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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 6 maggio 2013

Opulenza


Vanità, lussi, eccessi.
Il tramonto della società opulenta è ben delineato dal cardinale Ravasi che, nel suo “Breviario” domenicale su Il Sole 24 Ore, ci ricorda, con l’efficace proprietà di sintesi che lo contraddistingue, gli squilibri provocati dal consumismo.

Gianfranco Ravasi  - da Domenica de Il Sole 24 Ore (5 maggio 2013):
"Nella società opulenta non si può fare nessuna valida distinzione tra i lussi e le necessità.
In inglese si ha affluent society, un'espressione diffusa soprattutto negli anni del benessere: aveva ragione John K. Galbraith, il famoso economista statunitense, a bollare – nell'opera che recava come titolo proprio quella locuzione – la confusione tra lusso e necessità.  Questo equivoco ha, certo, sviluppato i consumi, ma ha anche squilibrato la scala dei valori e persino della realtà.
A chi gli chiedeva perché frequentasse così assiduamente l'agorà di Atene e il suo mercato, Socrate rispondeva: «Per vedere le tante cose di cui non ho bisogno!».  La crisi attuale ha scosso l'ebbrezza dell'acquisto a tutti i costi e almeno un vantaggio lo si è avuto, quello di insegnare la sobrietà e di cancellare una parte degli enormi sprechi legati alla vanità del lusso e dell'eccesso. Lapidario era già Confucio: «Chi si modera di rado si perde»". 


Canzone del giorno: Living Is a Luxury (1993) - Vince Neil
Clicca e ascolta: Living....