nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 29 aprile 2017

Dimenticanza

Oriana Fallaci: Principe, io non l’ho mai vista ridere. A parte il fatto che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre riso pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.

Totò: «Pochissimo, niente. Io non rido, sorrido. E, anche quello, raramente. Sorrido a lei, per esempio, perché è una donna: non si può mica parlare a una donna con il musone. Però vede: non è esatto nemmeno dire che io sia triste: son calmo, privo di ansia. Io l’ansia non la conosco. Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale, bizantino. Non so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna. Io amo la luna, assai più del sole. Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte. È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. Il giorno… che schifo! Le automobili, gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo! Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il giorno». (…) Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità, creda a me, non esiste. L’ho scritto anche in una poesia: «Felicità: vurria sapé che d’è / chesta parola. Vurria sapé che vvo’ significà». Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.”
         Da un’intervista di Oriana Fallaci a Totò pubblicata sulle pagine de L’Europeo nel 1963

Canzone del giorno: Instant Amnesia  (2003) - Ringo Starr
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mercoledì 26 aprile 2017

Miseria della poesia

Miseria della poesia

Mi chiedo che posso farmene di te
adesso che sono passati tanti anni,
sono caduti gli imperi,
la piena ha travolto i giardini,
si sono cancellate le foto
e nei luoghi sacri dell’amore
sorgono negozi e uffici
(con nomi in inglese naturalmente).

Mi chiedo che posso farmene di te
e faccio una pseudopoesia
che tu mai leggerai
– o se la leggi,
invece di una fitta di nostalgia,
provocherà il tuo sorrisetto critico.

José Emilio Pacheco (1939 - 2014) - poeta e scrittore messicano
(da Poesia, n. 246, Febbraio 2010 – Traduzione di Emilio Coco)

Canzone del giorno: Misery  (2016) - Gwen Stefani
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domenica 23 aprile 2017

Sperimentare

Fra poco meno di due mesi si terranno le votazioni comunali. Interessati gli elettori di 1.022 comuni, di cui 25 capoluoghi di provincia.
Un bel numero di votanti se si tiene conto del coinvolgimento di grandi città come Genova e Palermo nonché di tanti altri comuni (Padova, Parma, Taranto, Verona) che superano i 100.000 abitanti.
Il grande "mistero" del voto pone sempre innumerevoli interrogativi.
A maggior ragione oggi. Le attuali armi politico-persuasive in capo alle forze politiche sono cambiate.
Chiesa cattolica, ipnosi televisiva e anche il cosiddetto "controllo del territorio" di politicanti e organizzazioni (più o meno lecite), non hanno più lo stesso tipo d’influenza sull’elettore italiano.
In ogni caso oggi è sicuramente necessaria una maggiore dose di determinazione e incoscienza per candidarsi e fare di tutto per essere eletto primo cittadino di una comunità o gestire, come assessore, un determinato settore dell'attività amministrativa.
A distanza di 5 anni dalle precedenti elezioni comunali ritornano vecchie dispute, nuove ambizioni e vari cambi di casacca.  Le sorprese sul risultato finale sono sempre dietro l'angolo e non c'è sondaggio che tenga. 
Il tutto (naturalmente!) avviene nel nome del bene pubblico (sic) e di programmi che il giorno dopo l'elezione sarà quasi impossibile attuare.
Forse sarebbe necessario inventarsi alcuni stratagemmi o sperimentare nuovi comportamenti. Nel rispetto della cosa pubblica, per esempio, si potrebbe obbligare ogni eletto (non soltanto nelle amministrazioni locali ma in ogni organo regionale o nazionale) a utilizzare, durante tutto il suo mandato, soltanto mezzi pubblici (niente auto o taxi ma autobus cittadini, tram, metropolitana o treno). L'eletto e i suoi familiari possono avvalersi soltanto di ospedali pubblici e di medici del servizio sanitario nazionale. Per ultimo a sindaci, assessori, deputati e senatori non sarà consentito di scrivere i propri figli in scuole e asili privati. L’utilizzo obbligatorio (e regolare) dei beni pubblici da parte di tutti i nostri rappresentanti può permettere qualche piccolo positivo cambiamento? Forse sì o forse no. Sempre meglio provare qualche piccola civica "forzatura" per tentare di far funzionare i vari servizi pubblici. Sperimentare. Almeno proviamo a sperimentare.

