nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 29 novembre 2015

Prevenzione

Dati inquietanti quelli estrapolati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
È allarme Aids. 
Nel corso degli ultimi dieci anni il numero di nuove diagnosi in Europa è aumentato progressivamente e adesso tocca un livello preoccupante che non si era mai verificato neanche negli anni ’80.
Nei 53 paesi della regione europea a cui fa riferimento l’Oms, sono stati registrati lo scorso anno 142mila nuove infezioni. Di queste circa 30mila sono avvenute nella sola Unione Europea.
Nonostante i progressi della ricerca scientifica, negli ultimi anni la risposta al virus dell’HIV non è stata efficace.
Il rapporto, pubblicato in vista della Giornata Mondiale di Lotta contro l’Aids che si celebrerà il primo dicembre, sottolinea che sono in aumento le nuove infezioni legate a rapporti omosessuali non protetti.
Si è abbassata la guardia, il processo informativo si è ridotto, si è smesso di parlarne nei social e, giocoforza, la malattia è tornata a diffondersi in una progressione preoccupante.
I giovano continuano a non essere informati e tale scenario allarmante riguarda anche il nostro paese se si pensa che sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni i bersagli preferiti dal virus. Nell’84% dei casi il contagio avviene attraverso rapporti sessuali senza preservativo. In Italia si registrano 140mila sieropositivi, il numero più alto in Europa.
È importante ritornare a parlare di prevenzione. Informare per prevenire i rischi. Conoscere la malattia e i modi in cui essa si trasmette è la maniera più efficace per combatterla.


Canzone del giorno: She Thinks His Name Was John (1994) - Reba McEntire
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sabato 28 novembre 2015

Gambero

«L’uomo è incapace di svolgere una vita senza una donna accanto. Questo lo si capisce da tanti fattori ma è evidente in modo chiaro quando l’uomo, anche adulto, viene lasciato. Se vedi due amici con uno che si sfoga perché è stato lasciato, all’altro spesso viene da ridere perché pensa che quella ex compagna ora è libera! La solidarietà maschile quando c’è di mezzo una donna va a farsi benedire proprio perché un uomo senza una donna no ce la fa. Lo si capisce da tante altre cose. All’inizio della storia, ad esempio, una donna permette all’uomo di fargli vedere tutto quello di cui lui è capace: organizzare serate, vacanze e via dicendo. Poi, una volta in coppia, i ruoli si ribaltano e all’uomo non rimangono che compiti di bassa manovalanza tipo: cambiare una lampadina, appendere le tende dopo il lavaggio o a limite parcheggiare l’auto fuori dal teatro!».


                         Riccardo Rossi, L'amore è un gambero (spettacolo teatrale)

Canzone del giorno:  All by Myself (1975) - Eric Carmen
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mercoledì 25 novembre 2015

Post Scriptum Film

Gli ultimi saranno gli ultimi 
DURATA: 103'
USCITA: 

Le cento sedie di legno che, nella seconda parte del film "Gli ultimi saranno ultimi" di Massimiliano Bruno, invadono il piccolo appartamento della coppia Cortellesi-Gassman, evidenziano, oltre che la debolezza di chi cerca di arrabattarsi fra affarucci di borgata destinati a naufragare, la disperazione sociale del nostro presente.
Luciana (Paola Cortellesi) è una brava ragazza che, dopo vari tentativi, riesce a rimanere incinta ma si ritrova a perdere il posto di lavoro proprio perché in attesa di un bambino. L'azienda nella quale lavora non gradisce il futuro pancione della donna e quindi..... 
È l'inizio di un dramma familiare. La donna fa di tutto per restare dignitosamente a galla ma quando il marito nullafacente (Alessandro Gassman) destina gli ultimi risparmi familiari per l'acquisto di uno stock di sedie che non riuscirà a piazzare, il vaso diviene colmo e la tragedia si manifesta. 
Perdita del posto di lavoro e tanti "posti" (sedie) liberi non riservati a nessuno. Tantissimi posti che non è possibile occupare. Il dramma della disoccupazione nella metafora di tante sedie vuote. 
Il regista porta sullo schermo, grazie alla bravura di una convincente Paola Cortellesi, la testimonianza drammatica della perdita del lavoro.
Nel ribaltare il tanto vituperato motto evangelico ("gli ultimi saranno i primi"), il film segue sentieri che dalla commedia s'inoltrano verso situazioni drammatiche.
Si ride sulle intrusioni nel focolare domestico delle superantenne della radio vaticana. Si sogghigna sui dialoghi a tavola fra amici che pranzano al ristorante "Cacio e Pesce". Ci si rattrista dinanzi alla dabbenaggine di uno spaesato e semplicione poliziotto interpretato da Fabrizio Bentivoglio. Ci s'indigna sulle ingiustizie che solcano la vita dei protagonisti.
Tratto dall'omonimo spettacolo teatrale portato in scena in tutta Italia da Paola Cortellesi dal 2005 al 2007, "Gli ultimi saranno gli ultimi" è una commedia credibile nonostante lo schema di un finale che disorienta. Un film equilibrato che cerca, a volte riuscendoci a volte no, di concentrare la nostra attenzione su tristi frammenti del disagio contemporaneo.

