nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 30 agosto 2015

Formiche

L’uomo ha devastato la Terra, ma le formiche sono ancora qui. Basta sedersi in un prato, sotto un albero, vicino a un muretto, e la prima creatura che si paleserà sarà proprio una formica. Il loro numero complessivo è calcolato per difetto intorno a diecimila trilioni; tutte le formiche presenti sulla Terra pesano circa come tutti gli umani messi insieme. Sono senza ombra di dubbio gli insetti dominanti sulla Terra; per molti tratti ci superano e prevedibilmente, come ha scritto una volta Primo Levi, ci saranno ancora quando noi umani saremo già scomparsi.
Come hanno fatto a diventare le padrone invisibili del Pianeta azzurro?  Per via della loro natura sociale: tutti i singoli componenti del formicaio sono programmati per agire in modo coordinato. Il numero fa la forza, scrivono Bert Hölldoler e Edward O. Wilason in Formiche e, almeno in questo, ci somigliano. La parola magica è “eusocialità”, che significa “veramente” sociale. Nel formicaio gli adulti si prendono cura dei giovani; due o tre generazioni convivono nel medesimo nido; i membri sono divisi in una casta “reale” riproduttiva e una “operaia” sterile. Gli insetti sono stati i primi animali a colonizzare le terre emerse, 400 milioni di anni fa nel Devoniano; le formiche, le api e le vespe sociali si sono sviluppate nel Cretaceo, circa 100 milioni di anni fa, e sono diventate dominanti nel Terziario, 50-60 milioni di anni fa. Questi insetti non si sono avventurati nel mondo sensoriale che noi occupiamo quasi totalmente, sono rimasti invece maestri di un’arte più antica, quella fondata sugli odori. Mentre noi abbiamo sviluppato i canali di comunicazione acustica e visiva, le formiche fanno molto poco mediante il suono e quasi nulla con la vista. Comunicano in modo mirabile attraverso secrezioni chimiche trasferite da un individuo all’altro, ovvero con il gusto e l’olfatto: operano attraverso i feromoni e possiedono una adeguata sintassi sensoriale. Probabilmente per questa ragione tra gli esseri umani e gli uomini non si è stabilita una competizione, ma solo una strana convivenza, o ignoranza reciproca, tra specie altamente sociali.

                                                             Marco Belpoliti, La Stampa (15 luglio 2015)

Canzone del giorno:  Facts of Life (2003) - King Crimson
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giovedì 27 agosto 2015

Fragilità

Giuseppe Montesano, scrittore e insegnante di Liceo, prova a interpretare i comportamenti di tanti ragazzi che frequentano le varie discoteche dislocate sul nostro territorio.
Su Il Messaggero di qualche giorno fa evidenzia che "Chi va in discoteca per sfogarsi ballando sa che basta spingere una porta per passare a un’altra situazione, quella in cui lo sballo nei bagni e il sesso occasionale sono la norma. E con molta logica i ragazzi ti dicono anche che «il passare o no dall’altra parte» è una scelta: chi lo fa, lo fa perché vuole farlo. Ma forse questo è il punto di vista di chi “dall’altra parte” non ci passa: e oscilla tra il moralismo assoluto e il libertarismo assoluto dei vent’anni. Il fatto è che il rito attuale della discoteca fa spesso arrivare all’estremo la rappresentazione falsa di se stessi che regola la società anche fuori dalla discoteca: si arriva all’eccesso per paura di non apparire all’altezza. I ragazzi sono fragili, ma non possono mostrarlo".
La fragilità dei ragazzi di oggi è un tema delicato e dalle mille sfaccettature. Non ė per niente facile riuscire a trovare la chiave di volta per capire il modello che in tanti, siano essi ragazzi o ragazze, cercano di imitare per non sentirsi ai margini, inferiori rispetto agli altri che stanno intorno: "Il meccanismo è lo stesso che funziona su facebook: per sentirmi “uno buono” o uno che “esiste”, devo fingere di essere come gli altri mi vogliono. Il punto è qui: il resto sono chiacchiere moralistiche che non salvano nessuno. Non è la discoteca di per sé il luogo del “male”: come non lo sono di per sé i giardinetti dove vanno a sballarsi i tossici".
Il filo che separa il bene dal male oggi appare più sottile che mai. Come ci ricorda Montesano la questione della debolezza interiore è complessa e sarebbe inutile chiudere tutte le discoteche (fermo restando che seri controlli e una più rigida regolamentazione degli orari di fruizione male non farebbe!): "La discoteca è il male? Se fosse così semplice sarebbe tutto risolto domani, ma non è così. Il problema è la paura di scoprire e comunicare ciò che si è davvero, e quindi decidere di vivere la propria vita e non la vita degli altri. Ma è un problema solo dei “giovani”, o anche dei cosiddetti “adulti”? Una risposta ci farebbe fare molti passi in avanti: forse ballando, e a ritmo. E in tempi grigi un po’ di musica, anche nel pensiero, farebbe bene a tutti".

