nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 29 gennaio 2019

Pragmatismo

Nell'irrazionalità generale in cui si svolge ormai il dibattito sull'immigrazione, tra slogan grotteschi come "porti chiusi e cuori aperti", o dichiarazioni d'intenti come "non possiamo lasciar morire la gente in mare" sospese in un luminoso nulla di proposte concrete, torna a farsi sentire limpida la voce di Elly Schlein, giovane e pragmatica europarlamentare di 'Possibile'.
"Sarebbe una vergogna se la riforma, bella e pronta da più di un anno, che libera l'Italia dal giogo di primo Paese d'ingresso, venisse messa in un cassetto": la Schlein continua a ricordare come uno degli elementi centrali per affrontare la questione sia la riforma del Trattato di Dublino, che il Parlamento europeo ha già approvato il 6 Novembre 2017, ma che da allora se ne sta in un cassetto nell'attesa che il Consiglio UE, composto dai singoli governi nazionali, si decida a ratificarlo. Pur di non parlare di questo, "meglio esternalizzare i confini dell'Europa, meglio che la gente muoia in mare o sia ai fatti", per citare il Ministro, senza però diventare sordi, feroci e per giunta irrazionali.

Veronica Gentili, Il Fatto Quotidiano (28/1/2019)

Canzone del giorno: Stormbringer (1974) - Deep Purple
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domenica 27 gennaio 2019

Paura di niente

Nella sera che schiarisce
Mentre il cielo si scurisce
Nei rumori della strada
Quando il sabato si esce
Dentro l'eco tra i palazzi vuoti
Nelle strade con le buche
Coi soldati lungo al fiume
Nelle porte senza case
Ho sentito il tuo respiro dentro al mio
E sono stato felice
E non avevo paura di niente

Jovanotti, Paura di niente (2017)


Canzone del giorno: Paura di niente (2017) - Jovanotti
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venerdì 25 gennaio 2019

Rdc

...la promessa di una gigantesca redistribuzione di ricchezza in un Paese ferito e rabbioso per il livello insopportabile di disuguaglianza - per il divario tra chi ha tutto e chi è costretto a baciare le mani -, è stato questo che ha fatto vincere i Cinque Stelle. Spazzando via al Sud, quasi dappertutto, il radicamento storico della sinistra. (...) ...il precedente governo aveva provato con il Rei a scendere sullo stesso terreno. Pd e Forza Italia dovrebbero evitare di commettere lo stesso errore dei grillini alle Europee del 2014, quando sbertucciarono gli 80 euro di Renzi come una mancetta che non avrebbe cambiato la vita a nessuno.
Renzi li travolse e Grillo si prese un Maalox per la peggiore sconfitta di tutta la storia del movimento. Attenzione, i grillini con il Reddito di cittadinanza si stanno connettendo con la pancia profonda del Paese. Da outsider ora mirano al centro, dal partito del Vaffa con il reddito di cittadinanza diventeranno per il Sud la nuova Democrazia cristiana.
Assistenzialismo? Può darsi, anche se ormai quelle che chiamano le norme «anti-divano» sono tante e ben congegnate, così come i ricchi incentivi per le imprese che assumono un iscritto alle liste del RdC. E poi siamo proprio sicuri che anche al Nord una legge come questa dispiaccia così tanto?
 Sulle scrivanie dei dirigenti dem è arrivato in queste ore un report riservato di Swg che dà quasi al 60 per cento il numero di elettori che hanno paura di perdere il lavoro. Tutti cittadini di certo rassicurati al pensiero che, se dovesse accadere il peggio, lo Stato si occuperebbe di loro e non li lascerebbe in miseria. Così si avvera la profezia machiavellica di Gianroberto Casaleggio: «Chi si oppone al Rdc non si oppone al M5S ma agli italiani».
Davvero un bel problema, per la sinistra, mettersi di traverso.

Francesco Bei, La Stampa (24/1/2019)

Canzone del giorno: Parallel Line (2018) - Keith Urban
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mercoledì 23 gennaio 2019

Semplicità

Di tutte le disposizioni dell'animo, la semplicità è ciò che conduce a una vita felice.