Canzone del giorno: Different Directions  (1991) - John Denver
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sabato 22 aprile 2017

La Scuola

Palermo, Teatro Biondo 20/4/2107
 
Professor Vivaldi (Silvio Orlando): - Lei ha presente le Metamorfosi di Ovidio?

Preside: - Al momento non mi sovviene.

Professor Vivaldi : - E il film 
La Mosca? L’ha visto il film La Mosca?

Preside:-  No.

Professor Vivaldi : - La 
Metamorfosi di Kafka?

Preside: - Mi dispiace, non l’ho visto.

 La Scuola (film e spettacolo teatrale - 1995). 

Dall’aprile 2014 è divenuto nuovamente uno spettacolo teatrale diretto da Daniele Luchetti, (stesso regista del film) e ancora oggi è portato in scena da Silvio Orlando, nel ruolo del Professor Vivaldi.

Canzone del giorno: Rock' N' Roll High School (1980) - Ramones
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mercoledì 19 aprile 2017

Energia


Quando ci sentiamo deboli, tutto ciò che dobbiamo fare è aspettare un po’. La primavera torna, le nevi dell’inverno si sciolgono e le loro acque ci infondono nuova energia

                                          Paulo Coelho


Canzone del giorno: Let Love Be Your Energy  (2001) - Robbie Williams
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domenica 16 aprile 2017

Incanto

La salita e la discesa che mia madre ed io facevamo a piedi, passando dal Monte alle Croci, erano anch’esse piene d’incanto; un incanto sempre mattutino, perché allora gli orari delle funzioni erano esattamente l’inverso degli orari attuali: quello che ora si fa la sera, allora si faceva la mattina e viceversa. So che l’orario odierno è più fedele a quello dei primordi della Chiesa, ma per me, vecchia e stanca, è diventato molto più difficile partecipare a quei riti, e sarà forse anche per questo che ricordo con tanta vividezza quelle lontane e solari immagini della mia adolescenza.
La più solare veniva il Sabato Santo, con la messa, lo scrosciare del «Gloria» e il tripudio delle campane nel pieno fulgore di mezzogiorno. C’erano delle ingenue  credenze popolari, legate a quel momento, e anche quelle ricordo con tenerezza. Chi restava in casa, correva ad aprire tutte le cannelle, quando si scioglievano le campane, credendo che l’acqua che ne usciva sarebbe stata acqua benedetta; e con quella si faceva il segno della croce. E chi aveva dei bimbi piccini li poneva in terra e sorreggendoli sotto le ascelle faceva far loro qualche piccolo passo; perché quei piccoli passi simbolici, fatti durante lo scampanio di risurrezione avrebbero affrettato il momento in cui il piccino avrebbe camminato veramente e sarebbero stati di buon augurio per tutti i passi da porre poi sul cammino della vita.
La domenica di Pasqua stabilizzava la gioia: «Sì, il Signore è veramente risorto!». Confermati nella fede, si riprendeva il corso ordinario dell’anno; ma con un senso di elevazione, come su un grande altipiano. Se il Signore della vita, dopo avere traversato la morte, regna vivo, come dice la Sequenza Pasquale, anche i fedeli che seguo- no le Sue orme, dalla croce alla luce, parteciperanno alla Sua stessa vittoria. 

Margherita Guidacci (1921-1992), poetessa e traduttrice
(Tratto da un articolo apparso sull’Osservatore Romano la domenica di Pasqua del 26 marzo 1989 e nuovamente proposto oggi dal quotidiano del Vaticano)

Canzone del giorno: Dietro l'incanto (1996) - Ludovico Einaudi
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venerdì 14 aprile 2017

