nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 30 novembre 2016

Palermo



Canzone del giorno: Palermo  (2016) - Peter Cincotti
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Forse è la sua pelle morbida siciliana. 
Forse è il Mediterraneo. 
Forse sono soltanto ingenuo, 
Ma lei non mi vuole far andare via.

Palermo, Palermo!
Lei mi sta tenendo lì come il mio cuore spara un razzo nel cielo.
_____________

Maybe it's her soft Sicilian skin.
Maybe it's the Mediterranean.
Maybe I am just being naive,
But she makes me never want to leave.

Palermo, Palermo! 
She's keeping me there as my heart shoots a flare in the sky

Peter Cincotti, Palermo - 2016


domenica 27 novembre 2016

Femminicidio


Ieri Il Manifesto ha pubblicato un interessante articolo firmato da Carla Busato Barbaglio, psicoterapeuta infantile e docente della Società Psicoanalitica Italiana.
La doppia uccisione della vita è il titolo dello scritto che, nell’ambito dei vari interventi sul tema del femminicidio, focalizza l’attenzione sui tanti bimbi e ragazzi  che si ritrovano orfani: “La cifra "delle vittime delle vittime" del femminicidio è impressionante, una doppia uccisione della vita. In Italia, ci sono 1628 orfani. Figli che si ritrovano all’improvviso senza i genitori: perdono la madre, uccisa nella maggior parte dei casi dal marito o dal partner, e anche il padre, che finisce in carcere oppure si toglie la vita. I figli affrontano tutto ciò che segue travolti da uno tsunami, profondamente soli.
L’onda ha reso tutti attorno protagonisti del «si salvi chi può»: i figli delle vittime sono per lo più abbandonati, spesso anche dalle istituzioni (che dovrebbero essere preposte a creare circuiti di aiuto), quando non immessi in percorsi di aiuto sterili se non dannosi”. (…)Ognuno di noi, di fronte a questo, rimane senza fiato, senza risposte, ma chi lo vive sulla propria pelle quale fiato per sopravvivere può trovare in sé? Come può funzionare la mente di fronte a simile ferocia? Quali stati dissociativi bisogna attivare per poter rimanere in vita e nel tempo fare integrazioni per ripristinare una speranza? Di chi ci si potrà mai davvero fidare?”.
La psicologa evidenzia il trauma che coinvolge i ragazzi e  le ragazze coinvolti in simili tragedie che si manifesta, quasi sempre, in problemi fisici e psicologici in età adulta.
Per questo motivo  parla della necessità di una “rete di protezione” utilissima anche e soprattutto in via preventiva: “La società dovrebbe investire, dalla nascita in poi, in tutti i luoghi deputati alla crescita: dai servizi di consultazione, alle cooperative ai reparti di maternità agli asili alla scuola, in ognuna delle sue ramificazioni. Serve un controllo sui mass media, l’informazione, la propaganda occulta, gli spacci ecc. Quale attenzione viene offerta oggi a tutto ciò che è inerente la crescita? Quale formazione, al di là della propaganda agli operatori che lavorano a vari livelli, in situazioni complesse, perché siano veramente capaci di aiutare la vita? I segni dello tsunami che inizia a montare e a crearsi, se si hanno buoni occhi e sensori raffinati per vedere, sono individuabili molto precocemente. In corso d’opera e non a delitto avvenuto”.

Canzone del giorno: Where The Wild Roses Grow  (2009) - Nick Cave ft. Kylie Minogue
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venerdì 25 novembre 2016

