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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 14 ottobre 2012

Nel Paese immaginario


Il blog Noi siamo Buckler (www.noisiamobuckler.org) è dedicato ai cittadini onesti. 
Da più di un anno raccoglie commenti e riflessioni sui tanti interrogativi che ognuno di noi dovrebbe porsi per meglio razionalizzare le vicissitudini del nostro tempo.
Come scrive l’anonima redazione che lo gestisce, è “il blog dei cittadini che non capiscono”.
Di pochi giorni fa la pubblicazione di un post, dal titolo “Nel Paese immaginario…”,  che traccia alcune considerazioni sulle quali vale la pena riflettere.

Nel Paese immaginario....
di Johannes Bückler (3 ottobre 2012)
A chi pensa di aver risolto il problema allontanandosi dalla politica. Forse è giunto il tempo di riavvicinarsi invece alla politica, quella vera. Allontanandosi nel contempo “da certi politici”, quello sì.

Si narra che in qualche parte del mondo esista un Paese immaginario. 
Malgrado qualcuno ne neghi persino l’esistenza, qualcosa è trapelato. 
Per esempio, che in quel Paese molte cose sono scomparse da tempo, come l’equità e la giustizia sociale; altre dimenticate, come le buone regole di convivenza civile e il rispetto delle leggi. Insomma, un Paese veramente strano. 
Strano a tal punto che nel Paese immaginario, se gli evasori fiscali rubano soldi allo Stato, lo stesso Stato recupera la refurtiva in casa dei derubati. (Eppure per qualcuno questo non è il vero problema)
Nel Paese immaginario l’80% delle tasse sono pagate dai lavoratori dipendenti e pensionati. Malgrado ciò, a loro però  spetta solo il 30% della ricchezza del Paese. (E sempre per quel qualcuno nemmeno questo è il vero problema)
Nel Paese immaginario quindi il vero problema non è l’evasione fiscale, perché la matematica non è un’opinione. Se le tasse che non paga qualcuno, le paga qualcun altro, il problema non si pone. In fondo è la somma che fa il totale. (Infatti, qualcuno lo aveva detto che non era un problema)
Nel Paese immaginario ti dicono che se vuoi lavorare devi prima cominciare a consumare. (Come diavolo facciano a consumare, senza prima avere almeno uno straccio di posto di lavoro, rimane un mistero)
Nel Paese immaginario quando certi politici vengono presi con le mani nella marmellata corrono in TV a dire “Queste cose non le tollereremo più!!!”. (Loro. Non oso immaginare i loro cittadini)
Nel Paese immaginario molte persone hanno vantaggi a loro insaputa. Case, soggiorni, viaggi e massaggi. (Comunque al momento non si ricordano vantaggi di questo tipo a lavoratori o pensionati)
Nel Paese immaginario i cittadini scelgono chi li deve governare. Subito dopo impongono regole e leggi che impedisca loro di rubare. (Veramente strano. Non farebbero prima a votare gente che non ruba?)
Nel Paese immaginario si parla di cambiare la Costituzione prima ancora di aver cominciato a rispettare quella esistente. (Forse perché all’art.1 recita essere: "una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” e visto che dopo non sta scritto “precario” meglio essere più precisi)
Nel Paese immaginario il problema principale si chiama “spread” di cui tutti ormai conoscono tutto. (Si conosce meno il numero di quelli che perdono il lavoro, e di quanti muoiano, sul posto di lavoro)
Nel Paese immaginario le donne sono protette da quote rosa o leggi speciali, invece di dar loro le stesse opportunità. (Perché in fondo al resto saprebbero pensarci benissimo anche da sole)
Nel Paese immaginario i giovani non trovano lavoro. Eppure gira voce che alcuni, con grandi capacità artistiche, siano riusciti a diventare persino imbianchini. (D'altronde senza raccomandazioni che volevano fare)
Nel Paese immaginario si chiede ai lavoratori più flessibilità. Nel frattempo di lavoro si può morire durante un terremoto mentre si fa il terzo turno di notte in una domenica di fine maggio. (E chissà di quale flessibilità stanno parlando)
Nel Paese immaginario lo Stato è un’entità astratta, aliena, unicellulare, causa di tutti i mali. (Infatti da qualche tempo nelle scuole non s’insegna più che in fondo, lo Stato, sono i cittadini tutti)
Nel Paese immaginario se vuoi far valere un tuo diritto devi alzare la voce, non c’è santo che tenga. (Che poi qualcuno ti ascolti è un altro paio di maniche).

Ma fortunatamente il Paese è solo immaginario, perché in un Paese reale, appena appena normale, tutto ciò non potrebbe mai accadere. 
A meno, che le persone perbene, rinuncino all’azione. 


Canzone del giorno: Imaginary (2003) - Evanescence 
Clicca e ascolta: Imaginary....