Agnellini

Che cosa diceva Niccolò Machiavelli? Che il principe dev’essere «volpe e lione». Errore. S’è scoperto, in queste ore, che il buon politico dev’essere agnello. O meglio, gli conviene associarsi, carezzare, fare gli occhi dolci agli occhi dolci della tenera creatura predestinata al pranzo di Pasqua. 
Io ti salverò è l’ultimo slogan della politica nostrana, che è una branca dell’italica ipocrisia, rivolto a quel quadrupede docile e gustoso di cui il da Vinci diceva: «Spesse volte s’è visto i lioni non voler occidere gl’agnelli». Dunque Leon Silvio, meglio e prima degli altri, fatta eccezione per il genio leonardesco, ha capito che Fiocco di Neve andava salvato e vezzeggiato, e nutrito con biberon in diretta social su tutti i network possibili e immaginabili e non messo al forno con le patate. Ha intuito il trend, quello del politicamente corretto in salsa vegana, e lo ha rilanciato e si è fatto inseguire da tutti o quasi. A cominciare dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, la quale ieri ha ospitato due agnelline (ma non è un’overdose di quote rosa?) con tutti gli onori e le regole del galateo nelle sale di
Montecitorio. (...) ...secondo le ultime stime un ristorante su 4 – in ossequio al mainstream – non servirà la prelibata pietanza nel giorno della resurrezione. Magari anche per non offendere Gesù Cristo, siamo in pieno revisionismo religioso oltre che masticatorio, il quale nelle sacre scritture viene speso paragonato, per la sua umiltà, al mansueto agnellino. 
Il trend è così forte, e così necessario da cavalcare da parte di una politica costretta ad inseguire il pop e diventata subalterna come un cucciolo da latte, che stanno aumentando di ora in ora le firme (già quasi 50.000) che chiedono lo stop della «mattanza» degli agnelli pasquali. Che fungono perfettamente alla nuova bisogna. Non più quella del piacere del palato ma quella di fornire ai partiti un pretesto di identificazione, del tipo: salviamo gli agnelli perché noi siamo puri e buoni come gli agnelli. Se insomma c’era una volta, in letteratura, il «Signore degli anelli», adesso sono tutti signori degli agnelli. In un nuovo menù, che ha un sapore politicamente adulterato.

Mario Ajello, il Messaggero 13/4/2017

Canzone del giorno: The Lamp Lies Down On Broadway  (1974) - Genesis
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mercoledì 12 aprile 2017

Danzare


Il vero amore non è nè fisico nè romantico. 
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente quelle che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.

Khalil Gibran (1883-1931)


Canzone del giorno: Sensation  (1985) - Bryan Ferry
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domenica 9 aprile 2017

A casa tutto bene

Prima di tutto i testi. Incisivi e profondi. Semplici e genuini. Schietti ed efficaci.
Un Dario Brunori in stato di grazia sprigiona la sua creatività e il risultato finale è l'album "A casa tutto bene" firmato Brunori Sas.
Ispirato come sempre dalla quotidianità, il cantautore cosentino stavolta offre di se un lato meno sarcastico e nostalgico ma sicuramente più maturo e riflessivo. Un prezioso lavoro che trasmette tante istantanee di vita fra gioie, dolori e disincanti. 
Le melodie delle 12 canzoni sono tutte immediate e convincenti.
Chi ha seguito, all'inizio dell'anno, lo speciale che Sky Arte ha dedicato, con la regia di Giacomo Triglia, al nuovo lavoro di Brunori Sas, ha avuto modo di percepire che, nella vecchia masseria calabrese di S.Marco Argentano adibita a studio di registrazione, la band storica del cantautore è riuscita a trovare la giusta dimensione creativa per meglio sostenere i vari testi dell'album.
Fra percussioni, sintetizzatori, tastiere, violoncelli e mandolini il viaggio compositivo di Brunori si trasferisce in tanti teatri italiani per un tour che sta consacrando il successo dell'autore.
Lo abbiamo seguito in una suo live e possiamo affermare che sul palco l'efficace miscela fra musica e testi si espande in maniera magica. Le sue canzoni ammaliano il pubblico. L'apertura del sui concerti è tutta dedicata al nuovo album e al centro di tutto stanno i testi. Si parte con "La verità" ("Te ne sei accorto, sì, Che passi tutto il giorno a disegnare quella barchetta ferma in mezzo al mare e non ti butti mai?"  ), si prosegue con "L'uomo nero", si alza il tono con "Canzoni contro la paura" (Canzoni che parlano d'amore, perché alla fine dai di che altro vuoi parlare? Ché se ti guardi intorno non c'è niente da cantare, solamente un grande vuoto che solo a guardarlo ti fa male"), si propongono gli altri pezzi ("Lamezia-Milano", "La vita liquida") che costituiscono l'ossatura stabile della prima parte dell'album. 
Lo spettacolo prosegue alternando i nuovi brani a quelli dei precedenti album. Un mix corposo, coinvolgente e con lo spazio finale completato da due delle canzoni più interessanti dell'album, "Don Abbondio", metafora di tante cose e di tanti timori che contraddistinguono la paura di agire dell'uomo contemporaneo ("Don Abbondio nelle scuse, nelle giustificazioni, nelle statue, nelle piazze, nelle commemorazioni, nella voce di un padrone che non devi nominare, nella bocca che si apre solamente per mangiare") e "Secondo me", canzone che tende a sottolineare la condizione di ripetuta discussione interiore a cui non ci si deve sottrarre ("Secondo me hanno ragione anche i vegani / ci incazziamo per i cani abbandonati poi ci ingozziamo di insaccati / e in fondo dai, parliamo sempre di Salvini, di immigrati e clandestini / ma in un campo rifugiati /a noi non ci hanno visto mai").
Dario Brunori ci delizia con la forza dei suoi testi e con la convincente energia che cattura chi segue un suo spettacolo dal vivo. 

