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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 19 settembre 2023

Incomunicabilità

Quando nella seconda metà del  secolo scorso letteratura e cinema hanno parlato di "incomunicabilità" deve essere stato per una specie di paradossale febbre di crescita. La diffusione dell'istruzione (dall'alfabetismo sino all'erudizione) era ormai capillare, i media erano tecnologicamente avanzati e insomma in Italia non si era mai "comunicato" tanto. In quest'altro secolo gli strumenti di cui disponiamo per comunicare sono ulteriormente aumentati, e in quantità smisurata e inattesa. Eppure l'impressione è quella di non capirci molto l'uno con l'altro. Cellulari, poi smartphone; sms, email, chat, social network. Si pensava che potesse essere una Pentecoste, ed è stata una Babele. I nuovi media hanno promosso anche nuovi linguaggi mutuamente esclusivi e solo pochi poliglotti si rivelano capaci di passare dall'uno all'altro. Questo capita soprattutto, ma non esclusivamente, tra le generazioni. […] Prima del Duemila quante volte avevate sentito parlare di "piattaforma"? A parte gli esperti petroliferi, gli appassionati di tuffi olimpici, i sindacalisti, i politici e i cultori di Elio e le Storie tese, la piattaforma riguardava pochi. Oggi è tutta una piattaforma. Quello che succede è che dove sono intervenute le piattaforme, per esempio nella comunicazione giornalistica (in quella libraria ci stiamo arrivando, e per la via peggiore), la centralità non è stata più data al messaggio - il che spiega anche le tremende inaccuratezze di quasi ogni editing. Non è il testo che conta. Quel che importa sono i contatti, e capirete perché sinora ho insistito tanto sulla parola. I contatti contano poiché si contano. Il fatto è quasi automatico: quando la comunicazione trova una "metrica" e la relazione comunicativa viene enumerata (in tv successe con l'Auditel), il testo diventa funzione del contatto stesso. Quindi, che fare? Quali linguaggi futuri dovranno sostituire i linguaggi che oggi sono nuovi, e sembrano incapaci di raggiungere qualcuno che è fuori dalla nostra bolla? La nuova incomunicabilità ci richiede capacità di gioco, di consapevolezza e di traduzione.

Stefano Bartezzaghi, la Repubblica (19/9/2023)


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