nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 30 luglio 2021

Colore

Innamorati e fiori, 1927


Nelle nostre vite c'è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. 

Il colore dell’amore.

Marc Chagall (1897 - 1985)



Canzone del giorno: Deep Is Your Love (1977) - Bee Gees
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martedì 27 luglio 2021

La medaglia del nonno

“Grazie ai nonni”. Tre dediche simili in due giorni. Da Vito, Odette, Mirko. 20, 26, 23 anni. Dell’Aquila, Giuffrida, Zanni. Un oro e due bronzi. Tre sport diversi: taekwondo, judo, sollevamento pesi. Tre posti e regioni diverse: Mesagne (Brindisi), Roma, Pordenone. Sud, centro, nord Italia. Non solo perché il 25 luglio è la giornata mondiale dei nonni, ma perché hanno contato nelle loro vite. Sono stati i primi ad avere fiducia nei loro percorsi sportivi. Si dice che lo sport spesso anticipa la società. E questo è stato un anno dove tra nonni e nipoti si è creata una frattura per la pandemia. I nonni fragili per età e salute, i giovani più esuberanti nella loro voglia di libertà, ma anche più pericolosi nel diffondere virus e varianti. Due mondi opposti e ostili. E invece ecco Giuffrida: “Vengo da stagioni non facili, ho cambiato allenatore, ma ogni volta che mi sono trovata in situazioni difficili, quando era stanca, sfiduciata, che non ce la facevo più, ho pensato a mia nonna che era un sole, sempre positiva, se n’è andata nel 2011 e ho portato il suo rosario con me, come avevo fatto a Rio. E grazie anche a mio nonno che c’è ancora e che invece di mettermi pressione prima che io partissi mi ha detto: tranquilla, non importa di che colore sarà la medaglia perché io te la dipingo d’oro”. L’inventiva e la leggerezza dei vecchi, che sanno trattare le inquietudini della vita togliendo un po’ di nubi. Non sono mental coach, forse non hanno studiato psicologia, ma sono nonni che hanno accompagnato i nipoti in palestra, che non li hanno ostacolati nella loro voglia di sport e che spesso hanno offerto loro un braccio, senza giudicare, né condannare. Il nonno di Dell’Aquila si chiamava come lui, giocava con lui e gli aveva anticipato: “Vito, vincerai tu, ne sono sicuro”. Anche Mirko Zanni che nel sollevamento pesi riporta in Italia una medaglia olimpica dopo 37 anni, dedica il bronzo al nonno scomparso, mentre sul podio piange e indica il cielo: “È un premio a 10 anni dolori e di sacrifici”. I nonni lo sanno.

Emanuela Audisio, la Repubblica (26/7/21)

Canzone del giorno: I Thank You (1977) - ZZ Top
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domenica 25 luglio 2021

