nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 30 ottobre 2022

Post Scriptum Film

Siccità

REGIA: Paolo Virzì
INTERPRETI: Valerio Mastrandrea, Silvio Orlando, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli, Monica Bellucci, Max Tortora
SCENEGGIATURA: Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
DURATA: 124'
USCITA: 29/09/

Quanto è arida la nostra società? Qual è il livello di povertà di pensiero che la contraddistingue? Siamo tutti destinati a farci travolgere dall’anaffettività? Domande che è sempre più necessario porsi e a cui Paolo Virzì, nel suo ultimo lungometraggio, cerca di dare delle personali e taglienti risposte utilizzando come palcoscenico del suo racconto una Roma in versione apocalittica invasa da sete, afa, blatte e triste desolazione.

La mancanza d’acqua ha addirittura prosciugato il Tevere e le nuove norme sul razionamento delle scorte (l’acqua potabile arriva con le autobotti dalla Valtellina!) non possono che  stravolgere le normali abitudini degli abitanti.

Il regista pennella con efficacia e a accuratezza  i comportamenti dei vari personaggi che popolano la desolata Capitale e la messinscena si trasforma in un’originale riflessione sull’attuale realtà contemporanea e sui suoi “aridi” meccanismi.

E “Siccità” diventa immediatamente un film di grande forza nel quale gli attori (uno più bravo dell’altro) si adeguano alla graffiante fantasia del regista e ognuno nel suo ruolo riesce a rappresentare quel pezzetto di assurda insensibilità in cui rischiamo di sprofondare. L’egocentrismo mediatico di Tommaso Ragno, l’amore clandestino di Elena Lietti, la drammaticità bizzarra di Silvio Orlando, l’estraneazione di Emanuela Fanelli diventano tutti dei tratti singolari di una realtà decadente che risulta ben rappresentata, inoltre, dalla grande prova di Valerio Mastrandrea,  costretto a lottare contro le sue presenze fantasmatiche nel suo ruolo di taxista che vagabonda fra le macerie di una Roma e di una società che non riesce più a trovare il suo equilibrio.

20Canzone del giorno: Pioggia blu (2020) - Claudio Baglioni
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giovedì 27 ottobre 2022

Furbi e Saggi

Niente provoca più danno in uno Stato del fatto che i furbi passino per saggi.

Francis Bacon (1561 - 1626)


Canzone del giorno: The Otherside (2020) - Cam
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lunedì 24 ottobre 2022

