Vorrei solo rettificare una visione
troppo angusta e, forse, troppo rassegnata degli avvenimenti umani e
sociali. Ed infatti si può dire in generale, si può dire anche oggi,
malgrado tutto, che la realtà sia tutta e solo quella che risulta dalla cronaca
deprimente, e talvolta agghiacciante, di un giornale? Certo il bene non fa
notizia. Quello che è al suo posto, quello che è vero, quello che favorisce
l’armonia è molto meno suscettibile di essere notato e rilevato che non siano
quei dati, fuori della regola, i quali pongono problemi per l’uomo e per la
società. Ma questa ragione, per così dire, tecnica, questo costituire sorpresa,
questo eccitare la curiosità non escludono certo che, nella realtà, alla quale
Parise ci invita ad inchinarci, ci sia il bene, il bene più del male, l’armonia
più della discordia, la norma più dell’eccezione. Penso all’immensa trama di
amore che unisce il mondo, ad esperienze religiose autentiche, a famiglie
ordinate, a slanci generosi di giovani, a forme di operosa solidarietà con gli
emarginati ed il Terzo Mondo, a comunità sociali, al commovente attaccamento di
operai al loro lavoro. Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Basta guardare là
dove troppo spesso non si guarda e interessarsi di quello che troppo spesso non
interessa. Questa è la verità delle cose. Questa è la proporzione tra bene e
male nella vita. Le anomalie possono essere talvolta vistose, ma vi è una
realtà positiva, verso la quale l’attenzione e la segnalazione sono non meno
naturali e non meno doverose che non siano quelle che riguardano i momenti
negativi della vita umana e sociale. Il bene, anche restando come sbiadito nello sfondo, è più consistente che non appaia, più consistente del male che lo contraddice. La vita si svolge in quanto il male risulta in effetti marginale e lascia intatta la straordinaria ricchezza dei valori di accettazione, di tolleranza, di senso del dovere, di dedizione, di simpatia, di solidarietà, di consenso che reggono il mondo, bilanciando vittoriosamente le spinte distruttive di ingiuste contestazioni. (…)
Anche un istante di perplessità, anche un sottile e fuggevole dubbio sulla propria presenza nel mondo, benché possa apparire artificioso, dovuto non alla propria inquietudine, ma ad una convenzione esteriore, può essere significativo e fare pendere, sia pure in misura minima, la bilancia dalla parte della verità, della dignità, della libertà e della giustizia. Può darsi, benché sia tutt’altro che certo, che ciò prepari una inversione di tendenza.
Dobbiamo rinunciare a questa speranza? Non dobbiamo invece forse ritenere che un momento di bontà, un impegno dell’uomo, dell’uomo interiore, di fronte alla lotta fra bene e male, serva per far andare innanzi la vita?
Aldo Moro (23 settembre 1916 - 9 maggio 1978) - da Il Giorno del 20 gennaio 1977
Canzone del giorno: Oxygen (2017) - Giovanni Allevi
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