Canzone del giorno:  Fragile (1999) - Negrita
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martedì 25 agosto 2015

Film

Alla sua età, cosa pensa del cinema di oggi?

«Già quando ho iniziato io il cinema era in mano ai filistei, però gli studios, per salvarsi la coscienza, un paio di volte l’anno ci tenevano a fare dei film di qualità. Ora i buoni film non interessano più: preferiscono fare brutti film che incassano invece che bei film che perdono. E si può capirlo, sono uomini d’affari. Il fatto, però, è che molti dei registi emersi negli anni ’70 non potrebbero più farlo, nel contesto eco- nomico e finanziario di oggi. E c’è anche la questione dei piccoli schermi che diventano sempre più grandi, della definizione dell’immagine che sarà sempre migliore... il ri- sultato è che la gente si guarderà i film a casa, senza più bisogno di uscire. Vuoi l’ultimo film di Angelina Jolie alle 8 e mezza? Chiami e alle otto e mezza il film arriva. Ma sarà un’esperienza molto diversa da quella di quando ero ragazzino io, e ti alzavi la mattina e non stavi più nella pelle perché sapevi che più tardi saresti andato al cinema. Le sale erano grandi e bellissime, la gente aspettava in coda sotto la pioggia e l’intera esperienza aveva qualcosa di magico. Ora è un’altra cosa. Parlo con gli studenti di cine- ma e mi dicono, «Sì, certo,“Lawrence d’Arabia”, l’ho visto. “Quarto Potere”? Anche». Poi scopro che li hanno visti sull’iPhone. Per uno come me è scoraggiante. Terribile».

 Woody Allen (da un intervista a Lorenzo Soria) - Espresso n.34 - Agosto 2015

Canzone del giorno: Cinema Novo  (1993) - Gaetano Veloso e Gilberto Gil 
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sabato 22 agosto 2015

