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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 22 ottobre 2019

Post Scriptum Film

Joker

REGIA: Todd Phillips
INTERPRETI: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Bill Camp, Zazie Beetz, Brett Cullen, Frances Conroy, Glenn Flesher
SCENEGGIATURA: Todd Phillips, Scott Silver
FOTOGRAFIA: Lawrence Sher
MUSICHE: Hildur Guonadòttir
DURATA: 122'
USCITA: 3/10/

Scena finale del film Joker: primo piano dell’attore Joachin Phoenix.
Rinchiuso in un manicomio e seduto di fronte a un’assistente sociale che lo scruta, egli inizia a sussurrare una strofa di That’s Life, il famoso brano portato al successo da Frank Sinatra e che, in un certo qual modo, rappresenta il manifesto del meraviglioso film di Todd Phillips proprio per il testo intriso di oscurità, tristezza ma anche di flebile speranza.
Joker/Phoenix mormora una parte della canzone: “Questa è la vita, sembra divertente / alcune persone danno calci / calpestando un sogno / ma non mi lascio abbattere”. Avvicina alle sue labbra una sigaretta. Subito dopo il regista riprende l’ennesima “fuga” del protagonista, stavolta lungo i corridoi di quel gelido manicomio criminale.
Durante le due ore del film, Arthur Fleck, aspirante cabarettista segnato da gravi turbe psichiche, è costretto spesso a correre. Egli corre per strada, in metropolitana, lungo i quartieri di una città contemporanea sommersa dai rifiuti. Corre per inseguire dei teppisti che lo deridono, per scappare da chi lo disprezza, per dileguarsi. La sua è una corsa impacciata che si allenta dinanzi alla lunga scalinata che lo porta verso casa, palcoscenico del suo dramma personale e familiare.
L’interpretazione magistrale e raggelante di Joachin Phoenix mette a nudo l’imperscrutabile follia di un uomo emarginato, disprezzato e segnato dal dolore.
Il film ha una lucida potenza espressiva nel raccontare il continuo tormento di Arthur/Joker, il suo ricorso alla violenza nichilista, il rapporto tragico con la madre, la delusione nel vedersi deriso anche da chi ammira e che assume le sembianze di un presentatore (Robert De Niro) di un talk show televisivo.
Nello stesso tempo il regista cerca di orientare lo spettatore in un ambito nel quale c’è tutta la disperazione di un uomo alla ricerca di affetto, di calore e, perfino, d’amore.
Un film pieno di contrasti con momenti di sconfortante violenza che si scontrano con la necessità di dolcezza reclamata da un uomo il cui mondo interiore è segnato da sofferenza e solitudine.
Un film crudele, intriso di provocatoria critica sociale che soltanto in alcuni tratti ha dei lampi di tenerezza. D’altronde il desiderio più grande di Joker è quello di far ridere gli altri (incantevole la sua commozione mentre guarda, in una sala  cinematografica riservata ai ricchi della città, una scena di Tempi moderni di Charlie Chaplin). Ma proprio il suono sibilante della sua risata/non risata lo espone alla derisione degli altri. “La risata non rispecchia necessariamente il mio stato d’animo”, è scritto nel tesserino che porta in tasca. Perché il suo ridere non esprime allegria ma, al contrario, tristezza e dolore di emozioni represse.
Film acre e devastante.

Canzone del giorno: That's Life (1966) - Frank Sinatra
Clicca e ascolta: That's Life....