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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 9 maggio 2023

Economia regale

Folle di turisti, perlopiù inglesi del Nord scesi a Londra ma anche stranieri arrivati apposta, affollano la Tube, la metropolitana della capitale: vogliono tutti assistere all’incoronazione di Re Carlo III, evento che capita una volta nella vita (e nel caso di Elisabetta II anche meno).  […] Ogni anno la Monarchia pesa per circa 80 milioni di sterline sulle tasche dei cittadini britannici. La cerimonia dell’incoronazione, seppur ridotta rispetto alla madre Elisabetta II, comporterà pure un extra costo, visto che non si tratta di spese ordinarie e ricorrenti, ma è un costo irrisorio. Agli inglesi la millenaria monarchia, iniziata ufficialmente nel 1066, costa 2,40 sterline all’anno per contribuente (esclusi neonati, bambini e indigenti). Il calcolo arriva dal centro studi “Uk in a Changing Europe”. Briciole che inoltre portano un beneficio enorme al paese: circa venti volte tanto gli 80 milioni iniziali. Re Carlo III è il nuovo sovrano della Gran Bretagna (e anche, giuridicamente parlando, capo di stato di al 14 nazioni del Commonwealth tra cui Canada e Australia), ma anche lui è un “dipendente” che riceve un salario. Il Parlamento di Westminster ogni anno versa una somma alla corona, per i suoi impegni pubblici come rappresentante del paese, il “Sovereign Grant”: per il 2023 è di 86,3 milioni di sterline, che vanno a finanziare, oltre alla corte, anche i quasi 500 dipendenti della Corona. […] Re Carlo III è il nuovo sovrano della Gran Bretagna (e anche, giuridicamente parlando, capo di stato di al 14 nazioni del Commonwealth tra cui Canada e Australia), ma anche lui è un “dipendente” che riceve un salario. Il Parlamento di Westminster ogni anno versa una somma alla corona, per i suoi impegni pubblici come rappresentante del paese, il “Sovereign Grant”: per il 2023 è di 86,3 milioni di sterline, che vanno a finanziare, oltre alla core, anche i quasi 500 dipendenti della Corona. Retrograda, fossile di un Ancien Regime ormai sepolto dalla Storia, casta di snob coccolati che conducono vite da sogno mentre i cittadini arrancano, emblema di ingiusti privilegi, la monarchia, seppur sempre più criticata (molto spesso a sproposito), rimane il miglior investimento che i taxpayer inglesi abbiamo mai fatto e possano ancora fare. A fronte di una manciata di sterline (nemmeno a famiglia, ma solo per contribuente), la monarchia alimenta un indotto ingente, che tiene in piedi l’economia e crea posti di lavoro indiretti: ogni anno, dal turismo ai souvenir, dalle visite ai palazzi reali alle mode che i reali lanciano, , si stima che la corna muova un indotto di 1,7 miliardi di sterline, secondo un calcolo di Brand Finance che risale al 2017. L’anno scorso i soli Windsor e Frogmore Cottage hanno totalizzato oltre 420mila visitatori: il biglietto costa 26 sterline. Nei negozi turistici, perlopiù gestiti da immigrati, una tazza con il volto del Re Carlo, costa 10 sterline. Da Fortnum&Mason, secolare “drogheria” di Piccadilly, la teiera dell’incoronazione, in fine porcellana, costa 160 sterline. Sabato prossimo Carlo sarà incoronato sovrano, ma il vero Re d’Inghilterra è il merchandising.

Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore (3/5/2023)

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