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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 6 aprile 2017

Gas nervino

Una notizia al tempo stesso orribile, inattesa e assurda. Ecco che cosa rappresenta il bombardamento che un aereo non identificato ha compiuto ieri nella zona di Idlib, nel Nord-Est della Siria, provocando con armi chimiche decine di morti fra i ribelli al regime di Assad che controllano la zona opponendosi con successo alle forze governative e a quelle russe. 
Sembra che sia stato usato il Sarin, un gas nervino che risale alla Seconda guerra mondiale e che inibisce i collegamenti nervosi all’interno delle cellule. A rendere ancora più tragico il bilancio, l’ospedale in cui era stata ricoverata la maggior parte dei feriti è stato bombardato con munizioni convenzionali e parzialmente distrutto. 
La notizia è orribile poiché fa rinascere nell’area lo spettro di quella guerra condotta con armi di distruzione di massa che l’accordo concluso qualche anno fa su iniziativa della Russia e sotto l’egida congiunta di Washington e di Mosca sembrava aver scongiurato. 
La Siria di Assad aveva acconsentito in tale occasione a consegnare per la distruzione tutte le armi chimiche in suo possesso – e in effetti ne sono state consegnate mille e cinquecento tonnellate – nonché a ratificare la Convenzione internazionale riguardante quel tipo di armamenti, cosa che poi ha fatto. Almeno in teoria quindi le forze governative siriane non dovrebbero più disporre di armamenti del tipo di quelli utilizzati ieri.
È un caso doppiamente orribile anche perché l’episodio ha coinvolto militari e civili; e non poteva essere altrimenti. Come l’esperienza ci ha tristemente dimostrato gli scontri di questo conflitto avvengono quasi sempre all’interno di centri urbani che agli occhi dei combattenti hanno il pregio di risultare più efficacemente difendibili, ma che nel contempo coinvolgono quella parte della popolazione locale talmente misera da non disporre nemmeno dei mezzi che le consentirebbero di fuggire. 
E si sa che in simili condizioni più grande è la miseria più elevato è il numero dei bambini.
L’episodio è poi tanto inatteso quanto assurdo. Inatteso poiché, come già detto, dopo l’entrata in vigore dell’accordo, che non era stato mai violato sino a oggi, non ci sarebbero più dovuti essere aggressivi nervini in questa parte del Medio Oriente. Assurdo in quanto non si comprende perché il regime di Assad, che ha immediatamente negato ogni responsabilità nell’accaduto, dovrebbe aver deciso di compiere un gesto tanto crudele, clamoroso e illecito proprio quando le sorti della guerra, rimaste in dubbio per anni, sembrano volgere inesorabilmente, anche se lentamente, a suo favore. 

Giuseppe Cucchi, la Stampa 5/4/2017

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