nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 30 giugno 2019

Scala immobile

Gli operai finora non l’hanno nemmeno toccata, in otto mesi. È ancora lì, sfasciata e inutilizzabile come quella sera del 23 ottobre scorso, quando il rullo di metallo scivolò verso il basso a velocità folle, accartocciando le lamine e falciando le gambe dei tifosi del Cska in trasferta. Decine di feriti. L’incidente sui giornali di tutto il mondo. L’immagine del collasso Capitale. Otto mesi dopo e con oltre mezzo milione di euro già sborsato dall’Atac, la stazione della metro A in piazza della Repubblica ha riaperto, ieri mattina. Ma la rampa crollata è incredibilmente ancora fuori uso, come 247 giorni fa. Stesso discorso per l’impianto gemello che le sta affianco. Funzionano le altre 4 scale, quelle mai precipitate. E nemmeno il pannello con le bellezze di Roma tagliate dalla luce del tramonto - la magia dei Fori, la cupola di San Carlo al Corso - che l’Atac ha sistemato per nascondere alla vista la scala maledetta, riesce a coprire la vergogna dei ritardi. Incomprensibili, a pensare che una stazione centralissima, tra le più frequentate della Capitale, sia rimasta chiusa per 32 settimane di fila per una rampa collassata e che abbia riaperto, dopo tanti travagli, senza che quella scala sia stata aggiustata.
Se non ci fosse il cartonato a coprire tutto, il rullo martoriato dopo 8 mesi di chiusura sarebbe la fotografia perfetta per raccontare il tormento che vivono i trasporti romani e allo stesso tempo l’odissea di una burocrazia paludosa e goffa, che prolunga i disagi oltre ogni immaginazione. Mettere in fila le date aiuta a ricostruire responsabilità ed errori (in attesa che venga ricostruita la scala...). Responsabilità del Campidoglio, dell’Atac, della ditta di manutenzione.

Lorenzo De Cicco (Il Messaggero - 27/6/2019)

Canzone del giorno: Immobile (2011) - Alessandra Amoroso
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venerdì 28 giugno 2019

Nei panni

Mettersi nei panni, pensavo, si dice. C’è questa foto che il mondo intero guarda. Si incidono nella retina due fuochi: la maglia del padre, dentro la quale l’uomo ha infilato sua figlia. La messa nei suoi panni, da incorporata esse. Come fosse un salvagente, lui stesso: salva figlie. Subito dopo, o insieme: il braccio della bambina attorno al collo del padre. Lei si è fidata, ci ha creduto. Come figlia non crede che suo padre sappia ogni cosa, che sappia portarla in salvo. Dentro la maglia, nei suoi panni, abbracciato il padre fino all’ultimo respiro. (...) Provate uscire - immaginate di farlo -andare in riva al mare, notare vestiti o salire su una barca che vi porta forse un’altra terra, forse a morire. Ci andreste, stamani, 
stanotte, a nuoto, altrove? Vi mettereste vostra figlia nella maglia, se ha due anni non sa nuotare? E cosa potrebbe indurvi a farlo, furbetti che non siete altro? Facile, eh? Provate a fottere le nostre leggi. I porti sono chiusi. Pensavate di fregarci? Invece guarda: siamo noi che freghiamo voi. Che soddisfazione. Applausi. Speriamo solo che nessuno dei Trump grandi e piccoli, al mondo, abbia mai bisogno di una mano ci si tende, a mare. Speriamo che mettersi nei panni anziché esserci davvero, provare immaginare, sia ancora un esercizio praticabile. La magia di Oscar, quella. Angie, la bambina col braccio attorno al collo di suo padre. Lì siete voi, nella corrente del fiume, con le scarpe che pesano, adesso. Lì siamo tutti, se chiudiamo gli occhi: al centro di questo tempo.

Concita De Gregorio, la Repubblica (27/6/2019)

Canzone del giorno: All My Love (1979) - Led Zeppelin
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giovedì 27 giugno 2019

Compassione

La compassione, insegna Freud, non è qualcosa di innato. La compassione è una "diga psichica" che deve essere costruita pian piano per permettere ad ogni essere umano di opporsi alla crudeltà. È solo grazie alla compassione che ci si può immedesimare negli altri - in coloro che soffrono, che sono fragili, che hanno bisogno del nostro aiuto - per poi agire di conseguenza. Ma se quando siamo piccoli nessuno ci insegna la compassione, come possiamo poi provarla e combattere le pulsioni di crudeltà che pure caratterizzano la natura umana?

