nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 30 ottobre 2021

Salita

Così va il mondo

Non puoi mai sapere
Dove riporre tutta la tua fede
E come crescerà?

Mi solleverò
Bruciando buchi neri in ricordi oscuri
Mi solleverò
Trasformando gli errori in oro…

Così passa il tempo
Troppo veloce da domare
Improvvisamente ingoiato da segni
Guarda un po’

Mi solleverò
Troverò magneticamente la mia direzione
Mi solleverò
Giocherò il mio asso nella manica

Eddie Vedder, Rise (2007)

Canzone del giorno: Rise (2007) - Eddie Vedder
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mercoledì 27 ottobre 2021

Cattiveria

Il governo giustamente si occupa di arginare il virus attraverso i vaccini, ma chi si occupa della rabbia, del risentimento? L’Italia, come il mondo, si è ammalata di Covid, ma l’Italia si è ammalata di cattiveria forse assai più che il resto del mondo. Serpeggia un’intossicazione perenne nel nostro corpo sociale. E chi non ha rabbia pare sfinito, rassegnato. Insomma, c’è uno sfondo depressivo da Nord a Sud di cui nessuno sa come occuparsi. Pare quasi che la politica neppure si avveda di questa condizione. Eppure qualche segnale ci sarebbe, a partire dall’astensione nelle urne. Niente da fare, ognuno va avanti coi riti sempre più stanchi delle proprie dichiarazioni vacuamente protese a salvaguardare un essere di destra e di sinistra che non si sa più bene cosa siano. E la confusione è tale che i libertari di un tempo sembrano confiscati da uno spirito conservatore e i conservatori con mala grazia assumono pose da libertari. Non è un tempo facile da decifrare. Sicuramente ci sono troppe ferite senza guaritori, ci sono troppe domande senza risposte. La medicina non può diventare una religione. Il medico non è il parroco che ci deve dare l’assoluzione, il policlinico non è la nostra cattedrale e il virologo non può diventare il nostro teologo. Abbiamo bisogno di combattere il virus senza rimuovere l’idea che la vita per sua natura è essenzialmente pericolosa e sempre esposta alla sua fine. Una volta questa cosa si chiamava angoscia esistenziale, ora è un’espressione caduta in disuso. Ora nel gioco del consumare e produrre la faccenda della morte sembra fuori luogo, non si sa dove metterla, come se la questione fosse trovare un posto dove ingombra meno, e invece una società che non fa i conti con la morte è già sostanzialmente estinta, condannata al frivolo e al posticcio. La politica in questo momento riesce a produrre solo soluzioni tecniche, non riesce a dire nulla al cuore degli uomini e delle donne e quando ci prova sono pensieri volgari, di poco conto, sempre tarati sull’ultima notizia. Abbiamo bisogno di un partito che ci aiuti a sostenere le nostre insonnie, le nostre tristezze. E invece siamo senza partiti e senza comunità. E in fondo anche senza amici. Gli amici servono a poco se il tono della vita sociale è quello della cattiveria. Ogni cosa che diciamo ci rende colpevoli agli occhi degli altri. La nostra semplice presenza è un poco fastidiosa perché ci muoviamo in uno spazio saturo di parole, perché abbiamo abolito il vuoto e il silenzio e dunque ora siamo gli ergastolani del chiasso, della connessione. E non c’è pace nei palazzi del potere e nelle case della gente. Dobbiamo fare qualcosa, ma forse la cosa più utile è non fare niente.

Franco Arminio, il Fatto Quotidiano (23/10/21)

Canzone del giorno: L'erba cattiva (2007) - Enzo Gragnaniello
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lunedì 25 ottobre 2021

Esperto


“Un esperto è una persona che sa sempre di più su sempre di meno, fino a sapere tutto di niente.”

