nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 13 febbraio 2024

Civiltà contadina

La tentazione è di vedere nei trattori che sfilano in colonna per le città il simbolo dei contadini invasori e protestatari, ma in realtà i trattori non sono lo strumento che identifica la civiltà contadina, anzi con la venuta dei trattori la civiltà contadina è morta. E la morte della civiltà contadina è «l’avvenimento più grande della Storia, dopo la nascita di Cristo», dice il poeta francese Charles Péguy, col quale sono d’accordo. La Storia ha avuto poche grandi fasi: l’uomo paleolitico, l’uomo contadino, la nascita di Cristo, la fine della civiltà contadina. Sono nato e cresciuto in una famiglia contadina, e se mi chiedono cosa caratterizzava la civiltà contadina rispondo così: «Il fatto che dalla mattina alla sera, per vivere e lavorare, l’uomo con le sue mani toccava legno o animali». Cioè vanga o buoi. Non ferro. Quando ha cominciato a toccare ferro, cioè trattori, la civiltà contadina è morta. I trattori sono i killer della civiltà contadina. Ho visto l’arrivo del trattore a casa di mio padre contadino, fu una festa, ma una festa funebre, perché moriva la stalla, morivano i buoi. Morivano i contadini, subentravano gli industrialetti della terra, in qualche caso industrialotti. Prima del trattore, avevamo paura del clima, la pioggia, la tempesta. Si lavorava dodici mesi come bestie (anzi di più: le bestie erano rispettate), e poi un’ora di tempesta distruggeva tutto quello che avevi ottenuto. Frumento, granturco, pesche, mele, uva. Il contadino era un cristiano-pagano, inchiodava croci sugli alberi, per tener lontane le tempeste: il Padreterno mica poteva tempestare su sé stesso. Coi trattori potevi correre sui campi, caricare i covoni, portarli in cortile, salvare le spighe. I trattori costavano cari. I contadini che avevano i trattori erano i più ricchi. Aravano i propri campi ma anche, a pagamento, i campi dei vicini. Il prete andava per le case a benedire i trattori (più tardi andrà a benedire i tori, e la foto del toro veniva esposta nelle fattorie come l’immagine di un santo protettore). A noi contadini pareva che coltivare i campi fosse indispensabile per essere autosufficienti. Pare ancor oggi così. Se fai frumento hai il pane, e col pane vivi. Se non sei in grado di produrre da te il pane, non sei in grado di mantenerti, e il nemico potrà sempre strozzarti. Da mezzo secolo in qua, non è cambiato nulla. Le ragioni principali per cui sfilano i trattori sono due: proteggere il made in Italy e avere a più basso prezzo il gasolio per le campagne. Non hai made in Italy se non produci quel che mangi, e non lo puoi produrre se il gasolio continua a costare quel che costa. Ai tempi della DC, questi due risultati i contadini li avrebbero avuti presto. Perché ai tempi della Dc i contadini contavano molto. Oggi contano poco. Hanno ragione e sfilano, ma quel che ottengono sarà poco o molto poco.

Ferdinando Camon, La Stampa (9/2/2024)


Canzone del giorno: Hill Farmer's Blues (2002) - Mark Knopfler
Clicca e ascoltaHill Farmer's....