Olimpiadi di Tokyo

Che bello rivedere il mondo unito. Che bello tornare a stare tutti insieme. Quando il globo fluttuante è apparso nel cielo sopra lo Stadio olimpico a rappresentare questo ritrovarsi, dopo il lungo tunnel dove ci troviamo ancora, ci siamo guardati intorno. C’erano giornalisti americani, italiani, giapponesi, inglesi, volontari dei Giochi, eccetera. E molti di loro, come noi, erano emozionati. La cerimonia inaugurale della trentaduesima Olimpiade dell’era moderna non è stata la più bella di sempre. All’inizio sembrava avvolta da una patina di mestizia, con lo sguardo catatonico della danzatrice in kimono bianco che simboleggiava le sofferenze e la tristezza imposte all’umanità dalla pandemia. Ma non era questo l’obiettivo che si prefiggeva una non-celebrazione votata per forza di cose alla sobrietà, ai toni bassi e meno indulgenti possibile. E non è questo il senso ultimo dei Giochi giapponesi ufficialmente inaugurati dall’imperatore Naruhito, che si è limitato a recitare la consueta formula, «dichiaro ufficialmente aperti...». Non poteva essere una festa. C’è stata almeno l’onestà di riconoscerlo, per forza o per amore. In caso contrario il popolo ospitante, stremato da un anno e mezzo di sacrifici, non avrebbe capito. E si sarebbe infuriato ancora di più. [...] Queste Olimpiadi sono straniere a casa loro, e bisogna anche farsene una ragione, lo sarebbero state in qualunque altro Paese alle prese con questo maledetto virus, altro che il medagliere. L’unica strada per inaugurare i Giochi era una cerimonia che ripercorresse quello che è stato finora. Nelle immagini proiettate sui mega schermi per ricordare il peggiore anno della nostra vita c’era la nostra piazza del Duomo, nel senso di Milano, deserta come lo è stata per mesi interi. Dovremmo sempre ricordarci cosa è stato il 2020, quei mesi terribili di marzo e aprile. E capire che siamo cambiati, anche se magari non ce ne rendiamo conto. Noi, e il resto del mondo. [...] In un Paese molto nazionalista, con una scelta coraggiosa è stata fatta accendere la fiamma alla tennista Naomi Osaka, una cittadina del mondo cresciuta negli Usa da padre haitiano e madre giapponese. Una donna nuova, come lo saranno i nostri figli, che tremava per l’emozione. Perché alla fine, per quanto ferite dalla pandemia, le Olimpiadi rimangono sempre il sogno dei ragazzi che si allenano nei campetti dietro la centrale elettrica, che corrono sugli altipiani, che sudano da soli durante il lockdown. E per quanto strano e complicato possa essere, ancora una volta siamo tutti qui.

Marco Imarisio, Corriere della Sera (24/7/21)

Canzone del giorno: L'Olimpiade (2001) - Tiziano Ferro
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venerdì 23 luglio 2021

L'abitudine

L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci, Un uomo, 1979


Canzone del giorno: Breaking The Habit (2003) - Linkin Park
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mercoledì 21 luglio 2021

Arrivato


Non sempre chi si ferma è perduto: alle volte è semplicemente arrivato.

Alessandro Bergonzoni, Opplero: storia di un salto - 1999 (Garzanti)



Canzone del giorno: Destination Anywhere (1997) - Bon Jovi
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domenica 18 luglio 2021

Green Pass

La porta per la libertà è il vaccino, ma la chiave per spalancare quella porta è il Green Pass. Il governo, preso in contropiede da quello che sembra l’inizio di una quarta ondata, lo renderà obbligatorio a partire da agosto. È il lasciapassare per restare aperti, per non perdere tutte quelle piccole e grandi possibilità che ci siamo pian piano concessi — uscire la sera, andare al cinema, valicare i confini regionali e nazionali, entrare in un locale — e che ci sembrano restituire finalmente gusto alla vita dopo un anno di privazioni. […] Perché purtroppo bisogna dirlo in maniera chiara. Si sta avvicinando il momento in cui tutti quelli che volevano essere vaccinati hanno trovato una fiala disponibile. I non vaccinati, a quel punto, lo saranno per loro scelta. Le liste di attesa sono infatti quasi esaurite e fa male leggere sul report di ieri dell’Istituto superiore di Sanità che ci sono ancora 2 milioni e mezzo di cittadini over 60 renitenti alla puntura. I più giovani hanno la giustificazione dell’età e in fondo il Covid per loro è meno grave. Ma questi anziani no vax chi sono? Perché non hanno sentito la responsabilità, proteggendo loro stessi, di proteggere la comunità? […] Quello che accade a Londra ci fa vedere in anticipo dove saremo da qui a un mese: in Inghilterra ieri hanno superato 50 mila casi per la prima volta da gennaio, con 49 morti. Ci stiamo andando dritti, ma a differenza dello scorso autunno possiamo contare su un formidabile alleato, anzi due: il vaccino è il Green Pass. Sono questi gli unici strumenti (insieme alle mascherine) per evitare l’incubo delle zone rosse e del ritorno ai confinamenti. Siamo perciò arrivati al punto in cui la libertà di non vaccinarsi confligge con la libertà dei vaccinati di riprendere a vivere. Il compromesso tra questi due diritti in conflitto, se vogliamo evitare di arrivare all’obbligo di vaccinazione, è proprio il Green Pass. Sei libero di non vaccinarti e di giocare alla roulette con la tua vita, ma non puoi mettere in pericolo gli altri. Dunque, se vuoi salire su un treno o affollare un ristorante o sederti al cinema accanto a un vaccinato, devi esibire il Green Pass. Vaccino o tampone, la scelta è questa. Lasciando che l’Italia più responsabile riprenda a vivere.