Michela Marzano (Repubblica Sera - 26/3/2013)

Canzone del giorno: No Compassion  (1977) - Talking Heads
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domenica 23 giugno 2019

Dieta di palstica

E con la plastica come la mettiamo? Sicuramente la ingeriamo quotidianamente, inserita (a nostra insaputa?) nella nostra dieta.
Le ricerche scientifiche, commissionate dal Wwf e svolte dall'Universitá australiana di Newcastle, parlano chiaro: in media ogni settimana un essere umano ingoia fino a 2000 minuscoli frammenti di plastica. Praticamente una quantità che equivale al peso della nostra carta bancomat o di una tessera sanitaria. Al posto di inghiottirla in un'unica soluzione riusciamo a inserire nella nostra bocca delle modiche quantità di plastica sotto forma di particelle che si trovano dappertutto e rappresentano il simbolo di una vera e propria sconfitta planetaria.
Nel momento in cui beviamo un bicchiere d'acqua (poco importa se quella del rubinetto o della bottiglia), beviamo una birra con gli amici, gustiamo un piatto di frutti di mare al ristorante, assumiamo microplastica che oramai si trova presente nelle acque di tutto il mondo partendo da quella di superficie per finire nelle varie falde.
La plastica distrugge il nostro habitat fino al punto da farci fare scorpacciate di veleno. Un vero allarme per la salute di tutti. Le statistiche ci informano che fra gli 8 milioni di tonnellate di rifiuti che finiscono negli oceani, il 75 per cento è costituito da plastica.
In attesa che gli studiosi rilevino in che quantità essa contamini gli altri alimenti base (grano, riso, latte, oli, mais...), sarebbe necessario un urgentissimo intervento a livello di tutti i governi interplanetari... Campa cavallo... Sempre che, nel frattempo, l'equino, come l'intera specie umana, non sia colpito ancor di più dalla troppa indigestione del nocivo materiale sintetico.

Canzone del giorno: Last  Great American Whale 1989) - Lou Reed
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venerdì 21 giugno 2019

Il destino


Noi crediamo di condurre il destino, ma è sempre lui a condurre noi.

Denis Diderot (1713 - 1784)




Canzone del giorno: Is This My Destiny (1966) - Johnny Cash
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martedì 18 giugno 2019

Fratellanza

””Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi. Così, nella Dichiarazione dei diritti. Doveri del cittadino è definita la parola Fratellanza, la terza del trinomio della Rivoluzione Francese. Si di p e spesso che i due principi primi: Libertà e Uguaglianza non siano compatibili l’uno con l’altro, e per uscire dall’impasse della scelta tra i due venne aggiunto il terzo, la Fratellanza appunto.
Sarà vero, ma già quattro anni prima della presa della Bastiglia, Friedrich Schiller aveva auspicato: “Alle “Menschen werden Brüder“, tutti gli uomini saranno fratelli, versi integrati nell’ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven a sua volta diventata l’inno dell’Europa. Oggi il poeta romantico tedesco sarebbe liquidato come un buonista, anima bella. Infatti fu lui a teorizzare l’idea della bella anima, con tanto di rimandi alla classicità greca del bello e buono (kalòs kai agathòs). E del resto, per i cantori del “padroni a casa nostra”, il motto evangelico “Ama il tuo prossimo” sembra un pericoloso slogan comunista, peggio del “Proletari di tutto il mondo unitevi” (altra declinazione dell’idea che siamo tutti fratelli).
E nel concreto. La parola fratellanza, oggi grazie al femminismo declinata pure come sorellanza,  ci dice una cosa: siamo tutti una famiglia, seppur le famiglie migliori sono disfunzionali. E quindi l’Altro è lo specchio di noi stessi. Per questo talvolta lo invidiamo, altre volte lo odiamo, ma in fine dei conti, essere solidali con il Prossimo significa aiutare se stessi. Diceva Hillel il Vecchio, fondatore dell’etica ebraica parafrasato  dai Vangeli: “Se io non sono per me,  chi è per me? E se io sono solo per me stesso, cosa sono?”.

Da L’Espresso 16.6.19, “La parola” di Wlodek Goldkorn

Canzone del giorno: Frozen (1998) - Madonna
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domenica 16 giugno 2019

Sergente

Sergente Lo Russo (Diego Abatantuono): "Dai muoviti! Non perdiamo subito tempo. Per piacere! Non voglio assolutamente come da regolamento che ci siano rapporti con i locali. Il primo che becco, che so, con una donna, una gallina, un pollo finisce alla corte marziale. E’ chiaro? Veloci! Che è qua? Che è qua? Darsi una mossa!".

Soldato Antonio Farina (Giuseppe Cederna): "Ma perché urli sempre sergente Lo Russo? Dai una mano piuttosto!".