Drone

Articolo di Fausto Brambilla (Corriere della Sera del 14 agosto) sulla sua esperienza di padre in ansia per le notti fuori casa del figlio.
Dedicato ai tanti genitori e alle loro notti insonni in attesa che il figlio adolescente ritorni a casa. Dedicato alle coppie che, per tanti anni, hanno vissuto l'esperienza di arrovellarsi nel letto guardando l'orologio. Dedicato, inoltre, a quei genitori che, per il momento, fanno sonni tranquilli ma che si appresteranno, da qui a breve, a "consentire" ai loro pargoli di ritornare a casa alle ore piccole. Anche questi ultimi, prima o poi, spereranno in un drone-spia.
"È l’una di notte. Notte d’estate, notte di san Lorenzo. Più di ogni altra lunga e silenziosa, quasi opprimente. Non riesco a dormire, ma non è per il caldo. A quello ci si abitua, si impara a sopportare. È che questa volta il piccolo (16 anni) alle sei del pomeriggio è riemerso dalle sue cuffie — come un paguro che sbuca pigramente dal fondale sabbioso per andare a caccia di tutto — annunciato dalla scia di profumo, lo stesso di quel docciaschiuma come dopo le partite di calcio da piccolo. Ma ora è diverso. Niente più gol da rivivere, poche parole. Solo quattro, dodici lettere. Un postulato. «Ciao pa’, io esco».
Anche lui come il paguro in cerca di cibo, quello della vita. Hamburger e sogni, pizza e stelle cadenti, birra (e qui corrono i primi brividi) ed emozioni. È la notte farcita di un adolescente, di tutti gli adolescenti. È la notte infinita di un genitore, di tutti i genitori.
La sua è l’estate dei desideri che non dimenticherà. Mai più. Destinata negli anni a diventare memoria e poi nostalgia. Tutti ne abbiamo una, quella, unica, irripetibile. Via dalla tana, perché la vita (ora) chiama altrove. Questo altrove per l’occasione è la casa di un compagno di classe, una decina di chilometri in direzione nord, due autobus e uno spazio che mi riporta a Zenone e al suo paradosso: anche volendo, non potrei mai raggiungerlo.
«Allora, mi raccomando… usa la testa». Lui — mi ripeto — sa che cosa intendo: onora la tua intelligenza, gli dico spesso, che declinato si traduce in «non salire in motorino con gli altri», «non bere» e — in particolare — «non accettare da bere se non conosci chi te lo offre». «E lontano dalle pasticche». È l’incubo più grande. Il buio in fondo alla notte. Lo spettro che agita, il tarlo che toglie il sonno.
«Sì, sì… ah, scusa: ho il telefonino al quindici per cento di carica ma mi arrangio».
«Ma come, dormi da un tuo amico e ci vai con il cellulare già quasi scarico? E se ho bisogno di sentirti?».
«Tranquillo, nel caso ti scrivo con il cell di qualcuno…».
Già, tranquillo. Tranquillo? Facile per lui. E poi «nel caso», il «cell», «qualcuno»… Io non voglio «qualcuno», tanto meno il suo «cell». Voglio solo che arrivi mattino in un baleno, sentire suonare il citofono. Alt, fermo. Un po’ mi imbarazza questa mia ansia. Mi do del bacchettone (io che alla sua età… io che Giovanardi…, io che a parole…). Ma dura solo un attimo, al diavolo il politicamente corretto.
«Mandami almeno un messaggio con WhatsApp…».
L’ha fatto, a mezzanotte. «Qui tutto ok, a domani mattina». Lo rileggo e cerco di misurare lo spazio che ancora mi separa dal «qui tutto ok» al «domani mattina». Guardo se è ancora online. Niente. Spero che siano a casa del compagno di classe; che siano tutti lì, assieme, a ridere e a inventare il futuro divorando il presente. Spero che non siano in giro a inseguire le stelle o in qualche locale a perdersi nell’oblio. Allontano dalla mente gli ultimi fatti di cronaca. Già, ma come si fa? Erano tutti bravi ragazzi, e i genitori si fidavano di loro. Come me, com’è giusto che sia. Già, ma come si fa…
Allora penso a un drone. Sì, un drone capace di seguire gli spostamenti di quei ragazzini e di darmene conto. Geolocalizzazione, roba da «situation room», da unità di crisi. Sapere in ogni istante dove sono e che cosa fanno; il Grande Fratello che diventa padre, il regista-demiurgo alla Truman Show. Poi mi fermo, questa volta me lo impongo. Calma. Stop. Ora esageri. E il drone svanisce, come nelle nuvolette dei fumetti. Guardo l’orologio, le due passate. Mi dico che è ora di dormire, giusto qualche pagina di libro. E fu notte e fu mattino.
P.S. Il piccolo è tornato a casa alle 11. «Ciao, sì sì, tutto bene. Ci siamo divertiti, poi vi racconto. Ora sono stanco». E via, nella sua stanza. Il paguro si rimette sotto la sabbia, sazio, con la nuova conchiglia carica di palpiti e di emozioni. C’è ancora tanto da cacciare, il mare è grande.