                                     Axel Oxenstierna (1583 - 1654), Riflessioni e massime, 1645


Canzone del giorno: Simplicity (2018) - Kristina Koller
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lunedì 21 gennaio 2019

Gli antichi

Io sfoglio gli antichi saggi e vi trovò i miei pensieri più moderni.
Pubblicato nel 1969, Il primo cerchio di Aleksandr Solzenicyn è una delle tante e aspre denunce che lo scrittore russo ha reso incandescenti nei suoi romanzi contro il terrore staliniano. Il microcosmo asfissiante dei campi di concentramento, i famigerati gulag, era infranto solo dalla possibilità di evadere col pensiero.
È ciò che si afferma con la battuta che abbiamo citato: essa, però, può essere estesa a tutti, anche a chi vive negli spazi di libertà.
La lettura dei classici o dei sapienti di ogni civiltà crea proprio questa sorpresa: è la scoperta della loro modernità perché il loro è un pensiero a temporale che coglie in profondità i segreti costanti dell'anima umana, nel bene e nel male. Per questo non sanno cosa perdono i giovani che hanno smarrito - forse anche per colpa di una certa educazione scolastica pedante - il fascino della lettura dei grandi capolavori. Nelle loro pagine si specchiano anche i nostri volti in ritratti che non saremo mai capaci di delineare da soli; in esse si riflette il senso dell'essere e dell'esistere che spesso cerchiamo invano.

Gianfranco Ravasi, #Gli antichi (Breviario - Il Sole 24 Ore 20/1/2019)

Canzone del giorno: So Far Away (1971) - Carol King
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venerdì 18 gennaio 2019

Armonia

Se l’uomo tende all’armonia, perché l’odio piace?
«Per ignoranza. Perché è una soluzione facile, toglie la mente dalla complessità del gioco dialettico. Non ci sono “zone grigie”, usando l’espressione coniata da Primo Levi, solo bianchi e neri. E la mente respira, o ritiene di respirare. Dove c’è meno intelligenza, aumenta l’odio. E l’intelligenza porta a vedere che la mia condizione è quella degli altri. (...) Oggi è venuto meno il fascino del bene, del bello, del vero, della religio. Si paga lo scotto della civiltà dei consumi che, da anni, lusinga le parti basse di noi. Un delirio di onnipotenza, basato unicamente sull’acquisto. Gli ideali più alti, quelli per i quali occorre faticare, sono visti con disprezzo. Non c’è più il popolo, c’è il volgo. Il popolo è tale, perché tenuto insieme da ideali: la “societas”, custodendo la quale siamo tenuti insieme. Viceversa, se ognuno pensa solo a se stesso, vede gli altri unicamente come limoni da spremere».

Rubando la metafora alla politica americana, è un’epoca di falchi, non di colombe?
«A volte penso ai politici con i quali, da bambino, entravo in contatto attraverso la tv: Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Benigno Zaccagnini. Gente così pacata… Nessuno di loro, oggi, raccoglierebbe consensi. Domina una dimensione volgare, anche per dire le cose migliori. È venuta meno l’idea di qualcosa di più grande di me, che sia il partito o Dio».

Che cosa si può fare?
«Il compito di chi fa il mio mestiere è quello di avere fiducia nell’armonia, nella creazione di legami più veri».

da un'intervista di Elena Nieddu al teologo Vito Mancuso (Il Secolo XIX, 11/1/2019)

Canzone del giorno: Una dolcezza nuova (1972) - Le Orme
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mercoledì 16 gennaio 2019

Recessione

«È quasi certo che anche nell’ultimo trimestre del 2018 il Pil sarà negativo e, quindi, saremo ufficialmente in recessione ed è probabile che questo prosegua anche nel primo trimestre di quest’anno. (...) C’è stato un peggioramento più forte del previsto nell’Eurozona. La Francia coi suoi disordini ha certamente inciso, e poi c’è il rallentamento della Germania che sta andando peggio del previsto a causa della Cina e della caduta nella domanda e nella produzione di auto diesel. Il rallentamento delle importazioni cinesi colpisce soprattutto la Germania ma a catena anche l’Italia. E poi si è visto che gli investimenti italiani si sono fermati per l’incertezza politica e le ripercussioni dell’aumento dello spread sul costo del credito. La definizione della manovra con l’Europa ha tappato il buco del 2019 con un inizio rallentato dei nuovi provvedimenti, ma ha aperto un problema molto serio sul 2020-2021. Di sicuro aumenta l’incertezza degli investitori: non lo vediamo ancora sullo spread, ma credo che lo vedremo tra la primavera e l’estate. (...) Il rischio recessione si batte mettendo sotto controllo la spesa. Con l’ultima manovra il governo ha assunto nuovi impegni di spesa, per lo più corrente, che nel 2020 e ’21 superano l’1% del Pil. Anche per effetto della recessione, di fatto nel 2020 rischiamo di azzerare il nostro avanzo primario. Questo significa che il debito pubblico tornerà sicuramente a crescere. Durante il governo Gentiloni l’avanzo primario tendenziale era attorno all’1,5% annuo. In pratica abbiamo dissipato quel margine che avevamo ottenuto anche con le difficili manovre del governo Monti. Per stabilizzare il debito pubblico a ottobre dovremo rifare una manovra di circa 1,5% di Pil, e per riportare il debito su un sentiero stabile di discesa circa il doppio. Fino a quando resterà questa incertezza politica, sul nostro debito pubblico e sugli scenari futuri, non penso che l’economia italiana possa riprendere a crescere in maniera sana e sostenibile».