Arthur Bloch

Canzone del giorno: Nothing I Do (2005) - Jamie Cullum
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sabato 23 ottobre 2021

La Bestia

Immaginate una timeline lunga quasi 10 anni. La prima data evidenziata è il 2012. Matteo Salvini è ospite a Porta a Porta, Luca Morisi lo vede mentre fa una diretta con l’iPad e dialoga con gli ascoltatori. Racconterà: “Questa capacità di ibridare i due media, la tv e i social, mi ha appassionato così tanto che lo cercai ed è nato un rapporto professionale”. A giugno Salvini viene eletto segretario della Lega Nord. Un anno dopo assume Morisi: “Lavoro per lui quasi 24×7″, scrive su Twitter. La prima cosa che fa è ideare una strategia social cucita su misura per il Capitano. Pensa, progetta e gestisce “la Bestia”, un team di esperti digitali che coprono la vita pubblica e privata di Salvini 24 ore al giorno, festività incluse. Il vincolo è quello della riservatezza assoluta. Morisi in poco tempo non solo rende Salvini il politico più social d’Italia, ma i due insieme trasformano la Lega Nord in un partito sovranista che tocca addirittura il 34% per cento di preferenze alle Europee del 2019. Continuiamo a scorrere la nostra timeline immaginaria. Saltiamo a venerdì 24 settembre 2021. Otto anni dopo, Morisi si dimette dal suo incarico: la gestione dei social network del Capitano. A pochi giorni dalle amministrative, il 27 settembre 2021, i giornali raccontano di un’inchiesta della procura di Verona per cessione di stupefacenti (che va verso l’archiviazione) e che vede protagonista proprio il guru dei social di Salvini. I giornali non parlano di altro almeno fino ai risultati delle comunali. È il 18 ottobre e Matteo Salvini e Giorgia Meloni perdono i ballottaggi a Roma e Torino, mentre si aggiudicano Trieste. A Milano, Bologna e Napoli al primo turno, i giochi erano già fatti, con la vittoria del centrosinistra. A un mese dalle dimissioni di Luca Morisi, quale è lo stato di salute degli account social di Salvini? Un’analisi dell’attività della pagina Facebook del Capitano l’ha fatta “Tech”.

Negli ultimi due mesi si è dimezzato il numero di post medi giornalieri che passa dai 18 del 2020 agli attuali 9. E sono praticamente scomparsi i post con link, che ora pesano solamente lo 0.04% del totale. Ma il vero calo “riguarda le interazioni che passano da circa 32,5 milioni del periodo agosto – ottobre 2020 agli attuali 7,2 milioni, pari ad una media di quasi 117mila interazioni giornaliere rispetto alle 524mila del 2020. Di riflesso più che dimezzato il tasso di coinvolgimento che scende dal 0.73% al 0.30%”.

Adele Sarno, L'Uffington Post (23/10/21)

Canzone del giorno: Trip, Stumble and Fall (2002) - Coco Montoya
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giovedì 21 ottobre 2021

Progetti


I progetti sono solo delle buone intenzioni se non degenerano subito in duro lavoro

Peter Ferdinand Drucker (1909 - 2005)




Canzone del giorno: Believe In Yourself (1994) - Kenny Neal
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lunedì 18 ottobre 2021

Eterno ritorno

Non succedeva spesso, ma succedeva. Giocavamo a calcio all’oratorio, tra due filari di enormi platani. Le porte erano segnate da maglioni per terra. Non c’erano pali e traverse, ma l’occhio era allenato, e un tiro all’incrocio dei pali veniva riconosciuto subito, all’unanimità e con entusiasmo. Cosa non facile, perché la traversa era calcolata sull’altezza del portiere: una spanna sopra il suo braccio alzato. Se il portiere era un piccoletto, solo tiri a mezza altezza. Ma quando in porta ci andava Franco, agile spilungone vermiforme, potevamo tirare dove volevamo. Tanto, parava quasi tutto. Ogni tanto, però, scattava il litigio. Il portiere prendeva gol su una deviazione e se la prendeva con la difesa; il difensore falciava l’attaccante e sosteneva di non averlo toccato: insomma, cose che accadono anche in serie A. In questo caso, avveniva una cosa curiosa: più ci sentivamo in colpa, più strillavamo. Era un modo per non affrontare la discussione, che ci avrebbe visto perdenti. Mi è tornato in mente l’oratorio di San Luigi, quando ho ascoltato Giorgia Meloni in Parlamento, mentre affrontava le discussioni sulle violenze squadriste di Roma, culminate all’assalto alla Cgil e a un Pronto soccorso. «Strategia della tensione!». Ma quando mai. «Non conosco la matrice della violenze!». Ah, no? Bastava guardarli e ascoltarli. È chiaro che la maggioranza dei «No Green Pass» in piazza non era violenta (solo illogica e confusa). Ma è chiaro che i neofascisti hanno approfittato dell’occasione per far casino (come i black bloc in altre occasioni, ricordate?). A Giorgia Meloni vorrei domandare un cosa. Anzi, chiedere un piacere. Non ributtiamo i ragazzi italiani nel calderone schifoso che ha segnato la mia gioventù. La leader di Fratelli d’Italia ha vent’anni di meno e non può ricordare: ma è stato brutto, e i personaggi che oggi rimettono fuori la testa — Roberto Fiore, Luigi Aronica detto «er Pantera» — hanno la mia età. Molti di noi hanno conosciuto coetanei — neri, rossi — che hanno picchiato, ferito, sparato e ucciso. Basta così. Di questo patetico, eterno ritorno siamo stanchi. Andiamo avanti.

