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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 11 ottobre 2020

Cina digitale

La sveglia di Lian Qin inizia a suonare. Sono le 7 del mattino. Il primo gesto del quarantenne cinese è prendere in mano il cellulare e controllare i “momenti” su WeChat (equivalgono ai nostri newsfeed di Facebook). Una volta in piedi scorre qualche video su Douyin, la versione di TikTok sul territorio cinese, mentre fa colazione e si lava i denti. Si accorge di aver finito gli integratori che assume al mattino e allora sfiora con il dito l’icona di Ele.me, la app di delivery di Alibaba: cerca il prodotto, lo paga con il portafoglio collegato al suo account, lo ordina con il riconoscimento facciale ed entro 25 minuti lo riceve direttamente a casa. A quel punto esce e va in ufficio, sull’autobus ascolta musica con l’app Netease Music, mentre con il pollice clicca sul touchscreen per far saltare una pedina da un cubo all’altro nel giochino Tiao yi Tiao. All’ingresso del palazzo dove ha sede la sua azienda, esibisce alla security il “codice digitale di misurazione della salute” sull’account di WeChat o Alipay, ottenuto combinando dichiarazioni spontanee con i trascorsi clinici, il tracciamento degli spostamenti e gli eventuali contatti con individui positivi al Covid-19. Codice verde, il suo: non ci sono rischi. Giallo: consigliati quarantena volontaria e distanziamento sociale. Rosso: quarantena obbligatoria. Al lavoro ordina il pranzo con lo smartphone, il tempo di attesa è di un’ora scarsa. Nel pomeriggio sceglie di andare in un negozio per cercare una T-shirt. In cassa, paga scannerizzando il QrCode, nelle sue tasche i contanti non esistono più da anni. Tornato a casa, per cena pensa di improvvisare una ricetta trovata su Xiachufang, un’app di tutorial culinari diventata molto popolare durante i mesi di lockdown. In alternativa, spendendo un po’ di più, può prenotare un cuoco che raggiunga il suo appartamento per cucinare. (...) La giornata digitale di Lian Qin ricalca quella di un cittadino cinese medio. La Cina conta ormai 900 milioni di netizen, il 99 per cento dei quali usa lo smartphone per connettersi alla rete e quotidianamente spende in media 5 ore e 50 minuti online. Tra quelle citate, la piattaforma con meno traffico vanta 200 milioni di utenti attivi, eppure noi probabilmente non l’abbiamo mai sentita nominare. Esattamente come le altre. Negli ultimi vent’anni anni, il Celeste Impero ha costruito una sorta di sua intranet, un sistema di internet chiuso, con propri siti e proprie piattaforme, ritagliandosi una posizione di forza che oggi preoccupa più che mai chi fino ad ora ha goduto del monopolio nel controllo della rete: gli Stati Uniti d’America.

Giada Messetti, Domani (18/9/20) 

Canzone del giorno: Digital (2018) - Imagine Dragons
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