nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 29 maggio 2018

Scenari

I
Inquadrare da un punto di vista costituzionale gli eventi politici svoltisi domenica 27 maggio 2018 – il rifiuto formale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di nominare il candidato alla carica di ministro dell’Economia cui ha fatto seguito la rinuncia del presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte – e gli scenari che si aprono ora con la nascita di un «governo neutrale» e con la forte probabilità di nuove elezioni è cosa assai ardua.
Occorre anzitutto sfuggire alla tentazione di rinchiudersi nel bieco formalismo di una mera analisi testuale dell’articolo 92 della Costituzione e dell’equilibrio ivi previsto fra potere di proposta dei ministri da parte del presidente del Consiglio incaricato e potere di nomina da parte del presidente della Repubblica. Il costituzionalista che così facesse rischierebbe di assomigliare a don Ferrante manzoniano e di morire di peste nello sviluppare l’interrogativo sulla natura di essa (sostanza o accidente?).
Il prisma da cui guardare alla grave crisi costituzionale in cui la scelta politica di Luigi Di Maio e – ancor più – Matteo Salvini ha fatto precipitare il Paese è quello della situazione di anormalità costituzionale che l’evolversi della crisi di governo ha lentamente portato alla luce. In tempi normali la scelta dei ministri spetta infatti al presidente del Consiglio ed è fin troppo ovvio che le sue scelte siano condizionate dai partiti che lo sosterranno in Parlamento. Qui sta del resto il nesso fra voto popolare (art. 1, 56 e 58 Cost.), concorso alla determinazione della politica nazionale da parte dei partiti politici (art. 49) e formazione di un governo che deve poi ottenere la fiducia delle due Camere (art. 94). In questo quadro, il presidente della Repubblica svolge fisiologicamente un ruolo di suggeritore e di mediatore sulle questioni più spinose. Ed è il presidente del Consiglio che dovrà rispondere delle scelte compiute in Parlamento e nel Paese. Ma questa, appunto, è la situazione normale.
Ben altre considerazioni vengono in gioco quando sono in discussione i princìpi fondanti del sistema costituzionale, che oggi non possono non essere letti alla luce della collocazione europea e atlantica dell’Italia, dato che la Costituzione italiana è stata occidentalizzata dalle solenni scelte su Nato e Cee nei primi anni del secondo dopoguerra novecentesco. Quando è in gioco la Costituzione – che è ben altra cosa che le singole disposizioni di essa – il ruolo del suo principale garante politico – il Presidente della Repubblica – muta radicalmente. Il Capo dello Stato si attiva allora come un "motore di riserva" e le sue attribuzioni si dilatano (nei limiti di quanto non sia escluso dal testo costituzionale), purché esse siano esercitate al fine di garantire gli equilibri fondamentali della libera convivenza costituzionale.
Come già Oscar Luigi Scalfaro negli anni 1992-96 e Giorgio Napolitano nel 2011-13, Sergio Mattarella si è calato suo malgrado in questo ruolo. Se si vuole un paragone straniero, i 7 minuti del messaggio presidenziale di domenica sera – con cui Mattarella ha limpidamente motivato le sue scelte – sono paragonabili, ma con più empatia verso i cittadini, ai sei minuti del discorso del Re di Spagna sulla questione catalana dello scorso 3 ottobre: si tratta di un intervento eccezionale, che fa fronte a una situazione di grave pericolo per l’integrità dello Stato e che crea una situazione eccezionale.
Ciò cambia radicalmente i caratteri dell’attuale crisi, che da crisi di governo diventa crisi di sistema. La questione in gioco nei prossimi mesi non è più quella del destino di questo o quel leader, di questo o quell’altro gruppo dirigente. Attorno al ruolo dell’Italia in Europa, alla questione della permanenza o meno nella moneta unica e al riconoscimento del quadro che essa comporta è posta una questione costituzionale fondamentale. A meno che essa non venga rapidamente depotenziata mediante un periodo di tregua, i prossimi mesi saranno il tempo della decisione fondamentale su una questione così cruciale, gravida di conseguenze per la nostra democrazia, le nostre vite e i nostri risparmi.

