nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 28 novembre 2018

Bernardo Bertolucci

Ai sogni, alle aspirazioni, all’ironia, e alla capacità innata di guardare le cose da un punto di vista sempre innovativo, sempre controcorrente, Bernardo Bertolucci non ha mai rinunciato, anche quando la malattia gli aveva inflitto le pene più dolorose. Fino all’ultimo era rimasto in stretto contatto con la vita, con gli affetti, con gli amici più intimi che andavano a trovarlo a casa (tra questi, puntuale, ogni volta che passava per la capitale, Richard Gere), per mangiare insieme, per guardare un film, per discutere di tutto. Nemmeno per un attimo, nemmeno negli anni in cui aveva duramente lottato per realizzare progetti rimasti sulla carta, Bertolucci aveva perso il gusto per la novità, l’attenzione ai talenti emergenti, la curiosità per le innovazioni tecnologiche e per i modi in cui possono essere usate. Tutti segni di una vitalità prepotente che non lo ha mai abbandonato, facendolo restare giovane per sempre, fino all’ultimo respiro. (...)
Sui set faraonici dei film che hanno incantato Hollywood, come nello spazio angusto di una cantina o nell’appartamento affacciato su Piazza di Spagna dell’Assedio, Bertolucci era sempre grandioso, per la potenza delle intuizioni cinematografiche, per la grazia affettuosa con cui scopriva e valorizzava i nuovi talenti, per il gusto con cui ascoltava, contraddiceva, discuteva. Per questo rivederlo anche adesso, in quelle foto del passato che continuano a fare il giro dei social, comunicava più emozione che malinconia. Bertolucci è sempre lì, sul set, con i compagni di lavoro, immerso nella grande illusione che, dai fratelli Lumiere in poi, ha cambiato il mondo, la sua vita, e quella di chi ne è stato contagiato.

Fulvia Caprera, La Stampa (26/11/2018)

Canzone del giorno: I'll Be Seeing You (1944) - Billie Holiday
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lunedì 26 novembre 2018

Abilità

Ottenere cento vittorie in cento battaglie non è il massimo dell' abilità.
Vincere il nemico senza bisogno di combattere è prova di suprema abilità.
Sun Tzu, L'arte della guerra (V secolo a.C.)

Canzone del giorno: Duri come me (2014) - Levante
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venerdì 23 novembre 2018

Rainier Fog

Sound cupo. Atmosfere tese. Accordi che procedono fra tonalità differenti. Riff di grande impatto. Voci raddoppiate.
In "Rainier Fog", ultimo lavoro degli Alice in Chains, si trovano tutti gli ingredienti che, negli anni '90, hanno eletto il gruppo grunge fra le realtà musicali più originali del panorama rock mondiale.
Oggi come allora, la loro anima è permeata da una giusta dose di heavy metal associata a una decisa cupezza psichedelica.
Nel frattempo un arco di tempo lungo quasi dieci anni che sovrabbonda di crudezza e dolore. Nel 2002 la morte per overdose di Laney Staley, storica voce e frontman del gruppo. Dieci anni prima l'uscita dal gruppo del bassista Mike Starr, anche egli dipendente dalla droga. Una sofferenza che è stata sempre tradotta in musica dagli Alice in Chains, con testi acidi e malinconici ma dal grande effetto magnetico.
Nel 2005 la tosta decisione di Jerry Cantrell, chitarrista fondatore, di provare una riunion attraverso il coinvolgimento del cantante e chitarrista William Duvall. Da allora la pubblicazione di tre album, ultimo dei quali Rainier Fog, le cui canzoni probabilmente non hanno la drammaticità e l'intensità nichilista dei brani targati anni '90, ma riescono lo stesso a travolgere positivamente l'ascoltatore con ritmi possenti e testi intensi che ben evocano l'epoca grunge di Staley.
Il loro ultimo album è caparbio,  in grado di attivare un metal moderno (ben evidente in brani come "So Far Under" o come "Red Giant"), un ritmo angosciante e martellante come accade in "The One You Know" oppure un'atmosfera rassicurante nelle ballate semi-acustiche ("Fly" e "Maibe").
Rabbia, depressione e un energia graffiante che rileva l'atrocità del mal di vivere ma che, a volte, prova ad azzardare un attimo (fuggente?) di umana speranza, esplicita nella trascinante "Never Fade":
"Non sei mai distante
ti vedrò sempre
e quando diventa tutto buio,
illuminerai il mio cammino".