Beppe Severgnini, Corriere della Sera (16/10/2021)

Canzone del giorno: Kiss This World (2018) - Tinsley Ellis
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sabato 16 ottobre 2021

Desiderio estremo


Non c'è riposo senza amore,

né sonno senza sogni d'amore (…)


Il desiderio estremo 

è amore

- non può essere amaro,

non può negare,

non può contenersi

se negato:


il peso è troppo greve


- deve dare

senza nulla riavere

come il pensiero

è dato

in solitudine

in tutta l'eccellenza

del suo eccesso.


Allen Ginsberg (1926 - 1997), da Song (1954)


Canzone del giorno: Amoreunicoamore (2010) - Mina

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mercoledì 13 ottobre 2021

Le cartoline

La pandemia ha cambiato il nostro modo di rapportarci agli altri. Nessuna rivoluzione, solo il rafforzamento di una tendenza, un'accelerazione sulla via del cambiamento, con il virtuale sempre più presente e quindi costretto, per usare un gioco di parole, a diventare quasi concreto. Perché il messaggino, il “vocale”, la vignetta quotidiana diventano agenda, calendario, abitudine, come da bambini chiamare l'amico per andare insieme a scuola. A unire quei tempi e l'oggi, in apparenza ere geologiche diverse, l'arrivo inaspettato di una cartolina, se ne mandano ancora, di quelle collettive, con tante firme una sull'altra e tu a cercare di capire chi ha scritto l'indirizzo. Modi differenti di comunicare ma emozioni simili. Un tempo si frugava nella buca delle lettere, adesso si consulta il cellulare, ed è divertente vedere i puntini che si muovono mentre l'altro scrive, triste ricevere sul display la faccina che interrompe la conversazione, amaro constatare che il tuo messaggio non ha avuto risposta perché l'altro/a se n'è dimenticato o aveva di meglio da fare. Una comunicazione virtuale, certo, ma dietro ci sono storie vere. E, anche se non macchia, si usa lo stesso inchiostro, di sentimenti, di presenza, di paura, con cui si scrivono le lettere. E le cartoline. 

Riccardo Maccioni, Avvenire (8/10/21)

Canzone del giorno: Cartoline (2003) - Ivano Fossati
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domenica 10 ottobre 2021

