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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 12 dicembre 2016

Nevrosi

Tutti a inseguire di nuovo la mitologia della legge elettorale che risolve magicamente tutti i problemi, la ricerca della regola perfetta che potrebbe compensare l’oramai cronica debolezza delle leadership. Guardiamo questa convulsa fine più o meno prolungata della legislatura: ci sono quattro leadership dimezzate. Quella di Matteo Renzi, fortemente intaccata dalla disfatta referendaria. Quella di Beppe Grillo, carismatica ma istituzionalmente nulla. Come quella di Silvio Berlusconi, che cerca il riscatto miracoloso dalla Corte di Strasburgo, ma è indebolita dalle condizioni fisiche che lo stesso entourage berlusconiano ritiene problematiche. E quella di Matteo Salvini, forte sul piano identitario, ma senza speranze come aspirazione al governo del Paese. Ecco allora la frenetica caccia alla pietra filosofale, l’attesa spasmodica della sentenza della Corte costituzionale. L’idea un po’ miracolistica che una legge elettorale possa essere una buona garanzia di stabilità, maggioranze coese, governabilità. Una nevrosi. Così divorante da non accorgersi che ci stiamo accapigliando sull’ennesima legge elettorale, stavolta nemmeno sperimentata sul campo. Una voglia compulsiva di indossare abiti sempre nuovi sperando di cancellare un corpo sempre più deperito. (...) Vuol dire che la ricerca di una nuova legge elettorale è inutile? Certamente no, anzi. Ma senza dimenticare che una buona legge elettorale è uno strumento, non un fine. Una regola che a questo punto va cambiata in fretta, non un surrogato di politiche deboli e poco credibili. E senza dimenticare nemmeno che le leggi elettorali producono esiti molti diversi tra loro. Perciò la speranza è che si risolva al più presto l’enigma della nuova legge elettorale e che in un sussulto di serietà le forze politiche, nessuna esclusa, si mettano a lavorare per varare quella che realisticamente è la regola migliore per assicurare una prospettiva certa per la prossima legislatura. Si può cominciare subito, senza restare immobili fino al 24 gennaio, il giorno del responso della Consulta. Senza perdere altro tempo con veti e ostruzionismi. Come è accaduto troppo spesso.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera (11/12/2016)

Canzone del giorno: Everybody Wants To Rule the World  (1985) - Tears for Fears
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