nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 29 novembre 2021

Corretto

«Il pensiero politicamente corretto ha reso oggi più difficile girare i film in libertà, ma l'impresa non è del tutto impossibile: bisogna credere nei propri principi senza preoccuprasi del giudizio della gente. Se nel 1994 io avessi dato retta ai critici che trovarono da ridire su Pulp Fiction, non sarei qui. Avevo girato un film divertente, che male c'è? Oggi mi consolo pensando che lo spirito permissivo degli anni Novanta deve molto a Pulp Fiction, ancora oggi materia di conversazioni». 

Quentin Tarantino, intervento alla Festa di Roma (20/10/2021) 


Canzone del giorno: Ice Pick (1978) - Albert Collins
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sabato 27 novembre 2021

Il mercato delle verità

Il mercato delle idee come luogo di incontro e di scambio di idee tra persone che la pensano in modo diverso, si rivela spesso una illusione. Si affermano sempre più tante isole informative in cui persone che la pensano alla stessa maniera si incontrano, si polarizzano, si radicalizzano, rafforzando una identità che viene definita a partire dalla differenza con gli altri gruppi. Tutto questo comporta la trasformazione del mercato delle idee in mercato delle verità. Rispetto al mercato delle idee, il mercato delle verità si mostra più isolato, più intransigente, più violento. D’altra parte, difendere una verità ci appare assai più decisivo che difendere un’idea. Il mercato delle verità è il luogo in cui la libertà d’espressione non solo non è più lo strumento selettivo-evolutivo delle verità, come agognato da Mill, ma diventa anzi un moltiplicatore di verità monopolistiche e alternative, grazie al quale ognuno compra e offre verità, crea il proprio gruppo, assume una identità, si isola dagli altri. (…)  Il principale paradosso è che a trasformare il mercato delle idee in mercato delle verità non è stata una qualche limitazione delle libertà d’espressione, ma esattamente il processo opposto, in un ambiente caratterizzato da overload informativo, pluralità di fonti, selezione algoritmica e scarsità di attenzione. La possibilità di essere tutti giornalisti di sé stessi, di essere artefici e vittime della grande fabbrica della disinformazione, di essere esperti a portata di click, di confondere accesso alle informazioni con la conoscenza ha fatto il resto. Nel mercato delle verità, la libertà d’informazione si espande come comunicazione personale, ma si ritrae come manifestazione pubblica, essendo sempre più limitata agli amici e al proprio gruppo, magari in contrapposizione ad altri gruppi target. (…) In questo passaggio dal mercato delle idee al mercato delle verità viene in crisi tutta la costruzione e la finalità delle regole poste a tutela del pluralismo. Si pone dunque il problema di capire quali regole disegnare per contrastare il fallimento del mercato delle idee, tutelando la libertà d’espressione. Occorre riflettere non solo sul tradizionale diritto a informare e a essere informati, ma anche su un diritto a non essere disinformati, ad esempio scegliendo autonomamente i gradi di profilazione e di esposizione alla disinformazione. Ma prima ancora, occorre chiedersi: possiamo ancora parlare di “libera espressione” delle idee, una volta precipitati nel mercato delle verità?

Antonio Nicita, Il Sole 24 Ore (27/10/2021)

Canzone del giorno: È la verità (1999) - Giorgia
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venerdì 26 novembre 2021

Gonna Run

Gonna Run (Correrò)

Corri, corri, corri, sto correndo
Sì, sto correndo, piccola
Corro tutta la notte
Piccola, sto correndo
Continua a correre
Sì, il tempo sta volando
Sì, il tempo è andato
Sì, sto correndo, io sto correndo, sto correndo
Devo continuare a provare

Ten Years After, Gonna Run (1970)

Canzone del giorno: Gonna Run (1970) - Ten Years After
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mercoledì 24 novembre 2021

Palcoscenico


Io considero il mondo per quello che è, Graziano: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte.

William Shakespeare, Il mercante di Venezia (1596) - Antonio a Graziano, Atto I, Scena I


Canzone del giorno: C'est la vie (2019) - Achille Lauro feat. Fiorella Mannoia
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lunedì 22 novembre 2021