da un'intervista a Guido Tabellini (economista ed ex-rettore della Bocconi) - Paolo Baroni (la Stampa, 13/1/2019)

Canzone del giorno: Black Smoke (2014) - Blues Pills
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domenica 13 gennaio 2019

Moschettieri del Re

Moschettieri del Re

REGIA: Giovanni Veronesi
INTERPRETI: Pierfrancesco Favino, Valerio Mastrandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Margherita Buy, Alessandro Haber, Matilde Gioli, Valeria Solarino
SCENEGGIATURA: Giovanni Veronesi
DURATA: 109'
USCITA: 27

Si dovrebbe pretendere di più da un regista esperto e talentuoso come Giovanni Veronesi?
In più di venti anni di carriera ha affrontato, con determinazione e in maniera non convenzionale, temi ben espressi nell'ambito di un filone cinematografico (quello cosiddetto "toscano") che avuto, dagli anni '90 ad oggi, un grande successo.
Giovanni Veronesi oltre ad essere un lucido regista è anche, da sempre, un ottimo sceneggiatore e, quindi, si dovrebbe pretendere (molto) di più da lui nel momento in cui si presenta al grande pubblico con un nuovo film in costume coinvolgendo in un'avventura picaresca alcuni tra gli attori più bravi del nostro panorama cinematografico.
Moschettieri del re è un film prepotentemente nazionalpopolare e, forse, proprio per questo non riesce a sviluppare una storia con un concreto valore narrativo.
L'idea di base è simpatica: i famigerati quattro moschettieri alle prese con gli acciacchi dell'età che passa, sono richiamati alla "leva militare" dalla regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle grinfie del cattivo cardinale Mazzarino (Alessandro Haber).
Cialtroni invecchiati più che eroi questi moschettieri Made in Italy.
Aramis/Sergio Rubini, Athos/Rocco Papaleo, Porthos/Valerio Mastrandrea e D'Artagnan/Pierfrancesco Favino (quest'ultimo il più efficace nel suo ruolo di puzzolente guardiano di maiali dalla parlata scabrosamente chic) ci fanno sorridere a tratti proprio perché in molte parti del film non interagiscono in modo corale. Colpa di una sceneggiatura confusionaria e di scene rocambolesche che non catturano.
Il versante ironico è efficacemente sarcastico quando pende verso l'abile uso comico delle parole affidato ai protagonisti, mentre diventa macchietta forzata quando strapiomba sulla gigioneria.
Tentativo non riuscito di portare nuova linfa alla commedia italiana attraverso avventure in costume sospese tra azione e comicità.

Canzone del giorno: If You Need Somebody (2016) - Bonnie Raitt
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sabato 12 gennaio 2019

Parsimonia


Amministriamo con parsimonia l'ottimismo, perché ci basti fino alla fine dell'anno.

Stanislaw Jerzy Lec (1909 – 1966) - Nuovi pensieri spettinati (1964)

Canzone del giorno:
 
We Can't Let Go of Love (1981) - Barry White & Glodean  
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giovedì 10 gennaio 2019

Conoscersi

Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparare a vivere e a rispettare nell’altro ciò ch’egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.
                                                         Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro (1930)

Canzone del giorno: Little Hideaway (1975) - Leon Russell
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lunedì 7 gennaio 2019

Il testimone invisibile

Il testimone invisibile

REGIA: Stefano Mordini
INTERPRETI: Riccardo Scamarcio, Miriam Leone, Maria Paiato, Fabrizio Bentivoglio
SCENEGGIATURA: Stefano Mordini
DURATA: 102'
USCITA: 13

