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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 4 dicembre 2017

Musicassette

Nessuno ci ridarà più i mangianastri, i radioregistratori, i walkman, le autoradio di quando eravamo piccini. Le musicassette, invece, sì. A ridarcele è Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che diffonde il suo nuovo album anche in quel formato, ormai quasi del tutto desueto. Persino il nome, «musicassetta», ai trentenni di oggi andrà scandito e spiegato.
Tipica «parola valigia», al pari di «cantautore» o «videofonino», la «musicassetta» generava musica col trascinamento di un nastro, tramite due rotelle dentate. La si comprava o già incisa o vergine, da incidere magari da un disco prestato da un amico. A volte il mangianastri se la mangiava davvero: il nastro si infilava nelle spire del riproduttore e andava estratto con delicatezza (non propiziata dal nervosismo procurato dall'accidente) e poi riarrotolato con i favori di una matita, nei casi più gravi smontando l'involucro della cassetta musicale.
Ora che gli appositi apparecchi sono pressoché scomparsi, forse ascolteremo Jovanotti in cd o in vinile e la musicassetta ci limiteremo a guardarla. Era un oggetto povero e anche fragile: ma è stato un grande oggetto di affezione, cosa che al tecnologico cd non è riuscita mai.
                                                                                                Stefano Bartezzaghi, la Repubblica (1/12/2017)

Canzone del giorno: Ragazzini per strada (2017) - Jovanotti
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