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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 6 dicembre 2017

Biotestamento

Dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, il disegno di legge sul biotestamento (c’è chi preferisce chiamarla legge sul fine vita) è approdato in Senato e la Conferenza dei capigruppo ha deciso stamani di fissare il voto finale per il prossimo 14 dicembre.
Sono stati presentati 3.000 emendamenti (soprattutto dalla Lega di Salvini e da Alleanza Popolare di Alfano), ma è chiaro che ogni modifica sostanziale al testo già votato alla Camera non permetterebbe l’approvazione della legge, tenuto conto che la legislatura attuale sta per terminare.
Il testo del ddl presenta senz’altro delle criticità e le perplessità sono “fisiologiche” dinanzi a temi etici così delicati.
Nei vari paesi europei il quadro normativo è variegato ma in 13 nazioni (tra cui la Spagna, la Germania e il Regno Unito) da tempo esiste una legge che consente di stabilire in anticipo, con valore legale e vincolante, i trattamenti cui non si vuole essere sottoposti nel caso d’impossibilità di esprimere la propria volontà.
Nel nostro paese c’è un vuoto normativo che potrebbe adesso essere colmato, nonostante un ostruzionismo che, come accade sovente in questi casi, ha a che fare con i soliti calcoli e opportunismi elettorali.
Scrive Ennio Fortuna sul Il Gazzettino di Venezia: “C’è  un solo problema che agita le coscienze: il malato, secondo il testo della Camera,  può rifiutare anche la nutrizione e l’idratazione artificiale, ritenute e trattate come un comune trattamento sanitario. Secondo i cattolici, ma non tutti, questa facoltà si pone assai vicina ad una forma di suicidio assistito ed è pertanto da rifiutare. Ricordo qui ai non giuristi che secondo la stessa Costituzione  (art.32), il malato è ammesso a rifiutare ogni trattamento sanitario che il medico è tenuto ad illustrargli, salvo quelli imposti con diretta prescrizioni di legge (ad esempio le vaccinazioni). Indubbiamente il diritto di rifiutare il cibo e l’acqua si pone al limite del lecito, ma va sottolineato che qui si parla di nutrizione o di idratazione artificiale, non naturale, che è sempre prescritta con ricetta medica e che quindi è equiparabile senza particolari forzature agli altri trattamenti sanitari. Il compenso il diritto di rifiutare riconosce finalmente la maturità del malato e ne accetta le decisioni, vincolando il medico ad eseguirle, salva la facoltà di obiezione di coscienza. In pratica la legge garantisce un percorso giusto e onorevole e lascia all’individuo, com’è giusto, il diritto di decidere”. 

Canzone del giorno: The Sky Is A Neighborhood  (2017) - Foo Fighters
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