Sola al comando

Giorgia Meloni è la "prima donna", in Italia, "a capo del Governo", nella storia della Repubblica italiana. Un evento importante e significativo, per il Paese. Parallelo e conseguente al successo elettorale del partito che guida. I Fratelli d'Italia, FdI. Anche in questo caso, una novità. Perché per la prima volta in Italia si è imposto un partito di destra. Non di centro-destra, come già era avvenuto (spesso) in passato. Quando al "centro della destra" c'era Silvio Berlusconi. Ora però siamo "oltre Berlusconi". Si tratta di una svolta difficile da prevedere, in passato. Anche pochi anni addietro. Infatti, i FdI alle precedenti elezioni politiche, nel 2018, avevano ottenuto il 4,4%. Oltre 20 punti in meno, rispetto alla consultazione recente. Per ricostruire la provenienza degli attuali consensi, è sufficiente osservare la parabola degli altri partiti di centro-destra. Alle precedenti elezioni politiche, infatti, la Lega aveva superato il 17% (e alle europee del 2019 il 34%). Lo scorso 25 settembre, però, è scesa sotto al 9%, mentre Forza Italia, che nel 2018 aveva ottenuto il 14%, si è fermata (quasi) all'8%. I FdI hanno, quindi, canalizzato una parte rilevante dei voti persi dagli altri principali (fino a ieri) partiti dell'area. Ma non solo. Perché hanno attratto consensi anche da altre direzioni. In particolare, dal 5SS. Soprattutto nel centro-nord (come emerge dalle analisi dell'Istituto Cattaneo). Nello stesso tempo è cresciuta la fiducia verso la leader. Giorgia Meloni. Salita oltre il 50%, nell'ultimo mese. Tuttavia, la sua popolarità risultava elevata anche prima, come emerge dalle indagini condotte da Demos, per l'Atlante Politico di Repubblica. […] Giorgia Meloni appare, dunque, una leader "divisiva". Apprezzata da una parte e respinta dall'altra. In grado, per questo, di riprodurre la distanza e la frattura fra destra e sinistra. Ma, per la stessa ragione, di riunire e attrarre gli orientamenti degli elettori di centro-destra. Si propone, dunque, come una leader che "personalizza" il partito, gli dà un volto e un'identità. Senza, però, svolgere il ruolo interpretato, in passato, da Berlusconi, rispetto a FL Il suo "partito personale". Perché i FdI hanno una storia lunga e un'identità caratterizzata. Marcata. Una leader, in questo caso, pub dare loro un volto nuovo. Visibile. Senza, però, ridisegnarne il profilo. Ed è ciò che ha fatto Giorgia Meloni. Che ha dimostrato grande capacità di comunicare con gli elettori. Soprattutto della sua area. Il centro-destra. Utilizzando messaggi efficaci. Di grande appeal per tutti. Anche per coloro che erano, sono e restano lontani dalla destra. Ha, cioè "normalizzato" la propria immagine attraverso un linguaggio "tradizionale". Tradizionalista. "Una donna, una madre. Cristiana". Come ha espresso e rivendicato nel titolo di un libro, divenuto un manifesto e uno slogan della sua "campagna permanente". Impostata sulla famiglia, sulla religione e sulla (propria) identità di genere. I FdI debbono, quindi, il loro successo, in questa fase, a Giorgia Meloni. Ma il loro futuro non dipende "solo" da lei. A differenza di FI, destinata a spegnersi "insieme al capo". Tuttavia, proprio per questo, dovranno mantenere e rafforzare la loro "identità di partito". Nella società e sul territorio. E nel sistema politico. Proporsi e imporsi come riferimento di una Destra "parte del sistema". E non solo. In caso contrario, rischiano di declinare in fretta. Insieme al Capo. Alla leader. Com'è avvenuto ad altri partiti "personalizzati"... Anche perché non possiamo dimenticare che i FdI si sono imposti con il 26% dei votanti. Cioè, circa il 17% degli elettori. Sufficienti per affermarsi alle elezioni. Non certo per dare "un volto" al Paese.


Ilvo Diamanti, la Repubblica (24/10/2022)


Canzone del giorno: What Am I Living For (1971) - Ray Charles
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venerdì 21 ottobre 2022

Metaverso

Un posto vuoto e triste, dove in pochi adorano tornare. È un giudizio che sa di sentenza, quello dei dipendenti di Meta, sul Metaverso. Lo si apprende da alcuni documenti interni all'azienda di Menlo Park, visionati dal Wall Street Journal. Documenti che per ora evidenziano quanto la scommessa di Mark Zuckerberg di puntare tutto sulla nuova dimensione sia da considerarsi in grande difficoltà. Ma facciamo un passo indietro. Era circa un anno fa quando il ceo e fondatore di Facebook annunciava un passaggio cruciale per 11 futuro della sua holding: la nascita di Meta. Per il colosso californiano, alle prese con le lunghe vicissitudini di Facebook legate ai dati degli utenti, sembrava un'operazione di grande rilancio. Una mossa strategica per ridare lustro a una società che comunque, a Wall Street, valeva oltre mille miliardi di dollari, appartenendo al prestigioso gruppo delle trillion dollars companies. E invece proprio da lì iniziarono 1 12 mesi peggiori di sempre per Meta, che da allora ha bruciato oltre 700 miliardi di capitalizzazione, risultando la peggiore - per perdite - delle top tecnologiche.  […] …Meta rimane un colosso del social networking. I prodotti di maggior successo della società californiana, Facebook, Instagram e WhatsApp, attirano insieme oltre 3,5 miliardi di utenti mensili medi, una cifra equivalente a quasi la metà della popolazione mondiale. E il confronto col Metaverso è impietoso, dato che Horizon sta attualmente raggiungendo meno della popolazione di una città come Modena. Secondo le statistiche interne, solo il 9% dei mondi costruiti dai creatori viene visitato da almeno 5o persone. La maggior parte non viene mai visitata. E anche la sala giochi di Questy, presente in uno spot andato in onda durante il SuperBowl all'inizio di quest'anno, è per lo più priva di utenti. […] Altre aziende come Microsoft e Apple stanno investendo in tecnologie per la realtà virtuale o aumentata. Ma la strada da fare sembra ancora lunga. E la sovraesposizione di Meta per ora preoccupa gli investitori. Anche perché sul business dei social network - modello che fino a oggi ha fatto di Meta un colosso - si è abbattuto con una certa violenza TikTok, che sta cannibalizzando i competitor con ritmi di crescita che sembrano difficilmente arginabili. A tutto questo va aggiunto il progetto di Elon Musk, che con Twitter ha in mente di creare l'app "X", che servirà «per ogni cosa». Si cercano nuovi equilibri. 

