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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 10 gennaio 2020

Post Scriptum Film

Pinocchio

REGIA: Matteo Garrone
INTERPRETI: Roberto Benigni, Federico Ielapi, Marine Vacth, Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini
SCENEGGIATURA: Matteo Garrone, Massimo Ceccherini
FOTOGRAFIA: Nicolaj Bruel
TRUCCO: Marco Coulier
DURATA: 120'
USCITA: 19/12/

Per la realizzazione cinematografica del suo "Pinocchio" Matteo Garrone ci riporta alle origini della famosa favola così come congegnata, alla fine dell'Ottocento, da Carlo Collodi.
Una grande cura artigianale e una smisurata attenzione (quasi maniacale) per i dettagli, permette al regista di confezionare un'opera che esalta l'ambientazione contadina-favolistica e conferisce alla storia, in molti momenti del film, una magica atmosfera.
Scelta coraggiosa e temeraria quella di materializzare sul grande schermo una nuova versione del celebre romanzo dal quale sono stati prodotti numerosissime versioni teatrali così come sono tantissime, negli ultimi decenni, le trasposizioni cinematografiche.
A ciascuno la sua versione. A ciascuno il suo Pinocchio. Il burattino più famoso del mondo è stato per molti birbante e gioioso, per altri tenero e monello oppure, in altri casi, ingrato ma in grado di farsi immediatamente perdonare. Nella versione di Garrone la creazione di un'atmosfera cupa associata all’uso della computer grafica nonché a una sceneggiatura che fa di tutto per restare vicinissima al testo originale, rendono il film denso di espressività narrativa.
La persistente presenza della povertà ha il suo apice nell'interpretazione di Roberto Benigni che con il suo Geppetto riesce a trasmettere umanità e dignità della miseria. Garrone riesce a far ruotare intorno alla figura di Pinocchio una moltitudine di comprimari e personaggi (il Mangiafuoco di Gigi Proietti, il Gatto/Papaleo, la Volpe/Ceccarini) che rendono brioso e grottesco il racconto in chiave leggermente dark.
Ma la vicenda narrata è così impressa nella memoria di tutti noi che riuscire per due ore a stimolare l'emotività del pubblico non è del tutto semplice. I grandi sacrifici a cui è stato sottoposto, per l'applicazione degli strati di trucco, il piccolo Federico Ielapi per acquisire le sembianze di un burattino, non bastano a trasformare il protagonista in una figura che cattura empaticamente. Un Pinocchio ostentatamente troppo statico che, in più occasioni, attutisce la grande storia d'amore tra un padre e un figlio che rappresenta il cuore del romanzo di Collodi.

Canzone del giorno: Burattino (2019) - Galeffi
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