Canzone del giorno:  Spy In The House Of Love (1997) - Steve Winwood
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mercoledì 19 agosto 2015

Niente


"Amo molto parlare di niente. È l'unico argomento di cui so tutto".


                                                             Oscar Wilde (1854 - 1900)



Canzone del giorno:  Niente (2013) - Malika Ayane
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domenica 16 agosto 2015

Concerti

"L'estate si caratterizza anche per il gran numero di concerti all'aperto. Questi eventi di massa, in via teorica musicale, sono popolati da una fauna variegata che ha una caratteristica in comune.
Della musica, in buona sostanza, non frega niente a nessuno. Si va ai concerti per moda, per noia, per aggregazione. Quasi mai per ascoltare - bene - quel che gli artisti sul palco hanno da dire. La fauna concertistica si divide in varie specie"...
Andrea Scanzi (Il Fatto quotidiano del 9 agosto) raggruppa in più aggregati i partecipanti ai concerti estivi e tende a sottolineare come, in moltissimi casi, ai giovani della musica (buona e tutta da gustare dal vivo) importa  veramente poco. Il cervello di tanti si concentra su alcol, pomiciate, registrazioni impervie e urla a più non posso.
Il giornalista prende in sarcastica considerazione i "Telefonisti", i "Selfisti", i "Birrai". 
Poi ci sono gli "Inconsolabili", ossia coloro che "hanno aspettato una vita per ascoltare quell'artista. Sconosciuti amando Blowin' in The Wind e Buonanotte Fiorellino. Poi, quando improvvisamente gli capita di incrociare dal vivo Dylan e De Gregori, le canzoni neanche le riconoscono. Per colpa un po' loro e molto di chi le canta. La vita, spesso è ingiusta". 
Scanzi prende sotto esame anche i "Blateranti" (coloro che parlano di continuo, non del concerto ma del mondo), gli "Incontinenti" o gli "Urlanti". 
Ma i più forti di tutti sono i "Cineasti" che "riprendono tutto il concerto con il telefonino e lo postano in diretta su Facebook, su Twitter, su Youtube. Nel frattempo il concerto è finito, ma loro non se ne sono mica accorti".

Canzone del giorno:  Blowin in The Wind (1962) - Bob Dylan
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venerdì 14 agosto 2015

Discoteca

Vukic, da google.it

Canzone del giorno:  Underworld (2015) - Joss Stone
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mercoledì 12 agosto 2015

Yuan

Su Repubblica un interessante editoriale di Federico Rampini sulla decisione della Cina di svalutare lo Yuan di quasi il 2%. 
Di fronte a un progressivo rallentamento dell'economia e per cercare di continuare favorire le loro esportazioni, le autorità cinesi hanno fatto una mossa che rischia di generare una guerra delle valute internazionali.
Il titolo dell'articolo parla proprio di "Una guerra delle monete che può mettere al tappeto anche Europa e Stati Uniti".
Scrive Rampini: "Pechino decide a sorpresa la più forte svalutazione da 22 anni. E' una mossa che conferma le difficoltà dell'economia cinese. Al tempo stesso cerca di scaricarle su altri: tra le vittime ci saranno anche gli esportatori italiani. In un solo giorno il cambio "pilotato" del renminbi (o yuan) è stato abbassato quasi del 2%, una caduta inusuale per i mercati valutari. Poiché la Cina è la più grossa potenza manifatturiera del pianeta, una svalutazione competitiva riducendo il prezzo delle sue merci ha ripercussioni a catena su tutti. Si rilancia una "guerra delle monete", proprio quando il Vecchio continente stava cominciando a sentire i benefici di un euro più debole".
Gli scenari futuri sono tanti e, soprattutto, incerti: "Può scatenare una crisi bancaria, dopo le avvisaglie di sgonfiamento della bolla speculativa alla Borsa di Shanghai. Possono nascere tensioni sociali, incrinando il controllo del partito comunista. Visto che la domanda interna non è più così vigorosa come in passato, indebolire il cambio nell'immediato offre un aiuto concreto all'industria esportatrice, quella che ha generato il boom dell'occupazione cinese nell'ultimo quarto di secolo".