Simonetta Biagio, Il Sole 24 Ore (18/10/2022)

Canzone del giorno: The Dark End of the Street (1997) - Gregg Allman
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mercoledì 19 ottobre 2022

Bambini ucraini

Da quando è iniziata l’invasione, il 24 febbraio, i bambini ucraini sono stati tra le principali vittime del conflitto. Complessivamente, a oggi, secondo le Nazioni Unite, sono più di tre milioni i bambini in stato di bisogno nel Paese. Bambini allontanati dai genitori, privati del diritto al gioco, del diritto allo studio. Bambini le cui scuole sono state obiettivi della campagna russa in Ucraina.

Francesca Mannocchi, La Stampa (14/10/2022)


Canzone del giorno: Children's Crusade (1985) - Sting
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domenica 16 ottobre 2022

Tenersi per mano

Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. È dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle, sempre e comunque.

Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi (2010)

Canzone del giorno: Tu che sei parte di me (2009) - Pacifico feat. Gianna Nannini
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giovedì 13 ottobre 2022

Educazione etica

I numerosi mali di cui soffre la nostra civiltà sono di una tale gravità da generare sconforto e considerare inevitabile la nostra decadenza. Io penso però che occorra reagire a questa rassegnazione interrogandosi sulla possibile terapia. Ne esiste una? Riflettendovi a lungo, sono giunto alla conclusione che essa possa scaturire solo da una capillare educazione finalizzata a valorizzare la nostra essenza specifica di esseri pensanti. Questo quindi occorre fare: riprogrammare totalmente l'offerta formativa della nostra società (dalle scuole materne all'università) in funzione "educativa". Oggi invece le scuole danno spesso ai ragazzi cose di cui essi non hanno bisogno e trascurano gli strumenti vitali per la conoscenza di sé di cui hanno estrema necessità: è come se a un assetato nel deserto invece dell'acqua si desse una bussola. […]Io temo che oggi le nostre scuole si curino solo della conoscenza e trascurino l'educazione della responsabilità e del sentimento. Il risultato è poco incoraggiante: una scarsa coscienza etica e un sentimento spesso irrazionale e instabile. La conseguenza complessiva è che il nostro tempo possiede una conoscenza assai vasta come mai prima nella storia, ma esibisce ben poca responsabilità sotto forma di senso etico e di cura della "cosa pubblica" (che in latino si dice res publica, da cui repubblica). Di responsabilità però ce n'è urgente bisogno, più di altre epoche, viste le potenzialità tecnologiche che scaturiscono dalla conoscenza. La domanda decisiva quindi è: come incrementare il senso di responsabilità? Si tratta di una domanda dalla forte valenza politica, perché la "res publica" vive del senso di responsabilità dei suoi cittadini. […] Dalla scuola materna all'università la formazione etica deve costituire il filo rosso che accompagna il cammino formativo. È questa, a mio avviso, la condizione indispensabile se vogliamo salvarci dai mali che incombono sul nostro futuro. Oggi però si fa esattamente il contrario: si dispensa solo istruzione (la bussola) e si trascura del tutto l'educazione (l'acqua).[…] Consapevole già nel 1979 della crisi ecologica incombente che ora è sotto gli occhi di tutti, Hans Jonas, filosofo ebreo di formazione tedesca, ritrascrisse l'imperativo categorico kantiano in termini di "principio responsabilità" mediante questa formula sintetica: «Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra». È questa infatti la posta in gioco: un'autentica vita umana. Nessuno ce la garantisce, né tanto meno ce la regala: occorre lavorare per meritarsela. E il lavoro al riguardo si chiama educazione. In particolare, educazione etica. Penso sia l'ultima chiamata per un'autentica vita umana sulla terra.