Canzone del giorno: Never Fade (2018) - Alice In Chains
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mercoledì 21 novembre 2018

Cortocircuito

Tutti i Paesi europei stanno riuscendo in questa fase a combinare la riduzione di deficit e debito e politiche di sostegno alla crescita. Noi no. Invece di cercare sempre responsabilità negli altri (vero sport nazionale) potremmo domandarci perché siamo gli ultimi della classe. Finora siamo solo riusciti nel capolavoro di far aumentare lo spread di 200 punti nella fase di riscaldamento prima ancora di iniziare la partita. I costi della strategia del conflitto sono stati sinora tutto sommato contenuti, ma potrebbero aumentare drammaticamente travolgendo il Governo stesso se non si trova un ragionevole compromesso.
Il problema che stiamo vivendo è però più profondo. Zygmunt Bauman confidava di non invidiare i leader politici nazionali nell’era della globalizzazione per i limitatissimi spazi di manovra di cui dispongono per modificare in meglio la vita dei loro cittadini. Partendo da questo dato di base viviamo oggi una stagione politica inquinata da un cortocircuito nel rapporto tra scienza, politica e comunicazione. Gli studi sulla dinamica del mercato del lavoro e degli effetti della quarta rivoluzione industriale convergono nell’identificare società polveriera dove al terzo della popolazione integrato, cosmopolita e con più elevati livelli d’istruzione da cui vengono solitamente le élite si contrappongono i due terzi dei ceti medi e meno abbienti che vedono davanti a loro un futuro peggiore del passato in termini di dignità e qualità del lavoro. Quei due terzi diventano il carburante di cicli politici esplosivi. Il populismo alimenta aspettative irrealistiche, e quando arriva al potere e scopre di non poter realizzare quei risultati cerca continuamente nemici e avversari per non perdere il consenso degli elettori in una vera e propria campagna elettorale permanente.
Per uscire da questa crisi ci vuole qualcosa di più profondo della ricerca di un nuovo leader. Bisogna bonificare il terreno del rapporto tra società e politica. Lavorando su cultura e comunicazione e costruendo una nuova visione ideale che responsabilizzi i cittadini. Formazione, innovazione, generatività, sostenibilità, sussidiarietà, capitale sociale, bene comune devono essere le parole d’ordine e i nuovi capisaldi.

Leonardo Becchetti, Avvenire (20/11/2018)

Canzone del giorno: Fylingdale Fly (1980) - Jethro Tull
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lunedì 19 novembre 2018

Stantuffo

L'Italia è un paese fortunato grazie ad una antica, armoniosa sinergia tra natura e opera dell'uomo. Con enfasi sovranista, per molti il più bel paese del mondo. Si nota, da qualche tempo, una decisa tendenza a metterlo nei guai: tra le cause, sicuramente l'assenza di una guida politica matura, capace, colta, disinteressata, professionale, intellettualmente onesta.
Una tendenza che non nasce oggi, ma che oggi prospera grazie a un duplice, raro fenomeno istituzionale: a un governo inesperto, immaturo e poco consapevole della propria, enorme responsabilità si contrappone una opposizione inesistente, in tutte le sue articolazioni. A propria volta inconsapevole della propria, altrettanto pesante responsabilità.
Un sistema istituzionale armonioso funziona grazie alla complementarietà dei due ruoli, maggioranza e opposizione: quasi un movimento a stantuffo, che porta a una inversione periodica dei ruoli. Il governo si dimostra scarsamente cosciente perché composto di una sintesi ardita di politici alle prime armi e di scuola non eccelsa, dominanti su un capo del governo estemporaneo e un responsabile dell'economia trepido ed esitante.
L'opposizione, la principale, si mostra indifferente al proprio, fondamentale compito di controllo e di segnalazione dell'azione del governo e di proposizione di un progetto alternativo.

Montesquieu (il Sole 24 Ore - 16/11/2018)

Canzone del giorno: Future People (2016) - Alabama Shekes
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sabato 17 novembre 2018

Conversazione

Prima che la tecnologia ci permettesse di essere ovunque in qualsiasi momento, i momenti di conversazione con gli altri soddisfacevano per buona parte il bisogno di stimoli del nostro cervello. Ora, però, attraverso i nostri dispositivi, al cervello viene offerto di continuo un intero menu di infinite distrazioni che richiede molto meno lavoro. È cosí che ci allontaniamo da quel ritmo piú lento con cui dovremmo saper aspettare, ascoltare e lasciare che la nostra mente ponderi attentamente le cose. In breve, ci allontaniamo dal ritmo del dialogo umano. In questo modo, le conversazioni prive di un chiaro ordine del giorno, quelle in cui si scoprono le cose mano a mano che si procede nel dialogo, diventano per noi sempre piú difficili da sostenere. Non abbiamo smesso di parlare, ma ci ritiriamo, spesso inconsciamente, dal genere di conversazione che richiede la massima attenzione. Ogni volta che controlliamo il cellulare mentre siamo in compagnia di altri, ciò che otteniamo è uno stimolo istantaneo, una botta neurochimica, ma quello che perdiamo è ciò che un amico, un insegnante, un genitore, un amante o un collega di lavoro aveva appena detto, voleva comunicarci, oppure stava provando nel suo animo.