Canzone del giorno: La verità  (2017) - Brunori Sas
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venerdì 7 aprile 2017

Ammazzati

Mauro Biani, maurobiani.it



















Canzone del giorno: Hell Is For Children  (1980) - Pat Benatar
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giovedì 6 aprile 2017

Gas nervino

Una notizia al tempo stesso orribile, inattesa e assurda. Ecco che cosa rappresenta il bombardamento che un aereo non identificato ha compiuto ieri nella zona di Idlib, nel Nord-Est della Siria, provocando con armi chimiche decine di morti fra i ribelli al regime di Assad che controllano la zona opponendosi con successo alle forze governative e a quelle russe. 
Sembra che sia stato usato il Sarin, un gas nervino che risale alla Seconda guerra mondiale e che inibisce i collegamenti nervosi all’interno delle cellule. A rendere ancora più tragico il bilancio, l’ospedale in cui era stata ricoverata la maggior parte dei feriti è stato bombardato con munizioni convenzionali e parzialmente distrutto. 
La notizia è orribile poiché fa rinascere nell’area lo spettro di quella guerra condotta con armi di distruzione di massa che l’accordo concluso qualche anno fa su iniziativa della Russia e sotto l’egida congiunta di Washington e di Mosca sembrava aver scongiurato. 
La Siria di Assad aveva acconsentito in tale occasione a consegnare per la distruzione tutte le armi chimiche in suo possesso – e in effetti ne sono state consegnate mille e cinquecento tonnellate – nonché a ratificare la Convenzione internazionale riguardante quel tipo di armamenti, cosa che poi ha fatto. Almeno in teoria quindi le forze governative siriane non dovrebbero più disporre di armamenti del tipo di quelli utilizzati ieri.
È un caso doppiamente orribile anche perché l’episodio ha coinvolto militari e civili; e non poteva essere altrimenti. Come l’esperienza ci ha tristemente dimostrato gli scontri di questo conflitto avvengono quasi sempre all’interno di centri urbani che agli occhi dei combattenti hanno il pregio di risultare più efficacemente difendibili, ma che nel contempo coinvolgono quella parte della popolazione locale talmente misera da non disporre nemmeno dei mezzi che le consentirebbero di fuggire. 
E si sa che in simili condizioni più grande è la miseria più elevato è il numero dei bambini.
L’episodio è poi tanto inatteso quanto assurdo. Inatteso poiché, come già detto, dopo l’entrata in vigore dell’accordo, che non era stato mai violato sino a oggi, non ci sarebbero più dovuti essere aggressivi nervini in questa parte del Medio Oriente. Assurdo in quanto non si comprende perché il regime di Assad, che ha immediatamente negato ogni responsabilità nell’accaduto, dovrebbe aver deciso di compiere un gesto tanto crudele, clamoroso e illecito proprio quando le sorti della guerra, rimaste in dubbio per anni, sembrano volgere inesorabilmente, anche se lentamente, a suo favore. 

Giuseppe Cucchi, la Stampa 5/4/2017

Canzone del giorno: ManUNkind  (2016) - Metallica
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martedì 4 aprile 2017

Homo videns

..... è la televisione che modifica per prima, e fondamentalmente, la natura stessa della comunicazione spostandola dal contesto della parola (stampata o radiotrasmessa che sia) al contesto dell'immagine. La differenza è radicale. La parola è un «simbolo» tutto risolto in quel che significa, in quel che fa capire. E la parola fa capire soltanto se capita, e cioè se conosciamo la lingua alla quale ap- partiene; altrimenti è lettera morta, un segno o un suono qualsiasi. Per contro l'immagine è pura e semplice rappresentazione visiva. L'immagine si vede e basta; e per vederla basta la vista, basta non essere ciechi. L'immagine non si vede in cinese, arabo o inglese. Ripeto: si vede e basta.

