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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 21 gennaio 2021

Numeri e fragilità

Per tutta un’interminabile giornata, nell’aula e nei corridoi del Senato non è risuonato nessuno dei numeri di cui parlano gli italiani. Non il numero dei morti di Covid (tornato a livelli altissimi). Non quello quasi altrettanto drammatico delle aziende fallite.Non il numero delle vaccinazioni (rallentate dai problemi della Pfizer). E neppure i dati ancora confusi del Recovery Plan. L’unico numero di cui si è discusso è quello dei Sì al governo. Ora che abbiamo la cifra finale - 156, che rappresenta la maggioranza relativa ma non assoluta dei senatori –, è arrivato finalmente il tempo di guardare avanti. L’alleanza che sostiene l’esecutivo è oggettivamente più fragile. Affrontare un’emergenza come questa senza poter contare su una solida base a Palazzo Madama e nelle commissioni non sarà facile. (...) Lo scontro con Renzi non deve scandalizzare. È la dialettica della democrazia, che deve restare viva anche nei momenti di crisi, forse soprattutto nei momenti di crisi. L’importante è trovare poi un punto di unione. Quello di ieri è sembrato un dialogo tra sordi, maldisposti a riconoscere all’altro anche solo l’onestà intellettuale. E se la frattura tra il premier e il leader di Italia viva appare quasi impossibile da ricomporre, non per questo si vede all’orizzonte un’altra soluzione, un diverso modo di allargare la maggioranza, un nome nuovo in grado di chiamare a raccolta energie fresche e competenze affidabili. Almeno, non si vede ora: troppo grande la paura dei senatori di andare a casa, di dover affrontare elezioni anticipate. Se ne riparlerà, forse, tra sei mesi, quando il capo dello Stato non potrà più sciogliere le Camere. Il Paese però non può attendere tanto. Dissolti i conciliaboli ascoltati nei corridoi del Senato, riposti i pallottolieri visti nelle dirette tv, i cittadini attendono ora di conoscere altri numeri: il calo dei contagi, l’aumento delle vaccinazioni, il rimbalzo del Pil e dei posti di lavoro, la collocazione delle risorse europee. Da questo sarà misurato il governo. Altro che prendere tempo con la riforma proporzionale. Se si avrà la sensazione di un cambio di passo, di una ripartenza, di una svolta, trovare qualche voto in più non sarà un problema. Altrimenti la distanza tra il Palazzo e la piazza, apparsa ieri mai così ampia, non potrà che aumentare ancora.

Aldo Cazzullo, Corriere della Sera (29/1/2021)

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