Scherry Turkle, La conversazione necessaria (2015)

Canzone del giorno: Silence And I (1982) - Alan Parson Project
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giovedì 15 novembre 2018

Talenti


Il più utile dei talenti è di non usare mai due parole quando una è sufficiente

Thomas Jefferson (1743 – 1826), terzo Presidente degli Stati Uniti d'America.


Canzone del giorno: Parola chiave (2018) - Alessandra Amoroso
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lunedì 12 novembre 2018

Natura

L'uomo non sta devastando «la natura», ma sta spesso compiendo un altro peccato, più autodistruttivo che distruttivo: sta minacciando non la natura, ma se stesso, la propria specie. I funghi velenosi non sono meno naturali di quelli mangerecci; le distese gelate di Plutone non sono meno naturali dei colli toscani in fiore; i gas che escono dai tubi di scappamento delle automobili non sono meno naturali del profumo dei fiori, perché sono composti di elementi chimici che fanno parte della natura, del Creato. Più semplicemente, funghi velenosi, pianeti gelidi e gas tossici sono letali per la nostra specie, di cui alla «natura» probabilmente non importa più che degli estinti dinosauri, ma che per noi invece conta. Tutto, comunque, appartiene alla natura delle cose, De rerum Natura. La cosiddetta tecnica non va quindi demonizzata come un peccato contro natura; è la sua dismisura, il suo abuso spesso dissennato e imbecille che vanno denunciati; non con toni di untuosa o apocalittica condanna della miseria dell'uomo, ma con la chiarezza della ragione, che non ha da inchinarsi alla natura - della quale e della cui evoluzione fa parte - bensì rendersi conto dei propri limiti, perseguire il progresso senza illudersi con tracotanza che esso sia illimitato ma misurandosi con tutti i problemi e i guasti che pure esso crea, e cercare di capire, volta per volta, quando sia necessario proseguire e quando sia necessario fermarsi o magari far qualche passo indietro, posto che ciò sia possibile.

                                                                                                            Claudio Magris, 13/3/2011 (Corriere della Sera)

Canzone del giorno: What I've Done (2007) - Linkin Park
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sabato 10 novembre 2018

Intolleranza

Oggi la minoranza degli italiani è favorevole all’accoglienza. Cosa ha influito di più sulla crescita dell’intolleranza verso i cittadini stranieri? 

«L’opinione pubblica è stata particolarmente colpita dagli ultimi anni, precedenti alla gestione del Viminale da parte del ministro dell’Interno, Marco Minniti, durante i quali gli sbarchi sulle nostre coste aumentavano e cresceva nelle città il numero di migranti che restava inattivo, in attesa dello status di rifugiato, senza nulla da fare, in giro per le strade e le piazze. Insomma, sulla percezione del fenomeno molto è stato dovuto all’inefficienza della macchina statale dell’accoglienza e ai tempi davvero troppo lunghi necessari per la definizione delle richieste di asilo. Ma non è certo solo questo ad aver fatto effetto».

Cos’altro ha inciso negativamente? 

«Il flop delle espulsioni. Nel corso degli anni infatti è calato il numero di irregolari rintracciati sul territorio nazionale dalla polizia. E quello che conta ancora di più è che tra questi migranti identificati senza documenti è diminuita costantemente la percentuale di quelli poi effettivamente rimpatriati. Su questo fronte, cioè quello dei controlli interni al Paese, da parte dei governi passati si è registrato un crescente disinteresse».

Qual è ora l’effetto delle politiche e della comunicazione del leader della Lega, Matteo Salvini? 

«L’impressione è che prima da parte della maggioranza della popolazione italiana c’era un maggiore autocontrollo. Per moltissime persone essere considerati razzisti era vista come una grave offesa. Registro ora un cambiamento culturale. Con il nuovo governo e soprattutto col ministro dell’Interno in carica si assiste infatti a un mutamento di clima, che giustifica certi atteggiamenti ostili».