Remake della pellicola "Controtiempo" di Oriolo Paulo (distribuito in Italia sulla piattaforma Netflix nel 2017), il film "Il testimone invisibile" realizzato da Stefano Mordini ricalca pedissequamente scene, stile e intrecci del film spagnolo.
Riccardo Scamarcio interpreta un imprenditore in carriera che si ritrova ad essere il principale indiziato dell'omicidio della sua giovane amante (Miriam Leone). Agli arresti domiciliari ha poche ore di tempo per preparare una strategia difensiva risolutiva e, per tale arduo compito, si affida all'esperienza di una famosa penalista il cui ruolo è affidato a ad una bravissima Maria Paiato.
L'avvocato entra prepotentemente sulla scena e, attraverso le sue incalzanti domande al presunto omicida, permette al film di rotolare, attraverso immagini e personaggi, in un percorso in cui la verità non sempre è quella che appare, anche perché la storia si tramuta in tante altre storie piene di intrecci che, proprio perché disorientano, riescono ad essere ammalianti.
Un vortice di "dettagli" e circostanze attraverso le quali il regista ci accompagna alla consapevolezza di quanto realmente accaduto.
Al pari del film spagnolo, Mordini costruisce un'adeguata atmosfera di mistero che coinvolge lo spettatore per tutta la durata della pellicola.
È già questo un buon risultato per chi, in Italia, gioca la rischiosa carta del genere thriller, non sempre congeniale alle nostre corde.
I puntuali flashback che rendono ancora più labile la verità e le ricostruzioni di circostanze in grado di codificare i lati oscuri, permettono al film di sviluppare la giusta tensione.
Trama serrata con un finale al sorpresa che cattura l'anima.

Canzone del giorno: Hounds of Justice (2018) - Primal Fear
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domenica 6 gennaio 2019

Obsolescenza

Jobs con la sua aureola da guru, lo stile zen, aveva inventato una favola moderna di micidiale efficacia, obbligandoci tutti a inseguirlo per non sentirci dei rottami, anacronistici e inadeguati. Il traguardo simbolico dei mille miliardi di capitalizzazione in Borsa fu il premio di quella strategia. L’ultimo design, l’ultima app, l’ultima prestazione erano indispensabili per non sentirsi esclusi e superati. Quel gioco sta mostrando segni di logoramento. L’ipnosi di massa ha smesso di funzionare anche in Occidente.
Molti consumatori americani, anche se affezionati alla gamma Apple, stanno decidendo di tenersi un modello “vecchio” per molti anni; se lo cambiano cercano altri modelli semi-nuovi e scontati. Una quota crescente ha imparato a prolungare la vita e migliorare le prestazioni cambiando solo la batteria, che costa una frazione dell’iPhone. Il paradosso per cui un iPhone costa molto più di un frigorifero comincia a irritare anche Millennial e nativi digitali.
L’imbarazzo nel quartier generale di Cupertino è palpabile, e come spesso accade nella storia di quest’azienda si trasforma in paranoia. Cook reagisce accentuando la sindrome della segretezza: d’ora in avanti non rivelerà più quanti “pezzi” (iPhone, iPad, iMac) vende ogni trimestre. I più cinici osservano che Apple — a differenza di Amazon, Facebook e Google — paga lo scotto di non essere riuscita a costruire un monopolio.
Ma la perdita del 30% di valore in Borsa, che ha cancellato 380 miliardi di dollari in due mesi, è una campana che suona per tutti i Padroni della Rete. I cicli e le stagioni esistono ancora; ad ogni ascesa irresistibile seguirà un declino. Modelli di consumo, status symbol, tutto è soggetto a obsolescenza.

                                                                                                          Federico Rampini, Repubblica (6/1/2018)
Canzone del giorno: Bloodstream (2014) - Ed Sheeran
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venerdì 4 gennaio 2019

Disobbedienza

Elle Kappa, da Google.it

















Canzone del giorno: Quello che non c'è (2002) - Afterhours
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mercoledì 2 gennaio 2019

Social credit system

La Cina sta sfruttando l’intelligenza artificiale per introdurre nel Paese un sistema di rating universale della popolazione, il «social credit system». Funziona così: ogni cittadino è schedato sulla base dei suoi comportamenti sociali, dal profitto scolastico alle multe non pagate, al percorso lavorativo. 
È quindi premiato o punito a seconda del ranking raggiunto nelle classifiche: ammesso o meno a servizi di qualità superiori, dagli ospedali di eccellenza alle università migliori per i figli. 
Il sistema nazionale sarà pronto nel 2020 ma varie grandi città hanno già inaugurato i loro sistemi municipali. E nove milioni di cinesi si sono già visti negare un viaggio in aereo o su un treno ad alta velocità.

Massimo Gaggi, Lettura (Corriere della Sera - 31/12/2018)

Canzone del giorno: Spoil With the Rest (2018) - Ryley Walker
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martedì 1 gennaio 2019

Serenità





L'uomo sereno procura serenità a sé e agli altri.


          Epicuro (342 a.C. - 270 a.C.), Gnomologio Vaticano epicureo





Canzone del giorno: Good Vibrations (1966) - The Beach Boys
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