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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 11 ottobre 2015

Misericordia

Egoismo e asprezza del cuore umano. Non c'è più misericordia. La ferocia di chi decide di far esplodere delle bombe, durante una manifestazione per la pace, è inaudita.
L'attentato di Ankara è orribile e raccapricciante. Una terribile strategia rischia di far accrescere, ancor di più, le forti tensioni sul territorio turco e, di riflesso, in tanti altri paesi.
Marco Ansaldo, inviato del quotidiano La Repubblica ad Ankara, racconta i tragici momenti dell'esplosione in piazza: "Ankara Gazi. Stazione di Ankara, è scritto in alto, a lettere cubitali. La democrazia turca, oggi, ha finito la sua corsa qui, davanti a un edificio colossale, come vorrebbe essere la nuova Turchia di Erdogan, ma adesso pericolante e imbrattato di rosso per il sangue dei quasi cento pacifisti curdi morti in questa piazzola dove si staccano i biglietti ferroviari.
Ci sono per terra decine di bandiere curda, calpestate e sporche: molte sono state usate per coprire i corpi delle vittime fino all’arrivo dei soccorritori. C’è una donna che piange al telefono, e urla: «Zia, è un massacro!». Si odono, ancora nella notte, le sirene lancinanti delle ambulanze, perché 60 persone sono morte qui sul colpo, ma le altre sono decedute negli ospedali, dove i cittadini di Ankara adesso accorrono per dare il sangue.
Ankara la capitale. Il centro politico e diplomatico del paese. Una città in ginocchio. Nessuno si aspettava una strage di queste proporzioni. Nessuno qui. E il paesone anatolico diventato capitale, voluta e fondata quasi cento anni fa dal laico Ataturk, si sente adesso colpita al cuore, come oggi tutto il paese. Diyarbakir, nel sud est dell’Anatolia, è tristemente abituata al suono delle bombe. Istanbul, ora, teme l’ondata degli attacchi, prima del voto del 1 novembre. Ma Ankara no. «Il vaso di Pandora si è aperto – commenta un imprenditore straniero che ha lunga esperienza di Turchia – e in vista delle elezioni legislative massacri rischiano di accadere in altre città». (...)
Alla sera, in tv, senza immagini gli esperti si interrogano sulla ragione del massacro. «L’obiettivo era il partito filo curdo e il suo successo elettorale – dice Esra Ozyurek, pro- fessoressa di Studi turchi contemporanei al- la London School of Economics - . L’intento: quello di continuare la guerra con i curdi. Ma indipendentemente da chi sia stato, è impro- babile che lo abbia fatto senza l’approvazio- ne di qualcuno dell’intelligence turca». Nella Stazione di Ankara, per terra, le bandiere rosse, gialle e verdi sono adesso migliaia". 


Canzone del giorno:  Mercy (2013) - Hurts
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