Marzio Barbagli, professore emerito di sociologia a Bologna (intervista di Vladimiro Polchi - Repubblica del 10/11/2018)


Canzone del giorno: Straniero (2016) - Litfiba
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giovedì 8 novembre 2018

Tristezza

La tristezza è causata dall'intelligenza.
Più comprendi certe cose e più vorresti non comprenderle.

                                                        Charles Bukowsky (1920 - 1994)




Canzone del giorno: Triste (1967) - Alberto Carlos Jobim
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martedì 6 novembre 2018

Il niente che uccide

E’ il niente che uccide in Sicilia. Il niente che non si fa mai, proprio quello, perché con niente si muore. Più che la lupara.
Non si fa niente per impedire che si costruisca una villetta prossima al greto del fiume e quel niente, proprio quello, con una giornata di pioggia, si porta via la vita di nove persone. Compresi due bambini. E’ successo a Casteldaccia, il fiume Milicia esonda e siccome nessuno non ha fatto niente per impedire che si costruisse dove c’è sicura morte se solo piove, l’acqua s’è portata via le pietre, le strade e le anime.
Non si fa niente anche quando succede qualcosa: nell’ottobre del 2009, ancora nessuno aveva detto niente per le case aggrappate alla costa jonica. Sorgevano proprio dove correvano i torrenti – a Giampilieri – e il maltempo, fatto grosso, macinava 37 morti e 95 feriti. Ma per portare a niente se ancora a ottobre, nel 2015, una frana nottetempo cancellava una corsia dell’autostrada Messina-Catania. Non ci furono morti, grazie a Dio. Se solo fosse accaduto di giorno, sarebbe stata un’ecatombe ma non se ne fece niente lo stesso per studiare rimedi e ripari. E nulla si fa sulla frana che se ne sta ancora lì, sazia e soddisfatta di possedere l’autostrada. (...)
Niente potrà accadere – né alluvioni, ne frane – che possa muovere a far qualcosa perché ci sarà sempre il niente che non si fa mai. Niente succede in Sicilia se ci sono aerei dalle tariffe esose indifferenti della difficoltà obiettiva di unire l’isola al resto di Europa e restano come niente i tratturi a collegare i tre valloni della più importante realtà del Mediterraneo perché le strade – con niente di niente di quel minimo di caditoie, fognature, manto e perfino d’illuminazione che possano garantire il diritto alla sicurezza e alla modernità – non portano a niente.
A proposito: non c’è il Ponte, in Sicilia – sullo Stretto, figurarsi – perché intanto c’è la frana subito dopo, a Roccalumera, e poi c’è il niente. Anzi, c’è il niente che non si fa mai.

                                                                                                     Pietrangelo Buttafuoco, Il Tempo (5/11/2018)

Canzone del giorno: Hurricane Drunk (2009) - Florence And The Machine
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domenica 4 novembre 2018

Elevazione

Via da questi miasmi putridi,
va' a purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d'ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni


                                                                   Charles Baudelaire, da Élévation (Les fleurs du mal) 1857

Canzone del giorno: Resurrection (2014) - Anastacia
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venerdì 2 novembre 2018

Manovra

Nico Pillinini, da Google.it













Canzone del giorno: Crushed (2002) - Poor Old Lu
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giovedì 1 novembre 2018

Playlist Ottobre 2018


1.      Paolo Conte, Gli impermeabili  – (Paolo Conte – 1984) – Due conti
2.      The Doors, Crawling King Snack  – (L.A. Woman – 1971) – In nome del popolo
3.      Peter Green, Fallin’ Apart  – (White Sky – 1982) – Anzi
4.      Keith Richard, Lover’s Plea  – (Crosseyed Heart – 2015) – Conte
5.      Caro Emerald, Tangled Up  – (The Shocking Miss Emerald  – 2013) – Una storia senza nome
6.      Cristina Donà, L’aridità dell’aria  – (Tregua – 1997) – Esternazioni
7.      Imagine Dragons, Believer  – (Evolve – 2017) – Lezioni
8.      Thegiornalisti, Love  – (Love – 2018) – L’amore
9.      Elvis Costello, Hand in Hand  – (This Year’s Model – 1978) – Manina
10.  Dire Straits, You and Your Friend  – (On Every Street – 1992) – Condomini
11.  Paola Turci, Attraversami il cuore  – (Attraversami il cuore – 2009) – Felix
12.  All That Remains, Asking Too Much  – (Evo A Wat You Cannot Win – 2012) – Distopia
13.  Skillet, Open  Wounds  – (Collide – 2003) – Ferite
14.  Sugar Blue, Don’t Call Me  – (Threshold – 2010) – Tastiera