Marco Olivetti, costituzionalista (Avvenire - 29/5/2018)

Canzone del giorno: Keep Passing The Open Windows (1984) - Queen
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sabato 26 maggio 2018

Folla


La maniera migliore per avere successo in politica è trovare una folla che sta andando da qualche parte e mettercisi davanti.

Arthur Bloch, Regola di Brown sul potere


Canzone del giorno: In The Crowd (1978) - The Jam
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mercoledì 23 maggio 2018

Mi hanno insegnato così

Il tragico episodio risale a quasi due anni fa.
Un anziano ottantaduenne entra nell'atrio di uno sportello bancomat per fare un prelievo di contante ma improvvisamente ha un malore e si accascia al suolo.
Subito dopo, in momenti diversi, entrano, 4 persone che ignorano l'uomo, anzi lo scavalcano, ed effettuano il loro prelevamento dalla cassa automatica. Entra un quinto uomo (nel frattempo sono trascorsi venti minuti) che si rende conto della gravità dell'accaduto, soccorre l'anziano e chiama un'autoambulanza. Nei giorni successivi l'82enne morirà in ospedale. Le telecamere della banca registrano i tragici minuti e la "sbadatezza" dei tre clienti porta la magistratura ad accusarli per omissione di soccorso.
Il fatto acquisisce maggiore eclatanza perché avvenuto ad Essen, nella civilissima Germania, e la notizia fa il giro del mondo. Qualche mese fa coloro che, con inquietante indifferenza, non hanno soccorso l'uomo sono stati condannati.
Su Il Venerdì di Repubblica, Pietro Veronese ha, a suo tempo, raccontato come si concluse il processo, evidenziando come i 4 imputati: "si sono difesi dicendo che pensavano l'uomo al suolo fosse un senza fissa dimora che si era messo a dormire lì. Il giudice non ci ha creduto. Tre di loro sono stati multati, rispettivamente per 3.600 euro (una donna), 2.800 e 2.400 euro".
Ma nell'aula del Tribunale viene interrogato anche colui che ha soccorso e tentato di salvare il pover'uomo svenuto: "alla domanda perché avesse invece deciso di intervenire, il buon samaritano Patrick S. ha risposto: "Perché mi hanno insegnato così ". Si, a quanto pare, ha proprio detto: "Perché mi hanno insegnato così ".
Poche parole che mettono al tappeto il cinismo dei più (tedeschi e europei vari) ma, soprattutto, esaltano l'arte dell'insegnamento, lo sviluppo intelligente di coloro che fanno propri i valori della società nella quale vivono e l'armonia dell'educazione.

Canzone del giorno: Teach Your Children  (1970) - Crosby, Stills, Nash & Young
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lunedì 21 maggio 2018

Sovraccarico

Dobbiamo sviluppare dunque una cultura del benessere sociale?

«Assolutamente sì. È un discorso più interessante che dire: siamo tutti vittime, siamo tutti dipendenti. Voglio focalizzarmi su che cosa si può fare. Allo stesso modo in cui si riducono il consumo di zucchero e di calorie».

La prescrizione?

«Così come la salute personale, fisica e mentale, si basa su dieta, esercizio e sonno, per la salute sociale si tratta di essere connessi in una maniera produttiva e funzionale. Al lavoro o nella vita hai bisogno di tre ingredienti: conoscenza, network e cornice temporale. Non puoi abbeverarti al primo news feed e pensare che ricevi informazioni adeguate: dobbiamo fare delle scelte, serve una dieta dell’informazione. Fino a due anni fa tutti erano ubriachi di ogni novità che arrivava dalla Silicon Valley: la velocità è bella, la mancanza di limiti è bella, il sovraccarico di informazione è bello. Ora abbiamo di fronte una sfida educativa: come col cibo, serve una dieta bilanciata».

E le reti personali?

