nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 28 gennaio 2014

Affezionata


"Con l'idee donna Prassede si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n'aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata".

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi (1827) - cap.XXV







Canzone del giorno: No Idea (2008) - Algebra
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domenica 26 gennaio 2014

Giù

I dolori della crescita (“Growing pains”) li definisce L’Economist e, nei giorni scorsi, ha pubblicato un grafico che mostra la variazione del reddito pro-capite negli ultimi 15 anni (ossia da quando l’euro ha fatto il suo debutto sui mercati finanziari) nei paesi dell’eurozona, negli Stati Uniti e nel Giappone.
I dati sono del Fondo Monetario Internazionale ed evidenziano come la quantità di PIL posseduta in media dai cittadini di uno Stato, è cresciuta ovunque, anche in paesi come Grecia e Portogallo.
Il reddito pro-capite, quindi, è aumentato poco o molto, ovunque e, naturalmente, più di tutti in Germania che, secondo L’Economist, «è stata fra i più grandi beneficiari» del progetto monetario europeo».
Il benessere della popolazione tedesca (il prodotto interno lordo per persona) «è aumentato di oltre il 20% dal 1999».
Provate a guardare il grafico e non c’è bisogno di provare a indovinare qual è l’unico paese dove, in 15 anni, il reddito pro-capite non è cresciuto ma, al contrario, si è ridotto del 3%!


Canzone del giorno:  Down, Down, Down (1983) - Tom Waits
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venerdì 24 gennaio 2014

Anchilosato

“Umberto Eco considera Internet, e in generale la memoria artificiale affidata alla tecnologia, una risorsa per stimolare i giovani mettendo a loro disposizione una massa enorme di informazioni. Su questo il mio pensiero differisce molto dal suo.
Secondo me, infatti, la tecnologia della memoria artificiale è la causa prima dell’appiattimento sul presente o almeno una delle cause principali. La conoscenza artificiale esonera i frequentatori della Rete da ogni responsabilità: non hanno nessun bisogno di ricordare, il clic sul computer gli fornisce ciò di cui in quel momento hanno bisogno. C’è chi ricorda per te e tanto basta e avanza.
Ma c’è di più: la possibilità di entrare in contatto, sempre attraverso il clic, con qualunque abitante del mondo, di parlare con un residente in Australia e, a tuo piacimento, con uno che vive nei Caraibi o in Brasile o nel Sudafrica o a Pechino; sembra inserirti in una folla di contatti e di compagnia. In realtà è l’opposto: ti confina nella solitudine. Molti fruitori della Rete infatti hanno smesso di frequentare il prossimo e restano ritirati in casa a “navigare” sulle onde della nuova tecnologia. L’amore anche fisico attraverso la Rete è diventato abituale per molti. Si chiama da tempo “amore solitario” e infatti lo è. Infine la Rete ha modificato il pensiero, ha ridotto al minimo la parola scritta.
Perfino il Papa si serve del linguaggio “twitter” e comunica in questo modo con molti milioni di persone con frasi che non superano i 140 caratteri. Tra il pensiero e la parola scritta c’è un rapporto interattivo. I nostri giovani leggono i giornali e i libri attraverso la Rete. Cioè leggono notizie e cultura ridotte a poche parole. Il numero delle parole usate è ormai al minimo e poiché tra il pensiero e il linguaggio c’è una interazione, ne deriva che il pensiero si è anchilosato come il linguaggio. La malattia è estremamente preoccupante e segna un passaggio di epoca”.

Eugenio Scalfari, Il Vetro soffiato (L'Espresso n.3/2014)


Canzone del giorno:  Man in The Air (2003) - Kurt Elling
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martedì 21 gennaio 2014

Sereno

Ogni qual volta un politico riceve un avviso di garanzia, la sua frase di rito, dinanzi a stampa e televisioni, è sempre, più o meno, la stessa: "Ho la massima fiducia nella giustizia italiana" oppure "Sono sereno, piena fiducia nella magistratura".
Sembra quasi un istinto fisiologico che si materializza con delle tipiche frasi fatte a uso e consumo del pubblico.
Lo scrittore e giornalista Lorenzo Mondo definisce sarcasticamente quest’atteggiamento come "serenità dell'accusato".
Su La Stampa di domenica scorsa riesce a descrivere questa forma di "caos calmo" in maniera chiara: "«Sono sereno», qualcuno si azzarda a dire, anche quando gli tocca un rinvio a giudizio. Una frase che, declinata paritariamente al maschile e al femminile, viene proferita con esibita risolutezza. L’aggettivo è così inflazionato che finisce per assumere proporzioni comiche e diventerà, c’è da crederlo, un contrassegno della moritura Seconda Repubblica".
Chi è costretto a difendersi da gravi accuse, di solito, suda freddo o balbetta, soprattutto qualora si dovesse ritrovare un microfono vicino alle labbra. Questo non accade per i nostri politici che, colpevoli o innocenti che siano, hanno tutti escogitato l'affermato rituale: "Ci si aspetterebbe piuttosto un moto, anche verbale, di indignazione, di rauco, aspro rigetto. Assistiamo invece al dilagare di una presunta serenità, che da quelle persone eminenti pretenderebbe magari di estendersi, rassicurante, all’intero paese. Frutto di una coscienza adamantina o della persuasione che tutto, alla fine, si aggiusterà? In base all’assioma che la somma di tanti colpevoli dà come risultato nessun colpevole?".
La riflessione di Lorenzo Mondo termina con un'interessante osservazione, che va al di là dell'aspetto linguistico: "tanta serenità non trova riscontro nell’animo della stragrande maggioranza dei cittadini, della gente comune. Ai molti assilli provocati dalla congiuntura economica si aggiunge in loro la delusione, la rabbia davanti alla smaccata negazione di ogni responsabalità. E queste sembrano aggravate dall’affermazione «sono sereno» quando occulti un sentimento mentito e abusivo".


