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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 9 agosto 2022

Mega-foreste

È difficile riparare le cose e in alcuni casi sono perse per sempre. Salvaguardare dal disboscamento le foreste antiche e con esse l’ecosistema complesso, denso e interconnesso che le anima è la principale urgenza per il futuro del pianeta. Per vincere la sfida climatica dobbiamo salvare le foreste più grandi del mondo e non lo stiamo facendo. Secondo i dati dell’Istituto di ricerca su foreste e prodotti forestali in Giappone, pubblicati dalla rivista Environmental Research Letters, negli ultimi sessant’anni l’azione dell’uomo ha comportato la distruzione globale di 437 milioni di ettari. La superficie di foreste per ogni abitante è diminuita di oltre il 60%, passando da 1,4 ettari pro-capite nel 1960 ad appena lo 0,5 nel 2019. Il riflesso di questa erosione è diretto sulle condizioni ambientali e di vita di quasi due miliardi di persone. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) dimostra come non esista la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1.5 gradi senza invertire i ritmi della deforestazione entro il 2030. Fino al 2050 dovremmo aumentare le aree boschive di 34 milioni di ettari. Che cosa s’intende e dove si trovano queste risorse fondamentali? Nel saggio dallo stile divulgativo Sempre verdi. Salvare le grandi foreste per salvare il pianeta (Einaudi, traduzione di Antonio Casto) l’economista John W. Reid e Thomas E. Lovejoy, pioniere della biologia dei cambiamenti climatici, fanno viaggiare i lettori nelle megaforeste: i cinque territori boschivi di grandezza spettacolare rimasti sulla terra.La megaforesta più vasta in assoluto è la Taiga che si estende quasi interamente in Russia. La più piccola corrisponde alla Nuova Guinea, un’isola quasi completamente ricoperta di alberi. L’Amazzonia è la megaforesta tropicale più ampia che si suddivide tra otto Paesi ed è il doppio di quella del Congo. L’estremo Nord, oltre alla Taiga, ospita la foresta boreale nordamericana che comincia sulle rive del Mare di Bering attraversa l’Alaska e si allarga al Sudest lungo il Canada fino alla costa atlantica. Finora sono stati mappati circa duemila «paesaggi forestali intatti» (Ifl) che compongono un quarto delle terre boschive del pianeta e costituiscono i nuclei meno intaccati delle megaforeste. Gli Ifl sono aree prive di strade, linee elettriche, miniere, città e industrie per almeno 500 chilometri quadrati. Negli ultimi venti anni l’attività umana ha frammentato o fatto perdere il 10% degli Ifl: «Le foreste rimaste intatte offrono un doppio vantaggio climatico scrivono gli autori – Raffreddano il pianeta rimuovendo la CO2 dall’atmosfera, e rinfrescano l’ambiente locale mediante evaporazione e traspirazione».

Gabriele Santoro, Il Messaggero (2/8/2022)

Canzone del giorno: Canzone contro la natura (2014) - The Zen Circus
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