nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 8 settembre 2025

Aggrapparsi

“Da quando è nata la religione, abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci dica cosa fare. Cerchiamo di dare un senso alla vita, un significato. Tu mi racconti questa storia, io ci credo, mi ci aggrappo. Questo mi dà un senso di equilibrio in questa follia. La tecnologia lo ha esasperato, certo, c’è più possibilità di connettersi, l’algoritmo ti studia e ti ripropone le stesse cosa. Questo ha reso molto facile cadere in queste trappole. Penso soprattutto ai nostri adolescenti che passano tutto il tempo online, che vengono bullizzati, presi di mira per qualcosa, e cadono in queste tane del Bianconiglio come se questa fosse davvero l’unica realtà, l’unica esistenza. È terrificante? Sì, ma in realtà non credo che sia una novità”.

Emma Stone, intervista a cura di Stefania Ulivi - Corriere della Sera (29/08/2025)

Canzone del giorno: Mentre tutto scorre (2005) - Negramaro
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sabato 6 settembre 2025

L'eleganza


L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.

Giorgio Armani


Canzone del giorno: I Remeber You (2004) - Tony Bennett
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giovedì 4 settembre 2025

Medioevo

La quota dell'Europa nell'economia globale è probabilmente la più «bassa dal Medioevo». Lo scrivono sul Wall Street Journal, citando il Maddison Project di Groninga nei Paesi Bassi, i giornalisti economici David Luhnow e Tom Fairless. Che spiegano come «il lungo periodo di debole crescita europea ha creato un grande divario di reddito tra Stati Uniti ed Europa. La ricchezza delle famiglie europee è cresciuta di un terzo rispetto a quella americana dal 2009. Il Pil pro capite negli Stati Uniti è ora di 86.000 dollari all'anno, contro i 56.000 dollari della Germania e i 53.000 del Regno Unito». (E l'Italia? Sotto). Ancora: «Il 13 maggio SpaceX di Elon Musk ha lanciato in orbita 28 satelliti in un solo giorno, uno degli oltre 100 lanci orbitali statunitensi quest'anno. La Cina da gennaio ha inviato nello spazio più di 4o razzi. La Russia, impantanata dalla guerra in Ucraina, ne ha lanciati dieci. L'Europa quattro». Ancora: «In assenza di crescita economica, gli stati sociali europei, che rappresentano la metà della spesa sociale del pianeta, saranno sottoposti a una crescente pressione a causa dell'invecchiamento della popolazione. L'europeo medio ha 45 anni, rispetto ai 39 dell'americano e si prevede che la popolazione in età lavorativa diminuirà di quasi 5o milioni entro il 205o, lasciando meno lavoratori a pagare per un maggior numero di pensionati». Ancora: «Dieci anni fa, quattro aziende europee si classificavano per fatturato tra le prime io al mondo. Oggi, la più grande azienda del continente per valore di mercato, la società di software tedesca SAP, è al 28° posto. La quota di mercato degli Stati Uniti nelle valutazioni azionarie globali è rimasta stabile al 48% dal 2000, ma quella dell'Ue è scesa dal 18% al 10%». Ancora: «L'invecchiamento della popolazione comporta costi sanitari e pensionistici molto più elevati, sostenuti da una popolazione in età lavorativa che si prevede diminuirà di circa 2 milioni di persone all'anno in media entro il 2050, secondo il think tank Bruegel di Bruxelles. Una possibile soluzione è che i Paesi europei incoraggino l'immigrazione di giovani lavoratori. Ma finora...». Nel frattempo il campo largo viaggia a Napoli verso l'accordo su Fico e De Luca Junior, la Lega pare spuntarla sul Veneto, Meloni e Salvini bisticciano su chi chiuderà il meeting di Rimini, Decaro in Puglia non vorrebbe la tutela di Emiliano... Funiculì funiculà...

Gian Antonio Stella, Corriere della Sera (27/08/2025)

Canzone del giorno: Delirious (1985) - ZZ Top
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martedì 2 settembre 2025

Frammentazione

Micol&Mirco, da google.it
















Canzone del giorno: Full Attention (2025) - Tom Grennan
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lunedì 1 settembre 2025

Playlist Agosto 2025

      