Cortina di ferro

Le infinite vie dei migranti scoprono nuovi accessi. Per chiuderli scatta il riflesso condizionato del muro. Possibilmente a spese dell’Ue, visto che vogliono entrare in Europa. Non è passato nemmeno un quarto di secolo da che fu abbattuto il “Muro” che tagliava barbaramente la Germania e, per estensione, spezzava in due l’Europa: la “cortina di ferro”. La memoria è molto corta: adesso sono proprio i Paesi che ne erano imprigionati a voler essere dentro un nuovo muro. Dal complesso del carcere a quello della fortezza. Dovrebbe proteggere le nostre floride democrazie dall’arrivo dei poveri del mondo, compresi gli aventi diritto all’asilo politico. Sono stati i ministri dell’Interno di Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Slovacchia a chiedere «strumenti per proteggere le frontiere esterne dai flussi migratori incontrollati provenienti da Africa e Medio Oriente, anche col finanziamento di nuove recinzioni e barriere». L’Ue, per bocca della commissaria Ylva Johansson (svedese), ha fatto il pesce in barile: lo facciano pure ma con i loro soldi, non con quelli di Bruxelles. Johansson è stata formalmente ineccepibile. Ha detto che gli Stati membri hanno il diritto di costruire “recinzioni e strutture di protezione”, invocando la necessità di proteggere i confini esterni dell’Ue. Non ha specificato da chi, forse pensava alla mitica difesa europea. Ha sorvolato sul peccato originale di Bruxelles che dalla crisi del 2015 non ha saputo darsi una comune politica europea su migranti e rifugiati. Non si è avventurata sul terreno scivoloso del simbolismo valoriale di un muro. Che elimina ogni parvenza di solidarietà europea in materia di migrazioni e asilo. La nozione di barriera anti-migranti si attaglia a confini terrestri, a meno di non volerne erigere lungo spiagge e intorno a isole. Mal si capisce che vantaggio ne trarrebbero Cipro e Grecia che hanno appena respirato di sollievo post-Covid per il ritorno dei turisti sulle loro coste. Di conseguenza, i Paesi con confini marittimi, specie mediterranei, continuerebbero a ricevere sbarchi come prima e a essere sottoposti alla “regola di Dublino” per gli asili – lo si chiede dove si arriva; quelli con confini terrestri o prevalentemente terrestri terrebbero migranti e rifugiati fuori territorio grazie alla nuova barriera fisica. Niente Dublino per loro. Il motivo della levata di scudi non è difficile da capire. La compiacente connivenza del dittatore bielorusso, Alexander Lukashenko, ha portato un rigagnolo di migranti africani ai confini di Polonia, Lituania e Lettonia. In Europa si aggira lo spettro delle fughe dall’Afghanistan e della riapertura del rubinetto turco. Paesi Ue che si ritenevano al riparo da arrivi diretti si accorgono di poter finire in prima linea. Eccoli correre al riparo di un muro. Non lo chiameranno muro. Se lo costruiranno, se vogliono. Senza mandare il conto a Bruxelles. Anche Donald Trump voleva far pagare il suo al Messico, poi lo ha messo sul bilancio  del Pentagono. In Texas è rimasto a metà. In Europa c'è chi è pronto a riaprire il cantiere.

Stefano Stafanini, La Stampa (9/10/21)

Canzone del giorno: Walls (2017) - Passenger
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venerdì 8 ottobre 2021

Tacchino surgelato

Che in Gran Bretagna ci siano problemi con la catena logistica è ormai cosa nota, così come noti sono gli effetti sulla vita quotidiana dei sudditi di Sua Maestà: lunghe code per fare il pieno di carburante (finché la pompa di benzina ha riserve), scaffali dei supermercati non sempre riforniti, merce che non viene consegnata nei tempi previsti... Una situazione che ha portato il premier Boris Johnson ad ammettere che la crisi delle consegne potrebbe durare mesi. E i cittadini? Sono parecchi quelli che stanno cercando di fare scorte e in molti stanno pensando alla cena di Natale: previdenti gli inglesi, non vogliono restare senza il tradizionale tacchino e così in questi giorni stanno facendo incetta di questa carne bianca surgelata. La catena di supermercati Iceland, circa mille punti vendita nel Regno Unito, ha detto al quotidiano Telegraph che le vendite di tacchini congelati sono aumentate del 409% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, riscontrando la preoccupazione dei propri clienti per l'approvvigionamento alimentare. E le vendite di pollame sotto zero stanno in generale aumentando, anche se la Brexit sta levando i polli dalle tavole degli inglesi a causa della scarsità dei rifornimenti. La crescita della domanda di polli e tacchini era stata prevista, ma non in questa misura: il distributore Iceland aveva incrementato i propri ordini del 20%, una misura che si è rivelata insufficiente davanti alla richiesta dei clienti. Il governo inglese sta cercando di far fronte alla carenza di autotrasportatori, uno degli effetti collaterali della Brexit, ma la soluzione del problema non sarà breve, come ha ricordato il ministro delle finanze, Rishi Sunak, tanto che la situazione di caos potrebbe arrivare sino alle festività natalizie. Una previsione su cui concorda lo stesso Jonhson. Questo è bastato per scatenare la caccia al pennuto: passi per le verdure, ma il tacchino ripieno, tipico piatto natalizio inglese, proprio non può mancare.

