nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 10 settembre 2022

Elizabeth II

Ha regnato su due secoli: e ha impresso il suo sigillo su entrambi. Ascesa al trono di un impero declinante, lo ha accompagnato lungo il suo tramonto: e il suo arco da sovrana si è chiuso con gli echi della Brexit, che sembrano prefigurare la dissoluzione dello stesso Regno Unito, e i bagliori della guerra in Europa. Sopravvivrà la monarchia, e con essa la Gran Bretagna, a Elisabetta? È la domanda che tutti, in queste ore e giorni, finiranno per porsi. Regina per caso, la figlia di Giorgio VI: perché quando nacque, non sembrava quello il suo destino. Suo padre era soltanto il duca di York, fratello cadetto del futuro sovrano: e lei una figura minore nel panorama della casa reale. Ma le stelle avevano visto diversamente: perché l’abdicazione di Edoardo VIII catapultò «Bertie» sul trono – e sua figlia, la piccola Lilibeth, divenne all’improvviso l’erede designata. […] Ogni settimana ha dato udienza ai primi ministri che sono sfilati sotto il suo scettro, da Churchill a Liz Truss: per essere consultata, per consigliare e per mettere in guardia. Quando ha avuto preoccupazioni, nel segreto di quegli incontri, le ha espresse: fino ai contrasti, neppure troppo dissimulati, con Margaret Thatcher, la prima premier donna con la quale avrebbe dovuto intendersi meglio e dalla quale invece non poteva essere più distante. E nei momenti più bui, è stata lei il faro verso il quale la nazione si è rivolta. Come durante la pandemia, quando ha pronunciato uno straordinario discorso televisivo che ha rincuorato gli animi e ha stretto i sudditi gli uni con gli altri: «We will meet again», ci incontreremo ancora. […] Un regno, quello di Elisabetta, che ha visto la Gran Bretagna passare dal ruolo di potenza mondiale a quello di Paese che prima ha abbracciato e poi ha abbandonato la costruzione europea – e che ha osservato l’avvicendarsi al suo fianco di tutti i presidenti americani del dopoguerra, da Eisenhower a Biden. Ma le turbolenze maggiori le ha procurate una monarchia in costante tensione fra tradizione e modernità, riflessa attraverso le dolorose vicende personali dei suoi membri. La prima prova in questo senso arrivò molto presto per Elisabetta: dalla sua amata sorella Margaret. La sovrana dovette vietarle le nozze, in nome della ragion di Stato, col divorziato capitano Townsend: condannandola così all’infelicità. Un copione che si è ripetuto con Diana, portata come un agnello sacrificale alle nozze con Carlo e abbandonata poi alla sua deriva. E fu la morte della principessa di Galles il test forse più difficile per Elisabetta: quando la sovrana apparve fredda, distante, scollegata dal sentire dei sudditi. Che per la prima volta rumoreggiarono all’indirizzo della regina. Lei comprese, capì che doveva cambiare: parlò alla nazione, e piegò il capo al passaggio del feretro della sventurata. […] Per ultima la pandemia ha messo a dura prova Elisabetta, privandola a lungo del suo attributo essenziale, la visibilità: la monarchia deve essere vista per essere creduta, è stato detto (e così si spiegano, tra l’altro, le mise sgargianti sempre indossate in pubblico). Ma una sovrana confinata per mesi a Windsor ha rischiato di vedere offuscata la sua aura. Lei ha fatto di tutto per restare presente, arrivando a prendere lezioni di Zoom dalla figlia Anna. E ha dato ancora una volta l’esempio, ricevendo il vaccino assieme al marito Filippo: gesto che però non l’ha messa al riparo dal Covid, che ha finito per contagiarla.

Luigi Ippolito, Corriere della Sera (9/9/2022)

Canzone del giorno: Sing (2012) - Gary Barlow
Clicca e ascoltaSing....