nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 4 maggio 2025

Lavoro dignitoso

Se la qualità del lavoro è lo specchio del grado di salute di un Paese, l'Italia ha molti motivi per sentirsi poco bene. Basta chiedere a un qualunque programma di IA cosa si intenda per "lavoro dignitoso". La risposta, non sorprendentemente, consiste in una serie di aggettivi: equo, sicuro e stabile. Ancora: deve offrire un salario (o un reddito, nel caso di lavoro autonomo) soddisfacente e puntualmente percepito, implicare opportunità di inclusione, sviluppo e crescita professionale (attraverso la formazione) e inoltre il rispetto e la valorizzazione delle persone (attraverso forme di welfare aziendali), delle loro competenze e diversità. Nel fornire queste rispose, l'IA si basa piuttosto che sui fatti sui propositi di documenti ufficiali. È il caso dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), dell'Obiettivo 8 (Sviluppo sostenibile e, per l'appunto, lavoro dignitoso) dell'agenda ONU per il 2030. Si tratta allora di obiettivi scritti per nobilitare chi li propone ma impossibili da realizzare? O — come ha ammonito ieri il Presidente Mattarella — c'è qualcosa che non va nel nostro sistema economico (o magari in noi stessi), tale da generare, anche tra chi un lavoro ce l'ha, povertà crescente, un numero inaccettabile di incidenti; l'impossibilità dei giovani di programmare una famiglia e la loro crescente emigrazione all'estero, con relativa perdita per noi di talenti e competenze? […] In Italia, l'occupazione cresce (forse anche perché i salari sono bassi) ma è ancora lontana dalla media UE; nella classe di età 20-64 anni la media UE era, nel 2024, del 75,8%, con diversi Paesi sopra l'80 mentre l'Italia è ferma al 67%, peraltro con forte divari territoriali, di genere e tra generazioni, a testimonianza di un mondo del lavoro ancora fortemente segmentato. Il basso tasso di occupazione implica spesso lavoro nero, non tutelato, attività illegali ed evasione fiscale: di qualcosa le persone devono pur vivere! Alla bassa occupazione si accompagnano bassi salari medi, cresciuti poco in termini nominali negli ultimi vent'anni e diminuiti in potere d'acquisto a causa della forte inflazione, negli anni più recenti. Una delle poche note positive è la diminuzione dei "Neet", giovani non occupati né inseriti in un percorso di formativo: qui l'Italia, pur continuando a collocarsi ben al di sopra della media europea, non ha più il primato. Circa un quinto della popolazione italiana è così a rischio di povertà, un dato cresciuto soprattutto tra i giovani ma anche tra chi lavora a tempo pieno, specie se donna. Nonostante un aumento dei contratti a tempo indeterminato, i rapporti di lavoro sono spesso ancora precari e in settori poco produttivi, il che incide fortemente sulla possibilità di formulare piani di vita e perciò anche (è ipocrita nasconderlo) sulla natalità.

Elsa Fornero, La Stampa (2/5/2025)

Canzone del giorno: Working Class Hero (1970) - John Lennon
Clicca e ascoltaWorking....