nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 16 febbraio 2020

Posto alle Poste

La mia inutile solidarietà a Maurizio Sarri, non per l'infittimento dei voli sopra la sua testa, da Allegri a Guardiola, fa parte del mestiere, ma perché ha preso bacchettate sulle dita anche dalle Poste. E nemmeno se le è andate a cercare. Avevo risposto, sulla precarietà del suo lavoro: "Se non volevo essere sotto esame lavoravo all Poste". Risposto, posto alle Poste, sembra un gioco di parole. Garantisco la sua involontarietà. Non mi pare ci fosse niente di offensivo nella risposta di Sarri, che va vista nell'ottica di almeno quarant'anni anni fa, quando un poste alle Poste (o al Catasto, o nelle banche), sembrava un Eldorado, una garanzia di stabilità e di durata. Senza sottintese che si trattava di covi di fannulloni, insomma. E gli esami c'erano, sicuro: se uno rubava, lo licenziavano. Se era il direttore della banca, un po' meno, a volte lo promuovevano. Le Poste hanno risposto su Twitter in maniera piccata (al limone) invitando Sarri a impiegare un po' del suo prezioso tempo per documentarsi sulla più grande azienda del nostro Paese, che sta addirittura al terzo posto nel mondo per immagine e dove si è costantemente sotto esame.
La mia inutile (6,5) solidarietà a Sarri nasce dal fatto che questo episodio mi ha fatto capire per chi suona la campana. Per lui, ma anche per me. Dovrò stare attento, è il segnale che le battute ormai si possono fare solo su un campo (tennis, volley) ma fuori si rischia. Qualche esempio. Quand’ero un giovane cronista, si usavano espressioni quasi tutte finite in un baule, in soffitta: la barba al palo, la metà campo da vendere, il triplice fischio finale, le bandiere che garriscono al vento, gli spalti gremiti. E meno male che ci sono finite. Ma si usavano altri luoghi comuni, tipo: “l’Atalanta ha perso, ma con la Juve, mica col Peretola”. non si sa perché, Peretola. L’alternativa era Canicattì, anche qui non si sa perché. Oggi conviene evitare di dirlo e di scriverlo. Ti twitterrebbero contro l’assessore allo sport di Peretola (o di Canicattì), L’assessore alla cultura di Canicattì (o di Peretola), forse i sindaci, sicuramente molti cittadini indignati di Peretola o di Canicattì. Evitare anche, a proposito di un gioco sparagnino, riferimenti ai genovesi e pure agli scozzesi, non si sa mai. Non sottovalutare la suscettibilità dei turchi (non tutti, Erdogan di sicuro): “fumare come un turco”. Se ne può fare a meno. Di uno che beve molto, quale paragone: come un’oca o come un alpino? Come vi pare. Le oche non twittano e forse nemmeno leggono i giornali. Gli alpini sì, ma sono brava gente (9) che non ha tempo per queste scemenze.

Gianni Mura, Sette giorni di cattivi pensieri (la Repubblica - 16/2/2020)

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