Emissioni

Ci sono le emissioni climalteranti di ogni anno e ci sono quelle che si sono accumulate in atmosfera nei secoli passati. Per quanto riguarda le prime, la Cina ne detiene il record e l’India sta rapidamente scalando la classifica. Ma per quanto riguarda le seconde, più del 50 per cento di quelle accumulate appartengono a Usa, Europa e Giappone che insieme fanno il 17 per cento della popolazione mondiale. Le hanno emesse dalla Rivoluzione industriale in poi, alimentando le loro economie e diventando, grazie ai combustibili fossili,  le aree più ricche del mondo con più del 50 per cento del pil mondiale. Oggi le loro economie si stanno “disaccoppiando”, cioè sono in grado di crescere anche diminuendo le emissioni totali. Ma non è questo il caso dell’India e, per certi versi, anche della Cina, entrambe ancora sul lato crescente della curva del rapporto fra pil ed emissioni totali. Un indiano dispone di un reddito che è la metà delle media mondiale, un settimo di quello europeo e un decimo di quello americano. E questo vale anche per altri paesi asiatici e africani. (…) Scandalizzarsi perché l’India abbia chiesto un rallentamento dall’uscita del carbone è ridicolo. Il 40% dell’energia elettrica nel mondo si produce ancora con il carbone. Anche negli Stati Uniti, dove rappresenta il 25% della produzione elettrica e, seppur in diminuzione, pure in Germania, dove è la prima fonte utilizzata. Pensare di sostituire il tutto in tempi rapidi solo con l’ausilio delle rinnovabili è una pura illusione. Si può forse fare nelle aree sviluppate del mondo, ma solo con l’ausilio del gas e del nucleare che forniscono energia elettrica in grandi quantità e in modo stabile, senza le variazioni giornaliere e stagionali che presentano le rinnovabili. Ma nell’ex terzo mondo questo comporterebbe investimenti rispetto ai quali i 100 miliardi di dollari promessi (?) dai paesi ricchi sono un’inezia.

Chicco Testa, Il Foglio (16/11/21)

Canzone del giorno: Damage Control (2021) - Curtis Salgado
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sabato 20 novembre 2021

Erbacce


„I pregiudizi, è ben noto, sono più difficili da sradicare dal cuore il cui terreno non è mai stato dissodato o fertilizzato dall’istruzione; essi crescono la, fermi come erbacce tra le rocce.“


Charlotte Brontë (1816 - 1855)


Canzone del giorno: Thistle And Weeds (2009) - Mumford & Sons
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mercoledì 17 novembre 2021

Cop26

Ci siamo riusciti anche stavolta, è sembrato in apparenza più difficile, ma è stato un attimo e anche la Cop26 di Glasgow si è rivelata per quello che avevamo previsto facilmente, un fallimento e una delusione. Dopo aver passato una settimana a fornire sovrabbondanza di dati scientifici su quanto sia grave il cambiamento climatico, quanto sia accelerato e diverso dal passato e quanto dipenda dall’uomo, dopo aver ribadito in ogni lingua che c’è pochissimo tempo per frenare, alla fine nessuna decisione degna di rilievo è stata presa. La deforestazione è un’emergenza planetaria? Bene, rimandiamone la fine al 2030, sperando che qualche foresta resista fino a quella data il carbone è il vero cattivo tra i fossili, quello che inquina di più? Benissimo, non lo useremo più, ma dal 2030 (e qualcuno dal 2040). Sarebbe il caso di fermare per sempre le nuove trivellazioni di idrocarburi, perché se tiri fuori gas e petrolio, prima o poi li bruci? Sarebbe il caso di impedire ogni tipo di finanziamento pubblico ai combustibili fossili al mondo (ne hanno, attualmente, per 400 miliardi di dollari, le rinnovabili per 90)? Ottimo, ma solo per qualche paese europeo più avanzato. Per non dire dei veicoli a motore endotermico, di cui si ipotizza di non fabbricarne più, però dopo il 2040, ma senza vincoli, mi raccomando. O della riduzione del 45% delle emissioni clima alteranti, ma, intendiamoci, non prima del 2040. O, ancora, delle compensazioni, che sono assolutamente dovute ai Paesi emergenti, visto che noi ci siamo sviluppati per due secoli sconvolgendo il clima e facendone pagare il prezzo soprattutto all’oro mancato sviluppo. (…) … il passaggio all’azione urgente neppure si intravede e certamente non fanno la differenza quei passettini verso obiettivi più ambiziosi, però spostati più lontani nel tempo. Altri fanno notare che il fatto di avere comunque delle dead - line è positivo, dimenticando che è dal primo summit sulla Terra del 1992 a Rio de Janeiro che si ipotizzano date al di là delle quali non si dovrebbe andare. Noi sapiens abbiamo inconsapevolmente messo in piedi un colossale esperimento con il clima, alterandolo fino a farlo diventare un problema per quello sviluppo economico che ne ha tratto vantaggio all’inizio e che oggi, invece, ne soffre le conseguenze. Ma noi più ricchi e fortunati vorremmo che a pagarne il prezzo siano sempre gli altri, come se alla fine potessimo distinguere i nostri figli dei figli loro, e non fossimo tutti sull’orlo della medesima voragine.

