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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 21 febbraio 2022

Conflitto

Quando mi è stato chiesto, negli scorsi giorni, se la crisi uavrebbe provocato una guerra, ho risposto che è una tale prospettiva mi sembrava molto improbabile. Ero convinto che i due maggiori litiganti (Russia e Stati Uniti) si sarebbero fermati sull’orlo del precipizio avrebbero trovato una formula per fare insieme un passo indietro. Continuo a pensare che il buon senso finirà per prevalere. Ma devo riconoscere di non avere prestato sufficiente attenzione alle politiche di Paesi che non hanno ancora rinunciato a perseguire i propri obiettivi. Vi è ancora chi vorrebbe rompere i legami storici, politici e culturali che uniscono l’Ucraina alla Russia e chi, nell’altro campo vorrebbe renderli ancora più forti. […] Anche nella nostra società occidentale accade di imbattersi in qualcuno che, pur senza dichiararsi esplicitamente favorevole a una guerra, è pronto a correrne il rischio. Vi è sempre un generale che ha fatto la scuola di guerra e non vorrebbe andare a riposo senza avere fatto una esperienza sul campo. Vi è sempre il diplomatico che nel corso della sua carriera ha fatto pessime esperienze in uno dei paesi coinvolti nella crisi ed è convinto che con quel paese non sia possibile andare d’accordo. Vi è sempre l’industriale che fabbrica scarpe vestiti. Ma il suo mercato langue e verrebbe rianimato con grandi vantaggi se potesse fabbricare uniformi e scarponi. Vi è sempre l’industriale che fabbrica fucili da caccia, ma farebbe affari molto più remunerativi se fabbricasse armi la guerra. Vi è sempre il chimico che potrebbe contare su un generoso aiuto dello Stato se il suo laboratorio si dedicasse alla fabbricazione di armi chimiche. Vi è sempre un appassionato esperto di informatica che sogna nuove applicazioni e si chiede quanti nuovi usi sarebbero possibili in tempo di guerra. Per la verità sembra che la guerra cibernetica sia già cominciata. In un’intervista il generale americano John Allen, presidente della Brookings Institutions, ha detto di essere convinto che la guerra nello spazio cibernetico sia già cominciata e che i primi a farne uso sarebbero i russi. Dopo alcuni esperimenti fatti con l’Ucraina qualche anno fa sappiamo che con una operazione cibernetica è oggi possibile svuotare una diga o spegnere le luci di una città. Non ci saranno più guerre di trincea, ma le crisi dei prossimi anni potrebbero riservarci qualche spiacevole sorpresa.

 Sergio Romano, L’ago della bilancia (Corriere della Sera – 20/2/2022)

Canzone del giorno: The Thrill Of It All (1975) - Black Sabbath
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