«Il punto è che abbiamo dimenticato che cosa siano le relazioni: si deve passare dal database al peoplebase. Se hai un gruppo di persone nella tua vita, non devono essere solo numeri».

Infine il tempo.

«La vita contemporanea è dominata dalle agende. I diari e i calendari dovrebbero essere trattati come i corpi: ingerisci solo ciò che vuoi e puoi controllare. Mentre oggi tante persone non hanno il controllo sui loro calendari e sul loro tempo».

da un'intervista di Luigi Ippolito a Julia Hobsbawn (la Lettura del Corriere della Sera - 17/4/2018)

Canzone del giorno: Overload  (2006) - John Legend ft. Miguel
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sabato 19 maggio 2018

Starnuto

"La vita è fatta di tanti momenti diversi, e ogni tanto arriva anche il momento di ridere, così all'improvviso, come uno starnuto".

                             Marcello Mastroianni dal film Una Giornata particolare di Ettore Scola - 1977


Canzone del giorno: Caught a Lite Sneeze  (1996) - Tori Amos
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giovedì 17 maggio 2018

Clausura social

La realtà è ben diversa dal modello tetro e sepolcrale descritto nei Miserabili, conventi come il Petit-Picpus di Victor Hugo non esistono più da tempo e sempre più le monache di clausura mantengono contatti con il mondo esterno anche attraverso Facebook, Twitter e altri social network. Il che va bene, purché lo si faccia con misura: «Tali mezzi devono essere usati con sobrietà e discrezione, non solo riguardo ai contenuti ma anche alla quantità delle informazioni e al tipo di comunicazione», avverte la Santa Sede nell’Istruzione Cor orans dedicata alla vita contemplativa. Si tratta di «salvaguardare raccoglimento e silenzio», il rischio è «svuotare il silenzio contemplativo quando si riempie la clausura di rumori, notizie e parole».
Il testo della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata è l’applicazione normativa – rivolta alle 37.970 suore di clausura nel pianeta – della Costituzione Vultum Dei quaerere firmata da papa Francesco il 22 luglio 2016. Bergoglio parlava di «mezzi che possono essere strumenti utili» ma esortava ad un «prudente discernimento» perché non fossero «occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità».
E così, si legge ora, «le monache curano la doverosa informazione sulla Chiesa e sul mondo, non con la molteplicità delle notizie, ma sapendo coglierne l’essenziale alla luce di Dio». L’uso delle reti sociali può essere consentito «per motivi di informazione, di formazione o di lavoro». Essere «separate dal mondo» non significa essere fuori dal mondo ma rifuggire ogni «mondanità».Nei profili delle comunità di clausura, tra preghiere e descrizioni della missione, sono del resto rari, e motivati, gli interventi sulle vicende del mondo. Come il messaggio scritto su Facebook dalle Carmelitane di Hondarribia, nei Paesi Baschi. In Spagna ha fatto scandalo una sentenza per il caso di una ragazza stuprata da cinque uomini a Pamplona: il tribunale li ha condannati solo per «abuso», senza riconoscere «l’aggressione», come se non ci fosse stata violenza perché la vittima, atterrita, non aveva reagito. Così le monache del convento basco, in 26 aprile, hanno scritto: «Noi viviamo in clausura, portiamo un abito quasi fino alle caviglie, non usciamo di notte, non andiamo a feste, non assumiamo alcol e abbiamo fatto voto di castità. Questa è una scelta che non ci rende migliori né peggiori di chiunque altro, anche se paradossalmente ci renderà più libere e felici di altri. E perché è una scelta libera, difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione (questo è uno) il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo».