Post Scriptum Film

Che vuoi che sia

REGIA: Edoardo Leo
INTERPRETI: Edoardo Leo, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Bebo Storti, Massimo Wertmuller
SCENEGGIATURA: Edoardo Leo, Alessandro Aronadio, Marco Bonini, Renato Sannio
DURATA: 105'
USCITA: 09
«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».  
Edoardo Leo, regista e protagonista di "Che vuoi che sia", nella parte finale del film ricorre al pensiero e alle parole di Umberto Eco per sintetizzare un mondo in quotidiana contraddizione in balia delle molte storture generate anche da un uso distorto della rete e dei social network.
La generazione dei neo-laureati, dei lavoratori a progetto, dei precari a tutto tondo trova nel film uno spazio che il regista riesce a trattare con autoironia e con quel pizzico di drammaticità morale che va al di là del pretesto narrativo escogitato e cioè del popolo dei social disposto a pagare profumatamente la coppia in cambio di un loro video hard da diffondere in rete.
Condividere la propria intimità urbi te orbi o rassegnarsi a non riscuotere il lauto compenso?
La ricerca di lavoro, cercare di realizzare i propri sogni, provare a concretizzare un rapporto di coppia, si scontra contro mille difficoltà che coinvolgono Anna (una pregevole e misurata Anna Foglietta) e Claudio (Edoardo Leo nelle vesti di un ingegnere informatico che fa di tutto per uscire dal suo disagio quotidiano). Una coppia normale che si muove all'interno di una storia, a volte cinica e a tratti tenera, nella quale ben si destreggiano tanti altri personaggi a loro agio nella sceneggiatura, primo fra tutti il dirompente Rocco Papaleo.
L'affanno della coppia s'incrocia con le difficoltà giornaliere, l'uso smodato della rete, le incomprensioni con le generazioni passate (le partecipazioni di Massimo Wertmuller e Bebo Storti sono azzeccate nel ruolo), il disagio di chi tenta d'imporre la propria genuinità. 
Commedia all'italiana, quella proposta da Edoardo Leo, che cerca di darci una mano a riflettere sulla già avvenuta "invasione degli imbecillì".

Canzone del giorno: Cosa vuoi che sia  (2005) - Ligabue
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giovedì 24 novembre 2016

Ruggine

L'ansia è la ruggine dell'anima.

                               Carlos Ruiz Zafòn, L'ombra del vento - 2001


Canzone del giorno: Ruggine  (2014) - The Niro
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lunedì 21 novembre 2016

Mediazione

"L'elogio della mediazione" è il titolo dell'editoriale, su Repubblica di oggi, firmato da Ilvo Diamanti.
Il professore esamina l'accelerazione di una tendenza che va sempre più consolidandosi nel nostro Paese e che ci spinge "verso un presidenzialismo di fatto. Verso una democrazia immediata, più-che-diretta, che rimpiazza ogni mediazione rappresentativa con i media".
Lo scritto evidenzia come oggi ogni "mediazione" sia bypassta dai canali della cosiddetta "comunicazione im-mediata". Se Berlusconi era un efficace comunicatore che utilizzava i media tradizionali (leggi "televisione"), oggi Renzi utilizza ("più e meglio di altri", scrive Diamanti) i social media. Twitter, Facebook e via dicendo: "I canali e gli attori tradizionali della mediazione, d'altronde, si sono rarefatti. I partiti per primi, sempre più personalizzati e abbandonati dagli iscritti. Intorno a noi vediamo leader senza partiti e partiti senza società e senza territorio. Così i leader si rivolgono direttamente ai cittadini. Senza mediazioni. D'altronde, le mediazioni sono sempre più difficili da proporre e da imporre. Perché i cittadini appaiono, a loro volta, più soli. Visto che non solo i partiti, ma anche le associazioni tradizionali si stanno indebolendo. Il sindacato, le organizzazioni di rappresentanza degli interessi: hanno perduto la loro base sociale. E, insieme, la fiducia dei cittadini. Ormai, meno del 20% delle persone, in Italia, esprime fiducia nei sindacati. Mentre, fra le istituzioni, mantengono un buon grado di credibilità solo le Forze dell'ordine, il presidente della Repubblica. E Papa Francesco. Sintomi e segni della diffusa domanda di sicurezza. E di "fede". In qualcuno. In qualcosa".
Ilvo Diamanti sottolinea il suo disagio dinanzi a una realtà attraversata "da uomini soli al comando, chiamati a decidere subito e senza mediazioni, in rete o attraverso i referendum popolari". In tal senso cita Evgenij Morozov, il sociologo bielorusso iper-critico sulla visione ottimistica di Internet che aiuta i processi democratici:  "Così a volte provo un po' di nostalgia. Dei (buoni) partiti. Capaci di rappresentare la società. Capaci di indicare percorsi futuri, perché hanno un passato, una storia. E ammetto la mia preferenza per la democrazia rappresentativa. Per la "buona" mediazione, realizzata da "buoni" mediatori".