Mario Tozzi, La Stampa (14/11/2021)


Canzone del giorno: Despite Repeated Warnings (2018) - Paul McCartney
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lunedì 15 novembre 2021

Rivoluzione

"Cercava la rivoluzione e trovò l’agiatezza."

Leo Longanesi



Canzone del giorno: Castello di sabbia (2009) - Joe Barbieri
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venerdì 12 novembre 2021

Post Scriptum Film

Freaks Out

REGIA: Gabriele Mainetti
INTERPRETI: Claudio Santamaria, Giorgio Tirabassi, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Max Mazzotta, Franz Rogowski
SCENEGGIATURA: Nicola Guaglianone, Gabriele Mainetti
FOTOGRAFIA: Michele D'Attanasio
DURATA: 141'
USCITA: 28/10
Sorprendentemente smisurato. Freaks Out è un film con tanti punti di forza che emergono in maniera esorbitante all’interno dei 140 minuti di durata della pellicola di Gabriele Mainetti. Come già accaduto in “Lo chiamavano Jeeg Robot”, il regista ammalia con un’opera inconsueta nell’ambito del nostro panorama cinematografico. Non si può che essere soddisfatti della sua audacia, una via personale e originale che trova in Nicola Guaglianone un eccellente soggettista e sceneggiatore e in Michele D’Attanasio un prezioso professionista della fotografia.
Il film, ambientato a Roma durante l’occupazione nazista e che vede come protagonisti quattro diseredati che si esibiscono nel piccolo circo dell’ebreo Israel (Giorgio Tirabassi), si ispira a Freaks, uno dei più grandi cult movie di sempre, diretto nel 1932 da Tod Browning. Anche Freaks Out mette in campo la “diversità” di alcuni “fenomeni da baraccone” che incantano, sin dalla prima scena, attraverso uno spettacolo circense anomalo e affascinante. Fulvio (Claudio Santamaria) con la sua forza bruta e totalmente ricoperto da peli; Cencio (Pietro Castellitto) che ha il potere di controllare gli insetti; il nano Mario (Giancarlo Martini) che riesce ad attrarre gli oggetti di metallo; Matilde (Aurora Giovinazzo) la ragazzina elettrica dalla personalità fragile ma al tempo stesso piena di determinazione.
Ma l’incantesimo è interrotto dalle bombe naziste e i quattro “strani” circensi dalle capacità sovrumane, si ritrovano ad affrontare le assurdità della guerra fra rastrellamenti contro gli ebrei, violenze gratuite, bombardamenti, scontri fra nazisti e partigiani (pittoresca e avvincente l’interpretazione dell’attore Max Mazzotta). E dall’altra parte della barricata si ritrovano a combattere contro Franz (Franz Rogowski), il malvagio gestore del  Berlin Cirkus  al servizio del Terzo Reich, un chiaroveggente che riesce anche a captare la musica del futuro (anche lui è un freak e con le sue sei dita per mano suona al pianoforte Creep dei Radiohead o  Sweet Child of  Mine dei Guns N’ Roses)  e che fa di tutto per scovare esseri con doti sbalorditive per fare vincere la guerra a Hitler. Da un lato la crudeltà dall’altro la vitalità e il super-potere di chi continua a credere nella libertà e  non si fa sovrastare dall’odio e dall’orrore.
Fra effetti speciali, un’interpretazione eccellente di tutto il cast, tanti rimandi al Cinema di grande livello (da Rossellini a Fellini, da Quentin Tarantino a Tim Burton), Freaks Out  è un film sorprendente, piacevole e da vedere tutto d’un fiato.

Canzone del giorno: Creep (1992) - Radiohead
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mercoledì 10 novembre 2021

Rimpianti

“Il passato genera rimpianti. Invece di perdere i pomeriggi d’estate ad annoiarmi potevo imparare a suonare il pianoforte… Il rimpianto diventa pericoloso quando si pensa di poter fare a cinquant’anni quel che non si è fatto a venti. Allora non solo il fallimento, ma anche il ridicolo è in agguato”.

 Francesco Fiorentino, scrittore


Canzone del giorno: No Regrets (2010) - Elisabeth Withers
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domenica 7 novembre 2021

Buche

Messo alle strette dalla necessità di risolvere un problema, il sindaco di Giarre, Leonardo Cantarella, ha deciso che era meglio eliminarlo alla radice.dinanzi alla città martirizzata dalle buche stradali ha ordinato che fino al 21 novembre biciclette e motociclette non dovranno più circolare. “I contravventori saranno puniti ai sensi delle vigenti disposizioni e l’Amministrazione non risponderà per eventuali danni derivanti dall’inosservanza della presente”, si legge nell’ordinanza numero 202. Ai pedoni, il primo cittadino non ha potuto negare la libertà di deambulare. Se proprio hanno la fregola di muoversi, vadano pure in giro ma almeno stiano attenti. Per fortuna, il sistema fognario di Giarre reggia ancora perfettamente, altrimenti chissà quale ulteriore divieto si sarebbe inventato il sindaco Cantarella.