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera del 16/5/2018

Canzone del giorno:  Parallel Univers (2001) -  Red Hot Chili Peppers
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lunedì 14 maggio 2018

Smartphone

La dipendenza da Smartphone è ormai divenuta una vera e propria epidemia.
Con il telefonino si può fare qualsiasi cosa (o almeno così si crede!) ma è il suo uso smodato a trasformarlo in una prodotto "nocivo". Una nuova forma di droga. Praticamente una dosa quotidiana di stupefacente in forma digitale.
D'altronde al pari di quanto accade attraverso l'assunzione di droghe pesanti, gli effetti possono essere veramente deleteri per il nostro sistema psico-fisico.
Francesco Guglieri ha deciso di scrivere una lettere al proprio Smartphone e renderla pubblica sul periodico IL del il Sole 24 Ore.
Una missiva accorata e simpatica. Tutta da leggere.
"Caro Smartphone, ricordo ancora la prima volta che ci siamo visti. Era il 2007 e Steve Jobs ti sollevava alto sopra la platea orgoglioso al mondo intero: "Certe volte nella storia appare un prodotto rivoluzionario destinato a cambiare tutto", diceva. Aveva ragione anche se io non sapevo ancora: iniziano così i grandi amori, no? A poco a poco sei entrato nella mia vita: all'inizio ti usavo solo per telefonare, poi siamo andati a cena insieme noi due soli, su di te si posa il mio sguardo al mattino (così che quando mi alzo dal letto, dopo aver scorso le mail della notte, sono già in ansia per la giornata), tua è la superficie che per ultime le mie dita sfiorano prima di addormentarmi (sempre più tardi è sempre meno: la luce blu degli schermi disturba il sonno). (...) La nostra, caro Smartphone, è diventata una relazione tossica. Oltretutto ho il sospetto che tu veda un altro, un hacker russo a cui spifferi i fatti miei. Insomma, caro Smartphone ho deciso che dobbiamo lasciarci. (...)... c'è mai stata una notizia, una battuta, uno schizzo d'odio che ho ricevuto dai social che non avrei potuto scoprire più tardi, a casa o in ufficio davanti al computer... o meglio ancora MAI? Pensavo che la nostra relazione sarebbe stata per sempre, caro Smartphone, che saremmo invecchiati insieme (oddio, fino all'arrivo del nuovo modello), ma dobbiamo prenderci una pausa. Non sei tu (in fondo sei programmato per essere così), sono io. (...) È finita caro Smartphone, ma non perdiamoci di vista: ogni tanto fammi uno squillo".


Canzone del giorno: Black-out (1981) - Francesco Guccini
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domenica 13 maggio 2018

Niente

Per evitare le critiche, non fare niente, non dire niente, non essere niente.

Elbert Hubbard (1857 - 1915)


Canzone del giorno: Niente (1979) - Banco del Mutuo Soccorso
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venerdì 11 maggio 2018

Salvimaio

E così il Salvimaio si farà (forse). Qualche considerazione.
– Chi pensa che tutti gli elettori 5 Stelle siano sul piede di guerra o delusi, ha un’idea appena distorta: lo saranno alcuni, ma non la maggioranza. Sin dal 4 marzo sera era chiaro che un governo (di scopo e breve) M5S-Lega fosse non l’opzione migliore, ma l’unica opzione praticabile. Tutto il resto era impossibile (accordo M5S-Pd senza Renzi), orripilante (accordo coi renziani) o un incubo purulento a cielo aperto (Renzusconi in salsa salviniana). Salvimaio, purtroppo, era l’unica strada. E poi (presto) il voto.

– Quello che inquieta non è tanto il Salvimaio, ma il ruolo di Berlusconi. E’ un uomo che gratis non fa nulla e vorrà rassicurazioni. E’ vero che i suoi parlamentari non sono necessari, e quindi Salvimaio nasce autosufficiente, ma Berlusconi sa come vendicarsi: con le tivù, con i giornali. E con le tante giunte condivise al Nord da Lega e Forza Italia.

– I 5 Stelle esultano, ma hanno tantissimo da perdere: Berlusconi ha sempre fottuto tutti quelli che hanno cercato di fotterlo e la stessa Lega non è che all’improvviso sia diventata la forza smaniosa di fare il conflitto di interessi o “una seria legge anticorruzione”. Di Maio deve avere ben chiaro che un Salvimaio breve e di scopo è forse tollerabile, stante il risultato del 4 marzo, ma un Grillusconi (che al momento non esiste minimamente) sarebbe uno schifo inverecondo. (...)