Canzone del giorno: When Two Worlds Collide  (1998) - Iron Maiden
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sabato 19 novembre 2016

Pancia

Altan, da google.it














Canzone del giorno: I'm So Excited  (1960) - John Lee Hooker
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mercoledì 16 novembre 2016

Post Scriptum Film

7 Minuti 

REGIA: Michele Placido
INTERPRETI: Ottavia Piccolo, Crisitna Capotondi, Violante Placido, Ambra Angioini, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Clémence Poèsy, Sabine Timoteo, Anne Consigny.
SCENEGGIATURA: Michele Placido, Stefano Massini, Toni Trupia
DURATA: 88'
USCITA: 3

In fondo cosa sarà mai rinunciare a 7 minuti della pausa pranzo. 
Nella fabbrica tessile che rischia di chiudere e di mandare sul lastrico 300 operaie, i proprietari italiani dell'azienda sono in procinto di siglare con i partner francesi un accordo che permetterà il prosieguo della produzione e lo scongiurarsi dei licenziamenti.
I nuovi padroni chiedono ai lavoratori quei sette minuti in meno su una pausa pranzo che contrattualmente prevedeva un riposo di 15 minuti. A prima vista una piccola rinuncia che rappresenta il male minore rispetto alla paura di perdere il posto di lavoro.
Tratto da un episodio vero accaduto in una fabbrica francese nel 2012 e ispirato allo spettacolo teatrale di Stefano Messini, 7 minuti, il nuovo film di Michel Placido, è soprattutto una storia di dignità messa in pericolo dalla crisi economica e dalle dinamiche di un futuro incerto.
Il regista affida il ruolo principale ad Ottavia Piccolo che, negli anni scorsi, ha rappresentato lo stesso personaggio nella pièce teatrale. Nei panni di Bianca, l'attrice rappresenta la voce della ragione che, da rappresentante sindacale, cerca di far vedere il rovescio della medaglia alle altre 10 operaie che, insieme a lei, rappresentano il consiglio di fabbrica che dovrà assumere la decisione per tutte le lavoratrici.
Il regista riesce con lucidità a rappresentare uno spaccato femminile che genera un immediato coinvolgimento dello spettatore grazie anche alla scelta di interpreti credibili nella loro parte (da Ambra Angioini a Cristiana Capotondi, da Violante Placido a Sabine Timoteo, da Fiorella Mannoia a Maria Nazionale) e sostenute da un efficace meccanismo narrativo. La paura domina lo spogliatoio della fabbrica dove si svolge il dibattito fra le 11 donne e ad essa si associa la personalità e l'esperienza di vita di ognuna di essa. 
Tematiche toccanti che Michele Placido riesce a sviluppare offrendoci una riflessione sull'attuale mondo del lavoro e sulle tante rinunce legate alla paura.
Un film di intensa coralitá.

Canzone del giorno: The Measure  (2015) - Joe Pug
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lunedì 14 novembre 2016

Consultazioni


In un referendum, il popolo non risponde mai alla domanda che viene posta. 
Dà solo la sua adesione o il suo rifiuto a colui che la pone.

Francoise Giroud (1916 - 2003), giornalista francese


Canzone del giorno: I Ask of You  (2000) - Anastacia
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sabato 12 novembre 2016

Ehi, Barack

Oggi, nel corso di una toccante cerimonia, Barack Obama ha ricevuto Trump alla Casa Bianca. In esclusiva mondiale, il Fatto Quotidiano può raccontare ai suoi lettori i dettagli rimasti segreti

– Questa è la camera da letto…
– Uff! Niente specchio sul soffitto? Niente letto rotondo?
– Ehm… no. E questo è il mio studio, la sala ovale…
– Bello! E questo bottone rosso? Per la servitù? Posso provare?
– No! Non toccare!
– Ok, ok, calmino Barack… E questo è il bagno?
– Sì, Donald, questo è il bagno
– E quello?
– E’ il bidé, Donald
– Ah, capisco… l’orto di Michelle dov’è?
– Là dietro… sono contento che ti interessi, gli ho dedicato molti tweet
– Devo capire le misure… per il parcheggio, io devo metterci molte jeep
– Beh, Donald, la casa l’hai vista, ma non voglio forzarti, se non ti piace puoi rifiutare…
– No, no, è carina… Anzi, Barack, volevo dirle… E’ un onore ricevere la chiavi da lei, io l’ho sempre considerata il miglior presidente americano. Il migliore a… scendere le scalette dell’aereo… a giocare a basket… a chiacchierare coi cantanti… davvero bravo… Ora può andare, ecco dieci dollari
– Ma… Donald… mi dai del lei?
– Ah, già che sei negro! Eccoti cinque dollari, sparisci!
– Scusa Donald… però… avrei una domanda
– Dimmi, su, veloce, che ho da fare
– Ma come hai fatto? Avevi contro tutti, i giornali, le televisioni, la sinistra…
– La sinistra? What is sinistra?
– Ma sì, Hillary, De Niro, Springsteen, Madonna…
– Ah, dici quelli che vivono negli attici di Manhattan?
– Beh, sì, anche loro…
– Ma io quelli li conosco bene! Glieli ho venduti io, gli attici a Manhattan! E alcuni sono ancora in affitto…