Canzone del giorno:  Just Friends (2006) - Amy Winehouse
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domenica 9 agosto 2015

Fusi

Il libro consigliato per i giorni agostani è «Non ce la faccio più» di Jörg Fengler.
È un testo che, attraverso alcuni escamotage, prova a contrastare lo stato d'animo di chi, ferie e non ferie, si ritrova praticamente in tilt,  con il cervello fuso o, come direbbero gli inglesi, in bournot ossia in una situazione patologica di stress lavorativo.
Sul Corriere della Sera Paola Caruso recensisce il libro scritto dal psicoterapeuta tedesco e sintetizza come correre ai ripari utilizzando le (semplici?)  tecniche suggerite dall'autore: "Il primo passo è la respirazione lenta. Attenzione: bisogna espirare usando il doppio del tempo impiegato per l’inspirazione. «Centrarsi» è la chiave del successo. In ufficio usa una strategia: organizzati. Punta soltanto sugli obiettivi principali. Non puoi fare tutto, non hai il dono dell’ubiquità. Cammina lentamente, parla senza fretta e ripeti a te stesso: «Sono al lavoro, non in fuga». Le mini pause servono. Stacca il cervello per un attimo. Concentrati su te stesso e conta alla rovescia: 5 -4-3-2-1-0. Ripetendo più volte il countdown, la sensazione di relax è immediata".
È necessario, inoltre, stilare una lista di una serie di avvenimenti, incontri, fatti lieti che ci hanno coinvolto in prima persona. Dopodiché bisogna concentrarsi un attimo su tali cose belle e rifletterci su: "E se il bilancio dei ricordi piacevoli è striminzito: butta giù un appunto su eventi, feste e ricorrenze che ti aspettano nei prossimi mesi e che ti renderanno felice. L’attesa della gioia funziona".
Un'importante pratica alla quale prestare attenzione è poi quella che ha a che fare con gli atteggiamenti anti-stress nei confronti del prossimo: "Primo: cerca di amare e rispettare gli altri. La generosità fa miracoli. Secondo: sii più comprensivo verso chi ti sta intorno, evitando di fare il criticone. Manifesta la tua gratitudine quando è il caso: sei sempre in tempo. Se ancora non sei riuscito nell’intento, non hai «ricaricato le tue pile interiori», puoi «decomprimere» uscendo con gli amici: chiacchiere e risate, davanti a un drink, hanno un effetto terapeutico".

Canzone del giorno:  Reason Is Treason (2004) - Kasabian
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venerdì 7 agosto 2015

Farfalla


   
"La felicità è come una farfalla: se l'insegui non riesci mai a prenderla,
    ma se ti metti tranquillo può anche posarti su di te".

       Nathaniel Hawthorne (1804 - 1864)



Canzone del giorno:  Yellow Butterfly (1999) - Scorpions
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martedì 4 agosto 2015

Tesoro

     
Qual è l'indotto economico di un bene culturale?
Armando Tondo (Il Sole 24 Ore del 26/7/2015) riprende in un suo articolo quanto sostenuto di recente dall'ex amministratore del Louvre e ci ricorda che "ogni euro investito in cultura ne genera altri dieci sviluppando turismo, commercio e servizi". 
     Ogni tanto esperti, intellettuali e giornalisti ci ricordano (siamo alle prese con un eterno deja vu) che l'Italia è seduta "su un tesoro unico al mondo" costituito da "oltre 46mila beni architettonici, 4.588 musei e istituti similari (con 240 aree archeologiche e 501 monumenti o complessi monumentali), 12.700 biblioteche e ben 51 siti Unesco (dei 1.031 riconosciuti). Possediamo più teatri lirici di ogni altro Paese d’Europa e ci sono luoghi in Italia che in meno di un chilometro quadrato hanno visto più storia e causato più emozioni che intere regioni della Germania. Esempi? Basti ricordare la sola Valle dei Templi di Agrigento o Pompei (nonostante i recenti scioperi) o il Teatro greco di Siracusa (sulle cui gradinate si sedette Platone).
       