– Renzi ha ottenuto quello che voleva e il suo “tanto peggio tanto meglio” ha la sua logica: se i giallo-verdi sbagliano, lui torna in auge. E intanto evita il bagno di sangue del voto anticipato. C’è però il risvolto della medaglia: in questa legislatura, il Pd sarà decisivo come una ciabatta lisa nel deserto. Non solo: se Di Maio e Salvini faranno poche cose ma bene, al prossimo giro potranno fare ancora più male a Renzi. Soprattutto Salvini, che ha dimostrato di avere non solo scaltrezza ma pure coraggio. Ho più volte scritto che sarebbe dipeso tutto da lui: poteva assecondare il Renzusconi II o avere palle. La seconda, e gliene va dato atto. (...)

– Proprio perché i 5 Stelle si sono finora presentati come quelli diversi, più bravi di tutti e mejo fighi del bigoncio, verranno ora – giustamente – massacrati non appena deluderanno. Non appena flirteranno coi Gasparri, saranno crivellati. Non appena dimostreranno che stare accanto ai Calderoli non è un’emergenza ma una liaison sentimentale, saranno martoriati. Non appena abiureranno alla questione morale, saranno morti. Eccetera. Se i grillini pensano di avere sconti, non hanno capito proprio nulla. Il difficile, per loro, arriva adesso.

Andrea Scanzi, Il Fatto Quotidiano (10/5/2018)

Canzone del giorno: Kiss Kiss  (2002) - Holly Valance
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mercoledì 9 maggio 2018

Il bene

Vorrei solo rettificare una visione troppo angusta e, forse, troppo rassegnata degli avvenimenti umani  e sociali. Ed infatti si può dire in generale,  si può dire anche oggi, malgrado tutto, che la realtà sia tutta e solo quella che risulta dalla cronaca deprimente, e talvolta agghiacciante, di un giornale? Certo il bene non fa notizia. Quello che è al suo posto, quello che è vero, quello che favorisce l’armonia è molto meno suscettibile di essere notato e rilevato che non siano quei dati, fuori della regola, i quali pongono problemi per l’uomo e per la società. Ma questa ragione, per così dire, tecnica, questo costituire sorpresa, questo eccitare la curiosità non escludono certo che, nella realtà, alla quale Parise ci invita ad inchinarci, ci sia il bene, il bene più del male, l’armonia più della discordia, la norma più dell’eccezione. Penso all’immensa trama di amore che unisce il mondo, ad esperienze religiose autentiche, a famiglie ordinate, a slanci generosi di giovani, a forme di operosa solidarietà con gli emarginati ed il Terzo Mondo, a comunità sociali, al commovente attaccamento di operai al loro lavoro. Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Basta guardare là dove troppo spesso non si guarda e interessarsi di quello che troppo spesso non interessa. Questa è la verità delle cose. Questa è la proporzione tra bene e male nella vita. Le anomalie possono essere talvolta vistose, ma vi è una realtà positiva, verso la quale l’attenzione e la segnalazione sono non meno naturali e non meno doverose che non siano quelle che riguardano i momenti negativi della vita umana e sociale.
Il bene, anche restando come sbiadito nello sfondo, è più consistente che non appaia, più consistente del male che lo contraddice. La vita si svolge in quanto il male risulta in effetti marginale e lascia intatta la straordinaria ricchezza dei valori di accettazione, di tolleranza, di senso del dovere, di dedizione, di simpatia, di solidarietà, di consenso che reggono il mondo, bilanciando vittoriosamente le spinte distruttive di ingiuste contestazioni. (…)
Anche un istante di perplessità, anche un sottile e fuggevole dubbio sulla propria presenza nel mondo, benché possa apparire artificioso, dovuto non alla propria inquietudine, ma ad una convenzione esteriore, può essere significativo e fare pendere, sia pure in misura minima, la bilancia dalla parte della verità, della dignità, della libertà e della giustizia. Può darsi, benché sia tutt’altro che certo, che ciò prepari una inversione di tendenza.
Dobbiamo rinunciare a questa speranza? Non dobbiamo invece forse ritenere che un momento di bontà, un impegno dell’uomo, dell’uomo interiore, di fronte alla lotta fra bene e male, serva per far andare innanzi la vita?