Sergente Lo Russo: "Il sergente Lo Russo urla quando gli pare a lui, perché da che mondo è mondo il sergente è una persona che urla! E’ chiaro? E’ chiaro?".

dal film Mediterraneo (1991) di Gabriele Salvatores

Canzone del giorno: Brothers In Arms (1985) - Dire Straits
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venerdì 14 giugno 2019

Altrove


 “Non mettermi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto. 
Chiudo gli occhi, mi scosto un passo. Sono altro. Sono altrove.”

Alda Merini

Canzone del giorno: Altrove (2003) - Morgan
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martedì 11 giugno 2019

Soia

La Cina è il più grande consumatore di carne suina al mondo. Naturalmente, gioco forza, è anche il più grande produttore dell'alimento.
Nei mesi scorsi, nel paese che ospita la metà dei maiali presenti sulla terra, è arrivata la PSA, ossia la tragica peste suina africana, altamente contagiosa e spesso letale per suini e cinghiali.
Non esistono vaccini per debellare la malattia e, quindi, l'intera catena produttiva è a rischio, l'industria alimentare cinese è in tilt e tutto ciò avrà sicuramente un impatto significativo sui mercati mondiali di carne e mangimi. Situazione complessa anche perché la riduzione dei suini in Cina comporterà anche una consequenziale minore domanda di mangimi, in particolare modo della soia che rappresenta il vero nutrimento per i suini cinesi.
La guerra dei dazi di Trump ha fatto il resto e la Cina, che nonostante tutto continua ad avere indispensabile bisogno di soia, ha trovato il giusto accordo con il nuovo Brasile di Jari Bolsonaro.
Maicol Mercoriali, su Italia Oggi, evidenzia come il paese sud americano sia diventato strategico per Pechino e a farne le conseguenze è l'Amazzonia, ossia il più grande (e forse l'ultimo) polmone della terra: "la deforestazione sta subendo un'accelerazione: la Reuters ha riferito che dalle immagini satellitari risulta un rapido aumento della riduzione della foresta pluviale amazzonica durante il mese di maggio.
La deforestazione non è una novità: negli anni il fenomeno è stato altalenante, in alcuni momenti più veloce e in altri un po' più a rilento, indipendentemente da chi fosse in carica. Ma da quando Jari Bolsonaro è diventato presidente si è notata un'accelerazione, anche perché l'Agenzia per la protezione ambientale è stata eliminata dal nuovo presidente e le competenze sono finite in capo al ministero dell'agricoltura che, come fa notare Forbes, è fortemente influenzato dalle lobby brasiliane, tra cui quella della soia. E per la soia brasiliana la Cina è tutto. (...) Insomma, il destino dell'Amazzonia dipende dalla Cina: gli importatori cinesi non sono molto sensibili alle problematiche ambientali, gli istituti di credito orientali finanziano senza grossi problemi gli operatori del settore e, Bolsonaro o non Bolsonaro, tutto questo offre agli agricoltori un incentivo alla deforestazione. Come ricorda uno dei portavoce di Greenpeace in Brasile, Marcio Astrini, il governo non ha certo a cuore le tematiche ambientali e ha ridotto le misure previste per difendere il polmone verde del mondo. La domanda cinese di soia è prevista in aumento, così come quella di merci dall'alto impatto sulle foreste, come la carta e la polpa di legno. Per l'Amazzonia non proprio una buona notizia".

Canzone del giorno: Salesman (1985) - Stan Ridgway
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domenica 9 giugno 2019

Cento vite

Lo ha detto Confucio, che dell’argomento se ne intendeva: “Ci vorrebbero cento vite per conoscere la Cina“. 
Io dispongo di una sola, e in buona parte consumata, poi non ho ancora capito bene come è fatta l’Italia. Il paese della Città Proibita, l’ho percorso in treno, in aereo e in auto, su sentieri diversi che mi hanno portato in parecchie città, province e i molti villaggi. 
Ho visitato fabbriche e aziende agricole, sono stato dentro a manicomi e a rifugi atomici, ho incontrato reduci della Lunga Marcia e miliardari. Dice un detto popolare di quelle parti: “Meglio veder una volta che sentire cento”.

