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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 16 settembre 2020

Punto

Se inviando un sms o un whatsapp, le vostre frasi si concludono con un punto, sappiate che state dichiarando di essere grammaticalmente obsoleti, forse persino rabbiosi e invadenti. Magari non ve ne siete resi conto ma il punto - proprio lui - l'elemento grafico di interpunzione che conclude i periodi, naturalmente seguito dalla maiuscola, è ormai in disuso, platealmente evitato dalla Generazione Z, quella subentrata ai Millennials, che racchiude i nati fra la seconda metà del 1995 e il 2010. Bando ai punti? Questo è ciò che afferma uno studio inglese, secondo il quale le nuove generazioni tendono ad evitare l'uso del punto fermo perché, soprattutto nell'ambito dei social media, tendono ad essere interpretati come un simbolo passivo aggressivo, un vero e proprio marker emotivo. Non solo, un ulteriore studio della Binghamton University di New York, chiarisce che nella percezione della Generazione Z, tutte le frasi scritte dopo un punto, sono considerate brutalmente insincere, poco attendibili, inaffidabili. (...) Questa iper-attenzione ai segni di interpunzione e i suoi possibili e non espliciti significati, è una conseguenza inevitabile del linguaggio scritto. Non potendo ricorrere ad informazioni emotive come lo sguardo, le espressioni facciali, il tono della voce e l'uso delle pause, maggiore è la rapidità della comunicazione, maggiore sarà la possibilità di venir fraintesi. In tal senso, i texter chi invia un messaggio di testo ottimizzano le loro armi, usando e abusando di emoticon, slang e formule abbreviate (cmq, xké, qcs) ed eliminando ciò che può essere frainteso. Proprio come i punti.

Francesco Musolino, Il Messaggero (28/8/2020)

Canzone del giorno: Punto (2008) - Jovanotti
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