      1.      The View, Under The Rug – (Ropewalk – 2015) – Tappeto

2.      The Cranberries, Zombie – (No Need to Argue – 1994) – Realtà senza cuore

3.      Roy Paci & Aretuska, Sicilia Bedda – (Tuttaposto – 2003) – Il Kebabgate siculo

4.      Procol Harum, Boredom – (A Salty Dog – 1969) – Maledetti noiosi

5.      Stefano Di Battista, Fantozzi Blues – (La voce di Fanzozzi – 2018) – Paolo Villaggio in Fantozzi

6.      Braxton Cook, Statistics – (Who Are You When… – 2023) – Paura della statistica

7.      Oasis, Stand By Me – (Be Here Now – 1997) – Stand By Me

8.      Mika feat. Ariana Grande, Popular Song – (The Origin of  Love – 2012) – Pippo icona Pop

9.      Steve Ray Vaughan, Crossfire – (In Step – 1989) – Incontro tra predatori

10.   Ten Years After, I’ve Been There Too – (A Space in Time – 1971) – La nostra gratitudine

11.   Adele, Water Under the Bridge – (25 – 2015) – Il ponte che non c’è

12.   The Kinks, You Really Got Me – (Kinks – 1964) – Ispirazione

13.   Vinicio Capossela, La crociata dei bambini – (Tredici canzoni urgenti – 2023) – Anestesia collettiva

venerdì 29 agosto 2025

Anestesia collettiva

Viviamo immersi in un tempo in cui tutto ci appare visibile, eppure nulla ci attraversa davvero. Siamo esposti – ogni giorno, ogni ora – a notizie, immagini, testimonianze di dolore. Eppure la realtà, quella viva e drammatica, non ci scuote più. La guardiamo, ma non ci guarda. Ci sfiora, ma non ci ferisce. È come se un vetro spesso ci separasse dal mondo: vediamo tutto, ma non sentiamo più niente. Non si tratta solo di indifferenza, ma di qualcosa di più profondo, più inquietante: una forma di anestesia collettiva. Un ottundimento morale che ci impedisce di provare compassione, di lasciarci interrogare dalla sofferenza dell’altro. Non siamo diventati cinici, ma stanchi. È la stanchezza, la fatica di restare umani in un tempo che ci chiede di essere efficienti, performanti, inattaccabili. Pier Paolo Pasolini aveva visto tutto questo con una lucidità dolorosa. Parlava di una “mutazione antropologica”: l’uomo nuovo del consumismo, privo di radici, scollegato da ogni legame comunitario, incapace di sentire davvero. Un uomo libero, sì – ma di una libertà svuotata. Una libertà ridotta a spazio privato, astratto, senza relazione. Non più promessa di vita piena, ma pretesa individuale, diritto senza dovere, espressione senza responsabilità. Il desiderio si è trasformato così in desiderio di consumo, le relazioni in competizione, l’amicizia in management. Il pensiero, sempre più tecno-oligarchico, ha convertito ogni respiro comunitario in agency individuale, ogni legame in branding personale. E la realtà, privata della sua densità simbolica e affettiva, diventa inconsistente. Invisibile. Se non ci tocca, semplicemente non esiste. Numeri, statistiche, breaking news. Ma senza carne, senza volto, senza tempo. A luglio, l’Unicef ha riportato che oltre 18.000 bambini palestinesi sono stati uccisi a Gaza. È un numero spaventoso. Eppure, cosa sentiamo davvero? Che cosa ci resta dentro, dopo aver letto una cifra così? Ma cosa accade a una società che non riesce più a sentire? Che ha smarrito il senso del limite, che rimuove la fragilità, che censura perfino la morte, come fosse uno scandalo? La vera posta in gioco, oggi, è la libertà. Non quella vuota e gridata, ridotta a diritto di dire qualunque cosa o a difesa dei propri confini identitari. Ma la libertà autentica. Quella che crea legami. Che riconosce l’altro. Che costruisce futuro. Una libertà che non si accontenta di essere liberi da, ma che sceglie di essere liberi per. Liberi per… cambiare le cose. Per non accettare la disuguaglianza come destino. Per abitare i conflitti invece di negarli. Per rigenerare le comunità, le istituzioni, i territori. Per dare voce a chi non ha voce. Per scegliere l’umano, ogni volta che ci viene chiesto di scegliere tra l’umano e il funzionale, tra il giusto e l’utile, tra la verità e la convenienza. Ma la libertà, per esistere, ha bisogno di relazione... Non può fiorire nell’individualismo e neppure nell’utilitarismo. L’impotenza di fronte alla realtà nasce da una condizione impaurita di isolamento: le persone in cerca di protezione si isolano, e così facendo, paradossalmente – come ricorda Robert Castel – aumentano la loro insicurezza. Un circolo vizioso che rende la persona più fragile, la rende impermeabile rispetto a ciò che succede, e depotenzia la sua capacità di azione e attivazione. La desertificazione della relazione sottrae alla società il dono. Il dono – cosa ben diversa dalla donazione – nel suo senso più profondo, è relazione. È pedagogia per riscoprire la realtà, quell’atto che rompe la solitudine, che crea comunità, che ci ricorda che siamo parte di qualcosa di più grande di noi. Il dono, come relazione, esercitato tanto nella sfera privata quanto in quella pubblica, in quella economica come in quella istituzionale, è ciò che manca e che sarebbe in grado di rigenerare il rapporto con il reale, trasformando la percezione individuale in un’esperienza collettiva. Come sottolineato da Arrow (1999): «Gran parte della ricompensa derivante dalle relazioni interpersonali è intrinseca; la ricompensa, cioè, è la relazione stessa». Per vivere, e non semplicemente sopravvivere, in un tempo di anestesia morale, non basta più costruirsi una percezione della realtà: occorre avere un rapporto reale con essa. Non basta più muoversi come singoli: occorre commuoversi – nel vero senso etimologico: muoversi insieme verso… Riscoprire la nostra inquietudine e la nostra natura relazionale, come ha affermato papa Leone XIV ai giovani durante il Giubileo, diventa così non solo un atto profondamente umano, ma anche un atto politico.

Paolo Venturi, Avvenire (24/8/2025)

Canzone del giorno: La crociata dei bambini (2023) - Vinicio Capossela
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mercoledì 27 agosto 2025

Ispirazione

Chiunque dica che la creatività deriva dall’ispirazione divina ha sicuramente torto, particolarmente nel mio caso. Non scrivevo canzoni per mia moglie, per mio figlio mai nato, Dio o la patria, le scrivevo per mantenermi sano di mente.

Ray Davies, leader dei Kinks

Canzone del giorno: You Really Got Me (1964) - The Kinks
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