Vito Mancuso, La Stampa (6/10/2022)

Canzone del giorno: Every Day Of Your Life (2019) - Jimmy Johnson
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mercoledì 12 ottobre 2022

Spensierata


Era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita, dove gli anni scorrono lenti e con passo lieve, così che nessuno nota la loro partenza. Si cammina placidamente, guardandosi con curiosità attorno, non c'è proprio bisogno di affrettarsi, nessuno preme di dietro e nessuno ci aspetta, anche i compagni procedono senza pensieri, fermandosi spesso a scherzare.

Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari (1940)


Canzone del giorno: Giovane da un po' (2021) - Fulminacci
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domenica 9 ottobre 2022

Post Scriptum Film

Il signore delle formiche

REGIA: Gianni Amelio
INTERPRETI: Luigi Lo Cascio, Elio Germano,  Leonardo Maltese, Sara Serraiocco, Anna Caterina Antonacci, Rita Bosello, Davide Vecchi, Maria Caleffi
SCENEGGIATURA: Gianni D'Amelio, Federico Fava, Edoardo Petti
FOTOGRAFIA: Luan Amelio Ujkaj
DURATA: 130'
USCITA: 08/09/

Una storia che irrita e rattrista. “Il signore delle formiche” narra una vicenda realmente accaduta che ha coinvolto negli anni 60 lo scrittore, allora quarantenne, Andrea Braibanti e il giovane Giovanni Sanfratello. Nel 1964 i genitori di quest’ultimo decidono di sporgere denuncia contro l’intellettuale, ritenendolo colpevole di aver influenzato il figlio ventunenne fino a spingerlo a stravolgere i suoi principi e i suoi gusti sessuali. Il codice penale prevedeva allora il reato di plagio che puniva con il carcere fino a quindici anni le persone ritenute colpevoli di sottoporre qualcuno al proprio potere. L’accusa di plagio diventa l’espediente processuale per distruggere la storia d’amore tra il poeta (che sconterà alcuni anni di carcere) con la passione per le abitudini delle formiche e un giovane che, con il benestare dei propri genitori, sarà rinchiuso in un manicomio, luogo deputato a “curare” l’omosessualità. Un persistente accanimento, non soltanto giudiziario, che stravolge la vita della coppia e che Gianni Amelio riesce a raccontare con intensità e determinazione ben differenziando i vari momenti di questa tragica storia. 
Il regista rappresenta con equilibrata rilevanza il dolore dei due protagonisti (magistralmente interpretati da Luigi Lo Cascio e dall’esordiente Leonardo Maltese) e riesce a raccontare con delicatezza il loro amore nato nella provincia piacentina. L’ingresso nella storia del sempre bravo Elio Germano nei panni di un reporter (personaggio di fantasia) che cerca di ricostruire la verità, è un utile escamotage utilizzato dagli sceneggiatori per aiutare lo spettatore a districarsi in un processo che ai tempi fece scalpore. 
Proprio le scene in Tribunale, che rispettano pedissequamente i verbali del dibattimento, evidenziando ancor di più l’ottusità e il senso di discriminazione che ha caratterizzato l’intera vicenda. Un film senza mezze misure che suscita rabbia e commozione, tutto ben condensato nel ruolo centrale delle due importanti figure femminili: la madre di Braibanti, fragile, sola ma in grado di comprendere e proteggere il figlio e, da contraltare, la posizione bigotta dell’altra madre che come unica soluzione per difendere il proprio figlio dallo scandalo e dalla sua “deviazione” preferisce rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico.

Canzone del giorno: Turn Your Heart In My Direction (2010) - Janiva Magness
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venerdì 7 ottobre 2022

Appetito


"Si dice che l’appetito vien mangiando, in realtà viene a star digiuni!"

