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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 11 settembre 2025

Criptovalute

E’ più pericoloso per l'Europa e l'Italia (ma anche per il mondo intero) l'accordo che è nato nei giorni scorsi a Pechino fra Cina e Russia e gli altri Paesi asiatici o l'avanzata, inarrestabile delle criptovalute? Mentre negli ultimi giorni le immagini e le cronache da Pechino delle plurime cerimonie per il vertice asiatico convocato dal presidente cinese Xi Jinping hanno avuto larghissimi spazi su tutti i media, negli Usa si consumava un altro atto significativo dell'avanzata delle criptovalute: i gemelli Winklevoss, protagonisti del settore come gestori della borsa di criptovalute chiamata Gemini, hanno ricevuto l'autorizzazione per la quotazione della stessa Gemini nel più dinamico e teoricamente formale mercato borsistico, il Nasdaq di New York. Come dire che se la seconda borsa americana riconosce Gemini come società credibile (valore circa 2 miliardi di dollari), per transizione, c'è un altro riconoscimento formale delle criptovalute. Del resto, da questo lato, è notorio, come vedremo, che il primo benefattore di chi opera nelle criptovalute è lo stesso presidente Donald Trump, che nella mitica Tower di New York ha anche gli uffici non solo del suo dipartimento di cripto seguito dai SO ma anche la sede di una delle società più lanciate del settore. […] Non ci sarebbe bisogno di ricordare il fatto che da sempre il battere moneta è stato il potere degli Stati o di chi si è sostituito agli Stati diventando esso dittatore. Il particolare che le cripto non hanno neppure bisogno di una zecca fa capire che sulla rete chiunque può dire (e infatti ciò avviene) che ha creato una criptovaluta. Sarebbe ciò, Bellezza, la dimostrazione della democratizzazione del mercato? No, sarebbe ed è l'anticamera dell'anarchia e della legittimazione di possibili continui falsi. Eppure, non come negli Usa da parte di Trump, ma anche in Europa si assiste a una inclinazione da parte della presidente della Bce, Christine Lagarde, verso una apertura sempre maggiore verso le stablecoin, non essendo ella favorevole a limitazioni nelle regole relative, denunciandone solo i pericoli per la stabilità bancaria e monetaria, per giunta dopo che la Commissione Europea le ha legittimate. La Lagarde si limita a valutare un aspetto del problema, mentre la diffusione delle cripto investe l'intero settore finanziario, né denuncia le implicazioni delle scelte di Trump per risparmiatori e operatori europei. Non vi è dubbio che se solo una persona pensa ai suoi rapporti con la banca di fiducia, rileva che la materialità delle transazioni con il prelievo o il versamento di banconote non esiste quasi più, ma per lui anche le transazioni per via digitale si esprimono nella moneta ufficiale, ossia i euro, che la legittimazione monetaria delle cripto ne sconvolge il ruolo centrale. […] Non ci vuole molto a capire che siamo di fronte a una possibile guerra valutaria con un inevitabile interlocutore occidentale, nella persona del presidente Trump, che è già privatamente operativo per interessi personali sulle criptovalute nel cui mercato pesa la sua famiglia. Un ennesimo esempio di come la deregolamentazione e ricerca di totale libertà e non rispetto del proprio ruolo pubblico nei confronti degli intessi privati da parte del presidente Trump, possa far passare mesi e forse anni molto duri al resto del mondo. Ma tutto questo è comunque meno grave di quanto la politica estera di Trump abbia determinato o comunque incentivato sullo scacchiere mondiale. Infatti l'apertura della guerra commerciale con i dazi verso mezzo mondo e in particolare verso i due grandi Paesi asiatici, la Cina e l’India, sommati e avvicinatisi alla Russia, ha incentivato quanto è avvenuto nei giorni scorsi a Pechino. Storicamente i rapporti fra la Russia e la Cina, nonostante la comune ideologia comunista, non sono mai stati cordiali per decenni dopo la fine della seconda guerra mondiale. […] E ora il mondo è nei guai, perché con la disinvoltura che lo contraddistingue l'oligarca di Mosca, il caracollante (quando cammina) Vladimir Putin, certo sfruttando il mood del presidente Xi Jinping, ha di fatto riedificato una grandissima muraglia fra la Cina e Washington. Un rapporto, quello che aveva ricreato Kissinger, che avrebbe potuto far entrare il mondo in un'altra dimensione e in un'altra prospettiva. Invece, per l'approccio di Trump, tutto rivolto a Mosca, la Cina, con tempismo, sfruttando il significativo ottantesimo anniversario della vittoria cinese nella seconda guerra mondiale e quindi di fatto del periodo di alleanza con gli Usa, ha ricompattato intorno a sé il mondo asiatico. Vede Signor Presidente Trump, cosa succede a fidarsi di Putin! Il presidente russo l'ha fregata due volte: nel portarLa a spasso per la guerra m Ucraina e, grazie alla di Lei sconfitta in questo obiettivo di pace, è corso a Pechino, dove al presidente Xi non è parso vero di diventare il centro dell'altro mondo. Ora la situazione è davvero pericolosa, essendo stato buttato nel cestino il messaggio di un centenario del livello di Kissinger. A ricompattare l'Asia è stato inevitabilmente il gesto di Washington, e specifico di Trump di voler mettere dazi ai Paesi fra loro storici avversari trasformandoli così in alleati, come la Cina e l'India, che hanno ritrovato solidarietà nell'unione contro gli Usa e stanno avviando programmi comuni. Bel regalo che il presidente Trump ha fatto agli Usa e inevitabilmente anche all'Europa.

Paolo Panerai, Orsi & Tori - Milano Finanza (6/9/2025)

Canzone del giorno: Show Me Some Affection (1974) - Dave Mason
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