Francesco Bei, la Repubblica (17/7/2021)

Canzone del giorno: Wanna Be Startin' Somethin' (1982) - Michael Jackson
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sabato 17 luglio 2021

La vipera convertita

“Appena che la Vipera s’ accorse

d’esse vecchia e sdentata, cambiò vita.

S’era pentita? Forse.

Lo disse ar Pipistrello : — Me ritiro
in un orto de monache qui intorno,
e farò penitenza fino ar giorno
che m’esce fòri l’ultimo sospiro.
Così riparerò, con un bell’atto,
a tanto male inutile ch’ho fatto…

— Capisco : — je rispose er Pipistrello —
la crisi de coscienza è sufficente
per aggiustà li sbaji der cervello:
ma er veleno ch’hai sparso fra la gente,
crisi o nun crisi, resta sempre quello.”

Trilussa, La vipera convertita (1871 - 1950)

Canzone del giorno: Il mio veleno (2005)  Negrita
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giovedì 15 luglio 2021

11 Luglio

Un giorno ho conosciuto una ragazza italiana che viveva in Svizzera con la famiglia. Mi ha raccontato che il giorno della finale dell’82 suo padre a fine partita si è messo a correre sulle scale del suo palazzo suonando a lungo il campanello di tutti gli inquilini, tutti svizzeri. Finché correndo da un piano all’altro è scivolato e si è rotto una gamba: e mentre l’ambulanza lo portava via continuava a ripetere “È il giorno più bello della mia vita!”.

Marco Tardelli, Tg2 Post (Giugno 2021)

Canzone del giorno: It's a Beautiful Day  (2013) - Michael Bublé
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lunedì 12 luglio 2021