Alessandro Robecchi, Il Fatto quotidiano (10/11/2016)

Canzone del giorno: Giù nei tuoi occhi  (2012) - Afterhours
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giovedì 10 novembre 2016

Trump

Donald Trump dice che la sua non è stata una campagna elettorale, ma un movimento per restituire il potere al popolo. I contenuti di questa rivoluzione sono discutibili, ma la premessa no. Ha vinto intercettando le ansie dei bianchi della classe media e bassa, senza laurea, soprattutto nell'America rurale, risentiti per la crisi economica e impauriti dalla sensazione che il Paese sfugga loro di mano, passando alle minoranze. Un’ondata populista e anti-globalista che era cominciata in Europa con la Brexit, ma ora ha trovato conferma negli Stati Uniti! usando l’esuberanza di Donald per diventare il fenomeno politico occidentale dominante. (...) 
Ha militato nel Partito repubblicano, riformista, democratico, indipendente, e ora di nuovo repubblicano, stavolta per entrare alla Casa Bianca. Perciò l’establishment del Gop non si fidava di lui, e gli elettori lo hanno invece scelto. Come aveva preannunciato il regista liberal Michael Moore, la sua elezione è stata «il più grande vaffanculo della storia». Donald però promette di trasformarlo in una rivoluzione, un movimento che «restituirà il potere a voi, il popolo» e promette di essere «il presidente di tutti».

Paolo Mastrolilli, La Stampa (10/11/2016)

Canzone del giorno: People  (2008) - Susan Tedeschi
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lunedì 7 novembre 2016

Post Scriptum Film

In guerra per amore

REGIA: Pierfrancesco Diliberto (Pif)
INTERPRETI: Pif, Miriam Leone, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Maurizio Marchetti, Stella Egitto.
SCENEGGIATURA: Pif, Michele Astori, Marco Martani
DURATA: 99'
USCITA: 27

In guerra per amore, commedia briosa (e piena di graffianti momenti di riflessione) di Pierfrancesco Diliberto (più noto con il nome di Pif), ci riporta nella New York del 1943, per far partire da lì la storia di Arturo, palermitano trapiantato negli Stati Uniti, che vive la sua segreta e travagliata storia d'amore con la bellissima Flora (veramente bella Miriam Leone) promessa sposa al figlio di un boss della cosca mafiosa di Lucky Luciano. 
Il mondo è nel pieno della seconda guerra mondiale e l'arruolamento del giovane nell'esercito americano lo porterà a far parte del corpo di spedizione delle truppe che sbarcarono nelle coste siciliane.
Il pretesto di Pif per impiantare il film parte proprio dall'evento siciliano del luglio del 1943 che, oltre a rappresentare uno dei più grandi sbarchi della storia (sia per uomini impiegati che per le dimensioni della costa presa in assalto) cambierà per sempre le sorti del nostro paese, della Sicilia e della mafia.
Ironico e con un sarcasmo intriso di eleganza e leggerezza, il film sposa appieno la tesi del cosiddetto Rapporto Scotten, dal nome dell'ufficiale che nel '46 stilò la famosa relazione che rilevava come gli anglo-americani scesero a patti con Cosa nostra pur di poter sbarcare senza ostacoli in Sicilia.
Arturo/Pif sbarca con il suo paracadute (con asino a bordo) in terra siciliana e, giorno dopo giorno, prende coscienza delle tante contraddizioni che emergono quando si scende a patti con un potere criminale.
Da menzionare per bravura la coppia formata dal cieco Saro (Sergio Vespertino) e dal suo amico/badante Mimmo (Maurizio Bologna), incarcerati per un furto di scarpe (mentre nel frattempo gli ergastolani mafiosi si ritrovano amnistiati!) e poi salvati da Arturo grazie ad alcuni espedienti in sede di giudizio.
Una buona sceneggiatura e una splendida fotografia ci fanno assaporare un film che parla di ieri ma anche del nostro oggi. Una commedia ben montata che ben si regge sulla bravura di tanti attori.