Canzone del giorno: Sono più sereno (1998) - Le Vibrazioni
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domenica 19 gennaio 2014

Arrabbiato


   
      Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira.

Bibbia, Efesini 4, 26

Arrabbiamoci pure ma cerchiamo di non imbrattare il nostro spirito.
A volte l’ira infonde l’adeguata energia per scaricarsi o per indignarsi dinanzi alle ingiustizie.
Non prolunghiamo più del dovuto il nostro stato d’ira, non lasciamo passare l’intera giornata senza fare un passo indietro. 
Non perdiamo il controllo.
Il rancore si può mettere da parte prima che tramonti il sole.
Il risentimento produce livori e amarezze all’ennesima potenza.
L’ira prolungata soffoca i pensieri. 
Ognuno di noi ha a che fare, inevitabilmente,  con la rabbia ma, proprio per questo, è importante non lasciare che il sole tramonti prima che essa passi.

Canzone del giorno: Angry Young Man (1987) - Steve Earle
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venerdì 17 gennaio 2014

Primavera

Il Corriere della Sera attraverso un resoconto di Viviana Mazza, riassume la situazione
politica negli Stati che sono stati interessati, tre anni fa, dalla cosiddetta Primavera araba. 
Il bilancio viene stilato alla luce di alcune anticipazioni sul rapporto annuale «sulla libertà del mondo» che, a breve, sarà pubblicato da Freedom House, l'organizzazione non governativa internazionale, che conduce attività di ricerca e sensibilizzazione su democrazia, libertà politiche, e diritti umani.
Il giornale riporta le dichiarazioni di Charleston Dunne, il direttore della sezione Medio Oriente e Nord Africa di Freedom House. La Tunisia è l’unico stato che ha raggiunto un indice di libertà soddisfacente: il «governo islamista ha saputo gestire il potere in modo inclusivo, cedendo il passo a una squadra incaricata di gestire la transizione e di organizzare nuove elezioni».

Se gli 11 milioni di tunisini hanno fatto un passo in avanti in tema di libertà di espressione e di associazione, la stessa cosa non sta accadendo in Egitto dove si vota una nuova Costituzione che «offre alcune libertà religiose in più ma stabilisce fermamente l’esercito come garante del potere, un passo indietro rispetto a un governo democraticamente eletto per quanto estremamente carente; e il ritorno degli oligarchi, dei burocrati e delle forze della sicurezza».
Charleston Dunne confida nella Libia poiché «nonostante la mancanza di sicurezza e il potere delle milizie, si registra lo sviluppo di una società civile attiva e il desiderio di creare un nuovo contesto politico».
Resta il pessimismo per quanto concerne gli altri stati: Yemen, Siria, Qatar, Arabia Saudita e tantissimi altri paesi di questo vasto territorio, continuano ad essere caratterizzati da repressioni, violenze, stampa non libera e discriminazioni di ogni genere.

Canzone del giorno: Spring (2008) - Tracy Chapman
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mercoledì 15 gennaio 2014

Ti leggo nel pensiero

Una gradevole sorpresa del film Un Boss in Salotto è quella offerta sui titoli di coda.
La canzone scelta per chiudere il film é Ti Leggo Nel Pensiero di Francesco De Gregori.
Scritta nel 2001 per Ron, che la inserisce nel suo Cd Cuori di Vetro, è stata poi da De Gregori registrata in studio e inserita nell'album raccolta Mix, pubblicato nel 2003.
Una canzone con un testo fortemente evocativo, resa emozionante dall’interpretazione del suo geniale autore e da una coinvolgente chitarra elettrica in sottofondo.
Una canzone che vale la pena ascoltare.

In silenzio.


Canzone del giorno:  Ti leggo nel pensiero (2003) - Francesco De Gregori
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