Maicol Mercuriali, Italia Oggi (7/10/21)

Canzone del giorno: One Way Ticket (1970) - Aretha Franklin
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mercoledì 6 ottobre 2021

Incredulità

L'incredulità è la saggezza degli stupidi.


Canzone del giorno: Credo (2015) - Amara
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lunedì 4 ottobre 2021

Discriminazione

“Discriminazione”. Questa è la parola più utilizzata nel 2021. La più discussa, la più abusata, la più elastica. Elastica perché forse mai nella storia il termine “discriminazione” era stato utilizzato con accezioni così diverse, perfino opposte. Nei dibattiti sul  ddl Zan  e sul Green Pass la parola è stata (ed è) al centro di discussioni infinite, talvolta è strumentalizzata e maltrattata, senza che in fondo nessuno se ne sia accorto. (…) infine, le polemiche sul Green Pass. I suoi detrattori sostengono che sia una misura anticostituzionale e discriminatoria. Torna il termine “discriminazione”ancora. In questo caso, però, i discriminati non sono vittime, per esempio, di razzismo, sessismo, antisemitismo, omofobia o transfobia. Non sono esclusi da opportunità o privilegi di cui può usufruire la maggioranza delle altre persone. Sono persone che si auto-escludono, che scelgono di non fidarsi della scienza e di fidarsi dei gruppi Telegram amministrati da idraulici, impiegati delle poste e architetti. Sono individui che hanno la grande opportunità di usufruire del privilegio di vaccinarsi (salvandosi la vita) più ancora di quello di entrare in palestra o in un ristorante e scelgono di far parte di una minoranza di egoisti, disinformati e imprudenti. Nessuno li discrimina, anzi i tentativi di includerli nella sfera del buon senso sono infiniti. Eppure, “il Green Pass è una misura discriminatoria”, dicono. Insomma, alla fine di questo 2021 abbiamo imparato parole nuove, da “cluster” a “zoonosi”, ma abbiamo dimenticato cosa significhi “discriminazione”.

Selvaggia Lucarelli, TPI - The Post Internazionali (1/10/2021)

Canzone del giorno: Slow Train to Nowhere (2009) - John Mayall
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sabato 2 ottobre 2021

Compatto

Natangelo, da google.it















Canzone del giorno: Seasons Of My Heart (1965) - Jerry Lee Lewis
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venerdì 1 ottobre 2021

Playlist Settembre 2021

  • 1.      
    Iron Maiden, Different World – (A Matter of  Life and Death – 2006) – Corridoi umanitari
  • 2.      Pete Townshend, Pure and Easy – (Who Came First – 1972) – Musica
  • 3.      Chris Cornell, Enemy  – (Scream – 2009) –  I nemici
  • 4.      The Beatles, Ob-La-Di ,Ob-La-Da  – (The Beatles – 1968) –  Obladì, Obladà!
  • 5.      Bruce Springsteen, The Rising  – (The Rising – 2002) –  Neve Forget
  • 6.      Lynyrd Skynyrd, Simple Man – (Pronunced… – 1973) – Creazione
  • 7.      Coldplay, Only Superstition – (Brothers & Sisters – 1999) – Cornetto rosso
  • 8.      Pacifico, Le mie parole – (Pacifico – 2001) – Le parole mute
  • 9.      Enrico Nigiotti, Nel silenzio di mille parole  – (Cenerentola – 2018) –  Tra parola e silenzio
  • 10.  Sammy Hagar, Miles from Boredom  – (Danger Zone – 1980) –  La perfezione
  • 11.  Billie Eilish, My Future – (Happier Than Ever – 2001) – Long Covid
  • 12.  Gianni Morandi feat. Eros Ramazzotti, Così vanno le cose – (Come fa bene l’amore – 2000) – Avanti
  • 13.  The Black Keys, When The Lights Go Out  – (Rubber Factory – 2004) –  Suspence