.... le potenzialità di Internet sono pressoché infinite, e tanto nel male come nel bene. Sono e saranno positive quando l'utente userà lo strumento per acquisire informazioni e conoscenze, e cioè quando sarà ispirato da genuini interessi intellettuali, dalla voglia di sapere e capire. Ma il grosso degli utenti di Internet non è, e prevedo che nemmeno sarà, di questo tipo. La paidèia del video promette di passare a Internet analfabeti culturali rapidamente dimentichi di quel poco che hanno dovuto imparare a scuola, e quindi analfabeti culturali che ammazzeranno in Internet il loro tempo vuoto in compagnia di «anime gemelle» sportive, erotiche, o di minuti hobbies. Per questo tipo di utente Internet è soprattutto un ter-rific way to waste time, uno splendido modo di sprecare il tempo investendolo in futilità.

Giovanni Sartori, Homo videns. Televisione e post-pensiero (ed. Laterza - 1997)

Canzone del giorno: Television Eye  (1971) - John Mayall
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domenica 2 aprile 2017

Albanesi


Non erano albanesi. Nessun movente etnico dietro la morte del ragazzo di Alatri, smentendo quanto era stato prontamente ventilato da qualche fonte facilona, oppure scientemente razzista. Cose di giovani maschi un poco ubriachi, e molto alterati dal bisogno di dire "qui il capo sono io". Nemmeno l’omertà di chi c’era, e non ha detto niente, è imputabile agli albanesi. È omertà a maggioranza italiana: “prima gli italiani”, lo dice anche lo slogan. La maggior parte delle nostre disgrazie, a partire dalle mafie, a partire dall’opportunismo servile, è imputabile a noi stessi.
Vuol dire che tutti gli albanesi sono brava gente? No.
Vuol dire che tutti gli italiani sono disposti a fracassare la testa di un ragazzo? No. Vuol dire un’altra cosa: che le responsabilità, sempre e comunque, sono delle persone. Che i diritti e i doveri, sempre, sono delle persone. Che niente, in sede di logica come in sede di politica come in sede di diritto, è imputabile alle “razze” (che non esistono) o alle etnie, che invece esistono. Tutto è imputabile sempre e solo alle persone: il bene e il male, la dignità e l’ignobiltà, la virtù e la violenza. È un concetto che vale la pena ripetere fino allo sfinimento, fino alla noia. Perché da quel concetto dipende la democrazia, e più in esteso la nostra civiltà.


Michele Serra, L'Amaca (Repubblica - 29/3/2017)



Canzone del giorno:  Amm"a Amm"a  (2016) - Enzo Avitabile feat. Caparezza
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sabato 1 aprile 2017

Playlist Marzo 2017



1.      Blues Pills, No Hope Left For Me – (Blues Pills – 2014) –  Sinistra
2.      Elbow, Grounds for Divorce – (The Seldom Seen Kid – 2008) –  Separazione
3.      Malika Ayane, Grovigli – (Ricreazione – 2012) –  Grovigli
4.      Paramore, Ignorance – (Brand New Eyes – 2009) –  Beata ignoranza
5.      Robert Palmer, Addicted To Love – (Riptide – 1986) –  Digitale
6.      John Mayer, Clarity – (Heavier Things – 2003) –  Chiarezza
7.      The Temptations, Psychedelic Shack – (Psychedelic Shack – 1970) –  Sconnessione
8.      Red Hot Chili Peppers, Go Robot – (The Geteway – 2016) –  Robolawyer
9.      Christina Aguilera, Hurt – (Back to Basics – 2006) –  Paternità
10.  Ryan Adams, Do You Still A Love Me? – (Prisoner – 2017) –  Prisoner
11.  Alice In Chains, Sea Of Sorrow – (Facelift – 1990) –  Lupi Sfigati
12.  Premiata Forneria Marconi, E’ festa – (Storia di un minuto – 1972) –  Festa
13.  Nazareth, Cinema – (Cinema – 1986) –  Cinema
14.  AC/DC, Breaking The Rules – (For Those About To Rock – 1981) –  Regole