Enzo Biagi, Quello che non si doveva dire (2006 - Rizzoli)

Canzone del giorno: Lookin' Out My Back Door (1970) - Creedence Clearwater Revival
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giovedì 6 giugno 2019

Bianco latte

Ecco il Transatlantico di Montecitorio, tra le 11 e mezzogiorno.
La voce al telefono diceva: «Nessuno sa quando il governo cadrà, però adesso tutti hanno capito che può davvero cadere. Ci sono centinaia di parlamentari nel panico. Il posto merita una visita». Di solito è inutile venirci, il martedì. Passano le Repubbliche, la prima, la seconda, la terza, ma il martedì i deputati se ne stanno ancora in vacanza.
Poi però arriva il martedì speciale. Quasi superfluo prendere appunti.
Atmosfera: da tregenda. Discorsi: un campionario di opportunismo, vigliaccheria, miserie varie (per evitare querele, bisognerà ometterne qualcuna).
Facce: pallide (ma con gradazioni variabili).
Quelle tendenti al bianco latte sono dei grillini. L' idea di andare a votare ne mina, nel corpo e nello spirito, a decine. (...) In caso di nuove elezioni, cinquantasei di loro, già al secondo mandato, secondo le regole del Movimento non potrebbero infatti ricandidarsi.
Nell' elenco di quelli che dovrebbero tornare alle vecchie occupazioni, se ce l' avevano, ci sono anche capi e capetti: da Luigi Di Maio al presidente della Camera Roberto Fico, dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a quello per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro; e poi Carla Ruocco, Giulia Sarti, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, quello agli Interni Carlo Sibilia, la ministra della Salute Giulia Grillo e la vice-ministra dell' Economia Laura Castelli. (...)
Del resto, le altre facce molto pallide e angosciate sono proprio quelle dei deputati del Partito democratico.
La situazione è questa: alla vigilia delle scorse elezioni, Matteo Renzi formò i gruppi parlamentari di Camera e Senato a sua immagine e, diciamo così, somiglianza (a decidere le liste, barricati in una stanza: lui, la Boschi, Lotti e Bonifazi, che però entrava e usciva). Inevitabile perciò che, quando si andrà a votare, Nicola Zingaretti raddrizzi un po' gli equilibri.
Risultato: i renziani più miti, che sperano in una riconferma - quelli di Base riformista: Malpezzi, Fiano e via dicendo - si riuniscono preoccupati con i loro leaderini, Guerini e Lotti, anche se Lotti ha i suoi problemi con la vicenda Csm; la vera guardia d' onore del renzismo (Giachetti, Scalfarotto, Ascani, Nobili) certa di essere tagliata, s' attacca invece al telefono con il capo e lo tormenta, dicendogli più o meno: Matteo, qui il rischio di andare a votare dopo l' estate è concreto, e allora se davvero vogliamo farlo, un nuovo partito, forse bisogna accelerare, o no?

Fabrizio Roncone, Corriere della Sera (5/6/2019)

Canzone del giorno: Just Before The Storm (2017) - Chris Bergson
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martedì 4 giugno 2019

E muti

Makkox, da google.it















Canzone del giorno: Unchain My Heart (1962) - Ray Charles
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domenica 2 giugno 2019

Fili

E' stata tua la colpa allora adesso che vuoi? volevi diventare come uno di noi, e come rimpiangi quei giorni che eri un burattino senza fili e invece adesso i fili ce l'hai!... Adesso non fai un passo se dall'alto non c'è qualcuno che comanda e muove i fili per te adesso la gente di te più non riderà non sei più un saltimbanco ma vedi quanti fili che hai!...

Edoardo Bennato, E' stata tua la colpa (Burattino senza fili - 1977)

Canzone del giorno: E' stata tua la colpa (1977) - Edoardo Bennato
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sabato 1 giugno 2019

Playlist Maggio 2019


1.      Rolling Stones, Salt Of  The Earth  – (Beggars Banquet  – 1968) –  Il Lavoro
2.      The Clash, Career Opportunities  – (The Clash – 1977) –  Senza il Lavoro
3.      Malika Ayane, Nodi  – (Domino – 2018) –  Pettine
4.      Gina Sicilia, It Wasn’t Real  – It Wasn’t Real – 2013) –   Pregiudizi
5.      Ten Years After, Working on the Road  – (Cricklewood Green – 1970) –  Stanlio & Ollio
6.      Ingrid Michaelson, Home  – (Lights Out – 2014) –  Casa
7.      Franz Ferdinand, Your Diary  – (You Could Have It So Much Better – 2005) – Diari
8.      ZZ Top, She Love My Automobile  – (Degüello – 1979) –  Meccanici
9.      Massimo Volume, Amica prudenza  – (Il nuotatore – 2019) –  Zattera
10.  Europe, Gonna Get Ready  – (Last Look at Eden – 2009) – Rilettura
11.  Rob Thomas, The Man To Hold The Water  – (Chip Tooth Smile – 2019) – Chip Tooth Smile
12.  Lucio Dalla, Felicità  – (Dalla/Morandi – 1988) –  D0ve
13.  Skillet, My Obsession  – (Collide  – 2003) –  Ossessioni