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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 9 febbraio 2022

Normalità

Serpeggia una certa apprensione sulla capacità o meno del governo di riuscire a rendere operativo il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Preoccupazione corretta, visto che uno dei problemi del nostro Paese è quello di non riuscire a spendere risorse che pure ci sono. Questa volta però è diverso. Non solo se non riusciamo a farlo perdiamo decine di miliardi, ma mettiamo a rischio anche l'intero Next generation Eu di cui il Pnrr fa parte e del quale l'Italia ha la fetta più sostanziosa. Come spesso accade lo scoglio da superare è il raccordo tra le decisioni del governo e la loro implementazione pratica. Enti locali, università, scuole, e ovviamente le imprese, dovranno attuare un'accelerazione importante affinché quelle risorse siano spese. Degli u miliardi di finanziamenti destinati a ricerca e università, ad esempio, ben 5 dovranno essere spesi entro l'anno. Gli istituti avranno la capacità di farlo? E non a macchia di leopardo con aree di eccellenza e aeree penalizzate dall'essere poco addentro ai meccanismi ma che nella ricerca sono competitivi? E gli enti locali? Dovranno essere creati 228 mila posti negli asili. I comuni ci riusciranno? In questi anni, caratterizzati più dai tagli che dall'uso intelligente delle risorse, si sono perse o accantonate tante professionalità. Ma proprio per gli enti locali grazie alla digitalizzazione si sono create opportunità importanti. Da qualche mese si possono fare on line certificati e, in una ventina di grandi comuni, persino il cambio di residenza Si potrà così riqualificare e mettere a frutto l'esperienza di quei lavoratori attivi in settori che vanno a esaurirsi. Risorse che potrebbero essere utilmente reimpiegate. Sembrerà un paradosso, ma quello che il Pnrr sta agevolando è il ritorno dell'Italia a essere un Paese normale dove alle parole e agli impegni devono seguire i fatti. Un obiettivo che, molto spesso, a cominciare dalla stessa politica, è stato indicato come prioritario. Con la differenza che oggi ci sono obiettivi, date e traguardi misurabili. Anche di questo ritorno alla «normalità» dovremo ringraziare l'Europa.

Daniele Manca, L’Economia del Corriere della Sera (7/2/22)

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