Campioni d'Europa

È la vittoria che mancava a una generazione di calciatori, quelli in campo e quelli in panchina, suggellata dall’abbraccio tra Mancini e Vialli in lacrime. Ed è il segno di rinascita che aspettavamo dopo il periodo peggiore delle nostre vite, come fu il Mondiale 1982 dopo gli anni di piombo. Difficile dire chi ne avesse più bisogno, se gli azzurri o noi. Chi tra gli azzurri non gioca nella Juventus non aveva vinto praticamente nulla negli ultimi dieci anni (a parte lo scudetto dell’Inter di Barella). Ma anche agli juventini — in particolare al duo Chiellini-Bonucci, autori di una partita strepitosa, quasi come quella di Donnarumma — era sfuggita finora la consacrazione, che non era giunta con le due finali di Champions perdute ed è finalmente arrivata a Wembley. Ma tutti quanti noi sentivamo la nostalgia e la necessità di una festa non meno di loro. Molti italiani sono usciti di casa per la prima volta stanotte dopo mesi; e l’hanno fatto per celebrare una vittoria collettiva. Appena un mese fa non se l’aspettava nessuno. […] Non si diventa mai campioni per caso. Non senza una base tecnica e una forza morale. Il calcio non è metafora della vita e della politica; ma la Nazionale finisce sempre per assomigliare alla nazione che rappresenta. In questo mese, la Nazionale di Mancini ci ha ricordato che essere italiani non è poi così male. Anzi, qualche volta possiamo pure sentirci orgogliosi di esserlo. Per un popolo che non ha avuto un Balzac e un Flaubert, un Tolstoj e un Dostoevskij, un Dickens e un Tolkien, il calcio è il vero romanzo popolare. E come ogni romanzo individua, racconta, segna un momento storico. L’Europeo 1968 incrociò un’Italia uscita da una secolare povertà, alla vigilia di una stagione inquieta e violenta, che però almeno per una notte riscoprì il tricolore. Era un tempo in cui i calciatori non cantavano l’inno, che nonveniva considerato una cosa importante; adesso lo è. Con il Mondiale 1982 l’Italia cambiò umore. Finivano gli anni della politica di strada e di piazza, cominciava l’epoca del riflusso, del campionato di calcio più bello del mondo e della febbre del sabato sera, quando persino ballare era una cosa che si faceva da soli. Fu un’epoca fatua, che alla lunga avremmo pagato cara; ma fu anche l’ultima volta in cui siamo stati felici, almeno tutti insieme. Il Mondiale 2006 fu un lampo nel buio di un Paese che già non credeva più in se stesso, ed era atteso da prove terribili: la grande crisi prima finanziaria poi economica, e ora la pandemia con il suo carico di dolore. Se anche questo Europeo resterà un bellissimo ricordo in un momento oscuro, o se invece diventerà davvero il simbolo di una rinascita, questo dipende soltanto da noi.

Aldo Cazzullo, Corriere della Sera (12/7/2021)

Canzone del giorno: Un'estate italiana (1990) - Gianna Nannini e Edoardo Bennato
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sabato 10 luglio 2021

La dote

Non tramonta in India l’obbligo del pagamento di una dote per le nozze delle figlie: lo rivela uno studio della Banca Mondiale, pubblicato sul blog dell’istituto, condotto su 40 mila matrimoni in aree rurali del paese, dal 1960 al 2006. I ricercatori, basandosi sui dati del 2006 del Rural Economic and Demographic Survey (REDS), hanno scoperto che in quel periodo, a dispetto della legge che la proibisce dal 1961, la pratica è stata mantenuta nel 95 per cento dei matrimoni. La tradizione della dote, che può consistere in denaro contante, capi di abbigliamento o gioielli, è una delle maledizioni che incombono sul destino delle indiane: le famiglie che vivono sul filo della sussistenza cercano spesso di eliminare le neonate femmine per non doversi poi indebitare anni dopo, al momento del matrimonio. Gli analisti hanno esaminato dati relativi ai 17 Stati in cui vive il 96% della popolazione indiana, scoprendo che il valore medio della dote per le spose è rimasto praticamente immutato nell’intero periodo, a dispetto dell’inflazione vissuta dal Paese in alcuni momenti. Mentre per la famiglia dello sposo la spesa è in media di 5 mila rupie (63 euro) per l’acquisto di doni per la famiglia della ragazza, i genitori di lei affrontano costi sette volte superiori, che arrivano a toccare le 32 mila rupie (400 euro), mentre la spesa media è di 27 mila (337 euro). La dote consuma ampie porzioni del reddito o dei risparmi delle famiglie: nell’India rurale, nel 2007 il costo medio di una dote equivaleva al 14% del reddito annuale delle famiglie. E spesso costringe le famiglie a indebitarsi, attraverso prestiti a tassi altissimi, o a vendere animali o appezzamenti di terreno coltivabile. Le famiglie di religione cristiana e sikh hanno mostrato una crescita maggiore dei costi, rispetto a quelle indù o musulmane.

Monica Ricci Sargentini, Corriere della Sera (1/7/21)

Canzone del giorno: Ain't Nobody's Business What We Do (1970) - Freddie King
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giovedì 8 luglio 2021

Il talento

Il talento è una fonte da cui sgorga acqua sempre nuova. Ma questa fonte perde ogni valore se non se ne fa il giusto uso.