Il vero problema – ora che sono cominciate le grandi vacanze – è che questo immenso patrimonio, oltre 
che fatto conoscere ai flussi turistici di tutto il mondo, dovrebbe essere protetto con 
strumenti adeguati alle nuove tecnologie. Invece in Italia è possibile rubare senza problemi".
       Non soltanto non siamo in grado di far fruttare come si deve il nostro straordinario patrimonio culturale ma, come se non bastasse, siamo scarsi anche nel proteggerlo.
       Le nuove tecnologie mettono a disposizione sistemi di allarme sofisticatissimi che in maniera eccellente sarebbero in grado di salvaguardare le varie opere d'arte sparse per lo stivale. A maggior ragione in un paese con pochissimo personale impiegato nei musei e nei siti archeologici.
        Aggiunge Armando Torno che è "Inutile aggiungere che la maggior parte delle protezioni sono inefficaci, non attive o desuete. E questo in un Paese dove si inaugurino oltre 11mila mostre l’anno, ovvero 32 al giorno; una ogni 45 minuti. Un “mostrificio” ricchissimo e mal custodito".

Canzone del giorno:  Stay Gold (2014) - First Aid Kit
Clicca e ascoltaStay....

domenica 2 agosto 2015

Sublime

"Mentre, assorto nel silenzio della pesca subacquea e come isolato dal mondo, nuotavo in superficie, vedevo i fondali come forme in movimento, svarianti e complesse, fantastiche, ora chiare nella luce abbagliante delle trasparenze, ora scure nelle misteriose cupezze blueggianti, e sentivo quei fondali vicini, anzi intorno a me, avvolgenti e non controllabili, a volte minacciosi e sempre affascinanti. Io c' ero dentro, tutt' intero, come un pesce, non ero più distante come chi guarda dall' aereo. Avvertivo una stupefatta attrazione per le profondità e per quello che mi facevano immaginare, le alternanze di colori abissali che le rivelavano, per quegli sbalzi di chiari e scuri che negli oceani, più che nei nostri mari, sono spesso paurose voragini. A volte guardando avevo una specie di capogiro, che i subacquei chiamano «euforia degli abissi», e io sentivo un' emozione simile a quella che si prova davanti a un precipizio, un' emozione «sublime»".


              Raffaele La Capria, Esercizi Superficiali - Nuotando in superficie  (Ed. Mondadori 2010)


Canzone del giorno:  Com'è profondo il mare (1977) - Lucio Dalla
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sabato 1 agosto 2015

Playlist Luglio 2015

1.      Uriah Heep, Choices – (Innocent Victim – 1977) – Distinguere
2.      The Alan Parsons Project, The Voice – (I Robot – 1977) – Voce
3.      Litfiba, Soldi – (Terremoto – 1993) – Soldi
4.      Santana, Soul Sacrifice – (Santana – 1969) – Portoghesi
5.      Ligabue, Leggero – (Buon compleanno Elvis – 1995) – Leggero
6.      Oasis, Bug It Up – (Dig Out Your Soul – 2008) – Achille
7.      Kings of Leon, Use Somebody – (Only By The Night – 2008) – Europeista
8.      James Blunt, High – (Back to Bedlam – 2004) – Giraffe
9.      Lou Reed, Martial Law – (Legendary Hearts – 1983) – Vermi
10.  Skunk Anansie, Weak – (Paranoid and Sunburnt – 1995) – Pasticche
11.  New Trolls, Chi mi può capire – (Ut – 1972) – Capire
12.  Genesis, Dusk – (Trespass – 1970) – Metafora
13.  Amalia Grè, Quanto t’ho amato – (Per te – 2006) – Quanto