Canzone del giorno:  Gli ultimi  (2015) - Paola Turci
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lunedì 23 novembre 2015

Stereotipo

"L’italiano serio, in patria o all’estero, s’indigna per i luo­ghi comuni che strozzano l’Italia. A farlo arrabbiare sono parole come mafioso, pizza, mandolino, fascismo, grande amatore, corruzione. Il tono è sprezzante: basta con gli stere­otipi, nel mondo c’è di peggio, non accettiamo lezioni da nes­suno. E poi: guardate la Rus­sia, casomai, che schifo. E che dire degli Stati Uniti dove cri­minalitá, finta democrazia, polizia assassina, House of cards o peggio, fanno vera­mente paura? Con questo – ag­giunge – non voglio sostenere che va tutto bene: sicuramente certi prodotti nostrani tipo ca­morrismo, fascismo, berlusco­nismo, fasciosalvinismo non aiutano. Ma è forse quella l’Italia vera? L’italiano serio, di fronte a questa domanda reto­rica, s’impenna, sale di tono. Guarda me, dice, ho la coppola e la lupara io, faccio il saluto romano, prendo mazzette, so­no un politico ciarlatano che va a consessi mondiali senza uno straccio di dato affidabile nella cartella, suono il mando­Lino, insidio donne? No, si ri­sponde fieramente, e con italico ottimismo di maniera pro­pone la sua individualità esemplare quale sintesi dell’Italia che abbaglierà, già sta abbagliando il mondo. In­ tanto la Sicilia è sinistrata, la Calabria pure, Roma è disfat­ta, il nord è infetto e infettato, il Vaticano prova a celare i suoi segreti nelle segrete. Forse la mappa più affidabile dell’Italia è lo stereotipo".

Domenico Starnone, L'Italia vera (Internazionale 20/26 novembre 2015)

Canzone del giorno:  Keep Coming Back (1987) - Mike Zito
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venerdì 20 novembre 2015

Non avrete mai il mio odio

« Vous n’aurez pas ma haine »

Amore, coraggio, dolore.
Le parole di Antoine Leiris divulgate attraverso la sua pagina Facebook hanno fatto il giro del mondo.
L'amore di una coppia che da poco più di un anno ha avuto la gioia della nascita di un figlio. Un uomo che si ritrova trafitto dall'assurdità del terrore contemporaneo. Dolore per Antoine e per il suo piccolo bambino che perdono la loro  Hélène in quella maledetta strage. Dolore per tanti esseri umani che piangono i loro morti in quel terribile venerdì sera parigino. Il coraggio delle parole di Antoine riguarda ognuno di noi. Riguarda tutti: Occidentali, medio orientali, cristiani, musulmani, atei, abitanti dell'Europa e del mondo intero. È il coraggio di chi non teme di specificare che esiste un "paradiso di anime libere" nel quale tutti i violenti e gli oscurantisti non entreranno mai.

«Vous n'aurez pas ma haine»

    «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.
L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».