Ludwig Wittgenstein, Pensieri diversi, 1934/37


Canzone del giorno: Talent (2016) - Pixies
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lunedì 5 luglio 2021

Auto volanti

Il futuro delle auto volanti è già arrivato. Sarà realtà entro il 2030, prima del previsto. E gli inglesi saranno i primi al mondo ad avere l'aeroporto pop up per i veicoli robot volanti: auto, taxi e droni per la consegna delle merci, elettrici e a guida autonoma. Una rivoluzione che si gioca nei cieli. Gli esperti sostengono che la cosiddetta rivoluzione della mobilità aerea urbana dovrebbe valere quasi mille miliardi di sterline (1.165 miliardi di euro) nei prossimi 20 anni. Il nuovo aeroporto pop up urbano inglese nei piani ha già un nome: si chiama Air-One. E' compatto, senza pista, con una piattaforma che permette il decollo verticale dei veicoli (eVtol) come per gli elicotteri, ma più piccolo del 60% rispetto ad un tradizionale eliporto. E' a zero emissioni e può essere installato nelle città per consentire ai taxi robot elettrici e ai droni di atterrare e ricaricare le batterie in una decina di minuti. (…)  L'aeroporto urbano pop up di Coventry sarà il primo di oltre 200 siti a zero emissioni che Urban Air Port prevede di installare in tutto il mondo nei prossimi cinque anni. I progettisti affermano che gli aeroporti pop up aiuteranno a ridurre la congestione del traffico e l'inquinamento atmosferico. Ottimista anche l'amministratore delegato di Hyundai Motor Uk, Ashley Andrew, sul futuro delle auto volanti, dei droni e dei taxi. I produttori di automobili come Hyundai stanno investendo nella trasformazione dei trasporti con guida autonoma, soluzioni di alimentazione a emissioni zero, robotica e taxi volanti, ha detto, sottolineando che per il gruppo Hyundai è un investimento di 87 miliardi di dollari, (73,4 mld di euro). Intanto, a dimostrazione che la nuova era dei trasporti è già cominciata, l'auto volante AirCar della compagnia slovacca Klein Vision ha completato con successo il suo primo volo di collegamento tra due città, un viaggio di prova di 35 minuti da Nitra a Bratislava, in Slovacchia.


Simonetta Scarone, Italia Oggi (1/7/21)


Canzone del giorno: Cars Hiss by My Window (1971) - Doors
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venerdì 2 luglio 2021

Gregge

 

Altan, da google.com











Canzone del giorno: Rag and Bucket (2020) - Nora Jean Wallace 
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giovedì 1 luglio 2021

Playlist Giugno 2021

1.      JJ Cale, Disadvantage – (Travel Log – 1990) – All’avanguardia

2.      Fulminacci, Al giusto momento  – (La vita veramente – 2019) –  Al momento giusto

3.      Judas Priest, Steeler – (British Steel – 1980) – Lattine

4.      Procol  Harum, Boredom  – (A Salty Dog – 1969) –  La noia

5.      Dave Stewart, A Different Man Now  – (The Ringmaster General – 2012) –  Calcio europeo

6.      Ludovico Einaudi, La linea scura  – (Le onde – 2012) –  Saman

7.      Uriah Heep, No Return  – (Conquest – 1980) –  Di fronte

8.      Adrianne Lenker, Symbol  – (Abysskiss – 2018) –  Simbolo

9.      Riccardo Cocciante, Il tempo  – (Il mio nome è Riccardo – 1994) –  Il tempo

10.  Joan Armatrading, Natural Rhythm  – (Consequences – 2021) –  Leggere

11.  Brunori Sas, Come stai?  – (Vol.1 - 2009) –  Come stai?

12.  Talking Heads, Blind  – (Naked - 1988) –  Le sopracciglie