry
Clicca e ascoltaNo....

sabato 1 novembre 2014

Playlist Ottobre 2014

1.      Kate Earl, Nobody – (Kate Earl  – 2009) – Nessuno
2.      Jimi Hendrix, Crash Landing – (Crash landing – 1975) – Scontri
3.      Francesco Renga, Ora vieni a vedere – (Tempo reale – 2014) – Schemi
4.      Tab Benoit, I Heard That Lonesome Whistle – (Brothers To The Blues – 2006) – Arbitri
5.      Jamestown Story, Find a Way – (Find a Way – 2011) – Allora
6.      Mika, We Are Golden – (The Boy Who Knew Too Much – 2009) – Un ragazzo d’oro
7.      Samuele Bersani, En e Xanax – (Nuvola numero nove – 2013) – Battito
8.      Wolfmother, Cosmic Egg – (Cosmic Egg – 2009) – Uovo
9.      Charlotte Martin, On Your Shore – (On Your Shore – 2004) – Sponde
10.  Green Day, Panic Song – (Insomniac – 1995) – Ebola
11.  Coldplay, Don’t Panic – (Parachutes – 2001) – Panico
12.  Santana, Songs of Freedom – (Freedom – 1985) –Ironicamente
13.  The Beach Boys, God Only Knows – (Pet Sounds – 1966) –Preti