Canzone del giorno:  White Horse (2009) - Scott Matthew
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martedì 17 novembre 2015

Reagire

"La notte del 13 novembre 2015 non riusciremo mai a cancellarla dalla nostra memoria. Non potremo andare avanti, come noi europei abbiamo fatto tante volte, rimuovendo le tragedie, pensando che in fondo si trattava di un attacco contro un singolo obiettivo: un supermercato kosher, la redazione di un giornale satirico, un regista dissacrante. C’è un salto enorme: i terroristi fondamentalisti hanno portato la guerra in una delle città simbolo della nostra civiltà. L’Isis non è solo un’organizzazione fanatica e crudele tra la Siria e l’Iraq. È nelle nostre strade, è tra di noi. Nei nostri teatri, davanti allo stadio, nei ristoranti e nei luoghi del divertimento serale. Terrorizza i cittadini europei per costringerli a non uscire più di casa, a sentirsi impotenti, a chiudersi in un sentimento di paura.
Il cosiddetto Stato Islamico ha i propri nuclei organizzati nelle nostre società. Ragazzi spesso cresciuti nelle case accanto alla nostra, alimentati da un odio inesauribile verso l’Occidente, i suoi costumi di vita, le sue libertà. Siamo in una guerra globale e l’Europa è uno dei suoi campi di battaglia. Ma è una guerra difficile da combattere: sappiamo dove sono le roccaforti dei fondamentalisti in Medio Oriente ma sappiamo poco o nulla del «nemico interno» che ha dimostrato di poterci colpire in ogni momento. Anche perché non ha alcuno scrupolo nel giustiziare persone indifese nei loro momenti di normalità e di vita quotidiana. (...) 
Ma proteggeremo molto meglio i cittadini europei, quelli di Londra, quelli di Parigi, quelli di Roma (che vivranno tra poco l’evento mondiale del Giubileo) se l’indispensabile innalzamento del livello di sicurezza sarà attuato tenendo saldi i nostri principi e i nostri valori di libertà. È un sentiero stretto ma possiamo riuscirci.
Dopo la notte di Parigi, per molto tempo, nulla potrà essere come prima. Lo sappiamo. Ma sappiamo anche che quello che non potrà cambiare è la nostra forza nel reagire alla violenza e all’intolleranza senza sconfessare noi stessi".

                                                    Luciano Fontana, Corriere della Sera del 15/11/2015 

Canzone del giorno:  Credere amare resistere (2015) - Nek
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lunedì 16 novembre 2015

Je suis Paris



God's drifting in heaven, devil's in the mailbox
I got dust on my shoes, nothing but teardrops




Dio va alla deriva in cielo,
il diavolo è nella cassetta della posta
ho polvere nelle scarpe,
niente altro che lacrime

                              Bruce Springsteen,  You're Missing 

Canzone del giorno:  You're Missing (2002) - Bruce Springsteen
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venerdì 13 novembre 2015

Tavola


Nel corso di un'udienza generale in Vaticano, Papà Bergoglio parla del comportamento delle famiglie quando si trovano a tavola. Dice che è meglio non tenere la tv accesa o imbambolarsi davanti allo smartphone quando, nel cosiddetto focolare domestico, ci si trova insieme per pranzare o cenare. Più precisamente il Papa sull'argomento si è espresso in questi termini: "Una famiglia che non mangia mai pasti insieme o a tavola non si parla o si guarda la televisione o lo smartphone è una famiglia poco famiglia. Quando i figli a tavola sono attaccati al computer, al telefonino e non si ascoltano tra loro... ecco questo non è famiglia è un pensionato". Valeria Braglieri su Il Giornale commenta commenta così le affermazioni papali: "Adesso ci sarà perfino chi proverà ad offendersi: ma perché non si occupa dei suoi palazzi, e della fine che fanno, o delle nefandezze che ci accadono dentro, o dei suoi cardinali (in qualche caso impresentabili), invece che dei nostri tinelli, delle nostre cene e nel nostro portarle faticosamente a termine a fine giornata, magari con l'ausilio della distrazione di un cellulare o di una televisore accesi? Come mai se ne occupa?! Se ne occupa perché è il Papa. Se ne occupa perché parla a chi ha deciso di ascoltarlo, se ne occupa perché i suoi palazzi, la fine che fanno e i suoi cardinali (in qualche caso improbabili), non interrompono la sua missione evangelizzatrice. Se ne occupa perché intanto si sta occupando (male, ma se ne sta occupando) anche degli immobili del clero e dei suoi imbarazzanti porporati. Perciò, se vogliono, si accomodino i fanatici del telecomando, i riottosi delle prediche papali. Se desiderano, hanno una cornucopia di reti televisive da cui attingere la qualunque, dottrine e parabole e approfondimenti di ogni genere: musulmani, atei, buddisti, nichilisti... (...) La testa nel piatto, o sul display o incollata a un video è per gente che non sa cosa dirsi. O come dirsi, che poi è lo stesso. Roba per anemici emotivi che hanno deciso di legare alla propria incurabile solitudine una manciata di innocenti. È roba per qualcosa che è il contrario di famiglia. Perciò sia benvenuto il Papa, nei nostri tinelli, o nelle nostre cucine a vista, o nelle nostre sale da pranzo. E ovunque sia in grado di interrompere un innaturale silenzio".