Aldo Moro (23 settembre 1916 - 9 maggio 1978) - da Il Giorno del 20 gennaio 1977


Canzone del giorno: Oxygen  (2017) - Giovanni Allevi
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lunedì 7 maggio 2018

Urne


Elle Kappa, da Google.it














Canzone del giorno: Mainstreet (1976) - Bob Seger & The Silver Bullet Band
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sabato 5 maggio 2018

Viaggiatore

Oh, il Viaggiatore
Viaggia e viaggia

Vede le cose sotto un vetro

Vede attraverso gli occhi di un finestrino

Vede la cose, sa che sono sue

Vede il cielo vuoto e luminoso

Vede la città addormentata stanotte

Vede le stelle spuntare stanotte

E tutto ciò è tuo e mio

E tutto ciò è tuo e mio

Oh, facciamo un viaggio, viaggio...

Iggy Pop, The Passenger (dall'Album "Lust for Life" - 1977)

Canzone del giorno: The Passenger (1977) - Iggy Pop
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mercoledì 2 maggio 2018

Spese militari

Nuovo allarmante record storico delle spese militari mondiali. Lo indica l’autorevole Sipri (Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace). Per la precisione, il totale di quella parte dei bilanci pubblici di tutti i paesi del pianeta i cui dati sono accessibili andato in acquisti di armamenti nel 2017 è pari a 1739 miliardi di dollari, cioè all’1,1 per cento in piú rispetto al 2016, l’anno precedente. I paesi che hanno maggiormente aumentato la spesa militare sono Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, India. La Russia ha dovuto diminuirle a causa delle sue difficoltà economiche e dell´aumento del debito sovrano ma prosegue a ritmo accelerato l´ammodernamento del suo arsenale sia nucleare, sia convenzionale, sia per la cyberwar. In Europa chi ha aumentato di piú le spese militari sono Francia e Svezia; sempre nella Ue e nella parte europea della Nato nell´ordine chi spende di piú sono Regno Unito, Francia e Germania. Vediamo la situazione per capitoli.

Andrea Tarquini, la Repubblica (2/5/2018)

Canzone del giorno: Masters of Wars (1963) - Bob Dylan
Clicca e ascoltaMasters....

martedì 1 maggio 2018

Playlist Aprile 2018


1.      Bon Jovi, Miracle  (Blaze of Glory – 1990) – Timone
2.      The Cure, Want  (Wild Mood Swings – 1996) –  Mala contettezza
3.      Ron, Anima  (Guarda chi si vede – 1982) –  Trivelle
4.      Bruce Springsteen, Born To Run  (Born To Run – 1975) – Sempre
5.      Beth Hart & Joe Bonamassa, Black Coffee  (Black Coffee – 2018) – Black Coffee
6.      Tears For Fears, Suffer The Children  (The Hurting  1983) –  Orfani di femminicidio
7.      Guitar Shorty, Sonic Boom  (We The People  2006) –  Missili
8.      AC/DC, That’s The Way I Wanna Rock & Roll  (Blow Up Your Video  1988) –  Stress
9.      Muse, Animals  (The 2nd Law  2012) –  Prosciutto
10.  Genesis, I Know What I Like (In Your Wardrobe)  (Selling England by The Pound  1973) –  Necessario
11.  Malika Ayane, Tempesta  (Naif  2015) –  Io sono tempesta
12.  Buddy Guy, Good News  (DJ Play My Blues  1982) –  Audio-cannoni
13.  Sam Brown, Contradictions  (April Moon  1990) –  Idee contraddittorie