Massimo Lorello, la Repubblica - ed. Palermo (6/11/21)

Canzone del giorno: Velocità silenziosa (2005) - Paolo Conte
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giovedì 4 novembre 2021

Generazioni

Colpo di scena, tornano di moda i giovani. Non stupisce più di tanto, è una cosa che succede periodicamente quando si tratta di penalizzare i vecchi, e quindi si attua il facile barbatrucco di mettere generazioni contro generazioni, segnatamente quando si parla di pensioni e previdenza. Traduco: siccome le pensioni ci costano un bel po’ e data l’incapacità di chiedere qualche soldo ai nuovi ricchi (un milione e mezzo i neo-milionari italiani, cresciuti del 20 per cento durante l’età d’oro – per loro – del Covid), ecco che si indicano ai giovani i diritti dei vecchi additandoli come odiosi privilegi. È un trucchetto antico come il mondo, che funziona sempre e che ha come unico effetto collaterale di rivelare la statura etica, morale e politica di chi lo conduce: poca cosa. Non mi addentrerò qui nel vortice attuale dei numeri e nel gorgo che si legge in giro: quota 102, no, 104, no Fornero forever, eccetera eccetera, e mi limiterò all’uso strumentale del giovane in quanto sfigato storico di riferimento, funzionale al dibattito, feticcio utile alla causa draghian-confindustriale. Un po’ occultati e nascosti sotto il tappeto (quando non se ne parla per dire che sono tutti scemi), i famosi giovani vengono buoni adesso per dire che loro probabilmente le pensioni non le vedranno, o le avranno sotto la soglia di una decente sussistenza. E si capisce: calcolandole col retributivo secco, e avendo fino alla mezza età lavori intermittenti e stipendi da fame, dall’Inps prenderanno due cipolle e un pomodoro. Da qui, dritta come una freccia, ecco la pressione sulle trattative per la previdenza di genitori e nonni: è colpa loro e della loro avidità se chi ha vent’anni oggi farà la fame domani. E giù interviste, pareri, interventi, per dire che il sistema è iniquo e penalizza le nuove generazioni (mentre i pensionati anziani, si sa, nuotano nell’oro). Naturalmente essendo le basse paghe e il precariato ad libitum a penalizzare eventuali pensioni dei giovani, bisognerebbe intervenire su quei punti: meno contratti fantasiosi, meno stage e tirocini, più stipendi veri, magari un salario minimo che finisca per rasentare la decenza. Invece, su quel versante, niente, mentre si spinge sul pedale della guerra tra generazioni, mettendo figli contro padri, cioè i futuri poveracci contro i “privilegiati” che dopo aver lavorato una vita prendono (addirittura!) la pensione.

Alessandro Robecchi, Il Fatto quotidiano (27/10/2021)

Canzone del giorno: Forever Young (1974) - Bob Dylan
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martedì 2 novembre 2021

Emissione

Franzaroli, da google.it











Canzone del giorno: Light Inside (2001) - Aerosmith
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lunedì 1 novembre 2021

Playlist Ottobre 2021


  • 1.      Jerry Lee Lewis, Seasons Of  My Heart – (Country Songs… – 1965) – Compatto
  • 2.      John Mayall, Slow Train to Nowhere – (Tough – 2009) – Discriminazione
  • 3.      Amara, Credo – ( Donna libera – 2015) – Incredulità
  • 4.      Aretha Franklin, One Way Ticket – (Spirit in tha Dark – 1970) – Tacchino surgerlato
  • 5.      Passenger, Walls – (The Boy Who Cried Wolf – 2017) – Cortina di ferro
  • 6.      Ivano Fossati, Cartoline – (Lampo viaggiatore – 2003) – Cartoline
  • 7.      Mina, Amoreunicoamore – (Caramella – 2010) – Desiderio estremo
  • 8.      Tinsley Ellis, Kiss This World – (Winning Hand – 2018) – Eterno ritorno
  • 9.      Kenny Neal, Believe In Yourself – (Hoodoo Moon – 1994) – Progetti
  • 10.  Coco Montoya, Trip, Stumble and Fall – (Can’t Look Back – 2002) – La Bestia
  • 11.  Jamie Cullum, Nothing I Do – (Catching Tales – 2005) – Esperto
  • 12.  Enzo Gragnaniello, L’erba cattiva – (L’erba cattiva – 2007) – Cattiveria
  • 13.  Eddie Vedder, Rise – (Into the Wild – 2007) – Salita