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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 9 ottobre 2022

Post Scriptum Film

Il signore delle formiche

REGIA: Gianni Amelio
INTERPRETI: Luigi Lo Cascio, Elio Germano,  Leonardo Maltese, Sara Serraiocco, Anna Caterina Antonacci, Rita Bosello, Davide Vecchi, Maria Caleffi
SCENEGGIATURA: Gianni D'Amelio, Federico Fava, Edoardo Petti
FOTOGRAFIA: Luan Amelio Ujkaj
DURATA: 130'
USCITA: 08/09/

Una storia che irrita e rattrista. “Il signore delle formiche” narra una vicenda realmente accaduta che ha coinvolto negli anni 60 lo scrittore, allora quarantenne, Andrea Braibanti e il giovane Giovanni Sanfratello. Nel 1964 i genitori di quest’ultimo decidono di sporgere denuncia contro l’intellettuale, ritenendolo colpevole di aver influenzato il figlio ventunenne fino a spingerlo a stravolgere i suoi principi e i suoi gusti sessuali. Il codice penale prevedeva allora il reato di plagio che puniva con il carcere fino a quindici anni le persone ritenute colpevoli di sottoporre qualcuno al proprio potere. L’accusa di plagio diventa l’espediente processuale per distruggere la storia d’amore tra il poeta (che sconterà alcuni anni di carcere) con la passione per le abitudini delle formiche e un giovane che, con il benestare dei propri genitori, sarà rinchiuso in un manicomio, luogo deputato a “curare” l’omosessualità. Un persistente accanimento, non soltanto giudiziario, che stravolge la vita della coppia e che Gianni Amelio riesce a raccontare con intensità e determinazione ben differenziando i vari momenti di questa tragica storia. 
Il regista rappresenta con equilibrata rilevanza il dolore dei due protagonisti (magistralmente interpretati da Luigi Lo Cascio e dall’esordiente Leonardo Maltese) e riesce a raccontare con delicatezza il loro amore nato nella provincia piacentina. L’ingresso nella storia del sempre bravo Elio Germano nei panni di un reporter (personaggio di fantasia) che cerca di ricostruire la verità, è un utile escamotage utilizzato dagli sceneggiatori per aiutare lo spettatore a districarsi in un processo che ai tempi fece scalpore. 
Proprio le scene in Tribunale, che rispettano pedissequamente i verbali del dibattimento, evidenziando ancor di più l’ottusità e il senso di discriminazione che ha caratterizzato l’intera vicenda. Un film senza mezze misure che suscita rabbia e commozione, tutto ben condensato nel ruolo centrale delle due importanti figure femminili: la madre di Braibanti, fragile, sola ma in grado di comprendere e proteggere il figlio e, da contraltare, la posizione bigotta dell’altra madre che come unica soluzione per difendere il proprio figlio dallo scandalo e dalla sua “deviazione” preferisce rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico.

Canzone del giorno: Turn Your Heart In My Direction (2010) - Janiva Magness
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