Canzone del giorno: Love and War (2013) - Tamar Braxton
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sabato 5 novembre 2016

Saggio

Chi è il più saggio?
Colui che accetta tutto o colui che ha deciso di non accettare nulla?
La rassegnazione è saggezza?

                               Eugène Ionesco,  Ce formidable bordel - 1973


Canzone del giorno: You Don't  Have To Be Old To Be Wise (1980) - Judas Priest
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mercoledì 2 novembre 2016

Faglia

Più che una faglia sismica, ormai sembra una trincea di guerra. I trenta chilometri di paura che partono da Visso a nord fino ad Accumoli a sud continuano a sfornare terremoti. E invece di scemare in energia, le scosse diventano sempre più forti. Il sisma che ieri alle 7:40 ha raggiunto la magnitudo 6.5 «è il più forte in Italia dal terremoto dell’Irpinia del 1980» spiega Gianluca Valensise dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). E in un giorno solo è stato seguito da una raffica di altre trecento scosse, di cui una quindicina di magnitudo superiore a 4.
Questo andamento in crescendo, in realtà, viene considerato un colpo di fortuna. «Se l'energia che è stata rilasciata da tre grandi scosse e da uno sciame durato due mesi si fosse sprigionata in un colpo solo, avremmo probabilmente raggiunto una magnitudo 7» spiega Paolo Messina, direttore dell’Istituto di Geologia ambientale del Cnr. La scossa, cioè, sarebbe stata quasi 6 volte più forte del terremoto di ieri e quasi 30 volte più potente del sisma del 26 ottobre.
Quando l’escalation si fermerà – che è la domanda che una popolazione stremata oggi non smette di farsi – nessuno però è in grado di dirlo. «A un certo punto perderà energia e incontrerà una faglia che non è più disposta a farsi attivare» spiega Valensise. «Ma per bene che vada, ci aspetta comunque un periodo di sciame». Per fare previsioni occorrerebbe sapere esattamente come sono disposte le fratture del terreno nel sottosuolo. E conoscere quanto la rotazione degli Appennini in senso anti-orario stia stirando – caricandoli di energia – i vari pezzi del domino di faglie sotterranee in cui è spezzettata questa zona dell’Italia centrale. «Le tensioni si accumulano lungo le faglie con il tempo. Poi all’improvviso, nel momento del sisma, vengono rilasciate. Quanto sia carico ciascun punto di una faglia è però impossibile da misurare» spiega Daniela Pantosti, direttrice della Struttura terremoti dell’Ingv. «Prevedere il momento della rottura – aggiunge Valensise – sarebbe come conoscere in anticipo quale goccia farà traboccare un vaso».

da un articolo di Elena Dusi (La Repubblica 31/10/2016)

Canzone del giorno:  Morning Bell (2000) - Radiohead
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martedì 1 novembre 2016

Playlist Ottobre 2016

1.      Led Zeppelin, Ramble On – (Led Zeppelin II – 1969) – Migranti
2.      Pino Daniele, ’Na tazzulella e’ café – (LeTerra mia – 1977) –  Caffè
3.      Dire Straits, Six Blade Knife – (Dire Straits – 1978) –  L’invidia
4.      Bob Marley & The Wailers, Running Away – (Kaya – 1978) – Cittadinanza
5.      Celine Dion, Miracle – (Miracle  – 2004) – Isee
6.      Sting, Fields Of Gold – (Ten Summoner’s Tales – 1993) – Oro verde
7.      Bob Dylan, Knockin’ on Heaven’s Door – (Pat Garrett & Billy the Kid – 1973) – Nobel
8.      Bryan Adams, (Everything I do) I Do It For You  – (Waking Up the Neighbours – 1991) – Venticinque
9.      Lily Allen, Not Fair – (It’s Not Me, It’s You – 2009) – Equitalia
10.  King Crimson, Happy with What You Have… – (Power To Believe – 2003) – Quello che hai
11.  Amy Winehouse, Help Yourself – (Frank – 2004) – Governo
12.  Francesco Guccini, Parole – (Parnassius Guccini – 1993) – Parole
13.  Nirvana, School – (Bleach – 1989) – Preparazione