Canzone del giorno:  Liquid Lunch (2013) - Caro Emerald
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mercoledì 11 novembre 2015

Abbaiare

"Un mio amico ha un ottimo cane da guardia. 
A ogni rumore sospetto, lui sveglia il cane  e il cane comincia ad abbaiare".

                                     Renato Pozzetto




Canzone del giorno:  Dogs (2006) - Damien Rice
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lunedì 9 novembre 2015

Delilah

Gradevole sorpresa l’ascolto di Delilah, album d’esordio di Anderson East, artista ventisettenne di Athens, in Alabama.
In soli 33 minuti della durata del disco, le dieci canzoni proposte catturano con semplicità, grazie alla naturalezza della sua voce. 
Sonorità soul, impronta rhythm ‘n blues e grande immediatezza canora.
Nonostante la musica dell’album abbia radici lontane nel tempo, l’incisività del giovane cantante la rende fresca e di buon livello qualitativo.
Poche tracce ma buone. 
Un inizio accattivante con ritmo anni ’50, grazie a Only You, ballata ruffiana ma efficace per rompere il ghiaccio. 
Il prosieguo è ancora più interessante con l’atmosfera coinvolgente di Satisfy Me
La voce calda e fluida di Anderson East si evidenzia ancor di più nei brani più intimi come  What A Woman Wants  To Hear o Devil In Me. Malinconica ed efficace l'interpretazione di Lying in Her Arms.
Alcuni brani, inoltre, sono impreziositi dal piano eletterico o dal suono della sezione fiati.
Grande genuinità e padronanza di musica e testi.
Raffinato soul bianco per un album che stuzzica l’appetito musicale.

Canzone del giorno:  Satisfy Me (2015) - Anderson East
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domenica 8 novembre 2015

H2O

Massimo Bucchi, da Repubblica.it


















Canzone del giorno:  Water (2013) - Eric Burdon
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giovedì 5 novembre 2015

Isola

Il Corriere della Sera di domenica scorsa l'ha definito "il paradosso siciliano". 
Scrive Aldo Cazzullo che, nonostante alcuni siciliani (Mattarella, Grasso, Alfano) siano alla guida delle più alte cariche istituzionali, la Regione è assalita da vergognosi scandali e, come se non bastasse, i ritardi infrastrutturali sono divenuti cronici: "Parlare di tragedia non è eccessivo. L’ex governatore Cuffaro in galera per mafia. Il suo successore Lombardo sotto processo per mafia. Ma, quelche è peggio, l’alternanza politica non ha portato a un vero cambiamento nei costumi, nell’amministrazione, nella legalità. Le inchieste della magistratura stanno spazzando via la nuova classe dirigente dell’isola".
In questo contesto è interessante leggere un'articolo sull'argomento di Attilio Bolzoni di pochi giorni fa su Repubblica che evidenzia come, quando si parla di tangenti, c'è un filo che lega i padroni della Sicilia e i poteri di Roma.
Il giornalista è esplicito sin dalle prime righe: "Sono diventati padroni di tutto. E anche di tutti. Hanno ridotto la Sicilia in una sorta di schiavitù, signori e servi. Lo chiamano il califfato di Palermo. Eccola la classe dirigente dell'isola che, dieci anni fa all'incirca, si è presentata all'Italia per fare una "rivoluzione". Affari, affari, solo affari. Sotto la maschera c'è sempre stata una Cupola che sembrava intoccabile.
Oggi, dopo la conquista di un potere che - immutabile - è passato attraverso voti e apparati e commerci da Totò Cuffaro a Raffaele Lombardo e da Raffaele Lombardo a Rosario Crocetta, c'è un sistema che crolla. Si sta sgretolando sotto i colpi delle inchieste giudiziarie (e anche giornalistiche), si è fatto poltiglia fra mazzette e scandali mentre si allungano ombre su coperture politiche che partono dal governatore dell'isola e arrivano al ministro dell'Interno Angelino Alfano - amico fin dagli anni '90 del presidente della Rfi Dario Lo Bosco appena arrestato per tangenti e grande sponsor per l'Agenzia dei beni confiscati di Antonello Montante poi indagato per reati di mafia - , sfiorano al momento l'alta burocrazia, conducono al cuore di un dominio che ha governato la Sicilia con la corruzione e con la paura. Intorno ai nuovi padroni di Palermo ormai però c'è il vuoto. Arresti, investigazioni, libri mastri delle "stecche", pentiti di Cosa Nostra. Non sono casi isolati, episodio dopo episodio e nome dopo nome tutto torna".