Totò in “Totò al Giro d’Italia”, 1948


Canzone del giorno: Hunger (2000) - Christopher Cross
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martedì 4 ottobre 2022

Asimmetria

Un’altra astensione da record e un altro ribaltamento dei consensi. Il divorzio tra l’italiano e la politica si è ormai consumato?​
La lettera della Cei e i messaggi del Papa– ci risponde Nando Pagnoncelli, ricercatore sociale e presidente di Ipsos – hanno inquadrato perfettamente il problema: il rapporto con la politica è figlio dello scisma tra "io" e "noi", della crescente asimmetria, largamente diffusa, tra diritti e doveri. Non crediamo più in qualcosa né in qualcuno che trascenda l’immediato bisogno personale e alla politica chiediamo di rispondere a quel bisogno. Fatalmente, la politica non ce la fa e di volta in volta genera ondate di scontenti che travolgono la maggioranza in carica.

Il bene comune non interessa più?
Quest’atteggiamento, che non riguarda solo i cittadini ma anche le realtà associative, come i corpi intermedi che spesso hanno ormai un rapporto strumentale con la politica, dipende da una asimmetria tra la dimensione individuale e quella collettiva che falsa la valutazione della politica: se ci interessasse il bene comune, i nostri parametri valutativi non sarebbero curvati sul bilancio tra ciò che mi aspettavo dalla politica e quello che è migliorato nella mia vita.

Il tramonto del bene comune non implica necessariamente questa volatilità del consenso.
Invece sì, perché la politica non riesce a soddisfare tutti i bisogni personali e rifugiandoci nella dimensione individuale ci ritroviamo perennemente insoddisfatti e ci sentiamo sempre in credito verso la politica e verso gli altri, il che ci impedisce di riconoscerci in un bene comune. […]

Perché quegli stessi italiani che applaudivano Draghi hanno votato chi lo ha mandato a casa?
Questo voto è contraddistinto da molte contraddizioni. Draghi, dalle dimissioni in poi, ha aumentato il proprio gradimento di otto punti e al contempo ha vinto il partito che era all’opposizione e i cinque stelle, responsabili (insieme ad altri) della fine del governo Draghi, hanno avuto un ottimo risultato. Pensi che tra gli elettori FdI l’indice di gradimento del premier è molto alto...

Come spiega queste contraddizioni?
Siamo un Paese – ce lo dicono le serie storiche dei risultati elettorali di trent’anni – che attraversa fasi di innamoramento e disaffezione. Siamo l’unico Paese occidentale in cui le maggioranze escono sempre sconfitte dalle elezioni successive. Le pare normale che una forza politica come il M5s stravinca nel 2018 con il 32,7% e quindici mesi dopo perda 6,5 milioni di elettori scendendo al 17,1%, e la Lega, raddoppiando il consenso avuto alle politiche, trionfi alle Europee con il 34% e ieri sia crollato sotto il 9%? Difficile spiegarlo. 

Nando Pagnoncelli, Presidente di Ipsos - Intervista di Paolo Viana - Avvenire (27/9/2022)

Canzone del giorno: Infidelity (1996) - Skunk Anansie
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domenica 2 ottobre 2022

Profilo alto

Rolli da google.it







 




Canzone del giorno: Wake Up Alone (2007) - Amy Winehouse
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sabato 1 ottobre 2022

Playlist Settembre 2022

                                1.       Mark Knopfler, Gas and Tv  – (Race Car Blues – 2020) – Gas

2.       Frank Sinatra, My Way  (My Way – 1969) – Mikhail Gorbaciov

3.       Eugenio Bennato,W chi non conta niente  – Sete

4.       Gianni Morandi & Lucio Dalla, Vita  (Dalla/Morandi – 1988) – Originale

5.       Gary Barlow, Sing  (Sing – 2012) – Elizabeth II

6.       Kaleo,Way Down We Go  (A/B – 2016) – Esclusi dal voto

7.       Greta Van Fleet, Stardust Chords  (The Battle At Garden’s Gate – 2021) – Germe

8.       Judas Priest, Hell Patrol  (Painkiller – 1990) – Democrazia immatura

9.       Maria Woodford, Fumblin’ With the Blues  (Bad Dog Blues – 2012) – Ascia

10.    Paolo Conte, L’amore che  (Psiche – 2008) – L’amore di ogni giorno

11.    Steve Earle & The Dukes, Better Off Alone  (Terraplane – 2015) – Tecnici

12.    The Byrds, Way Behind The Sun  (Ballad of  Easy Rider – 1969) – Meloni

13.    Kylie Minogue, All I See  (X – 2007) – Fotografia artistica