Canzone del giorno:  Io vorrei che per te (2015) - Edoardo Bennato
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martedì 3 novembre 2015

Traditori

Si tratti di talpe, corvi o parenti di Giuda ben disseminati nelle stanze papali, una cosa è certa: il Vaticano ritorna ad essere tradito al suo interno e non è un bel vedere. All'interno delle mura papali dovrebbero stazionare più santi e meno peccatori, ma la storia insegna ben altro.
La situazione è più che mai complessa. Il giornale dei vescovi definisce l'accaduto come "Furto di fiducia" e il suo direttore Marco Tarquinio riassume così il tutto: "Non sappiamo dire se, alla fine, Lucio Angel Vallejo e Francesca Immacolata Chaouqui saranno riconosciuti colpevoli della grave slealtà verso il Papa e la Chiesa che avrebbe fatto di loro i protagonisti del nuovo "furto di fiducia" (e di documenti, e di parole) in Vaticano. 
Non abbiamo cioè ancora piena certezza della fondatezza dell’accusa che grava sul monsignore di curia e sulla consulente di comunicazione e marketing: aver "sporcato" il servizio a cui erano stati chiamati da papa Francesco nella Cosea, la ormai disciolta Commissione di studio sulle strutture economico-amministrative della Santa Sede. 
Ma sappiamo bene che dietro il portone di bronzo non si assumono di frequente, e a cuor leggero, provvedimenti come l’arresto. Il furto del resto c’è indubbiamente stato, e ha condotto alla pubblicazioni di libri che – oggi come ieri, comunque vengano presentati – sono un attacco alla Chiesa e all’azione di riforma del Papa: quella avviata ieri da Benedetto XVI e quella sviluppata con determinazione, ormai da quasi tre anni, da papa Francesco. Il metodo è il solito: alzare polveroni che confondono bene e male e fanno comodo soprattutto ai veri malfattori. Sappiamo anche che questo caso è ben diverso da quello del 2012. Stavolta niente è stato rubato direttamente al Papa. Ma ancora una volta una ferita cattiva è stata inferta a tutti i cattolici e anche a coloro che, con crescente rispetto, ascoltano la parola e seguono l’azione di papa Francesco. Ladri e ricettatori materiali, strateghi e grassatori (im)morali, faranno bene a rendersi conto che la Chiesa sa perdonare, ma il giudizio dei semplici è senza scampo".

Canzone del giorno:  The Traitor (1979) - Leonard Cohen
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domenica 1 novembre 2015

Playlist Ottobre 2015

1.      Roger Taylor, Happiness – (Happiness? – 1994) – Felice
2.      The Black Keys, Modern Times – (Magic Potion – 2006) – Adeguarsi
3.      Chuck Burry, Gun – (Back Home – 1970) – Armi
4.      Stadio, Gioia e  dolore – (Diluvio Universale – 2009) – Inside Out
5.      Hurts, Mercy – (Exile – 2013) – Misericordia
6.      Giuliano Palma, Una colpa – (Old Boy – 2014) – Colpe
7.      Tiromancino, Due destini – (La descrizione di un attimo – 2000) – Due
8.      Garth Brooks, Man Against Machine – (Man Against Machine – 2014) – Truccato
9.      Bon Jovi, Right Side og Wrong – (Bounce – 2002) – Pianificazione
10.  John Mayall, Ropes and Chains – (Find A Way To Care – 2015) – Find A Way To Care
11.  Supertramp, Just A Normal Day – (Crisis? What Crisis? – 1975) – Legale
12.  Harry Nilsson, I’ll Never Leave You – (Nilsson Schmilsson – 1971) – Transfuga
13. Earth, Wind & Fire, Imagination – (Spirit – 1976) – Immaginazione